di Federica Marengo mercoledì 23 aprile 2025

-Proseguono gli attacchi israeliani su Gaza. Nelle ultime 24 ore, infatti, un raid aereo su Khan Younis ha causato la morte di 17 persone , tra cui dei bambini, mentre altre 23 persone sono state uccise e altre ferite nell’attacco su una scuola che ospitava sfollati nella parte orientale di Gaza City.
Stamane, invece, secondo le autorità sanitarie della Striscia di Gaza, che è controllata da Hamas, 25 persone sono state uccise, di cui 21 nel nord di Gaza.
Gli attacchi dell’esercito di Tel Aviv sono continuati anche in Libano, dove bombardamenti hanno causato la morte di 2 persone.
Sul fronte dello scontro con gli Houthi, ribelli filo-iraniani, l’esercito israeliano ha fatto sapere che un missile è stato lanciato dallo Yemen verso Israele. L’attacco è stato poi rivendicato dai ribelli yemeniti.
Intanto, in una dichiarazione congiunta, i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Gran Bretagna hanno esortato Israele a garantire “il passaggio senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza”, ribadendo che “gli aiuti umanitari non devono mai essere usati come strumento politico” e che “il territorio palestinese non deve essere ridotto né sottoposto a cambiamenti demografici”e , invitando “tutte le parti a tornare a un cessate il fuoco” ed Hamas al “ rilascio immediato degli ostaggi ancora in suo possesso”.
Immediata, la replica del ministero degli Esteri israeliano, il cui portavoce ha dichiarato: “Hamas ruba gli aiuti umanitari, li usa per ricostruire la sua macchina da guerra e si nasconde dietro ai civili”, Respingiamo categoricamente l’accusa di politicizzazione degli aiuti”, Israele monitora costantemente la situazione sul campo e non c’è mancanza”.
Il portavoce ha poi citato l’articolo 70 del Primo Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra, che impone la fornitura di aiuti in caso di necessità, ma ha anche ricordato che l’articolo 23 della Quarta Convenzione esonera da questo obbligo se gli aiuti possono rafforzare il nemico.
Quanto ai negoziati in corso al Cairo sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi, secondo quanto riferito dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, Hamas, che in queste ore ha pubblicato il video di un ostaggio israeliano vivo, vorrebbe avanzare una proposta che prevede: la liberazione di tutti gli ostaggi insieme in cambio di un certo numero di detenuti palestinesi, il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, l’ingresso di aiuti umanitari e cinque anni di cessate il fuoco con garanzie internazionali, l’istituzione di un comitato tecnocratico per la governance civile nella Striscia, sulla base di una recente proposta egiziana, e l’apertura a un accordo di riconciliazione con il rivale Fatah.
Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas, (Abu Mazen) ,durante un consiglio direttivo , nell’ambito del quale dovrebbe nominare un successore, accusando Hamas di “aver dato a Israele il pretesto per distruggere Gaza”, ha detto: “Hamas deve cedere le sue responsabilità a Gaza e consegnare le sue armi alla responsabilità dell’Autorità Palestinese e trasformarsi in un partito politico” e l’ha esortata a rilasciare tutti gli ostaggi israeliani.
Hamas ha quindi replicato a tali accuse, affermando: “Abu Mazen continua ostinatamente ad attribuire al nostro popolo la responsabilità per i crimini e l’aggressione di Israele”.
L’Iran, nel frattempo, in attesa del terzo round di negoziati con gli USA sul programma nucleare che si terrà sabato in Oman, ha “fermamente condannato” le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro individui ed entità legate ai settori energetico, petrolifero, del gas e nucleare del Paese.
Infine, in Siria, secondo i media regionali, gli Stati Uniti avrebbero posto una serie di condizioni a Damasco per concedere la rimozione delle sanzioni, tra cui quella di vietare alle fazioni palestinesi vicine all’Iran ,come Hamas e la Jihad ,di operare sul territorio siriano. Proprio in tale ambito, sarebbe stato deciso da Damasco l’arresto di due esponenti della Jihad palestinese.
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