di Federica Marengo venerdì 15 dicembre 2023
-Sul dossier guerra in Medio Oriente, il Consiglio Europeo non ha raggiunto un accordo su Israele e Gaza e pertanto non ha elaborato nuove conclusioni al riguardo , confermando le precedenti.
A tal proposito, il Presidente del Consiglio UE, Michel , in conferenza stampa a Bruxelles,al termine dei lavori, ha spiegato: “Vero che tra i membri del Consiglio europeo ci sono diverse sensibilità, sulla pausa umanitaria o il cessate il fuoco. Ma questo tema non deve nascondere l’essenziale, che è la determinazione comune e condivisa di essere mobilitati sul piano umanitario e del processo politico per arrivare alla soluzione dei due Stati”.
Intanto, proseguono i combattimenti tra Hamas e Israele a Gaza. Un raid israeliano, infatti, ha colpito nelle scorse ore, ad Al-Shabura, a Rafah, nel sud della Striscia, un campo profughi palestinese, distruggendo due edifici residenziali e, uccidendo almeno 13 persone.
Inoltre, l’esercito israeliano ha diffuso volantini, scritti in arabo, contro Hezbollah nelle regioni a ridosso della linea di demarcazione con il Libano, in cui ,rivolgendosi ai civili libanesi, si afferma che “il movimento fondamentalista approfitta della situazione per insinuarsi nelle vostre case e nelle aree del vostro lavoro dal quale traete sostentamento, è un vero pericolo”.
Proprio Ali Daghmush, il Vice presidente del consiglio esecutivo di Hezbollah, il movimento armato libanese, ha affermato : “La resistenza (Hezbollah) non si preoccupa delle minacce e della guerra psicologica del nemico, ma continua le sue operazioni in sostegno dei palestinesi e per rispondere agli attacchi (israeliani) contro le città e i villaggi del sud (del Libano)”.
L’intelligence israeliana ha fatto sapere che una nave da carico è stata colpita nel Mar Rosso da un proiettile sparato dai ribelli Houthi dello Yemen e che si tratta dell’ultimo di una serie di attacchi.
Le Forze di difesa israeliane poi hanno recuperato i corpi di tre giovani presi in ostaggio da Hamas durante il maxi attacco del 7 ottobre: due avevano 19 anni, il terzo 28 e il Premier israeliano, Netanyahu ha replicato alle dichiarazioni del Presidente USA, Biden, secondo cui “Israele sta perdendo sostegno mondiale”, rimarcando: “Andremo avanti nella guerra contro Hamas nonostante le pressioni internazionali”.
La Casa Bianca ha fatto sapere che il consigliere alla sicurezza nazionale, Sullivan “è stato informato dalle autorità israeliane sulla campagna militare a Gaza, inclusi gli obiettivi, le fasi e le condizioni per passare nel tempo da un’operazione ad alta intensità a operazioni più chirurgiche contro Hamas” e che quest’ultimo “ha confermato il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele a difendersi da Hamas,facendo però più attenzione a salvare le vite dei civili a Gaza”.
In Germania, nel frattempo, quattro militanti di Hamas sono stati arrestati con l’accusa di aver pianificato attacchi contro istituzioni ebraiche in Europa.
In Italia, invece, stamane, la Presidente del Consiglio Meloni ha partecipato alla seconda giornata dei lavori del Consiglio Europeo. Sul tavolo, dopo l’allargamento della UE , la guerra in Ucraina e il bilancio pluriennale dell’Unione, la guerra in Medio Oriente , la Difesa e la Sicurezza, l’immigrazione e l’agenda strategica. Tuttavia, prima dell’inizio del Consiglio EU, la Premier ha avuto un bilaterale con la Presidente della Commissione europea, von der Leyen.
Al termine dei lavori, la Presidente del Consiglio ha tenuto un punto stampa, nel quale, rispondendo a diverse domande, ha detto: “E’ stato “un Consiglio europeo chiaroscuro. Siamo molto soddisfatti del lavoro che è stato fatto sull’allargamento, con un obiettivo che molti di noi consideravano difficile riuscire ottenere, ovvero l’inizio delle negoziazioni, in particolare con l’Ucraina per l’adesione alla Ue. Ma sono anche molto soddisfatta del bilanciamento con i Balcani occidentali. L’Italia era una delle nazioni in prima linea per chiedere dei passi in avanti, soprattutto per quanto riguarda la Bosnia Erzegovina. Quindi sulla parte dell’allargamento c’è stato un risultato molto importante”.
Poi, sul veto non posto dal Premier ungherese Orban all’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina alla UE e su un suo ruolo di mediazione durante il bilaterale con quest’ultimo, ha detto: “Ho fatto esattamente quello che avevo detto avrei fatto. Penso che si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e quando si cerca un punto di incontro. Se non riusciamo a fare questo, non riusciamo neanche ad arrivare agli obiettivi che vogliamo raggiungere. Bisogna avere una capacità di mediare, mettere insieme le posizioni. Questo ha consentito all’Italia di giocare un ruolo da protagonista per i risultati ottenuti. Non siamo riusciti in tutti gli intenti che avevamo ma anche per questo bisogna continuare a lavorare”.
Ancora, sul nodo non sciolto riguardo al bilancio pluriennale, per il veto dell’Ungheria, ha spiegato: “Non siamo riusciti a trovare una soluzione sulla revisione del bilancio pluriennale, anche se è una soluzione a mio avviso alla portata. Non sono pessimista sul fatto che si possa raggiungere nel prossimo Consiglio europeo. Siamo in ogni caso soddisfatti del testo di negoziazione, dove ci sono tutte le priorità che l’Italia aveva posto: dalla flessibilità dei fondi esistenti alle migrazioni. C’è stato un punto, in questa trattativa, in cui sulle migrazioni era previsto niente e adesso siamo arrivati quasi a 10 miliardi da spendere particolarmente sulla dimensione esterna. Un grande risultato se riusciremo a confermarlo al prossimo Consiglio europeo”.
Quindi, sulle trattative per la riforma del Patto di Stabilità e Crescita, ha detto: “La riforma del Patto di stabilità non è stata oggetto dei lavori del Consiglio, sicuramente ci sono state interlocuzioni a margine: sono giorni di trattative. Ma il tema è rimandato all’Ecofin del prossimo 20 dicembre. Le posizioni sono ancora abbastanza distanti, bisogna lavorare ora dopo ora su questo. Perfino Mario Monti spinge affinché si metta il veto, ma se la mettiamo così, non è un buon modo di cercare delle sintesi con gli altri. Cerchiamo di ottenere un Patto che ci offra le condizioni per fare seriamente il nostro lavoro. Noi non chiediamo una modifica del Patto per gettare soldi dalla finestra, chiediamo una modifica che ci consenta di fare quello che riteniamo giusto fare e che l’Europa si è data come strategia, parlo degli investimenti, senza essere per questo colpiti. Perché sarebbe una strategia miope: ma non per l’Italia, per l’Europa. Cerchiamo su questo di coinvolgere più paesi possibile”.
Quanto all’ipotesi che, in caso di un mancato accordo, l’Italia ponga il veto, ha chiarito: “Non la voglio mettere così. Ho detto in Parlamento e ripeto: l’unica cosa che non posso fare è dare il mio ok a un Patto che non io, ma nessun governo italiano potrebbe rispettare. Perché sarebbe ingiusto e non sarebbe utile per noi”.
Sulla ratifica del Trattato del nuovo Meccanismo europeo di Stabilità, invece, ha affermato: “Sul Mes, non c’è nessun ricatto; non c’è un collegamento con il Patto di Stabilità”.
Riguardo al vertice informale, con il Presidente francese Macron e il Cancelliere tedesco Scholz, prima dell’inizio della due giorni del Consiglio Europeo, immortalato da una foto, ha detto: “Ho avuto un bilaterale con Macron, poi Scholz, che era seduto al tavolo accanto, si è fermato. Ma a quel punto non c’erano particolari dossier. Con il Presidente francese abbiamo affrontato il tema del Patto di stabilità e tutti gli altri dossier sui quali pensiamo si possa costruire una convergenza con la Francia. E sul Patto ci sono diverse convergenze su interessi comuni. Abbiamo passato in rassegna i principali dossier a livello bilaterale e multilaterale”.
Infine, sull’immigrazione e il patto con l’Albania, ha dichiarato: “Sono molto contenta sulla parte migrazione, dove è passato per intero un paragrafo proposto dall’Italia, che ribadisce ciò che negli ultimi Consigli non era entrato nelle conclusioni a 27, ovvero il lavoro sulla dimensione esterna, il blocco dell’immigrazione illegale, la lotta contro i trafficanti, una più efficace politica di rimpatrio e tutta la visione che l’Italia ha contribuito a far diventare visione dell’intero Consiglio europeo. Sul patto con l’Albania, sono ottimista che non vi sia un rischio di fallimento dell’intesa con l’Albania sui Cpr, ma non posso dire per quello che accade in una nazione sovrana, rispetto le decisioni di una nazione sovrana. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane e, se tutto andrà bene, faremo del nostro meglio nelle prossime settimane per accelerare ancora di più. Per ora non abbiamo bisogno di un piano B, eventualmente lo cercheremo”.
In merito alle trattive in corso sulle nuove regole del Patto di Stabilità e Crescita, di cui si discuterà nuovamente nell’Ecofin straordinario del 21 dicembre, il ministro dell’Economia, Giorgetti, intervenuto stamane ad Atreju, la festa di FdI, rivendicando la maggiore utilità di un Ecofin in presenza, per un accordo “che condiziona l’Italia per i prossimi anni”, ha detto: “Sul Patto di stabilità, le negoziazioni sono andate avanti, ma le possibilità che si arrivi a un accordo la settimana prossima sono scarse. Il negoziato secondo me andrà avanti finché ci saranno condizioni anche politicamente diverse. Veto?, valuteremo mezzi a disposizione”.
Poi, dopo aver parlato dei fondamentali economici dell’Italia , Paese considerato “serio e credibile”, del lavoro in aumento tendenziale da mesi, così come del calo dell’inflazione e della promozione da parte delle agenzie di Rating , il titolare di via XX settembre, ha parlato del Superbonus, in relazione alla Manovra, che per le Opposizioni sarebbe “austera e colpirebbe i poveri”: “Abbiamo fatto moneta fiscale con il Superbonus. Qualcuno ha sentito dire ‘attenzione’ alla Bce? Io non ho mai cambiato idea sul Superbonus, la chiamai morfina di Stato”. Nel momento di massimo dolore per l’economia il Superbonus poteva avere senso, ma poi andava ridotto. Ora gli abbiamo messo sopra un sacco di sabbia ma continua a emanare radioattività. Il conto da pagare è ahimè arrivato a 94 miliardi e entro fine anno sforeremo i 100. Non ho mai cambiato idea sul Superbonus, l’ho paragonato alla morfina di Stato. Perché quando fai un’operazione hai dolori e ti danno morfina; poi vaneggi, poi succede che l’anestetista giorno per giorno deve ridurre la morfina. Ma normalmente il paziente ne vuole ancora. E così è andata col Superbonus”.
A proposito di Manovra, ieri, a Palazzo Madama, dopo non poche tensioni e abbandoni dei lavori, maggioranza e opposizioni hanno trovato un’intesa sull’iter della legge di Bilancio, le cui votazioni sono cominciate in serata con l’approvazione dei primi due articoli e proseguiranno fino a lunedì. Poi il testo approderà in Aula , dove il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani ha confermato che verrà posta la questione di fiducia, votata giovedì 21 , mentre il 22 dicembre ci sarà il voto finale. La Manovra, quindi, passerà subito alla Camera per l’approvazione definitiva, prima del 31 dicembre, sempre con il voto di fiducia.
Restando nell’ambito dei lavori parlamentari, approvato ieri alla Camera, in via definitiva, con164 voti favorevoli e 115 contrari, il decreto legge Anticipi, che prevede tra le misure: la riapertura dei termini della rottamazione quater delle cartelle, per consentire la messa in regola entro il 18 dicembre, lo stop al pagamento dell’ultima tranche della tassa sugli extraprofitti da parte delle compagnie energetiche in attesa di un contributo di solidarietà da stabilire, lo stanziamento di 2 miliardi per l’indennità di vacanza contrattuale nel pubblico impiego, il via libera all’adeguamento delle pensioni al costo della vita e l’istituzione di un Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi.
Tutto ciò, mentre Istat ha registrato a novembre una diminuzione dell’inflazione dello 0,5% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua, rispetto alla stima preliminare del +0,8%. L’inflazione torna così a livelli vicini a quelli del febbraio 2021 (+0,6%). “L’ulteriore calo del tasso” , ha commentato l’Istituto in una nota, “risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei beni energetici, che a novembre evidenziano una netta flessione sul piano congiunturale. Un contributo al rallentamento dell’inflazione, si deve inoltre alla dinamica dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione dei prezzi degli Alimentari (+5,8%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a novembre al +3,6% (da +4,2%)”.
Bankitalia, invece, ha reso noto di aver tagliato le stime di crescita del Pil nel 2024 per i “segnali di una più prolungata debolezza congiunturale” , aumentandole però per il 2025. Secondo quanto riportato da Palazzo Koch, “Il 2023 si chiuderebbe a +0,7%, per frenare a +0,6% nel 2024 contro il +0,8% previsto ad ottobre. Nel 2025-26 salirebbe dell’1,1% . In media sotto al 2% nel triennio 2024-2026. All’1,9% nel 2024,fino a 1,7% nel 2026. La discesa grazie al netto calo dei prezzi delle materie prime, solo in parte compensato dall’accelerazione delle retribuzioni”.
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