di Federica Marengo lunedì 11 settembre 2023
-“L’11 settembre del 2001 non rappresenta solo una data che devastò il cuore degli Stati Uniti d’America. Quel giorno ad essere colpito fu l’intero Occidente e, con esso, i valori fondanti della nostra libera civiltà, della nostra storia e della nostra cultura. A distanza di 22 anni da quei terribili attacchi terroristici, il nostro pensiero e le nostre preghiere sono rivolte alle vittime innocenti, insieme a un abbraccio che rivolgiamo ai familiari e ai cari. Nell’onorare la loro memoria, rinnoviamo oggi, come allora, il nostro impegno nella lotta al fondamentalismo islamico e a ogni forma di terrorismo. Per non dimenticare”. Così, la Presidente del Consiglio Meloni, in occasione del ventiduesimo anniversario della strage delle Torri Gemelle di New York.
La Premier ha fatto ritorno a Roma dopo il fine settimana di impegni istituzionali all’estero: dapprima, la partecipazione al G20 di New Delhi e ,poi, la visita di Stato in Qatar, dove ha incontrato l’emiro Tamim Bin Hamad Al Thani, con cui, come si legge nella nota di Palazzo Chigi, “Ha avuto approfonditi colloqui che si sono conclusi con una cena ufficiale. L’incontro è stato l’occasione per rinsaldare le eccellenti relazioni bilaterali e il rapporto personale con il Capo dello Stato del Qatar. I colloqui si sono incentrati sulle tematiche bilaterali, sugli investimenti, anche in ambito difesa, e sulla collaborazione in ambito di lotta alla migrazione illegale, anche a seguito della Conferenza sullo sviluppo e migrazioni tenuta il 23 luglio scorso a Roma. Nell’incontro i due leader si sono soffermati anche sul partenariato energetico e sulle importanti opportunità di collaborazione per le nostre imprese, in particolare per ENI, che ha costituito una Joint Venture con l’omologa Qatar Energy. La visita è stata un’occasione per uno scambio di vedute sulle principali sfide nella regione, proseguito anche in un successivo incontro con il Primo Ministro dello Stato del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani”.
Intanto, la Commissione europea , nelle sue previsioni economiche d’autunno, ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil, attesa nell’Eurozona a +0,8% nel 2023 (da +1,1% atteso delle previsioni di primavera) e +1,3% nel 2024 (da +1,6%). In Italia, invece, la crescita è attesa nel 2023 dello 0,9% (da +1,2%) e +0,8% nel 2024 (da +1,1%). L’inflazione, invece, è attesa nel 2023 al 5,6% nell’Eurozona (da 5,8%) e al 2,9% nel 2024 (da 2,8%). In Italia al 5,9% quest’anno e al 2,9% il prossimo.
Tra le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea, riviste al ribasso le attese anche sul Pil della Germania, che è visto ora in calo dello 0,4% nel 2023, per crescere poi dell’1,1% nel 2024. Si tratta di un taglio di 0,6 punti percentuali per il 2023, visto che nelle previsioni di primavera la Germania era attesa crescere dello 0,2% nel 2023 e dell’1,4% nel 2024.
Secondo i dati dell’Esecutivo europeo, “L’economia tedesca ha ristagnato nel secondo trimestre del 2023, dopo una diminuzione del Pil reale dello 0,1% nel primo trimestre” e, per entrambi i trimestri, “la crescita è stata significativamente più debole di quanto previsto in precedenza”.
Tra gli altri Paesi dell’Ue, la crescita attesa quest’anno per la Spagna è del 2,2% (+1,9% nel 2024), e dell’1% per la Francia(+1,2% nel 2024). Nell’Ue a 27 il Pil è atteso in crescita dello 0,8% (1,4% nel 2024).
Nella nota della Commissione UE si legge, quindi: “Gli ultimi dati confermano che l’attività economica nell’Ue è stata contenuta nella prima metà del 2023 a causa dei grandi shock che l’Ue ha subito. La debolezza della domanda interna, in particolare dei consumi, mostra che i prezzi al consumo elevati e ancora in aumento per la maggior parte dei beni e dei servizi stanno pesando più di quanto previsto nelle previsioni di primavera. Ciò nonostante il calo dei prezzi dell’energia e un mercato del lavoro eccezionalmente forte, che ha registrato tassi di disoccupazione ai minimi storici, una continua espansione dell’occupazione e un aumento dei salari. Nel frattempo, il forte rallentamento nella fornitura di credito bancario all’economia dimostra che l’inasprimento della politica monetaria si sta facendo strada attraverso l’economia. Gli indicatori delle indagini ora indicano un rallentamento dell’attività economica nell’estate e nei mesi a venire, con una continua debolezza nell’industria e un indebolimento dello slancio nei servizi, nonostante una forte stagione turistica in molte parti d’Europa”.
Il Commissario Ue agli Affari economici Gentiloni, in conferenza stampa, a margine della presentazione delle previsioni d’autunno, ha spiegato: “In Italia, la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso con una contrazione dello 0,4%, trainata dal calo della domanda interna. Sebbene sia previsto un leggero rimbalzo nella seconda metà di quest’anno e nel prossimo, le proiezioni di crescita annuale sono state riviste al ribasso a partire dalla primavera. Si prevede che il Pil italiano crescerà dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024. L’Italia potrà reagire positivamente , la situazione non è più grave rispetto a quella di altri Paesi europei. Come avete visto le previsioni per la crescita dell’Italia sono più o meno in linea con quelle dell’eurozona e dell’Ue. Uno 0,1 meglio della media Ue o eurozona. Non dobbiamo dare di queste previsioni un’interpretazione particolarmente negativa perché fanno parte di un contesto che riguarda l’insieme dei Paesi europei. Sull’effetto traino della recessione in Germania, Paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri, ma ovviamente la debolezza della prima economia europea, per cui ora la Commissione prevede una recessione dello 0,4% del Pil quest’anno colpisce tutti i Paesi Ue. Le previsioni per l’Italia sono legate tra l’altro al calo della domanda interna. E poi c’è è la difficoltà dell’industria. E infine la stretta monetaria che influisce sulla crescita di tutti i Paesi ha un ruolo particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti in economia, relativamente più che in altri Paesi europei”.
Infine, alla domanda sul Superbonus per edilizia e efficientamento energetico, il Commissario Gentiloni, ha riposto: “Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi, nei modi che ciascuno ovviamente sceglie a livello nazionale, a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte sia per il Covid che per i prezzi dell’energia. Per la ragione molto semplice che queste misure non solo hanno un costo economico che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse dell’economia europea e di tutte le famiglie. Quindi direi che il discorso sul Superbonus fa parte di questo discorso generale di misure che sono state considerate misure straordinarie e che gradualmente è giusto eliminare”.
Dunque, l’economia italiana, come quella internazionale , rallenta, registrando anche la difficolta dell’industria. L’Istat, infatti, ha rilevato nel bollettino mensile sulla produzione industriale un calo nel mese di luglio dello 0,7% su giugno e di -2,1% su luglio 2022. Tale diminuzione a livello mensile “si registra in tutti i principali comparti, con l’esclusione dell’energia. Tuttavia , risulta lievemente positivo l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi 3 mesi. In termini tendenziali, invece, l’indice generale è in flessione. Guardando ai principali raggruppamenti di industrie si osservano cali diffusi (ad esclusione dei beni strumentali) più marcati per energia e beni intermedi”.
Nel tardo pomeriggio, poi, passando al dossier Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è arrivato da Bruxelles, il via ibera ufficiale della Commissione europea alla terza rata del Pnrr da 18,5 miliardi di euro, già dato in via ufficiosa a fine luglio, insieme con l’approvazione delle modifiche proposte da Governo italiano agli obiettivi della quarta tranche.
Al riguardo, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di Coesione e il Pnrr , Fitto, ha commentato su X: “Prendiamo atto con soddisfazione del parere positivo espresso oggi dal Comitato economico e finanziario sull’erogazione della terza rata. Un altro passo avanti importante”.
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