di Federica Marengo lunedì 22 luglio 2024
-Il Premier israeliano Netanyahu è partito per gli USA dove incontrerà il Presidente Biden, all’indomani dell’annuncio da parte di quest’ultimo del suo ritiro dalla corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca,ma anche la Vice, Kamala Harris, indicata come possibile candidata dem alle presidenziali, e il candidato repubblicano Trump.
In merito alle elezioni americane del 5 novembre prossimo, Netanyhau, poco prima della partenza per Washington, ha dichiarato : “Israele rimarrà un alleato di Washington, indipendentemente da chi sarà eletto presidente. I nemici sappiano che America e Israele sono unite oggi, domani e sempre”, non commentando, però, il ritiro di Biden, commentato, invece, dal Presidente israeliano Herzog, che nelle prossime ore sarà in visita a Parigi e a Roma, e dal ministro della Difesa Gallant, i quali hanno ringraziato entrambi Biden per “il sostegno incondizionato di questi mesi di conflitto”.
Inoltre, nella serata di ieri, mentre centinaia di manifestanti radunatisi presso l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ,per ribadire la necessità di un accordo per riportare a casa gli ostaggi, il Premier Netanyahu, dopo un “dibattito approfondito sulla questione degli ostaggi insieme al gruppo negoziale e agli alti funzionari della sicurezza”, ha deciso che giovedì prossimo una delegazione israeliana, guidata dal capo del Mossad, Barnea , tornerà ai negoziati tenuti dai mediatori di Usa, Egitto e Qatar per un nuovo cessate il fuoco e per il rilascio degli o staggi.
Proprio a proposito degli ostaggi, l’esercito israeliano , dopo aver ricevuto nuove informazioni dall’intelligence, ha confermato la morte di due tra i rapiti ancora prigionieri di Hamas, per cui gli ostaggi morti durante il sequestro sarebbero in totale 44 su 116.
Intanto, secondo il portavoce ufficiale dell’ospedale Nasser di Khan Younis, sale a 45 il numero dei morti in un raid israeliano sulla parte orientale della città, mentre il portavoce militare israeliano ha fatto sapere che “L’esercito ha chiesto ai residenti dei quartieri della parte orientale di Khan Yunis ,nel sud della Striscia, di evacuare temporaneamente nella zona umanitaria di Mawsi, sulla costa”, in quanto “l’area è diventata pericolosa, in base a precise informazioni di intelligence che indicano che Hamas ha posto infrastrutture terroristiche nell’area definita come zona umanitaria, con lanci di razzi verso Israele dalla città”, sottolineando che “presto l’Idf opererà contro queste minacce”.
Tuttavia, vi sono altri due fronti di scontro aperti: il Libano, da cui nelle ultime ore sono stati lanciati diversi razzi in direzione del Nord d’Israele e lo Yemen, dove i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno lanciato numerosi missili balistici verso Eilat, in Israele, e intrapreso un’operazione navale, aerea e missilistica congiunta che ha colpito la nave americana Pumba, nel Mar Rosso, in risposta all’attacco israeliano di sabato scorso sulla città portuale di Hodeida, che ha causato la morte di 6 persone e il ferimento di altre 80, scaturito dal raid con drone compiuto venerdì scorso dagli Houthi su Tel Aviv.
Il leader dei ribelli Houthi , quindi, ha avvertito: “Gli israeliani non sono più al sicuro a Tel Aviv”, mentre il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Nasser Kanaani ha condannato fermamente gli attacchi aerei israeliani sullo Yemen, affermando che “Il popolo yemenita sta pagando il prezzo del suo sostegno ai palestinesi innocenti di Gaza, comprese donne e bambini”.
Sempre in merito agli Houthi, il Comando centrale delle Forze armate statunitensi (Centcom) ha fatto sapere di aver distrutto nel Mar Rosso quattro imbarcazioni senza pilota (Usv) dei ribelli.
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