di Federica Marengo martedì 29 agosto 2023
-“Un rapido accordo sulla revisione delle regole del Patto di Stabilità è una priorità. Il Consiglio ha chiesto che i lavori legislativi in questo settore si concludano nel 2023. Se la riforma del Patto fosse approvata entro fine anno, consentirebbe agli Stati membri e alla Commissione di discutere i progetti dei piani nella prima metà del 2024″. Così, la portavoce della Commissione Ue, Ferrie, in conferenza stampa a Bruxelles.
Proprio dell’intesa sulle nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita , all’indomani del primo Consiglio dei Ministri dopo la pausa estiva, in cui si è discusso dei principali dossier sul tavolo del Governo e della preparazione della Manovra, ha parlato nella sua intervista a La Repubblica, il ministro della Difesa, in quota FdI, Crosetto, che ha dichiarato: “La spada di Damocle è il ritorno alle regole originarie del Patto di stabilità: è impossibile portare i bilanci degli Stati al rispetto dei parametri ordinari. Serve un approccio da statisti, non da miopi. Non penso che, quando va a Bruxelles, il mio collega Giorgetti si metta a discutere dell’asticella del deficit, piuttosto di una prospettiva più ampia. La spada di Damocle, per il 2024 è il ritorno alle regole originarie del Patto di stabilità. In una fase di crisi economica e industriale ritengo impossibile portare i bilanci degli Stati al rispetto dei parametri ordinari. Bisogna cambiare la natura della discussione: il mondo è cambiato. Non si può ragionare con le regole di tre anni fa.
Ne va non il destino dell’Italia ma il futuro dell’Europa. Sono in corso enormi cambiamenti: la transizione ecologica, la carenza di materie prime e l’avanzamento dei Brics impongono la ridefinizione dei parametri del Patto di stabilità dal puro ragionamento tecnico. Serve una visione di politica macroeconomica che guardi almeno ai prossimi 10-15 anni. Non si possono affrontare questi temi come si affrontavano due o tre anni fa. Sui giornali leggo calcoli fatti sul Def, che contano un ammanco di 20 miliardi. Ma la manovra si fa sulla Nota di aggiornamento al Def. Attenderei quella per capire le effettive esigenze di politica economica. Sfugge a tutti che il tema è un altro. Non si sfugge. Se vogliamo attrarre investimenti in alcuni settori fondamentali per il futuro dell’Europa, come la transizione industriale e digitale o altra spese, allora dobbiamo escludere questi investimenti dal Patto di stabilità. Non è più il tempo di dire “abbiamo sempre fatto così”. La regia è del presidente del Consiglio di concerto con il ministro all’Economia. Le proposte le fanno tutti i ministri, poi serve una sintesi che si trova in Cdm dove il premier è il primus inter pares. Il punto è concentrarsi non solo sulle risorse da trovare: l’azione di governo deve guardare alla costruzione di un humus economico per spingere gli investimenti e far crescere il Pil”.
Dalle Opposizioni , però, sono arrivate le critiche della segretaria del Pd, Schlein, che, annunciando la presentazione di una proposta di legge contro la propaganda fascista, ha attaccato il governo, che “non ha i soldi per mantenere quanto promesso” e, in particolare per finanziare misure nel settore Sanità, riguardo al quale ha sottolineato: “Per noi è fondamentale mettere lì le risorse, loro nell’ultima manovra lo hanno volutamente dimenticato”, dice. “Non mettere le risorse sulla sanità pubblica vuol dire già tagliare i servizi a cittadine e cittadini. Stiamo già vedendo le liste di attesa che si allungano“.
Sulla stessa linea pro investimenti sulla Sanità e no ai tagli di spesa, anche la Vicepresidente del Senato in quota M5S, Castellone e il leader di Azione, Calenda, che tramite X(ex Twitter), rivolgendosi alla Presidente del Consiglio, Meloni, ha sottolineato: “I soldi per la manovra sono pochi. Prima di ogni altra cosa vanno messi sulla sanità. Ogni famiglia italiana ha un genitore o un nonno (nella migliore delle ipotesi) che necessitano di cure o assistenza. L’Italia è infatti uno dei paesi con la più alta aspettativa di vita e conseguentemente con il più alto tasso di malattie croniche. Oggi il privato non convenzionato è spesso l’unica soluzione per curarsi a causa delle liste d’attesa. Ha poco senso levare 30 euro al mese di tasse e poi far pagare migliaia di euro l’anno per le cure mediche. Capisco che la propaganda “tagliamo le tasse” sembra funzionare meglio, ma sono decenni che in Italia questa retorica si trasforma in una bolla di sapone. E i cittadini lo sanno. Riflettici Giorgia”.
Per il leader di Italia Viva, Renzi: “Stanno arrivando i nodi al pettine della legge di bilancio. La Meloni si è rimangiata il blocco navale, Salvini si dovrà rimangiare le promesse sulle pensioni. Si stanno facendo una scorpacciata di passi indietro. Non riusciranno a fare nulla di quello che hanno promesso. Li voteranno lo stesso? Bella domanda”.
Pronto a dare battaglia sulla Manovra anche il segretario della Cgil , Landini, che ha inviato una lettera alla Presidente del Consiglio Meloni in cui ha chiesto di convocare un incontro con le parti sociali e di aprire un confronto negoziale sul rinnovo dei contratti, la crescita dei salari e delle pensioni, una legge sulla rappresentanza e il salario minimo, il superamento della precarietà e un piano straordinario di assunzioni nel settore pubblico.
Nella lettera si legge: “Intendiamo portare direttamente alla sua attenzione la necessità di convocare un incontro con le parti sociali comparativamente più rappresentative stipulanti contratti nazionali ed accordi interconfederali per verificare le condizioni di avvio di un confronto negoziale finalizzato a favorire: la reale tutela e crescita del potere di acquisto di salari e pensioni; il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici e privati. Ciò sia in termini di risorse da inserire nella legge di bilancio, sia in termini di recupero dei ritardi nei rinnovi, sia in termini di intervento fiscale per sostenere aumenti salariali netti adeguati alla situazione inflattiva; la definizione di una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata, certifichi la titolarità dei soggetti negoziali, assegni così valore generale di legge ai contenuti economici e normativi dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati da organizzazioni di rappresentanza comparativamente più rappresentative, garantisca il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di votare i contratti che li riguardano e di poter eleggere le Rsu in ogni luogo di lavoro; in tale ambito, fissare una quota salariale oraria minima valida per tutti i contratti nazionali affinché nessuna persona che lavora possa essere retribuita con una paga oraria inferiore; il superamento di una precarietà nel lavoro non più sostenibile: è il momento di affermare la stabilità nei rapporti di lavoro e la parità di diritti tra tutte le persone che per vivere devono lavorare, ciò a valere anche nel sistema del lavoro in appalto; la realizzazione di un piano straordinario di assunzioni in tutto il settore pubblico (dalla sanità all’istruzione) comprensivo della stabilizzazione del personale ancora precario ”.
©Riproduzione riservata