di Federica Marengo mercoledì 20 dicembre 2023
-Proseguono gli scontri tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Media palestinesi, come l’agenzia di stampa Wafa, infatti, hanno riferito di pesanti bombardamenti israeliani all’alba a Jabalia e a Khan Yunis e dell’uccisione e del ferimento di dozzine di civili palestinesi, la maggior parte dei quali bambini e donne. Inoltre, l’agenzia di stampa Safa, legata ad Hamas, citata dalla Bbc, ha riferito di feroci scontri tra miliziani palestinesi ed esercito israeliano nel centro di Khan Younis, nonché di violenti scontri e attacchi aerei israeliani nell’area di Ma’an.
L’ agenzia di stampa palestinese Maan, poi, ha reso noto che un adolescente palestinese è stato colpito a morte dal fuoco di militari israeliani all’ingresso del villaggio di Hussan, presso Betlemme, in Cisgiordania, dopo che nel villaggio si sono verificati disordini nel corso dei quali il giovane sarebbe stato raggiunto al collo da un proiettile. L’esercito israeliano non ha ancora rilasciato una propria versione dell’ accaduto.
Il Times of Israel, invece, ha riportato la notizia secondo cui 6 razzi lanciati dal Libano sarebbero stati intercettati dall’esercito israeliano. Il portavoce militare israeliano, ha fatto sapere che “Nel centro di Gaza, Israele ha assunto il controllo su un importante “quartier generale” di Hamas, dentro il quale operava la leadership amministrativa e militare, che include aree utilizzate nel tempo dalle figure principali, fra cui Ismail Haniyeh, Yihia Sinwar e Muhammed Deif, il comandante militare. Il complesso, situato nella Piazza Palestina, nel rione Rimal, comprenderebbe edifici in superficie e un’estesa rete di tunnel sviluppati in “una città terroristica sotterranea”. Trovati nascondigli, uffici e anche appartamenti per i dirigenti di Hamas.
Tuttavia, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ,escludendo un cessate il fuoco, ha dichiarato: a guerra continuerà fino a che Hamas non verrà eliminato, fino alla vittoria. Chi pensa che ci fermeremo, non è collegato alla realtà”.
Intanto, mentre il leader di Hamas Ismail Haniyeh è arrivato a Il Cairo per colloqui con funzionari egiziani nell’ambito dei negoziati per una nuova tregua di 7 giorni proposta da Israele ,che consenta il rilascio di almeno 40 ostaggi, definiti dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, “colloqui molto seri” , il Consiglio di sicurezza dell’Onu, come si legge nella bozza finale della risoluzione che verrà votata oggi, ha chiesto “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi” a Gaza e ha anche chiesto alle parti in conflitto di rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale, in materia di protezione dei civili”.
Il Segretario di Stato USA, Antony Blinken ,nella conferenza stampa di fine anno, in merito alla guerra in Medio Oriente, ha dichiarato che “Gli Stati Uniti sono concentrati a “portare il conflitto” a Gaza “alla fine il prima possibile, riportare gli ostaggi a casa”, seguito dal Presidente USA, Biden, che ,ai giornalisti a Milwaukee, in Wisconsin, rispondendo a una richiesta di un commento sul nuovo bilancio fornito dalle autorità di Hamas di 20 mila morti, ha detto: “Il bilancio di 20mila morti a Gaza è “una tragedia”.
In Italia, invece, all’indomani della costituzione da parte degli USA di una task force occidentale per la sicurezza delle rotte del Mar Rosso e del Canale di Suez, minacciate dai ribelli Huthi, sostenuti dall’Iran,(malgrado le smentite di Teheran), di cui fa parte anche l’Italia,con l’invio, anticipato al 24 dicembre rispetto alla data di febbraio già prevista, della fregata Fasan, deciso dal ministero della Difesa, dalle Opposizioni, il Presidente del M5S, Conte, in merito, ai microfoni di Radio24, ha criticato il Governo, accusandolo di turbo-atlantismo: “Non mi sembra che farsi coinvolgere in un ulteriore conflitto sia il nostro obiettivo. Ma siccome bisogna essere ossequiosi a Washington manderemo una fregata e forse delle armi. Eravamo avamposto del dialogo nell’Alleanza atlantica, che io non metto in discussione. Biden ci ha scavalcato nel conflitto a Gaza”.
Nel frattempo, nel corso della riunione straordinaria dei ministri delle Finanze della UE, è arrivato il via libera alla riforma del Patto di Stabilità e Crescita.
Il raggiungimento dell’intesa (comprendente anche l’Italia), anticipato ieri dai ministri dell’Economia di Francia, Le Maire e Germania, Lindner, al termine di una cena, è stata quindi confermata nel vertice di oggi, salutato dalla ministra spagnola dell’Economia, Nadia Calvino, (la Spagna ha detenuto finora il turno di presidenza della UE), con un post su X, nel quale ha scritto: “L’Ecofin ha dato il via libera alla riforma del Patto di stabilità, che prevede nuove regole “realistiche, equilibrate, adatte alle sfide presenti e future. Darà certezza ai mercati finanziari e rafforzerà la fiducia nelle economie europee. Si tratta, di una medaglia d’oro alla presidenza spagnola, che termina con più di 50 intese”.
Per il Governo italiano, il ministro dell’Economia Giorgetti, che pure inizialmente aveva frenato sull’intesa, ha dato il suo via libera, parlando di “spirito di compromesso” e, spiegando: “Nel nuovo accordo ,ci sono alcune cose positive e altre meno. L’Italia ha ottenuto però molto e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese, volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito ,mentre dall’altra guarda agli investimenti, specialmente del Pnrr, con spirito costruttivo”, riecheggiato dal Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, che, sempre su X, ha scritto: “Bene l’accordo all’Ecofin. Accolte molte proposte italiane. Finalmente il patto di stabilità diventa il patto di stabilità e crescita. Si conclude la stagione del rigore”.
Palazzo Chigi ha così commentato il raggiungimento dell’accordo a Bruxelles: “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, considera importante che sia stato trovato tra i 27 Stati membri della Ue un compromesso di buonsenso per un accordo politico sul nuovo Patto di stabilità e crescita. Nonostante posizioni di partenza ed esigenze molto distanti tra gli Stati, il nuovo Patto risulta per l’Italia migliorativo rispetto alle condizioni del passato. Regole meno rigide e più realistiche di quelle attualmente in vigore, che scongiurano il rischio del ritorno automatico ai precedenti parametri, che sarebbero stati insostenibili per molti Stati membri. Grazie a un serio e costruttivo approccio al negoziato, l’Italia è riuscita, non solo nel proprio interesse ma in quello dell’intera Unione, a prevedere meccanismi graduali di riduzione del debito e di rientro dagli elevati livelli di deficit del periodo Covid. Inoltre, si terrà conto degli investimenti del PNRR e dei maggiori costi sugli interessi causati dall’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Bce e le spese per la difesa saranno considerate separatamente in quanto fattori rilevanti. Sebbene il nuovo Patto contempli dei meccanismi innovativi volti a tener conto degli effetti di eventi esterni e straordinari nel computo dei parametri numerici da rispettare, rimane il rammarico per la mancata automatica esclusione delle spese in investimenti strategici dall’equilibrio di deficit e debito da rispettare. Una battaglia che l’Italia intende comunque continuare a portare avanti in futuro”.
Fonti della Lega, poi, hanno espresso soddisfazione per il patto,evidenziando: “Niente più austerity: la riduzione del debito sarà realistica e graduale. Tutelati gli investimenti, soprattutto quelli del Pnrr, per continuare a far crescere il Paese”.
Dalle Opposizioni, invece, il Presidente del M5S, Conte ha criticato il Governo per l’intesa: “Ho sempre combattuto per contrastare le vecchie logiche di austerità e trasformare il ‘Patto di stabilità e crescita’ in un ‘Patto di crescita nella stabilità’. Purtroppo da un anno se ne occupa Giorgia Meloni e il suo patriottismo a chiacchiere sta rifilando all’Italia un ‘Pacco di stabilità’ che si tradurrà in un cappio al collo per il Paese. Un Patto scritto dalla Germania, comunicato martedì dai ministri tedesco e francese, che hanno precisato che il ministro Giorgetti era ‘informato. Con l’accordo raggiunto dall’Ecofin sulla riforma tornano vincoli rigidi, parametri contabili potenzialmente prociclici”.
Critiche sono arrivate anche dalla segretaria del Pd, Schlein, che ha affermato: “Meloni mette una grande ipoteca sul futuro: quello sul Patto di stabilità è un cattivo compromesso per l’Italia. Perché l’Italia è stata assente nel negoziato, ha accettato a testa bassa l’accordo di Francia e Germania”.
Quindi, ha fatto sapere il Commissario UE agli Affari economici Gentiloni: “Il nuovo Patto di stabilità entrerà in vigore nella primavera del 2024 se le tappe finali per la sua approvazione si concluderanno positivamente. L’accordo unanime raggiunto tra i ministri delle Finanze dell’Ue è una buona notizia per l’economia europea al termine di un anno molto impegnativo. Anche se i negoziati hanno aggiunto una certa complessità ai testi rispetto alla nostra proposta, ne preservano gli elementi fondamentali: uno spostamento verso una pianificazione fiscale più a medio termine; una maggiore titolarità da parte degli Stati membri dei piani fiscali, all’interno di un quadro comune; e la possibilità di perseguire un aggiustamento fiscale più graduale per riflettere gli impegni verso investimenti e riforme“. ”, mentre per il Vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, “Per finalizzare l’intesa non c’è tempo da perdere”.
Il ministro dell’Economia francese Le Maire ha dichiarato in un videomessaggio: “Dopo due anni di negoziati abbiamo raggiunto un accordo storico a 27 sulle nuove regole del Patto di stabilità e crescita. Un’ottima notizia per la Francia e per l’Europa, perché garantirà la stabilità finanziaria e il buon andamento dei conti pubblici in tutta Europa negli anni a venire. Per la prima volta in 30 anni, questo Patto di stabilità riconosce l’importanza degli investimenti e delle riforme strutturali”, seguito dal ministro dell’Economia tedesco Lindner, che , su X, ha evidenziato: “Le nuove regole di bilancio per i Paesi membri dell’Ue sono più realistiche ed efficaci allo stesso tempo. Combinano cifre chiare per deficit inferiori e rapporti debito/Pil in calo, con incentivi per investimenti e riforme strutturali. La politica di stabilità è stata rafforzata”.
Il ministro delle Finanze olandese Sigrid Kaag,invece, ha commentato: “Sono felice che, dopo una lunga discussione e negoziati difficili, abbiamo raggiunto un buon accordo sulle regole di bilancio Ue. E’ importante che diano una base solida per i bilanci nazionali e che tutti le rispettino.Per i Paesi Bassi è fondamentale che con questo accordo si proceda verso una riduzione del debito ambiziosa e sostenibile; occorre rispettare meglio le regole, cosa che troppo spesso è stata un problema in passato”.
lnfine, il direttore del Mes Pierre Gramegna, congratulandosi con la presidenza spagnola, con la Commissione Ue e con tutti i Paesi per aver raggiunto un compromesso equilibrato, ha affermato: “L’accordo politico odierno sulle nuove norme fiscali dell’Ue è un risultato credibile e tempestivo”.
Vediamo, allora, come cambierà il Patto di Stabilità e Crescita in base a tale intesa. .
I principi restano quelli fissati nel Trattato di Maastricht: mantenere il deficit al di sotto del 3% del Pil e il debito al di sotto del 60%, ma sono stati introdotti margini di flessibilità per evitare che il risanamento dei conti si trasformi in austerità, blocco degli investimenti e rallentamento della crescita.
Deficit: Quando il deficit eccessivo supera il tetto del 3% l’aggiustamento annuo richiesto è dello 0,5% del Pil in termini strutturali. L’accordo prevede però che il ritmo della correzione tenga conto dell’aumento della spesa per interessi al fine di non bloccare gli investimenti più urgenti. I Paesi con un rapporto debito-Pil superiore al 90% dovranno far scendere il livello del disavanzo all’1,5%, con un aggiustamento strutturale annuo dello 0,4% per quattro anni o dello 0,25% in sette anni, calcolato al netto degli interessi sul debito con l’impegno del Paese a fare investimenti e riforme.
Debito: la riduzione del debito dovrà essere dell’1% annuo per i Paesi che superano la soglia di un rapporto debito-Pil del 90% e dello 0,5% annuo per chi lo ha tra il 60 e il 90% del Pil. Tra il 2025 e il 2027 la Commissione europea, nello stabilire il percorso di risanamento dei conti, terrà conto degli oneri degli interessi sul debito sempre con l’obiettivo di lasciare ai Paesi spazio per gli investimenti.
Piani di spesa: i Paesi sotto procedura dovranno concordare l’uso dei fondi pubblici con la Commissione europea nel rispetto delle traiettorie di aggiustamento del debito. I piani ad hoc sono quadriennali e all’insegna della flessibilità potranno essere estesi a sette anni tenendo conto degli sforzi di investimento e riforma compiuti dai governi per attuare i Pnrr. Sempre all’insegna della flessibilità è prevista la possibilità di uno sforamento dello 0,3% rispetto al piano concordato.
Tempi di approvazione: dopo l’intesa politica tra i ministri, si procederà ai negoziati con l’Eurocamera per arrivare all’accordo finale e al varo delle nuove regole entro aprile 2024.
Proprio in attesa degli esiti dell’Ecofin e delle trattative sulle nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita e per approfondire , in quanto “non vi è urgenza di ratificare e non vi sono effetti negativi per gli altri Stati che possono comunque usufruire del meccanismo” , la Commissione Bilancio della Camera, con la relatrice Lucaselli (FdI), stamane, ha nuovamente rinviato la presentazione del parere da parte del Governo alle proposte di ratifica del Trattato sul Mes da parte delle Opposizioni, che hanno per questo protestato, con il deputato di Italia Viva Marattin ,che ha dichiarato: “Noi diciamo ‘se volete rinviare la decisione sul Mes per vedere cosa succede all’Ecofin, venite in Aula e prendete la responsabilità politica di dire ‘noi vogliamo attendere l’esito dell’Ecofin’. Invece avete scelto una cosa pericolosa, di usare la commissione Bilancio per arrivare a una finalità politica. Gli elementi per esprimere un parere oggi c’erano tutti, il governo ha detto per la seconda volta che non ci sono effetti sulla finanza pubblica, e voi maggioranza avete detto al governo ‘ma, non so, non sono sicuro’. Ne va del rispetto e della dignità di queste istituzioni”.
Tornando in UE, poi, in mattinata , vi è stato il raggiungimento di un altro accordo tra i 27 Paesi dell’Unione, quello sul nuovo Patto sull’immigrazione e asilo che, come illustrato in conferenza stampa dalla Commissaria competente Johansson, si fonda su 5 pilastri: la registrazione di tutti i migranti irregolari alle frontiere e il termine di 6 mesi per gli eventuali rimpatri, il rilevamento dei dati biometrici, le procedure per la presentazione e la gestione delle domande di asilo, le regole per determinare quale Stato dell’Unione debba gestire una domanda di asilo e la solidarietà obbligatoria degli Stati in caso di situazioni di crisi.
Soddisfatto il ministro degli Interni, Pinatedosi ,che ha dichiarato: “L’accordo raggiunto rappresenta un grande successo per l’Italia , perché si supera il Trattato di Dublino con una forma veramente solidale tra u 27. Il Patto è il frutto di lunghe trattative in cui l’Italia ha sempre svolto un ruolo da protagonista per affermare una soluzione di equilibrio che non facesse più sentire soli i Paesi di frontiera dell’Ue, particolarmente esposti alla pressione migratoria.Grazie alla capacità di trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà siamo riusciti a portare avanti e concludere un negoziato fermo da anni. L’approvazione del Patto è un grande successo per l’Europa e per l’Italia, che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani”.
“Saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell’Ue, non i trafficanti”, ha detto la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, riecheggiata dalla Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola,la quale ha sottolineato che “Si tratta di un giorno che passerà alla storia”.
A opporsi però, tra i 27, l’Ungheria, che ha rifiutato con forza l’accordo, contestando, tramite il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, il contributo obbligatorio per tutti gli Stati al meccanismo di solidarietà.
Contrarie anche le Ong per cui “vi saranno più morti in mare”.
In merito alla politica interna, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Ciriani ha annunciato, a seguito della riunione della conferenza dei capigruppo a Montecitorio, che la Legge di Bilancio arriverà dal Senato in Commissione alla Camera il 22 dicembre per essere esaminata il 27. Da qui, giungerà in Aula il 28 e verrà approvata il 29 dicembre, senza che venga posta dall’Esecutivo la questione di fiducia, grazie all’accordo con le Opposizioni, impegnatesi per una discussione ordinata e regolata su alcuni emendamenti (gli emendamenti presentati saranno una sessantina) ed ordini del giorno.
Infine, come spiegato in una nota di Palazzo Chigi: “Si è svolto questa mattina il tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto. Il Governo ha confermato l’intenzione di continuare a fare la propria parte e ha assicurato che sarà garantita la continuità aziendale. Ha inoltre convocato le organizzazioni sindacali per un nuovo incontro da tenersi entro la fine dell’anno.
Alla riunione hanno preso parte i ministri degli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (in videocollegamento), e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Per le associazioni sindacali hanno partecipato i rappresentanti di Fiom-Cgil, Michele De Palma, Fim-Cisl, Roberto Benaglia, Uilm-Uil, Rocco Palombella, Usb, Sasha Colautti e Ugl metalmeccanici, Giovanni Antonio Spera”.
Nel pomeriggio, si è tenuto al Quirinale il tradizionale scambio di auguri natalizi e per il nuovo anno, tra le cariche istituzionali. Assente la Premier per uno stato influenzale.
Nel suo discorso, il Presidente della Repubblica Mattarella ha detto: “Quello che stiamo vivendo è un tempo, per un verso, affascinante, di grande cambiamento ma anche difficile, travagliato, per più aspetti drammatico. Il post pandemia, con gli effetti – ha ricordato il Capo dello Stato – prodotti a tutti i livelli nelle nostre comunità, da quelli umani a quelli economici, sociali e psicologici, soprattutto sui più giovani. Le guerre. Quella che da due anni coinvolge l’Europa e che, con l’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia , con un immenso numero di vite umane perdute e immani distruzioni inferte al territorio- ha improvvisamente sgretolato la convinzione che la pace nel nostro continente, dopo la tragedia dei due conflitti mondiali, fosse acquisita una volta per tutte. La guerra che, da settimane, infiamma il Medio Oriente, con la sanguinosa e brutale aggressione terroristica di Hamas a Israele e le azioni militari a Gaza, che stanno costando un numero inaccettabile di vittime civili, in uno scenario che rende sempre più grave la situazione umanitaria in quei territori. Gli effetti dirompenti del cambiamento climatico, che, nel corso di quest’anno, abbiamo purtroppo toccato con mano, ancora una volta, vivendo la devastazione prodotta da alluvioni e inondazioni, come è accaduto in ampie zone di Emilia Romagna e di Toscana. Si allargano intanto i divari sociali: alle vecchie diseguaglianze se ne aggiungono di nuove, nei campi del digitale e della conoscenza. E stridono le gigantesche ricchezze appannaggio di pochi a fronte del disagio di tanti, con una distanza mai prima registrata né in Italia né altrove. Si tratta di fenomeni globali che entrano prepotentemente nella vita delle nostre comunità e in quella quotidiana di ciascuno. Con l’intelligenza artificiale siamo di fronte a un tornante della storia e il cambiamento in atto presenta potenzialità e rischi ,rappresentando la sfida più alta sulla quale la politica è chiamata a esercitare la sua responsabilità. Penso che sia utile riflettere sul filo che lega eventi diversi. Sarebbe un errore tenerli del tutto distinti o considerarli soltanto come la coincidenza di sfortunate contingenze: vanno invece, valutati nel loro insieme ed esaminati con altri fattori, a partire dal prepotente avvento delle nuove tecnologie, tra cui spicca l’enorme potenziale dell’intelligenza artificiale. Tutto questo ci pone di fronte a ciò che appare come un tornante della storia. Un cambiamento che mette in discussione i precedenti equilibri, i modelli di sviluppo: quelli sociali, quelli culturali e persino quelli antropologici. Si allargano intanto i divari sociali: alle vecchie diseguaglianze se ne aggiungono di nuove, nei campi del digitale e della conoscenza. E stridono le gigantesche ricchezze appannaggio di pochi a fronte del disagio di tanti, con una distanza mai prima registrata né in Italia né altrove. Si tratta di fenomeni globali che entrano prepotentemente nella vita delle nostre comunità e in quella quotidiana di ciascuno. Se questo è lo scenario in cui siamo immersi, su quali presupposti possiamo insieme guardare al domani senza cedere all’angoscia ma anzi recuperando un sentimento di fiducia nel futuro?.In questo periodo storico nulla può essere dato per scontato. La pace innanzitutto. Ma anche la democrazia, i valori su cui si fonda. A cominciare dall’idea di libertà. Libertà di essere. Libertà di pensare e parlare. Libertà di accedere a fonti di informazione indipendenti, non manipolate. Il pluralismo non è mero confronto tra propagande. Libertà di concorrere alle decisioni. Libertà di agire. Libertà di muoversi. Libertà di dire no a ogni sopraffazione”.
Il Presidente del Senato La Russa, invece, nel suo discorso, ha detto: “Desidero rivolgere a Lei signor Presidente un ringraziamento pieno e non formale per il ruolo e l’attenzione che da sempre riserva alle Forze Armate nel solco tracciato dalla nostra Costituzione, la stessa attenzione riservata alle frontiere delle fragilità, delle disabilità, del disagio sociale, che richiedono volontà e capacità condivise per raggiungere gli obiettivi prioritari dell’integrazione, della dignità e della qualità della vita. Si tratta di obiettivi che presuppongono politiche per lo sviluppo, l’occupazione, il rilancio del Sud Italia. Il caso Caivano, con una risposta senza precedenti da parte di tutti gli attori istituzionali, il governo e la società civile, è la giusta strada contro violenza, corruzione e malaffare. Il futuro sono i giovani per i quali signor presidente lei ha sempre mantenuto un impegno centrale. Per tante ragazze e tanti ragazzi scuola e lavoro sono dimensioni intrecciate, i positivi dati registrati nell’ultimo anno sono senz’altro incoraggianti, ma c’è ancora molto da fare rispetto al cronico tasso di disoccupazione giovanile, che diventa ancora più grave se riferito al contesto dell’occupazione femminile e alla sperequazione dei trattamenti economici”.
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