di Federica Marengo venerdì 1°settembre 2023
-Martedì 5 settembre riprenderanno i lavori del Parlamento e delle relative Commissioni di Senato e Camera. L’Aula di Palazzo Madama, infatti ,è stata convocata nel pomeriggio, alle 16,30 con all’ordine del giorno le ratifiche di accordi internazionali. Alla Camera , invece, la prima seduta è convocata alle 15.00, sempre per la ratifica di accordi internazionali, mentre in settimana è atteso il via libera ai provvedimenti sulla prevenzione e il contrasto di bullismo e cyberbullismo e per la tutela delle vittime della violenza e di genere, già approvato dal Senato.
A Montecitorio, sarà poi la volta, a ottobre, dell’esame e della discussione sulla proposta di legge presentata dalle Opposizioni sul salario minimo , dopo la sospensiva votata prima della pausa estiva, e il compito assegnato dalla Premier Meloni al CNEL di elaborare una proposta nei tempi della Manovra , affinché possa essere finanziata.
Sui banchi della Camera, seguendo il fitto cronoprogramma, arriveranno anche : la discussione e l’ok definitivo alla proposta di legge che rende reato universale la maternità surrogata e, a novembre, la ratifica entro il 31 dicembre del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità, dopo lo stop di quattro mesi votato a luglio.
A Palazzo Madama, invece, arriverà la Riforma della Giustizia del ministro Nordio e in Commissione Affari costituzionali approderà la Riforma dell’Autonomia differenziata, invisa alle Opposizioni.
Quanto ai decreti, all’esame della Commissione Bilancio e , da approvare entro il 9 ottobre, il Dl Omnibus, con “disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici” (che comprende la norma sulla tassazione degli extraprofitti delle banche).
Da convertire in legge ,poi, anche il Dl con le norme su Tim, varato in Consiglio dei Ministri il 28 agosto e il Dl varato il 10 agosto ,contenente le norme su processo penale, processo civile, contrasto agli incendi boschivi, recupero dalle tossicodipendenze, salute e cultura, e riguardante il personale della Magistratura e della Pubblica Amministrazione.
Tuttavia, con la riapertura delle Camere , prenderà il via la sessione di Bilancio, che condurrà, dalla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, da presentare fra il 20 e il 27 settembre e il Documento programmatico di Bilancio da inviare a Bruxelles e, ancora attraverso i passaggi parlamentati, all’approvazione della Legge di Bilancio entro fine dicembre, con la sola interruzione dei lavori prevista per il 19 settembre per le celebrazioni alla Camera del 75° anniversario della Costituzione.
Tuttavia, il Governo ,nel varare la Manovra, dovrà tenere presente i dati sulla crescita nel secondo trimestre del 2023 pubblicati da Istat, quest’oggi, che rilevano un calo dello 0,4% ,rispetto al trimestre precedente e, al di sotto della stima preliminare di luglio dello 0,3%, mentre è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre 2022, e comunque a ribasso rispetto alla stima preliminare dello 0,6%.
Dunque, la crescita dell’Italia nel secondo trimestre 2023 risulta inferiore alla media europea e dei principali partner : 0,6% in USA, 0,5% in Francia , stabile in Germania. In termini tendenziali, invece, la crescita negli USA si attesta a +2,6% a +0,9% in Francia e a -0,1% in Germania. Nel complesso , il Pil dei Paesi dell’area Euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nel confronto con il secondo trimestre 2022.
Alla luce della difficile congiuntura economico-politica europea e internazionale e degli ultimi dati in chiaro-scuro per l’Italia anche per quanto riguarda il fatturato industriale , i consumi e l’occupazione, il Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo messaggio in occasione dell’apertura stamane del Forum organizzato da The European House – Ambrosetti, al via oggi a Cernobbio, ha sottolineato: “Le sfide di fronte alle quali ci troviamo sono sempre più complesse. Si può sostenere che le crisi finanziarie globali, i caratteri inediti della competizione geopolitica, l’esperienza della pandemia, la crisi climatica, la stessa guerra determinata dall’aggressione da parte della Federazione Russa all’Ucraina, abbiano costituito un rallentamento alla globalizzazione. Ma non si può certo dedurre che l’interdipendenza ne sia stata ridimensionata. Sarebbe una fuga dalla realtà ignorare le problematiche presenti nell’agenda mondiale. Va quindi sempre più rafforzata la capacità dell’Unione europea di essere un interlocutore politico globale. La Conferenza sul futuro dell’Europa ha aperto il cantiere di una riforma che dovrà inevitabilmente migliorare i trattati vigenti. Nessun Paese del Continente , neppure i maggiori per dimensioni o reddito, può pensare a un futuro separato da quello degli altri: sarebbe una fuga dalla realtà e, prima ancora di un’illusione, un atto controproducente. L’Europa è il quadro entro il quale si costruisce il nostro avvenire, con le lacune che accompagnano il processo di integrazione europea, fattore che trasforma e plasma anche il nostro modello sociale. Pace e sicurezza, così come crescita e benessere dei popoli, passano attraverso la capacità dell’Unione europea di rappresentare un fattore di stabilità e attrazione per chi crede nei valori della libertà, dell’indipendenza, della democrazia. Il tradizionale Forum, organizzato da The European House Ambrosetti, chiamando responsabili politici, operatori economici e finanziari, intellettuali e dirigenti di forze sociali a un confronto su scala sovranazionale, costituisce un’interessante occasione di riflessione sugli scenari posti davanti a noi e sulle linee di azione utili a far avanzare l’intera Unione europea, condizione primaria di sostenibilità per i Paesi membri. Le sfide di fronte alle quali ci troviamo sono sempre più complesse. Si può sostenere che le crisi finanziarie globali, i caratteri inediti della competizione geopolitica, l’esperienza della pandemia, la crisi climatica, la stessa guerra determinata dall’aggressione da parte della Federazione Russa all’Ucraina, abbiano costituito un rallentamento alla globalizzazione. Ma non si può certo dedurre che l’interdipendenza ne sia stata ridimensionata. Sarebbe una fuga dalla realtà ignorare le problematiche presenti nell’agenda mondiale. Va quindi sempre più rafforzata la capacità dell’Unione europea di essere un interlocutore politico globale”.
Dalle Opposizioni , in particolare dal Pd, sulla Manovra è arrivato un monito, alla luce dei dati Istat sul Pil italiano del secondo trimestre, inferiore alle aspettative, seppur nel contesto del difficile quadro economico internazionale : “La revisione dei dati del Pil relativi al secondo trimestre del 2023 evidenzia, purtroppo, una frenata dell’economia peggiore delle stime iniziali. È tutta Europa a rischiare la stagflazione e l’Italia non fa eccezione, con buona pace della propaganda della destra. La prossima manovra di bilancio è chiamata a fare i conti con la realtà. Le risorse disponibili vanno concentrate dove servono: per la difesa dei redditi delle famiglie erosi dall’inflazione, per finanziare sanità, scuola e trasporto pubblico, per rilanciare lo sviluppo del Paese”.
Dalla Maggioranza , FdI ha replicato : “ Sull’occupazione è la stessa Istat a far notare che anche se a luglio, dopo ben sette mesi di crescita, l’occupazione cala di 73 mila unità, rimane superiore di 362mila unità rispetto a luglio 2022. Sul Pil, le ultime stime di luglio del fondo monetario internazionale ci dicono che l’Italia nel 2023 crescerà dell’1,1%, più della media dell’Eurozona (+0,9%), più di Francia (+0,8%) e Germania (questa addirittura con pil negativo -0,3%). Questa esultanza per una flessione fisiologica dovuta principalmente al repentino rialzo dei tassi d’interessi da parte della BCE, ci restituisce l’immagine di una sinistra che dopo aver messo in ginocchio l’economia nazionale con le politiche dei sussidi lanciati come coriandoli e i bonus sparati a pioggia dall’elicottero, oggi tifa per il calo del pil e dell’occupazione. Bisogna ricordare che l’Italia, quando ha governato la sinistra, non aveva mai fatto registrare una crescita del pil superiore a Francia e Germania, così come l’occupazione non aveva mai raggiunto picchi record come questi. Sono primati che portano la firma del governo Meloni, raggiunti in pochissimi mesi e nella congiuntura più difficile dell’ultimo decennio”.
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