di Federica Marengo sabato 15 febbraio 2025

-Stamane, a Gaza, come previsto dall’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono stati liberati da Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia, altri 3 ostaggi rapiti il 7 ottobre del 2023, successivamente assistiti dalla Croce Rossa, che li ha condotti all’Esercito israeliano e da qui fuori Gaza. Prima, però, Hamas ha allestito un palco dal quale gli ostaggi hanno tenuto un breve discorso, cui è seguito un messaggio di Hamas indirizzato al Presidente USA Trump, nel quale il gruppo terroristico ha ribadito il no al piano di ricostruzione di Gaza, che prevede il trasferimento della popolazione palestinese in Egitto e in Giordania e in altri Paesi vicini. Israele, a sua volta, ha rilasciato 369 detenuti palestinesi.
Più tardi, il Presidente USA Trump, in un post sul suo social network, ha commentato la liberazione degli ostaggi israeliani, ribadendo l’esortazione ad Hamas a liberare tutti gli ostaggi : “La situazione è diversa dalla dichiarazione di Hamas di questa settimana, secondo cui non rilascerà alcun ostaggi. Gli ostaggi sembrano essere in buone condizioni; ora spetta a Israele decidere cosa fare sulla scadenza che ho fissato per il rilascio di tutti gli ostaggi oggi, entro le12:00 (le 18:00 in Italia). Gli Stati Uniti sosterranno qualsiasi decisione prendano”.
A tal riguardo, il Premier israeliano, Netanyahu, ha fissato per questa sera nuove consultazioni di sicurezza riguardo al cessate il fuoco a Gaza , il futuro della tregua e la posizione di Israele in merito all’esortazione del Presidente degli Stati Uniti Trump ad Hamas di liberare immediatamente tutti gli ostaggi rimasti.
Tuttavia, il portavoce di Hamas, dopo il rilascio degli ostaggi ,ha dichiarato: “Gli Stati Uniti, uno dei mediatori dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, devono costringere Israele a rispettare le condizioni del patto per garantire il rilascio degli ostaggi. Gli Stati Uniti devono costringere Israele a rispettare l’accordo se davvero si preoccupano della vita degli ostaggi”.
Il Ministero degli Esteri israeliano Sa’ar, in un post social, subito dopo la liberazione dei 3 ostaggi, ha scritto: “Non ci fermeremo e non ci daremo pace finché tutti gli ostaggi non saranno riportati a casa”, seguito dal capo dell’esercito israeliano, che ha dichiarato: “Stiamo facendo sforzi immensi per riportarli indietro mentre prepariamo contemporaneamente piani offensivi”.
Inoltre, il ministro Sa’ar , in merito ai negoziati con l’Iran sulle armi nucleari, a margine della Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco, ha dichiarato: “Non ho mai parlato di cosa faremo, ho parlato dell’obiettivo. È importante raggiungere l’obiettivo. E non escludo la via diplomatica, se è possibile. L’Iran non è pronto per i negoziati. Auspichiamo che i limiti alle ambizioni nucleari dell’Iran possano essere attuati mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è in carica. Un nuovo accordo nucleare con l’Iran potrebbe essere più efficace di quello concordato nel 2015”.
Intanto, dopo le proteste pro Hezbollah, in Libano, il vicecomandante dell’Unifil, è rimasto ferito durante un attacco contro un convoglio di peacekeeper sulla strada verso l’aeroporto di Beirut, bloccata da due giorni da Hezbollah.
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