di Federica Marengo martedì 8 aprile 2025

-Dopo l’imposizione dei dazi da parte dell’amministrazione USA a vari Paesi partner commerciali e all’Europa (tariffe del 20%), che ha causato ieri il crollo delle Borse internazionali e l’annuncio da parte della Presidente della Commissione Ue von der Leyen, a margine del Consiglio Europeo del Commercio, dell’offerta di dazi zero reciproci sui beni industriali agli Stati Uniti, posizione meno dura, all’insegna del dialogo e della negoziazione, rispetto a quella dei controdazi inizialmente ventilata e, comunque sempre sul tavolo di Bruxelles, il Governo ha incontrato oggi pomeriggio le rappresentanze imprenditoriali dei settori ritenuti più esposti, come: agroalimentare, farmaceutica, meccanica di precisione, moda e automotive, per illustrare loro le diverse ipotesi allo studio, basate su cifre e approfondimenti, per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese.
Tali proposte sono state già al centro della task force che si è riunita ieri a Palazzo Chigi ,presieduta dalla Presidente del Consiglio,Meloni, cui hanno partecipato i Vicepresidenti del Consiglio Antonio Tajani e Matteo Salvini, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e per il PNRR, Tommaso Foti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, incentrata sul tema dei dazi imposti dagli USA e dalle possibili implicazioni per l’economia italiana.
Come riportato da Palazzo Chigi in una nota: “Nel corso dell’incontro, i Ministri hanno illustrato al Presidente del Consiglio le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese”, sottolineando che “È stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”.
Infine, Palazzo Chigi ha reso noto che nel corso della riunione: “Si è discusso degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo”.
Dunque, nella riunione di ieri, secondo i media , sarebbe emersa l’ipotesi, su proposta del ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in linea con Confindustria, di impiegare dei fondi del Piano industria 5.0 del Pnrr per sostenere le aziende nella competitività e nell’internazionalizzazione.
Il Governo, quindi, si muoverebbe su un piano nazionale e insieme internazionale, aprendo un dialogo con gli USA e lavorando con l’ Ue, affinché Bruxelles riveda le politiche del Green Deal, le politiche energetiche e le rigide regole del Patto di Stabilità.
Proprio per conto dell’Ue e non solo dell’Italia, la Premier Meloni dovrebbe recarsi negli USA per incontrare il Presidente Trump il 17 aprile, prima della visita a Roma del Vicepresidente degli USA Vance, che dovrebbe tenersi nella settimana dal 18 al 20 aprile, per proporre di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula “zero per zero”.
La Presidente della Commissione Ue von der Leyen aveva già dichiarato , a margine della sua visita in Uzbekistan, che la principale strategia di Bruxelles sarebbe stata quella dei negoziati con gli USA, ma che parallelamente l’esecutivo Ue avrebbe lavorato al primo pacchetto di contromisure in risposta alle tariffe sull’acciaio e ad ulteriori contromisure per proteggere le imprese europee, qualora la mediazione con la Casa Bianca fallisse.
Ciò è stato poi confermato ieri, al termine del Consiglio Europeo del Commercio tenutosi in Lussemburgo al quale per l’Italia ha partecipato il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, che ha dichiarato che la lista dei prodotti Usa che verranno colpiti da controdazi in risposta ai dazi annunciati sull’import di acciaio e alluminio dall’Ue dovrebbe essere attiva “dal 15 aprile” prossimo, evidenziando che : “C’è una unità sostanziale dell’Europa, la voglia di dialogare, di confrontarsi e di evitare una guerra dei dazi. La decisione è stata quella di scongelare una lista che era ferma dal 2018 di prodotti americani su cui aumentare i dazi. La lista è in fase di elaborazione e sarà pronta tra stasera e domani’’.
Inoltre, a margine degli Stai generali dell’Università di FI, il Vicepremier e ministro Tajani, in merito ai possibili controdazi Ue, ha dichiarato: “Io avevo chiesto di posporre la data di inizio dal 15 aprile al 30 aprile ma per una serie di motivi burocratici era impossibile farlo, però il messaggio italiano era quello di favorire in ogni modo la trattativa, l’obiettivo è quello di arrivare a ‘Dazi zero contro Dazi zero’ e ancora di più di avere un grande mercato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, che dovrebbe essere l’obiettivo se vogliamo rafforzare il sistema economico occidentale. Noi siamo contrari alla guerra commerciale, ma anche la Commissione europea è contraria all’escalation. Le posizioni francesi sono legittime, ma chi tratta è la Commissione che deve fare sintesi. Oggi la posizione maggioritaria era per avanzare una trattativa. La guerra commerciale è una gigantesca sciocchezza. Non dobbiamo pensare a reazioni violente. Siamo in grado anche di fare reazioni dure, ma non è il caso di farle”.
Tornando alla riunione sui dazi di questo pomeriggio con le categorie produttive, la Presidente del Consiglio Meloni, i Vicepremier e ministri Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri competenti (Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida) e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, hanno incontrato in tre riunioni i rappresentanti di Confindustria (guidati dal Presidente Emanuele Orsini), Ice (Matteo Zoppas) e la Camera nazionale della Moda italiana, (rappresentata dal Presidente Carlo Capasa); le PMI; le associazioni dell’’Agroalimentare; Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, Confapi, Cna, Confimi Industria, Confimprese Italia, Legacoop, Conflavoro, Casartigiani.
Secondo indiscrezioni di stampa, la Premier, ribadendo la linea del Governo, impegnato a livello interno per sostenere le imprese italiane, aprendo nuovi mercati e rafforzandone la competitività; nell’Ue per sollecitare una maggiore flessibilità rispetto a regole eccessive che si trasformano in veri e propri “dazi interni”, (come il Green Deal e i vincoli del Patto di Stabilità); e con gli Usa per un dialogo e una negoziazione che scongiuri la guerra commerciale, nel corso della riunione avrebbe proposto alle categorie produttive, al mondo del Made in Italy e a tutte le organizzazioni datoriali e sindacali, “un nuovo patto per fare fronte comune rispetto alla nuova delicata congiuntura economica che stiamo affrontando”, indicando come obiettivo quello di “utilizzare la crisi per rendere il nostro sistema economico più produttivo e competitivo” e ricordando che “ le crisi sono sempre un’occasione”, in quanto “la parola crisi viene dal greco “krisis”, che significa “ scelta”, “decisione”; la crisi impone di stabilire le priorità di scelta”.
Quindi, la Presidente del Consiglio Meloni ha spiegato che il Governo ha individuato, nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione, circa 14 miliardi di euro (11 miliardi dei Fondi di Coesione e una parte dei 7 miliardi destinati al Fondo sociale per il Clima), che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”, aggiungendo che l’Esecutivo intende cogliere una ulteriore opportunità dalla “revisione della politica di coesione ,che la scorsa settimana è stata approvata dalla Commissione su proposta del Vicepresidente Fitto”, nel cui ambito “circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati, d’intesa con la Commissione Europea, a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti”.
Nel frattempo, alla vigilia del prossimo Consiglio dei Ministri, fonti di Governo hanno fatto sapere che il Documento di Economia e Finanza in preparazione sarà un documento “tecnico” ,che non includerà il quadro programmatico e non conterrà indicazioni né sull’impatto dei dazi né sulle spese perla difesa.
Critiche nei confronti del Governo le Opposizioni, secondo cui l’Esecutivo si sarebbe fatto cogliere “impreparato” di fronte ai dazi e che invitano la Maggioranza a non minimizzare la situazione e a sostenere le imprese.
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