di Federica Marengo giovedì 27 aprile 2023
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All’indomani della Conferenza Bilaterale Italia-Ucraina , la Presidente del Consiglio Meloni, dopo una telefonata con il Presidente ucraino Zelensky, si è recata in visita ufficiale a Londra per una due giorni di incontri, a cominciare dal colloquio con il Primo Ministro Sunak svoltosi a Downing Street questo pomeriggio, cui seguirà nella giornata di domani la partecipazione all’ambasciata italiana alle conclusioni di un workshop sull’agroalimentare con il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Lollobrigida, al quale parteciperanno i rappresentanti del governo britannico e della comunità finanziaria e delle imprese. Al centro della due giorni a Londra della Premier, anche la collaborazione con il Regno Unito nell’ambito economico e del settore della Difesa.
La Presidente Meloni è stata accolta a Dowing Street, dove al suo arrivo è stata contestata da alcuni attivisti per i diritti dei migranti, dal Premier Sunak, che ha detto: “E’ un nuovo inizio nelle relazioni tra Italia e Regno Unito. I valori di Regno Unito e Italia sono allineati e c’è molto da discutere oggi per rafforzare i legami tra i due Paesi , anche sul piano militare”. Parole, quelle del Primo Ministro inglese , cui la Premier ha risposto: “Sono molto felice di essere qui, sono convinta che possiamo fare un buon lavoro insieme”.
Comunanza di vedute è stata espressa poi dalla Presidente del Consiglio e dal leader britannico , anche sull’immigrazione irregolare, sulla lotta ai trafficanti e sull’Ucraina.
Intanto, in Italia, a Roma, il Senato ha dato il via libera con 110 voti a favore, 59 contrari e 4 astensioni alla risoluzione di Maggioranza sul Documento di Economia e Finanza e alla risoluzione sullo scostamento di Bilancio con 115 sì, 29 no e 29 astenuti, per cui era necessaria la maggioranza assoluta dei componenti l’Aula. Bocciate, quindi, le risoluzioni delle Opposizioni, presentate separatamente da Pd-M5S-AVS e dal Terzo Polo.
La Maggioranza dunque ha impegnato il Governo a “valutare nell’ambito degli eventuali spazi di bilancio disponibili per la prossima Manovra un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime e di invalidità, a introdurre misure di carattere strutturale per il sostegno alla natalità e alla famiglia, proteggendo la maternità e potenziando i servizi territoriali alla cura dei bambini, a proseguire nell’azione di riduzione del cuneo fiscale , a contrastare la delocalizzazione e di riportare la produzione nel Paese d’origine delle imprese, a definire un piano di interventi per l’occupazione , in special modo femminile, a rafforzare gli investimenti nell’istruzione e nell’assistenza socio-sanitaria e a valutare la ricollocazione della spesa pubblica dai settori che hanno un basso impatto sulla crescita a quelli che ne possono aumentare il potenziale, considerato che dall’aumento del Pil può derivare un impatto positivo su tutti gli indicatori di finanza pubblica”.
Nella risoluzione delle Opposizioni, invece, si impegnava l’Esecutivo ad agire su inflazione, lavoro, salario minimo, realizzazione delle riforme e attuazione dei progetti del PNRR nei tempi stabiliti e sulla transizione ecologica.
Tuttavia, alla Camera la stessa risoluzione della Maggioranza sullo scostamento di Bilancio è stata bocciata, non raggiungendo la maggioranza assoluta necessaria di 201 voti, per 6 voti mancanti. La suddetta risoluzione è stata votata dalla Maggioranza, mentre le Opposizioni si sono divise tra Pd e M5S ,astenutisi, e Terzo Polo e AVS, che hanno espresso voto contrario.
Il mancato via libera alla risoluzione sullo scostamento di Bilancio ha quindi impedito la votazione sulla risoluzione relativa al Def.
All’attacco del Governo, le Opposizioni, con la segretaria del Pd, Schlein, che ha dichiarato: “Delle due l’una: o siamo di fronte a un episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata delle divisioni della maggioranza. In entrambi i casi si dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza, che dovranno risponderne davanti al Paese. Sono andati sotto per mancanza dei voti necessari sullo scostamento di bilancio, ovvero una decisione fondamentale che impatta sui conti pubblici e quindi sulle famiglie e sulle imprese. Siamo al dilettantismo, il problema è che lo pagano l’Italia e la sua credibilità”, riecheggiata dal capogruppo alla Camera del M5S, Silvestri ,che, rivolgendosi ai deputati della Maggioranza, ha detto: “Dite ai percettori di reddito di cittadinanza di andare a lavorare, ma veniteci voi a lavorare. Il Presidente Meloni vada subito al Quirinale a farsi guidare. State creando una instabilità finanziaria che non possiamo permetterci”.
Un attacco , quello delle Opposizioni, respinto dalla Maggioranza, con il ministro dell’Economia Giorgetti, che ha dichiarato: “Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto”, seguito dal leader di Noi Moderati, Lupi, che ha chiarito: “E’ inesperienza, non c’è dietro alcun segnale politico. Con il taglio del numero dei parlamentari ,il numero dei parlamentari in missione, perché impegnati al governo incide maggiormente, specie quando ci sono voti con maggioranze qualificate”.
Il Governo , quindi ha convocato per la serata di oggi un Consiglio dei Ministri per approvare un nuovo scostamento di Bilancio da portare in Aula alle Camere domani, così da poter dare il via libera al Decreto sul lavoro nel corso del Consiglio dei Ministri già fissato per il 1° maggio, che dovrebbe seguire all’incontro di domenica con i sindacati ,presieduto dalla Premier Meloni per discutere del testo.
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi sotto la presidenza del Vicepresidente Tajani e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, come comunicato da una nota di Palazzo Chigi, “ha approvato una nuova Relazione al Parlamento ai sensi dell’art. 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, in cui restano confermati i saldi di finanza pubblica già riportati dal Documento di economia e finanza 2023, mentre la nuova Relazione sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio”.
Un provvedimento sul Lavoro, di cui ha parlato lo stesso ministro dell’Economia Giorgetti nel Question Time svoltosi a Montecitorio nel pomeriggio di oggi: “Il Governo, come indicato nella relazione al Parlamento, oggi all’esame di questa Camera, destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare per l’anno in corso un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli”.
Il ministro Giorgetti ha poi toccato altri temi economici come il Def e le misure in esso contenute: “La strategia complessiva del Governo per la natalità non si limita agli incentivi fiscali ma punta a supportare la famiglia con un ampio ventaglio di strumenti. Il Governo valuterà tutti gli interventi a favore delle famiglie per dare slancio alla natalità di questo Paese. Il Governo nel Def ha confermato la volontà di potenziare i servizi per l’infanzia, incrementare i congedi parentali, anche attuando la legge 32 del 2022. Va in questa direzione l’ultima legge di bilancio, sempre a sostegno della conciliazione famiglia-lavoro. Il Governo vuole sostenere i genitori, sia in materia di conciliazione vita-lavoro, sia per la partecipazione delle donne madri al mercato del lavoro. Nella legge di bilancio del 2023 è stato potenziato l’assegno unico per le famiglie a basso reddito ed è anche stata incrementata del 50% la maggiorazione mensile per una famiglia di 4 o più figli. Inoltre è stato aumentato l’assegno per le famiglie con uno o più figli disabili”.
Sulle banche, invece, il ministro, ha chiarito: “Gli episodi di crisi registrati negli Usa e in Svizzera rappresentano degli eventi legati alle caratteristiche specifiche degli intermediari coinvolti, non sintomatici dello stato di salute del sistema bancario italiano. Negli ultimi mesi le banche hanno fatto registrare significativi miglioramenti sul fronte della redditività grazie al miglioramento del margine di interesse, per effetto di un rapido adeguamento alle decisioni di politica monetaria della Bce sugli interessi del credito erogato alla clientela. Questo, però, non sta trovando un altrettanto solerte adeguamento degli interessi riconosciuti alla clientela sulla raccolta. Una dinamica questa che il governo non può trascurare e che non trascurerà”.
Nelle scorse ore, il ministro dell’Economia ha commentato la proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita, formulata dalla Commissione UE e , presentata ieri in conferenza stampa a Bruxelles, dal Vicepresidente Dombrovskis e dal Commissario europeo agli Affari Economici Gentiloni.
Per il ministro Giorgetti: “La riforma è un passo avanti : consentirà di non tornare al vecchio Patto, sospeso dall’inizio della pandemia grazie alla clausola di salvaguardia. Noi avevamo chiesto con forza l’esclusione delle spese d’investimento, ivi incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e green deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri (ovvero la Golden roule, la regola che calcola con una diversa contabilità determinate categorie di investimenti). Prendiamo atto che così non è”.
La proposta di riforma prevede infatti: piani concordati con la Commissione europea dagli Stati Ue indicando solo un percorso di spesa in grado di far scendere stabilmente il debito pubblico, senza obiettivi numerici veri e propri sul calo dell’indebitamento. Quanto ai i parametri dei trattati, non modificati il tetto del deficit al 3% del Pil e per il debito al 60% .
Per i Paesi che dovessero sforare tali valori saranno previste delle “traiettorie tecniche” di spesa con l’obiettivo di far scendere il debito. Gli Stati che sono invece in disavanzo (nominale) eccessivo dovranno comunque garantire in automatico un aggiustamento strutturale del deficit annuo minimo pari allo 0,5% del Pil, fino a quando lo sforamento non sarà rientrato.
Inoltre, gli Stati membri non potranno rimandare gli aggiustamenti di bilancio a una data successiva, come la realizzazione delle riforme e l’attuazione degli investimenti necessari. Gli aggiustamenti dei Paesi con deficit eccessivo dovranno avvenire per lo più nei primi quattro anni di piano. La procedura per disavanzo sarà invariata, e scatterà anche in caso di scostamento dai piani di spesa concordati con la Commissione e poi approvati dal Consiglio. Scompare invece del tutto la regola ‘del ventesimo’ che chiedeva il rientro del debito del 5% del Pil per quanti Paesi fossero oltre la soglia del 60.
Il precedente meccanismo sanzionatorio in caso di procedura per disavanzo prevedeva un deposito massimo fino allo 0,5% del Pil. Ora, invece, le sanzioni, pari a un minimo dello 0,05%, potrebbero scattare ogni sei mesi e fino a quando non sarà rientrato il disavanzo.
Una proposta di riforma, che , sebbene per altri motivi, non sembra convincere neppure la Germania, che aveva chiesto di introdurre una percentuale fissa e specifica di riduzione annua del debito, in quanto ritenuta “troppo morbida”, anche se Berlino ha aperto a una “trattativa costruttiva”.
Strettamente legato alla riforma del Patto di Stabilità , il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, su cui il ministro per gli Affari UE, il Sud e la Coesione , con delega al Piano , Fitto, presente ieri in Aula alle Camere, per un’Informativa, ha aggiornato , spiegando : “In queste ore si stanno scambiando con Bruxelles gli ultimi documenti per raggiungere l’obiettivo di superare la fase di valutazione per il rilascio della terza tranche di aiuti legata al raggiungimenti dei 55 obiettivi del Pnrr richiesti per il 31 dicembre 2022. Nelle prossime ore si dovrà trovare una soluzione per raggiungere questo obiettivo. Fra i 27 obiettivi Pnrr da realizzare entro il 30 giugno 2023 ci sono alcuni obiettivi da rimodulare ; l’interlocuzione con la Ue è per mantenere gli obiettivi e i finanziamenti ,garantendo la loro realizzazione entro il 2026. Tra gli obiettivi da rimodulare, vi sono: la realizzazione degli asili nido e scuole dell’infanzia, la sperimentazione dell’idrogeno nei mezzi di trasporto pubblico e il progetto Cinecittà. L’obiettivo del Governo è di dare al Paese un’ attuazione piena del Pnrr. Il lavoro che stiamo mettendo in campo è attento e certosino con l’obiettivo di far emergere le criticità e risolverle nei tempi previsti dai regolamenti europei. Il Governo fa suo il richiamo di Mattarella. Per raggiungere l’obiettivo della spesa dell’intero programma è fondamentale il confronto con la Commissione e con le autonomie locali e soggetti attuatori trovare ora le criticità”.
Alla riforma del Patto di Stabilità è poi legata anche la ratifica del Mes (Meccanismo europeo di Stabilità) da parte dell’Italia e, di cui il Governo chiede alla UE la modifica in una prospettiva di crescita, ma Bruxelles, che chiederà nuovamente all’Esecutivo , al prossimo Eurogruppo , cosa intenda fare, insiste sul fatto che la mancata ratifica di quest’ultimo sta bloccando le riforme e che solo dopo la sua approvazione in Palamento si potrà parlare di modifiche al meccanismo stesso.
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