di Federica Marengo martedì 22 aprile 2025

-Proseguono gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. All’alba, infatti, un raid delle forze di Tel Aviv ha causato la morte di 25 persone. E i raid delle forze israeliane continuano anche nel sud del Libano, dove è stato neutralizzato un esponente del braccio militare del gruppo Jamaa al-Islamiyya, organizzazione affiliata ai Fratelli musulmani.
Secondo l’emittente Channel 13 , che cita un alto funzionario israeliano, i membri del gabinetto di sicurezza si riuniranno questa sera per gli aggiornamenti sui colloqui per un nuovo accordo sugli ostaggi e discuteranno anche della possibilità di espandere la campagna militare a Gaza, nell’ambito della strategia progettata per fare pressione su Hamas, affinché accetti le richieste israeliane di un nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi.
Altro fronte di scontro anche il Mar Rosso dove proseguono gli attacchi reciproci tra forze USA e Houthi, ribelli filo-iraninani, con l’Aeronautica americana che, nelle ultime ore, ha colpito un deposito di armi a Sara’a.
Nel frattempo, l’Onu ha ribadito l’appello a Israele a sbloccare il passaggio degli aiuti umanitari attraverso i valichi, interrotti da 50 giorni. A tal proposito, il senatore dem USA Sanders ha accusato Tel Aviv di compiere un “crimine di guerra” e ha chiesto la cessazione dell’assistenza militare statunitense a Israele.
A tali accuse ha così replicato il ministro israeliano della Difesa Katz che, respingendo le affermazioni di Sanders ha detto che “La situazione umanitaria a Gaza è costantemente monitorata” e ha esortato “la comunità internazionale e gli attori coinvolti a garantire che gli aiuti futuri aggirino Hamas”.
Dalla Turchia, come reso noto dalla presidenza della Repubblica di Ankara, il Presidente turco, Erdogan ,durante un incontro con il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, ha affermato che si aspetta dall’Europa “una voce forte” contro le azioni di Israele a Gaza, “in difesa del diritto internazionale e dei diritti umani contro l’aggressione israeliana”.
Intanto, le delegazioni di Israele e di Hamas si sono recate al Cairo, in Egitto, per riprendere i negoziati sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. In merito, secondo quanto riferito dai media locali e dalla Bbc, i mediatori di Qatar ed Egitto avrebbero proposto una bozza di cessate il fuoco della durata compresa tra cinque e sette anni, che prevede: la fine formale della guerra, il ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi.
Al riguardo, Sky news arabic ha riferito che Hamas avrebbe presentato una nuova proposta che prevede la rinuncia al controllo del territorio in cambio della conservazione delle sue armi, condizione quest’ultima richiesta invece da Israele.
L’emittente qatariota al-Jazeera, ha poi fatto sapere sul proprio sito in lingua araba, citando proprie fonti, che il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, accompagnato del ministro degli Esteri, ha incontrato oggi a Washington il segretario di stato americano Rubio e l’inviato speciale Witkoff.
Inoltre, vi è stata una telefonata tra il primo ministro israeliano Netanyahu e il presidente USA Trump, che , in un post sulla sua piattaforma social, ha scritto al riguardo: “Ho appena parlato con il Primo Ministro di Israele, Bibi Netanyahu, in merito a numerosi argomenti tra cui il commercio, l’Iran, ecc. La telefonata è andata molto bene: siamo dalla stessa parte su ogni questione”.
Quanto all’Iran e ai colloqui con gli USA sul programma nucleare, mediati dall’Oman, che proseguiranno per il terzo round sabato ,proprio in Oman, la portavoce del governo iraniano, Fatemeh Mohajerani ha dichiarato: “Qualsiasi risultato dei colloqui nucleari tra Iran e Stati Uniti sulla rimozione delle sanzioni deve essere tutelato da garanzie che ne assicurino l’efficacia e la durabilità. Crediamo che sia possibile raggiungere un buon accordo in un arco di tempo limitato,” evidenziando il “ruolo significativo che la Russia svolge negli attuali negoziati, grazie alla cooperazione nucleare tra Teheran e Mosca”.
Tuttavia, secondo quanto riportato dal sito web del Dipartimento del Tesoro, gli Stati Uniti hanno emesso nuove sanzioni nei confronti dell’Iran.
Come riportato dall’agenzia di Stato Irna , l’ambasciatore iraniano all’Onu rispondendo alle accuse di rappresentanti presso le Nazioni Unite degli Stati Uniti e di Israele sul coinvolgimento di Teheran nella destabilizzazione della Siria , in una lettera inviata al presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha smentito tali accuse, definendole “false” e sottolineando: “L’Iran non ha mai perseguito una politica di destabilizzazione in Siria e ha sempre sostenuto l’integrità territoriale e la sovranità nazionale di questo Paese”,
Restando in Siria, un funzionario dell’Amministrazione autonoma e democratica della Siria del Nord-Est (Daanes o Rojava) a Washington DC, citato dall’agenzia Rudaw , ha dichiarato che: “Gli Stati Uniti intendono trasferire le proprie truppe in Siria in due nuove basi militari, una vicino alle zone controllate dalla Turchia e un’altra al confine tra Siria e Iraq, e mantenere almeno 400 soldati nelle zone controllate dai curdi”.
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