di Federica Marengo lunedì 17 febbraio 2025

-Si è tenuta ieri, la visita in Israele, a Gerusalemme, del Segretario di Stato Usa Rubio nel corso della quale ha avuto un incontro con il Premier israeliano Netanyahu. Al centro del colloquio : il piano per Gaza del Presidente USA Trump, lo smantellamento di Hamas, che per USA e Israele “non può rimanere una forza militare o governativa, ma deve essere eliminato” ,l’Iran e le armi nucleari.
Nel corso della conferenza stampa congiunta al termine dell’incontro, il Primo ministro Netanyahu ha sottolineato: “ Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”, mentre a un evento , riguardo al piano di Trump per la ricostruzione di Gaza, che prevede il trasferimento della popolazione palestinese in Giordania ed Egitto e in altri Paesi vicini, ha affermato: “Gli abitanti di Gaza dovrebbero poter scegliere se andare via. Non uno sgombero forzato, non una pulizia etnica, ma una scelta per chi vuole un futuro diverso. Il piano di Trump per Gaza è dritto; si tratta di una nuova visione audace e l’unico piano che penso possa funzionare per consentire un futuro diverso per il popolo di Gaza, per il popolo di Israele”.
Poi, riguardo l’Iran e le armi nucleari, il Premier Netanyahu ha detto : “ Israele e America sono spalla a spalla nel contrastare la minaccia dell’Iran. Siamo d’accordo che agli ayatollah non deve essere permesso di avere armi nucleari. Siamo anche d’accordo che l’aggressione dell’Iran nella regione deve essere ritirata. Con il sostegno di Trump possiamo e vogliamo portare a termine il lavoro”.
A tal riguardo, una replica è arrivata dal Guida suprema dell’Iran, Khamenei, che, via social, ha dichiarato: “Oggi, l’Iran islamico si trova a un livello estremamente alto in termini di capacità di contrastare le minacce di una guerra dura. La rabbia dei colonialisti del mondo è dovuta al fatto che la Repubblica islamica è stata in grado di continuare, di rimanere ferma e di mostrare loro il suo potente pugno. Fino ad oggi, le tentazioni del nemico non sono state in grado di scuotere i cuori del nostro popolo o di dissuadere i nostri giovani dalla loro determinazione e dall’andare avanti”.
Intanto, mentre dai media arabi era giunta la notizia secondo cui Hamas, nell’ambito dei colloqui per la fine della guerra, avrebbe accettato di cedere il controllo di Gaza all’Autorità Nazionale Palestinese, il Premier israeliano Netanyahu , che quest’oggi ha riunito il Gabinetto di sicurezza per discutere dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, in seguito ai colloqui con il Segretario di Stato americano Rubio e al sesto scambio di ostaggi israeliani e detenuti palestinesi e ha annunciato che invierà i propri negoziatori al Cairo per la seconda fase dei negoziati sul cessate il fuoco, ha ribadito: “Né Hamas, né l’Autorità nazionale palestinese saranno presenti a Gaza dopo la guerra. Sono impegnato nel piano del presidente degli Stati Uniti Trump per creare una Gaza diversa”.
In merito al rilascio degli ostaggi israeliani ancora prigionieri di Hamas, Israele ha chiesto il rilascio sabato prossimo di sei ostaggi ancora in vita della lista dei 33 da liberare nella prima fase dell’accordo, invece dei 3 previsti. In cambio, Tel Aviv farà entrare centinaia di altre roulotte nella Striscia di Gaza.
Tuttavia, secondo Kan Tv, Hamas consegnerà a Israele, nella giornata di giovedì, i corpi di “quattro o cinque ostaggi deceduti nel corso della prigionia”. Ciò, mentre i familiari e sostenitori degli ostaggi israeliani hanno tenuto una manifestazione a Gerusalemme per chiedere al governo un accordo per mettere al sicuro i prigionieri.
Quanto al Libano ,dove a breve scadrà la tregua tra Israele ed Hezbollah e dove l’esercito israeliano (Idf) ha annunciato via social di aver colpito ed eliminato a Sidone il capo operativo di Hamas, secondo il Times of Israel, che riporta le dichiarazioni di un funzionario israeliano, Israele rimarrà in Libano in “cinque punti strategici che controllano le comunità nel Libano meridionale e le comunità israeliane al confine. Allo stesso tempo Israele continuerà a far rispettare con vigore il cessate il fuoco in Libano, come è stato chiaramente dimostrato finora, anche oggi”.
Il presidente libanese Aoun, quindi, ha dichiarato: “Se Israele non effettuerà domani un ritiro totale dal Libano, Beirut procederà per via diplomatica, perché il Paese non può più tollerare un nuovo conflitto. L’opzione guerra non funziona. L’esercito libanese è pronto a essere schierato nei villaggi da cui gli israeliani si ritireranno”.
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