di Federica Marengo venerdì 18 ottobre 2024
-All’indomani dell’uccisione di Sinwar, capo di Hamas e mente degli attacchi del 7 ottobre, da parte dell’esercito israeliano in uno scontro a fuoco a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza , il Premier israeliano Netanyahu, in un post su X ha scritto: L’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar rappresenta l’inizio della fine della guerra a Gaza. Per la gente di Gaza, ho un messaggio semplice. Questa guerra può finire domani. Può finire,se Hamas depone le armi e restituisce i nostri ostaggi. Israele garantirà la sicurezza di tutti coloro che restituiranno i nostri ostaggi. Se qualcuno farà loro del male, Israele gli darà la caccia e lo consegnerà alla giustizia”.
Lo stesso Netanyahu , poi, ha convocato una riunione di sicurezza del governo con all’ordine del giorno come priorità l’accordo per la liberazione degli ostaggi.
Tuttavia, un alto responsabile di Hamas, che in queste ore ha confermato la morte di Sinwar, ha affermato che il gruppo palestinese “non può essere eliminato con l’uccisione dei suoi leader”, sottolineando: “Hamas è un movimento di liberazione guidato da persone che cercano libertà e dignità, e questo non può essere eliminato. La morte di Sinwar ci rafforzerà”, mentre secondo Al Jazeera, il capo di Hamas a Gaza, ha dichiarato che “I prigionieri tenuti a Gaza non saranno liberati finché Israele non cesserà gli attacchi contro la Striscia e ritirerà le sue truppe dall’enclave”.
Inoltre, il capo di Hamas Sinwar è stato ricordato e commemorato dagli Houthi dello Yemen , dagli Hezbollah in Libano ,che hanno garantito che continueranno a sostenere i palestinesi ,evidenziando come si sia aperta una nuova fase della guerra contro Israele, dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina , “da Teheran , secondo cui “lo spirito della resistenza sarà rafforzato” , e dai Talebani in Afghanistan.
Il Presidente USA, Biden, invece, al suo arrivo a Berlino, dove ha tenuto un vertice con il cancelliere tedesco Scholz, il Presidente francese Macron e il Premier britannico Starmer, ha dichiarato di essere “più speranzoso per un cessate il fuoco a Gaza” e di “sperare che la guerra finisca molto presto”. Nei prossimi giorni, infatti, è prevista in Israele la visita del Segretario di Stato USA, Blinken.
A tal riguardo, si legge in una nota della Cancelleria tedesca: “I Capi di Stato e di governo di Usa Germania, Francia e Gran Bretagna hanno discusso gli eventi in Medioriente, in particolare l’impatto della morte di Yahya Sinwar, responsabile dello spargimento di sangue dell’attacco terroristico del 7 ottobre, sulla necessità immediata di riportare gli ostaggi a casa dalle loro famiglie, di porre fine alla guerra a Gaza e di garantire che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione civile”.
Sulla linea di una ripresa dei negoziati tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi , anche la Presidente del Consiglio Meloni, che ieri aveva così commentato tramite nota la morte del capo di Hama, Sinwar: “Con la morte di Yahya Sinwar viene meno il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023.
La mia convinzione è che ora si debba iniziare una nuova fase: è tempo che tutti gli ostaggi siano rilasciati, che si proclami un immediato cessate il fuoco e che si avvii la ricostruzione a Gaza. Continueremo a sostenere con determinazione ogni sforzo in questa direzione e per la ripresa di un processo politico serio e credibile, che conduca alla soluzione dei due Stati”.
La Premier , si è recata nelle scorse ore da Bruxelles in Giordania per incontrare Re Abdullah II°. A tal proposito, come si legge nella nota di Palazzo Chigi: “I due leader hanno discusso della situazione in Medio Oriente e degli sforzi comuni per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani in linea con la risoluzione 2735, ribadendo la necessità di un processo politico che conduca alla soluzione dei due Stati. Il Presidente Meloni ha espresso l’apprezzamento italiano per il ruolo svolto dalla Giordania nella consegna dell’assistenza umanitaria a Gaza, incluso nel quadro dell’iniziativa “Food for Gaza”, e ha discusso con il sovrano l’iniziativa “Gaza humanitarian gateway”, promossa da Re Abdullah per rafforzare l’accesso umanitario nella Striscia, di cui ha condiviso contenuti e urgenza. Ricordando l’incontro sulla crisi dei rifugiati siriani promosso dall’Italia a margine del Vertice MED-9 dello scorso 11 ottobre, cui avevano partecipato, oltre allo stesso sovrano hashemita, anche il Presidente cipriota Christodoulides e il Presidente della Commissione europea von der Leyen, i due leader hanno concordato di continuare a lavorare in stretto coordinamento per promuovere risposte efficaci e concrete a questa drammatica emergenza”.
A seguire, la Presidente Meloni si è recata in Libano, per incontrare il Premier Najib Mikati e il Presidente del Parlamento Nabih Berri, per discutere “della situazione in Libano e nella regione e degli sforzi in corso per giungere a un cessate il fuoco in Libano e a Gaza”.
In merito a tali incontri, Palazzo Chigi , sempre in una nota, spiega che: “Con i suoi interlocutori, il Presidente Meloni ha ribadito la necessità di assicurare in ogni momento la sicurezza del personale di UNIFIL e ha avuto uno scambio su come promuovere una reale e piena applicazione della risoluzione 1701. In questo quadro, ha rinnovato l’impegno dell’Italia per sostenere le capacità delle forze armate libanesi in modo che possano assumere le responsabilità previste all’interno della risoluzione 1701. Nei suoi incontri, il Presidente Meloni si è soffermata sull’emergenza degli sfollati libanesi, ricordando i recenti ulteriori 17 milioni di euro di aiuti umanitari stanziati dall’Italia e impegnandosi a portare il tema a livello europeo e internazionale. Questa emergenza si unisce a quella dei rifugiati siriani, su cui l’Italia continuerà a impegnarsi, anche in seno all’Unione Europea, per creare le condizioni per un ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile dei rifugiati, anche attraverso il sostegno delle Nazioni Unite”.
Nell’ambito della stessa visita a Beirut, poi, la Presidente Meloni, ha incontrato il comandante della Missione bilaterale italiana in Libano e il vicepresidente del Comitato Tecnico-Militare per il Libano, ai quali ha espresso la sua vicinanza personale e quella del governo a tutta la missione di Unifil e a tutti i militari italiani impegnati in Libano.
La Presidente del Consiglio, che ha fatto sapere di voler chiamare il Premier Netanyahu, ha poi tenuto dichiarazioni congiunte alla stampa con il Premier libanese Mikati, in un passaggio delle quali ha detto: “Considero inaccettabile prendere di mira l’Unifil, tutte le parti coinvolte devono fare la loro parte per garantire la sicurezza dei soldati. Sono convinta che Unifil debba essere rafforzata. Solo rafforzando la missione si potrà voltare pagina, garantendo imparzialità e perseguendo risultati importanti. Dobbiamo tornare alla missione originaria di Unifil che passa dal programmare a ricostruire. L’Italia insieme agli altri partner della comunità internazionale ha lanciato un appello affinché ci sia un cessate il fuoco di 21 giorni. Sono arrivata qui in Libano da Bruxelles dove ho partecipato al Consiglio europeo e chiaramente la crisi nel Medio Oriente è stato il fulcro dei lavori del summit. E posso assicurare che stiamo tutti lavorando per un sostenibile cessate il fuoco a Gaza e in Libano. Sosteniamo i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, e gli sforzi per dare assistenza ai civili che si sono trovati coinvolti in questa guerra. L’Italia è anche in prima linea per mitigare la crisi umanitaria a Gaza: lo abbiamo già fatto. E abbiamo consegnato 47 tonnellate di aiuti alimentari e chiaramente adesso intendiamo concentrarci anche sul Libano, dove l’escalation militare ha creato la necessità di assistenza umanitaria. Abbiamo messo a disposizione iniziative finanziate con diversi milioni di euro per permettere alle persone che si occupano dei più vulnerabili di potersi prendere cura di loro. Ovviamente, il nostro pensiero va anche a tutti i soldati della missione bilaterale italiana che fanno parte dell’Unifil: questi soldati ,per anni hanno contribuito alla stabilità all’interno del Libano. In questo complesso contesto credo che sia fondamentale sostenere anche le istituzioni libanesi, incluso il processo per rafforzarle queste istituzioni. Io non sono il genere di leader che vuole dire agli altri che cosa dovrebbero fare. O come dovrebbero comportarsi. Ma questo Paese sta sicuramente soffrendo, e avere delle istituzioni funzionanti è la chiave per essere in grado di difendere i propri interessi. È una riflessione che credo valga per la leadership di questo Paese, e quello che posso garantire è che l’Italia è pronta a offrire tutto l’aiuto che potrebbe essere necessario, se richiesto, anche su questo fronte”.
Intanto, l’esercito di Tel Aviv ha effettuato nuovi raid con morti e feriti sulla Striscia di Gaza, e in particolare su Jabalya, e sul sud del Libano, dove ha emanato un ordine di evacuazione per 23 villaggi e dove ha fatto sapere di avere ucciso il comandante locale di Hezbollah; Hezbollah, che , a sua volta, ha continuato a lanciare razzi (15) verso il nord di Israele, uccidendo e ferendo dei soldati delle forze israeliane.
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