di Federica Marengo mercoledì 24 luglio 2024
-Il Premier israeliano Netanyahu è a Washington per tenere un discorso al Congresso. Blindato e con un livello di allerta alto , il Campidoglio, dove si sono registrate da parte di migliaia di manifestanti le proteste contro il Primo ministro di Tel Aviv e a sostegno di Gaza , del cessate il fuoco e della Palestina. Arrestate almeno 200 persone.
Assenti al discorso, la neo-candidata in pectore dei democratici per la presidenza degli Stati Uniti ,Kamala Harris, che potrebbe incontrare Netanyahu giovedì, e l’ex speaker della Camera ,Nancy Pelosi, che in giornata , come riferito dal suo portavoce, “parteciperà a una riunione tra deputati e cittadini israeliani, le cui famiglie hanno sofferto a seguito dell’attacco terroristico e dei rapimenti di Hamas del 7 ottobre”.
Assenti al Congresso, anche 100 parlamentari democratici, i quali stanno organizzando un evento con tre parenti degli ostaggi prigionieri a Gaza.
Il Premier israeliano Netanyahu con il suo discorso cercherà di raccogliere il sostegno degli USA dopo le tensioni dell’ultimo periodo. Washington, infatti, ha criticato il numero crescente di vittime registrato in questi nove mesi di guerra.
Netanyahu, alla vigilia della sua partenza, ha dichiarato in un comunicato che “Cercherà di ancorare il sostegno bipartisan che è così importante per Israele” e che “dirà agli amici di entrambi gli schieramenti che, a prescindere da chi il popolo americano sceglierà come prossimo presidente, Israele rimane l’indispensabile e forte alleato dell’America in Medio Oriente”.
Intanto, mentre in Israele continuano le proteste dei familiari degli ostaggi, il parlamentare Benny Gantz, ex membro del Gabinetto di guerra, in una dichiarazione rilasciata alla Knesset, il Parlamento israeliano, e ai media israeliani, ha detto che : “Negli ultimi due mesi, un quarto degli ostaggi è morto. Il ritardo dell’accordo sugli ostaggi è dovuto esplicitamente agli interessi politici del Primo ministro”, invitando Netanyahu a “smettere di ritardare l’accordo sugli ostaggi” e a “mettere in pratica ciò che dice per quanto riguarda l’accordo sugli ostaggi”, promettendo “pieno sostegno politico all’accordo già approvato”.
Proprio in merito al rilascio degli ostaggi, secondo quanto reso noto dal Times of Israel, il team negoziale israeliano ,che dovrà discutere l’accordo per il rilascio delle persone tenute ancora prigioniere da Hams e una tregua a Gaza ,non dovrebbe recarsi in Qatar domani, come previsto, ritardando la propria partenza, in quanto l’incontro tra il Premier israeliano, Netanyahu, e il Presidente USA, Biden è stato rinviato a domani (venerdì, invece, Netanyahu incontrerà Trump a Mar-a-Lago).
La fonte del Times of Israel sostiene che Netanyahu voglia discutere l’eventuale accordo di tregua con Biden prima di decidere come procedere, spiegando che il team partirà dopo l’incontro tra Biden e Netanyahu, senza precisare quando e ha assicurato che, “nonostante il ritardo, i negoziatori continuano a parlare con i mediatori”.
Il portale israeliano Walla, invece, sostiene che la partenza del team negoziale israeliano potrebbe avvenire solo la prossima settimana.
Quanto agli scenari per il dopoguerra, alla luce dell’ accordo di ieri, mediato dalla Cina, tra 15 fazioni palestinesi, tra cui Fatah e Hamas, sulla formazione di un governo di unità nazionale e sulla fine delle divisioni intestine, il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Matthew Miller, ha assicurato che “Hamas non potrà avere alcun ruolo nel governo della Striscia di Gaza dopo la fine della guerra con Israele”.
Nel frattempo, il Comando centrale dell’esercito USA (Centcom) ha fatto sapere di aver distrutto tre lanciamissili nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e che tali armi “rappresentavano una minaccia imminente per le forze e le navi statunitensi nella regione”.
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