di Federica Marengo giovedì 14 novembre 2024
-Nella giornata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha partecipato alla Cop29, la 29° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in corso a Baku, in Azerbaigian.
Nel suo intervento, la Premier ha ribadito l’impegno dell’Italia per fronteggiare l’emergenza climatica, sottolineando, però, come non vi sia un’unica alternativa ai combustibili fossili, ma possano essere utilizzate tutte le energie e le tecnologie a disposizione e, di voler puntare sullo sviluppo del nucleare da fusione.
La Presidente Meloni, quindi, ha detto: “Questo Vertice, per cui ringrazio la Presidenza azera, è chiamato a dare ulteriore impulso all’impegno per limitare l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5°C. A Dubai ci siamo posti obiettivi ambiziosi: triplicare la capacità di generare energia rinnovabile nel mondo e raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi è necessaria la collaborazione di tutti – a partire dai principali emettitori di gas a effetto serra – oltre ad un adeguato sostegno finanziario. Durante questa conferenza lavoreremo per adottare un nuovo obiettivo di finanza per il clima. Per raggiungere una buona sintesi è necessario condividere le responsabilità, superando le divisioni tra Nazioni sviluppate, economie emergenti ed economie in via di sviluppo. L’Italia intende continuare a fare la propria parte. Destiniamo già gran parte degli oltre quattro miliardi di euro del Fondo per il Clima al Continente africano e continueremo a sostenere iniziative come il Green Climate Fund e il Loss and Damage Fund, oltre che a promuovere il coinvolgimento delle Banche multilaterali di sviluppo. Ma è altrettanto prioritario che il processo di decarbonizzazione prenda in considerazione la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi e sociali. La natura va difesa con l’uomo al centro. Un approccio troppo ideologico e non pragmatico su questo tema rischia di portarci fuori strada verso il successo. La strada giusta è quella della neutralità tecnologica, perché attualmente non esiste un’unica alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili. Dobbiamo avere una visione globale realistica. La popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e il PIL globale raddoppierà nel prossimo decennio. Ciò aumenterà il consumo di energia, anche per il crescente fabbisogno richiesto dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno di un mix energetico equilibrato per migliorare il processo di transizione. Dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie a disposizione. Non solo rinnovabili, ma anche gas, biocarburanti, idrogeno, cattura della CO2 e, in futuro, il nucleare da fusione che potrebbe produrre energia pulita, sicura e illimitata. L’Italia è impegnata in prima linea sul nucleare da fusione. Nell’ambito della nostra Presidenza del G7, abbiamo organizzato la prima riunione del Gruppo mondiale per l’energia da fusione promosso dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Intendiamo rilanciare questa tecnologia che potrebbe cambiare la storia in quanto può trasformare l’energia da arma geopolitica a risorsa ampiamente accessibile. E poi, lavoriamo per una nuova diplomazia energetica, che moltiplichi le occasioni di cooperazione tra Nord e Sud del mondo. I nostri destini sono interconnessi, e dalle connessioni energetiche possiamo trarre grandi opportunità. Per questo abbiamo voluto che il nesso clima-energia fosse uno dei pilastri del Piano Mattei per l’Africa, la strategia di cooperazione paritaria che l’Italia sta portando avanti, e che sono molto felice la Presidenza azera della COP29 abbia valorizzato nell’ambito dell’iniziativa “Climate for Peace”. Sotto la Presidenza italiana, il G7 ha promosso nuove iniziative concrete, come l’Energy for Growth in Africa, per lo sviluppo di infrastrutture per la produzione e distribuzione di energia verde, e l’Adaptation Accelerator Hub, per sostenere le Nazioni più vulnerabili negli interventi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Come per ogni COP, dipende da noi determinare se sarà un successo o un fallimento. Sappiamo che potremmo non essere noi personalmente a beneficiare dei risultati degli sforzi che stiamo facendo. Ma non è questo l’importante. Io sono una madre, e come madre niente mi gratifica di più di quando lavoro per politiche che permetteranno a mia figlia e alla sua generazione di vivere in un posto migliore. Quindi, come diceva William James: “Agisci come se quel che fai facesse la differenza. Perché la fa”.
Sempre nella giornata di ieri, la Premier è intervenuta, tramite videomessaggio, all’Assemblea generale di Confimi, la Confederazione dell’Industria manifatturiera italiana e dell’Industria Privata.
Nel suo discorso, la Presidente del Consiglio Meloni, ha evidenziato come il mondo della manifattura italiana rappresenti “la storia dell’industria e il motore che permette al Paese di essere la seconda potenza manifatturiera d’Europa”, e come “il Governo debba accompagnare le piccole e medie imprese nelle sfide di questo tempo e fornire loro gli strumenti per liberare al massimo il loro potenziale”, tornando poi sulla legge di Bilancio, in merito alla quale ha detto: “Una manovra ispirata al buon senso, ispirata al pragmatismo, che concentra le risorse a disposizione per sostenere le imprese che assumono e creano posti di lavoro, e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie. Abbiamo, di fatto, smesso di gettare i soldi dei cittadini dalla finestra, o in cose secondarie o in cose addirittura inutili, quando non controproducenti, e abbiamo abbassato le tasse, nonostante la situazione dei conti pubblici che abbiamo ereditato non esattamente facile. Abbiamo reso strutturale il taglio del cuneo fiscale, abbiamo esteso l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici con almeno due figli anche alle lavoratrici autonome e abbiamo rinnovato la detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit. Abbiamo confermato la super deduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni, e scelto di rifinanziare la Nuova Sabatini, portando il fondo per il 2025 a 607 milioni di euro e incrementando le risorse fino al 2029. E dove abbiamo preso i soldi per fare tutto questo, visto che di soldi non ne abbiamo molti? Una parte arriva dal nuovo rapporto che abbiamo costruito tra fisco e contribuenti che ci ha permesso di avere più entrate nelle casse dello Stato. Un’altra dal contenimento della spesa dei ministeri e un’altra parte ancora da banche e assicurazioni. È una cosa che nessuno aveva avuto il coraggio di fare finora e che rappresenta una grande novità rispetto al passato. Caro Presidente Agnelli, carissimi imprenditori, un grande italiano come Adriano Olivetti diceva che “la fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, e cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo e non l’uomo per la fabbrica”. È un insegnamento straordinario, che voi avete fatto vostro, perché ogni giorno incarnate un modo tutto particolare di fare impresa. Un’impresa che crea valore sociale, che crea ricchezza per il territorio in cui opera, che consente alla nostra identità di essere sempre al passo coi tempi e di sapersi proiettare nel futuro. E di questo non possiamo che dirvi grazie”.
Nella giornata di oggi, invece, la Premier ha tenuto il suo intervento a sostegno di Donatella Tesei, candidata per un secondo mandato della coalizione di centrodestra alle elezioni Regionali in Umbria, al voto domenica 17 e lunedì 18 novembre, in chiusura della campagna elettorale.
Intanto, restando in tema di Manovra, sia la maggioranza che le opposizioni sono al lavoro per modificare la legge di Bilancio. I partiti della coalizione al governo, infatti, sebbene soddisfatti dell’impianto, hanno presentato degli emendamenti per migliorare delle misure. Forza Italia, punta ad aumentare le pensioni minime , ad estendere la riduzione delle aliquote ai redditi fino a 50 mila euro grazie alla proroga del Concordato preventivo Biennale e a una Web Tax più elevata per i colossi della Rete.
La Lega, invece, ha presentato un emendamento per gli Autonomi, volto ad estendere la platea di coloro che possono accedere al regime forfettario, mentre Noi Moderati ha presentato una proposta di modifica per aumentare il sostegno a giovani e imprese.
Restando in ambito fiscale, annunciato in queste ore dal Viceministro dell’Economia Leo l’allargamento della platea destinataria del bonus Natale da 100 euro in Tredicesima, spettante ai lavoratori con reddito fino a 28 mila euro e con almeno un figlio a carico. Eliminato, dunque, il requisito del coniuge a carico. La misura sarà quindi anche per i genitori single.
Quanto alle Opposizioni, presentati alcuni emendamenti unitari su sanità, congedi parentali, salario minimo, automotive e ricostruzione nei territori dell’Emilia Romagna colpiti dalle alluvioni.
Tuttavia, ciascun partito delle opposizioni ha presentato i propri emendamenti separatamente.
La segretaria del Pd, Schlein ha tenuto ieri mattina una conferenza stampa presso la sala Berlinguer a Montecitorio, nella quale ha illustrato le proposte dem di modifica alla Manovra, spiegando: “La nostra proposta , si base su un’idea diversa del futuro del Paese ed è basata su cinque priorità che riguardano: la difesa dalla sanità pubblica dai tagli e dalla privatizzazione delle destre; l’istruzione e la ricerca come prima grande leva di emancipazione sociale delle persone a fronte di tagli che non si vedevano dal 2008; la questione della dignità del lavoro e dei salari; le politiche industriali che servono a questo Paese anche per accompagnare la conversione ecologica e digitale e i diritti sociali e civili insieme”.
Il Presidente del M5S Conte, invece, ha presentato, sempre nell’ambito di una conferenza stampa, una contro-Manovra di 1200 emendamenti, tra cui un emendamento per innalzare le pensioni minime a 100 euro e un emendamento per introdurre uno scudo contro il caro vita, per aiutare cittadini e famiglie in difficoltà.
“Verde e solidale”, invece la proposta di legge di Bilancio alternativa a quella del Governo presentata dai leader di AVS, Fratoianni e Bonelli, mentre, il leader di Azione Calenda ha rivolto un appello alla Presidente del Consiglio Meloni per “un intervento immediato di politica industriale decisissimo, pena la perdita nel 2025 di decine di migliaia di posti di lavoro e di imprese”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, invece, in tema di politica migratoria, presentato da Fratelli d’Italia un emendamento al Dl flussi-Paesi sicuri, in Commissione Affari Costituzionali della Camera, che prevede che le decisioni dei questori in materia di trattenimento dei migranti non siano più convalidate o meno dalle sezioni specializzate dei Tribunali, ma dalle Corti d’Appello nel cui distretto ha sede il questore che ha adottato il provvedimento oggetto di convalida.
Per la maggioranza, la norma rientra nell’attività legittima del Parlamento. Critiche , invece, le opposizioni, secondo cui tale misura “creerà inefficienza e confusione”.
Ancora alla Camera, via libera definitivo con 144 voti favorevoli, 92 astenuti e nessun contrario, al Ddl recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari.
Infine, riguardo alla riforma dell’Autonomia differenziata, la Corte Costituzionale, in attesa del deposito della sentenza, ha reso noto tramite comunicato che, esaminati i ricorsi delle regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania e le difese del Presidente del Consiglio dei ministri, ha ritenuto “non fondata” la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’Autonomia differenziata delle regioni ordinarie (n. 86 del 2024), e ha considerato invece “illegittime” specifiche disposizioni dello stesso testo di legge.
Tra i profili di incostituzionalità rilevati dal Collegio della Consulta: “”La possibilità che l’intesa tra lo Stato e la regione e la successiva legge di differenziazione trasferiscano materie o ambiti di materie, laddove la Corte ritiene che la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola regione, alla luce del richiamato principio di sussidiarietà”; “La possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno dispesa e l’andamento dello stesso gettito; in base a tale previsione, potrebbero essere premiate proprio le regioni inefficienti, che – dopo aver ottenuto dallo Stato le risorse finalizzate all’esercizio delle funzioni trasferite – non sono in grado di assicurare con quelle risorse il compiuto adempimento delle stesse funzioni”; la “facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica”.
Ritenuto incostituzionale anche che sia un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri a determinare l’aggiornamento dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep),e il ricorso alla determinazione dei Lep attraverso il Dpcm, così come “ilconferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali priva di idonei criteri direttivi, da cui ne conseguirebbe che la decisione sostanziale venga rimessa nelle mani del governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento”.
I Giudici della Consulta ritengono che “la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo, in attuazione dell’art. 116, terzo comma, non debba corrispondere all’esigenza di un riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico, ma debba avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione. A tal fine, è il principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni”,
Pertanto, la Corte Costituzionale ha precisato nella medesima nota che: “Spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle ricorrenti, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge. La Corte resta competente a vagliare la costituzionalità delle singole leggi di differenziazione, qualora venissero censurate con ricorso in via principale da altre regioni o invia incidentale”.
©Riproduzione riservata