di Federica Marengo sabato 1° febbraio 2025
-Nella mattinata di oggi, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas , ha avuto luogo la liberazione da parte di Hamas di altri tre ostaggi israeliani, rilasciati a Khan Younis e al porto di Gaza City e affidati alla Croce Rossa e all’Idf.
In merito, l’ufficio del Premier Netanyahu ha scritto in una nota: “Il governo di Israele abbraccia i due ostaggi che sono tornati. Le loro famiglie sono state informate che si sono uniti alle nostre forze. Il governo, insieme a tutte le autorità competenti, accompagnerà loro e le loro famiglie. Il governo di Israele è impegnato a riportare a casa tutti gli ostaggi e i dispersi. “Ti salverò dalla mano dei malvagi e ti libererò dalla mano dei violenti” (Geremia, Capitolo 15, Versetto 21)”.
Poi, in un post social, il Premier Netanyahu ha così commentato la liberazione degli ostaggi: “Benvenuti a casa. Mia moglie e io, insieme a tutti i cittadini di Israele e a molti in tutto il mondo, vi abbracciamo”, assicurando che tutti gli ostaggi saranno liberati e riportati a casa.
Israele, a sua volta, ha rilasciato 183 detenuti palestinesi.
Intanto, sempre nell’ambito dell’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia ,che prevede la riapertura del passaggio per il trasferimento di malati, 50 feriti palestinesi hanno lasciato Gaza attraverso il valico di Rafah e raggiunto l’Egitto.
A tal proposito, l’Ue, su richiesta di Israele e dell’Autorità Palestinese, con il sostegno dell’Egitto, ha avviato la missione EUBAM-Rafah alla quale partecipano, insieme, con i colleghi francesi e spagnoli della Forza di Gendarmeria Europea, anche i Carabinieri inviati dall’Italia (aggiuntisi ai 2 italiani già presenti nella Missione), i quali operano in un contesto di emergenza umanitaria e hanno il compito di coordinare e facilitare il transito dei feriti e malati palestinesi tra la Striscia di Gaza e l’Egitto ,fino a un massimo di 300 al giorno, garantendo loro assistenza e protezione.
Al riguardo il ministro della Difesa Crosetto come riportato in una nota del Ministero, “ringraziando gli uomini e le donne della Difesa che lavorano ogni giorno per rendere possibile tutto questo”, ha dichiarato: “Riapre il valico di Rafah. E l’Italia c’è. Lì, in luoghi difficili e complicati, in mezzo a una tregua di armi fragile ma preziosa, con i nostri Carabinieri. Un ulteriore passo nel percorso di stabilizzazione e pace del Medio Oriente, frutto degli sforzi e del lavoro dell’intera comunità internazionale (ONU/Nato/Ue). La missione EUBAM (European Union Border Assistance Mission) supporta la gestione del valico di Rafah, e il team internazionale della Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR) garantisce la cornice di sicurezza e fornisce assistenza per i controlli frontalieri. Tra loro, appunto, ci sono anche i Carabinieri. L’obiettivo è garantire il transito di feriti e malati, fornire loro aiuto e protezione. Un’ulteriore conferma dell’impegno del Paese e della Difesa in questa delicata area“.
Sul fronte diplomatico, il Segretario di Stato Usa Marco Rubio ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, il Principe Faisal bin Farhan Al-Saud, nel quale, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Stato USA, si è parlato del “ percorso da seguire a Gaza”, ma anche “dei modi per far progredire gli interessi comuni in Siria, Libano e in tutta la regione, tra cui la sicurezza del Mar Rosso e la libertà di navigazione”. Rubio, inoltre, ha detto di essere “impaziente di rafforzare la partnership USA-Saudita”.
Il portavoce della presidenza egiziana, invece, ha reso noto che il Presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sissi, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente degli Stati Uniti, Trump e che “ i due hanno sottolineato l’importanza di continuare ad attuare la prima e la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Gaza e di consolidarlo” e l’importanza ” di un coordinamento e di una cooperazione continui tra i due Paesi”.
Nelle scorse ore, il Presidente USA Trump , tornando sulla sua proposta di trasferire la popolazione palestinese in Giordania e in Egitto per procedere alla ricostruzione di Gaza, si è detto ottimista sull’attuazione di quest’ultima. Tuttavia , cinque Paesi arabi, Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno respinto tale ipotesi, dicendosi invece “pronti a lavorare insieme su una soluzione a due Stati”. Proprio i rappresentanti dei cinque Paesi arabi si sono riuniti oggi al Cairo e hanno approvato una dichiarazione congiunta in cui assicurano il loro “pieno e continuo sostegno alla determinazione del popolo palestinese nel rimanere sulla propria terra”.
Nel frattempo, continuano i raid israeliani nel sud del Libano e in Cisgiordania, dove secondo l’agenzia palestinese Wafa, un ragazzo è rimasto ucciso e altri due persone sono rimaste ferite a causa di un attacco di droni israeliani nel quartiere orientale della città di Jenin.
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