di Federica Marengo venerdì 3 novembre 2023
-Mentre sul campo l’esercito israeliano ha circondato Gaza city, il Premier Netanyhau ha ricevuto la visita del segretario di Stato USA, Blinken, respingendone la richiesta di una tregua umanitaria, finché Hamas non libererà gli ostaggi.
Intanto, il leader di Hezbollah ,Hassan Nasrallah, ha tenuto il suo discorso alla nazione, sottolineando che il Libano è in guerra dall’8 ottobre e, affermando che: “Le vittime di Gaza sono tutti martiri, si stanno muovendo verso un altro mondo enunciato dai profeti, ora sono lì dove non ci sono dittature e non ci sono sionisti. La sofferenza del popolo palestinese in questi decenni è stata grande, soprattutto ora che in Israele c’è un governo di destra che sta violando i diritti umani.. L’operazione di jihad del 7 ottobre è una decisione al 100% palestinese”.
Infine, rivolgendosi a tutti i leader dei Paesi petroliferi arabi, ha esortato questi ultimi a non fornire più aiuti a Israele.
Immediata, la replica di Netanyahu: “L’escalation vi costerà cara”. Da Ankara, il Presidente turco Erdogan, è tornato ad accusare Israele: “Nella Striscia crimini contro l’umanità da un mese, nulla può scusare questa brutalità”.
In Italia, invece, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha reso noto, prima in conferenza stampa a Palazzo Chigi, e poi via X , la messa in sicurezza di 10 persone da Gaza, tra cui 7 italo-palestinesi più i loro familiari. Tra loro due giovani donne incinte. Il Vicepremier e ministro ha precisato che “stanno bene e in viaggio per Il Cairo”, sottolineando come l’Italia continui a lavorare per la pace in Medio Oriente e per dare priorità agli aspetti umanitari.
Non solo dossier di politica estera sul tavolo dell’Esecutivo, però. In mattinata, infatti, si è tenuto a Palazzo Chigi, un Consiglio dei ministri ,che ha dato il via libera all’unanimità alla Riforma istituzionale del Premierato, ovvero l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, allo schema di decreto legislativo contenete le disposizioni sull’accertamento tributario e sul concordato preventivo biennale, il Dl con disposizioni urgenti sul Piano Mattei per gli Stati del Continente africano, le disposizioni a favore delle persone con disabilità e l’istituzione di una cabina di regia per determinarne i livelli essenziali delle prestazioni in loro favore ,una delega al Governo in materia di florovivaismo e la dichiarazione dello stato di emergenza per le Regioni come la Toscana e il Veneto, colpite dal maltempo in queste ore, con lo stanziamento dei primi 5 milioni di euro.
Al termine del Consiglio dei Ministri, la Presidente del Consiglio Meloni, il Vice Presidente e Ministro degli Affari Esteri Tajani, il Vice Presidente e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini, la Ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa Alberti Casellati, la Ministra per le disabilità Locatelli, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Leo e il Sottosegretario Mantovano, hanno tenuto una conferenza stampa per presentare i provvedimenti.
La Presidente del Consiglio Meloni, ha quindi introdotto la conferenza stampa, illustrando la riforma e i decreti approvati e, spiegando: “Un’altra riforma viene licenziata oggi in Consiglio dei Ministri, dopo le altre che abbiamo già approvato in questo anno. Si tratta ovviamente della riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del Capo del governo, quindi il Presidente del Consiglio dei Ministri, e garantisce sostanzialmente i due grandi obiettivi che dall’inizio noi ci siamo impegnati con gli italiani a realizzare. Da una parte garantire il diritto dei cittadini a decidere a chi farsi governare, mettendo sostanzialmente fine alla stagione dei ribaltoni, alla stagione dei giochi di palazzo, alla stagione del trasformismo, delle maggioranze arcobaleno e dei governi tecnici; insomma, di tutti quei governi che nel corso degli anni sono sostanzialmente passati sulla testa dei cittadini per realizzare cose che i cittadini non avevano deciso. Il secondo di questi obiettivi è garantire che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, quindi garantire sostanzialmente una stabilità del governo, avere cinque anni per realizzare il proprio progetto, garantire quella stabilità che è una condizione sostanziale dal nostro punto di vista per costruire una strategia e per avere una credibilità a livello nazionale e a livello internazionale. Non sta a me ricordare, perché lo farà il Ministro Casellati quando arriverà, che nei 75 anni di storia repubblicana noi abbiamo avuto 68 governi con una vita media di circa un anno e mezzo. Io considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia. La considero la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia perché se noi facciamo un passo indietro e guardiamo a quello che, per esempio, è accaduto in Italia e in Europa negli ultimi vent’anni – prendiamo ad esempio il tempo trascorso tra il 2002 e il 2022 -, in Italia abbiamo avuto nove Presidenti del Consiglio con dodici governo diversi, in Francia ci sono stati quattro Presidenti della Repubblica, in Germania ci sono stati tre Cancellieri. Nello stesso periodo di tempo, Francia e Germania sono cresciute di più del 20%, l’Italia è cresciuta di meno del 4%.E quindi noi dobbiamo farci una domanda, perché o tutti i politici italiani sono peggiori dei politici francesi e tedeschi – e francamente io non lo penso – oppure qualcosa non ha funzionato nel sistema. E quello che non funziona nel sistema è esattamente il tema dell’orizzonte della legislatura, perché quando si ha un orizzonte di legislatura molto limitato si tende a privilegiare tutto quello che immediatamente torna in termini di consenso rispetto ad avere una strategia, si tende a privilegiare la spesa corrente rispetto agli investimenti e quindi anche tutto quello che abbiamo visto relativamente al tema del debito pubblico, della mancanza di una strategia industriale. E perché questa assenza di stabilità ha anche obiettivamente creato un problema nella nostra credibilità anche a livello internazionale, nella continuità dei nostri progetti, della nostra interlocuzione. E perché quando si ha un orizzonte di legislatura molto breve, e cioè quando i governi vanno a casa mediamente dopo un anno e mezzo, questo produce una debolezza strutturale della politica, che diventa debolezza in rapporto alle concentrazioni economiche, che diventa debolezza in rapporto alle burocrazie, che diventa debolezza in rapporto agli interessi particolari.er questo io credo che questa sia una riforma fondamentale, lo voglio dire anche a chi ha detto in queste ore, in questi mesi, “che bisogno c’è”, “non è una priorità”, “questo è un governo stabile e quindi non è una priorità la riforma costituzionale”. Invece è una priorità e, proprio perché noi siamo un governo stabile e forte, abbiamo la responsabilità di cogliere questa occasione, di porci anche il problema di che cosa accadrà dopo, cioè di lasciare a questa nazione qualcosa che possa obiettivamente risolvere alcuni dei suoi problemi strutturali. Dopodiché, se non fossimo il governo politico che siamo non avremmo la responsabilità di realizzare quello che gli italiani ce ne hanno chiesto di realizzare, ma noi siamo un governo politico e intendiamo realizzare il nostro programma. Il testo di riforma che noi abbiamo approntato prende in considerazione e tiene conto delle riflessioni, dei suggerimenti che sono anche stati raccolti durante il nostro confronto sia con i partiti dell’opposizione, sia con i partiti ovviamente della maggioranza, con la società civile – come sapete abbiamo fatto diversi incontri su questa materia. Per noi in buona sostanza erano e sono irrinunciabili gli obiettivi che vi ho raccontato, nella realizzazione del provvedimento ci siamo posti il problema di immaginare un provvedimento che potesse incontrare il più ampio consenso possibile: non vogliamo imporre una riforma, vogliamo provare a fare una riforma con la maggioranza sicuramente degli italiani, possibilmente con la maggioranza anche delle forze politiche. E quindi abbiamo preso alcuni elementi che erano ricorrenti nelle interlocuzioni che abbiamo avuto e li abbiamo garantiti all’interno del provvedimento. Il primo di questi elementi che torna a 360 gradi è il ruolo del Presidente della Repubblica. Il ruolo del Presidente della Repubblica viene da tutti considerato, anche dalla stragrande maggioranza dei cittadini, come un ruolo di assoluta garanzia e quindi come un totem. Noi abbiamo deciso di non toccare le competenze del Presidente della Repubblica, salvo ovviamente per quello che riguarda l’incarico che si dà rispetto a un Presidente del Consiglio che in questo caso viene eletto direttamente dai cittadini. L’altro ruolo sul quale c’è stata molta attenzione nel mantenerlo inalterato è il ruolo del Parlamento, come contrappeso particolarmente rispetto al Presidente del Consiglio eletto. E anche questo è un elemento al quale ci siamo dedicati.
Vengono sostanzialmente, in questo provvedimento, modificati quattro articoli della Costituzione. Poi do la parola al Ministro Casellati che entra meglio nel dettaglio con la sua conoscenza anche costituzionale della materia. Il Presidente del Consiglio viene eletto a suffragio universale, diretto ovviamente; viene eletto contestualmente alle Camere con unica scheda; viene rinviata alla definizione della legge elettorale la responsabilità di garantire una maggioranza al Presidente del Consiglio eletto. È prevista una norma anti ribaltone, cioè in caso di dimissioni, di impedimento, di sfiducia, il Presidente eletto può essere sostituito, in un unico caso, solo da un parlamentare – quindi fine dei governi tecnici – della maggioranza – quindi fine dei ribaltoni – e solo per realizzare il programma di governo e le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio eletto. Quindi non c’è più la possibilità di costruire maggioranze arcobaleno per realizzare programmi che nessuno ha votato e c’è invece la previsione di una norma di garanzia sempre rispetto alla stabilità di continuità per quella maggioranza di portare avanti quel programma. Quindi un elemento che rafforza ulteriormente, secondo noi, la stabilità della legislatura. Questo può accadere però solamente una volta. In caso di ulteriori problemi o in caso in cui il parlamentare eletto non raggiunga la fiducia in Parlamento si torna alle urne. Vengono aboliti i senatori a vita, fatto salvo ovviamente per gli ex Presidenti della Repubblica e fatto salvo il fatto che rimangono in carica gli attuali senatori a vita. Abbiamo creduto che anche questa norma fosse necessaria, particolarmente dopo il taglio del numero dei parlamentari, perché l’incidenza dei senatori a vita è molto aumentata rispetto al numero dei parlamentari che oggi c’è.
Questo a grandi linee poi, ripeto, il Ministro Casellati ci tornerà sopra.
Voglio dire che sono molto fiera di questa riforma, che confido che possa esserci un consenso ampio in Parlamento, che, se invece quel consenso ampio in Parlamento non dovesse esserci, sarà agli italiani che chiederemo che cosa pensano con il referendum. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, abbiamo fatto quello che ci siamo presi l’impegno a fare, mettendo l’Italia di fronte all’occasione storica di una semplice rivoluzione che ci porta nella Terza Repubblica, ma poi deve sempre decidere il popolo se vuole avere questa occasione oppure no. Dopodiché, in continuità con la riforma costituzionale, abbiamo portato oggi in Consiglio dei Ministri anche il secondo provvedimento che riguarda il Piano Mattei. Dico “in continuità” perché parlavamo di strategia e di una stabilità che serve a costruire le strategie. Il tema del Piano Mattei del quale noi parliamo dal nostro insediamento è esattamente questo, è forse il più significativo progetto strategico di questo governo a livello geopolitico di un’Italia che vuole tornare protagonista nel Mediterraneo. Il Piano Mattei è una piattaforma programmatica operativa sulla quale costruire un partenariato equo, paritario con le nazioni africane, trasformando le crisi anche in una possibile occasione di centralità, di guardare lontano, di immaginare progetti di lungo termine. Noi abbiamo lavorato sodo in questi mesi, particolarmente con il Ministro Tajani, ma tutto il Consiglio dei Ministri è impegnato su questo progetto. Abbiamo lavorato a lungo sul piano, ora si tratta di finalizzarlo. Ora si tratta di finalizzare la stesura definitiva e il confronto definitivo con i Paesi coinvolti e con i Paesi terzi, per poi portare il Piano in Parlamento e al confronto con l’Unione europea, con la quale pure la materia l’abbiamo varie volte discussa e confrontata. E poiché è un progetto serio ed è un progetto che ha bisogno di mettere insieme tutto il Consiglio dei Ministri, di mettere insieme tutti i livelli istituzionali, di mettere insieme anche il livello delle nostre relazioni internazionali, di collaborare anche con la società civile, ha bisogno di una governance. E con il decreto che noi abbiamo definito oggi, abbiamo strutturato questa governance con la previsione dalla nascita di una cabina di regia che viene preseduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, in subordine, delegata al Ministro degli Affari esseri che è comunque Vice Presidente, da tutti i Ministri che sono competenti sulla materia, dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, dalle varie agenzie e società dello Stato che si occupano di cooperazione allo sviluppo, rappresentanti delle imprese a partecipazione pubblica, università, ricerca, terzo settore, esperti delle materie che verranno trattate. La cabina di regia ha come compito fondamentalmente quello di coordinare tutte le attività del Governo e i vari livelli, aggiornare costantemente il Piano, monitorare la sua attenzione e presentare la relazione annuale che deve essere presentata al Parlamento – perché abbiamo detto che avremmo portato questo Piano in Parlamento e portiamo questo piano in Parlamento. C’è ovviamente una apposita struttura di missione – poi anche qui il Ministro Tajani, che ne è competente, entrerà più nello specifico.
Quello che voglio dire è che questa accelerazione, questa strutturazione del tema del Piano Mattei è per noi propedeutica anche a una serie di altre attività che stiamo svolgendo. Come voi sapete il 28 e 29 gennaio 2024 è prevista la conferenza Italia-Africa, ma questo lavoro si lega anche ai seguiti della Conferenza su migrazioni e sviluppo che abbiamo tenuto qui a Roma nello scorso mese di luglio e alla Presidenza italiana del G7, che sarà nel 2024 e che avrà tra i suoi punti fondamentali proprio il tema del rapporto con il continente africano, del mediterraneo e delle migrazioni. E quindi tutto torna all’interno di un’unica strategia.C’è poi qui il Vice Ministro Leo, che ringrazio, perché è arrivato in Consiglio dei Ministri oggi anche un ulteriore importante provvedimento sempre collegato al tema della riforma fiscale. Dopo quello sullo Statuto del contribuente, questo ulteriore decreto legislativo interviene sulla disciplina dell’accertamento, favorendo la partecipazione del contribuente anche in fase di accertamento, disegnando – come è nella nostra visione – un fisco più collaborativo con il contribuente, intervenendo anche dal lato della riduzione delle sanzioni, chiaramente senza abbassare la guardia sulla lotta all’evasione fiscale. La previsione più significativa è quella dell’introduzione del concordato preventivo biennale per i contribuenti di minori dimensioni, che è uno strumento che appunto aumenta la collaborazione con il fisco e rappresenta un segno di fiducia dello Stato verso i contribuenti perché con l’adesione al concordato preventivo il contribuente viene liberato dagli accertamenti per i successivi due anni. Quindi è un accordo che si fa a monte con lo Stato. Poi anche qui, il Vice Ministro, entrerà più nello specifico. Dall’altra parte interveniamo per rafforzare l’azione di contrasto, come dicevamo, all’evasione fiscale attraverso strumenti informatici digitali, soprattutto la capacità di far interoperare le banche dati per essere più efficaci, chiaramente sempre garantendo la tutela della privacy che è per noi sempre molto importante. C’è poi un provvedimento, che pure considero estremamente importante, del Ministro Locatelli: una riforma molto importante sul tema della disabilità, che cambia sostanzialmente l’approccio alla disabilità – poi il Ministro Locatelli anche qui entrerà più nel concreto. Recepisce sostanzialmente i principi delle Nazioni Unite sulla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità: mette sostanzialmente la persona al centro con l’obiettivo di consentirle di vivere e partecipare alla vita sociale su un principio di uguaglianza con gli altri. Sono tanti provvedimenti molto precisi che disegnano, secondo me, una risposta estremamente efficace e voglio ringraziare per questo il Ministro Locatelli.
E chiudo con l’ultimo provvedimento, pure molto importante, che è la deliberazione dello stato di emergenza che il Consiglio dei Ministri ha deciso per il territorio delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato in conseguenza degli eventi meteorologici eccezionali che si sono sviluppati nella scorsa notte e che hanno causato, come sapete, alcune vittime – chiaramente la solidarietà e il cordoglio di tutto il Consiglio dei Ministri e dell’Italia intera per le famiglie di queste vittime -, ma anche l’allagamento, l’isolamento di diverse località – diverse famiglie sono state costrette a evacuare dalle loro abitazioni. Stamattina, ovviamente ho sentito la Protezione Civile, il Ministro Musumeci, il Presidente Giani. Abbiamo deciso di deliberare lo stato di emergenza e abbiamo previsto un primo stanziamento di 5 milioni di euro che serve chiaramente a garantire le misure e gli interventi più urgenti.
Ma vediamo nel dettaglio i provvedimenti approvati.
1)Elezione diretta del Presidente del Consiglio, come si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi, il testo di riforma prevede : “l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e la razionalizzazione del rapporto di fiducia.
La riforma costituzionale ha l’obiettivo di rafforzare la stabilità dei Governi, consentendo l’attuazione di indirizzi politici di medio-lungo periodo; consolidare il principio democratico, valorizzando il ruolo del corpo elettorale nella determinazione dell’indirizzo politico della Nazione; favorire la coesione degli schieramenti elettorali; evitare il transfughismo e il trasformismo parlamentare.
Il testo opera su cinque versanti:
- introduce un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare;
- fissa in cinque anni la durata dell’incarico del Presidente del Consiglio, favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico;
- garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere;
- affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità;
- supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica.
Il testo si ispira a un criterio “minimale” di modifica della Costituzione vigente, in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale.
2)Disposizioni urgenti del Piano Mattei per lo sviluppo degli Stati del Continente africano.
In merito, si spiega, sempre nella nota di Palazzo Chigi: “Il “Piano Mattei”, di durata quadriennale, avrà l’obiettivo di potenziare le iniziative di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano, promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo di questi ultimi e prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari. Inoltre, rafforzerà il coordinamento delle iniziative pubbliche e private, anche finanziate o garantite dallo Stato italiano, rivolte a Stati del Continente africano.
Il testo prevede la condivisione e la partecipazione degli Stati africani interessati all’individuazione, alla definizione e all’attuazione degli interventi del Piano e l’impegno compartecipato alla stabilità e alla sicurezza regionali e globali. Saranno attuate azioni di partenariato nei seguenti settori: cooperazione allo sviluppo; promozione delle esportazioni e degli investimenti; istruzione, formazione superiore e formazione professionale; ricerca e innovazione; salute, agricoltura e sicurezza alimentare; approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche; tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici; ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali; valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili; sostegno all’imprenditoria e in particolare a quella giovanile e femminile; promozione dell’occupazione; turismo, cultura, prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.
In merito alla governance, il decreto prevede l’istituzione di una Cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e dagli altri Ministri, dai Viceministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e delle imprese e del Made in Italy, dal Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dai presidenti dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, della società Cassa depositi e prestiti S.p.a., della società SACE S.p.a., della società Simest S.p.a., da rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, delle università, della società civile e del terzo settore, di enti pubblici e privati.
La Cabina di regia:
- coordina le attività di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano;
- finalizza il Piano Mattei e i relativi aggiornamenti;
- monitora l’attuazione del Piano;
- approva la relazione annuale al Parlamento;
- promuove il coordinamento tra i diversi livelli di governo, gli enti pubblici nazionali e territoriali e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato;
- promuove iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Unione europea e da organizzazioni e soggetti internazionali, anche di natura bancaria;
- coordina le iniziative di comunicazione relative all’attuazione del Piano Mattei.
Inoltre, si istituisce presso la Presidenza del Consiglio una struttura di missione che:
- assicura supporto al Presidente per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo relativamente all’attuazione del Piano Mattei e ai suoi aggiornamenti;
- cura il segretariato della Cabina di regia;
- predispone la relazione annuale al Parlamento.
3) Concordato fiscale preventivo: Il decreto, in attuazione della delega per la riforma fiscale, contiene disposizioni in materia:
- di accertamento tributario, in particolare al fine di una migliore partecipazione del contribuente al procedimento accertativo e per rafforzare forme di cooperazione tra le amministrazioni nazionali ed estere;
- di concordato preventivo biennale, al quale potranno accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato.
Di seguito i contenuti principali.
- Disposizioni in materia di procedimento accertativo
Si introducono disposizioni finalizzate alla razionalizzazione e alla partecipazione del contribuente al procedimento accertativo. Si prevede, in coordinamento con le modifiche apportate allo “Statuto del contribuente”, che lo “schema di provvedimento” che dovrà essere comunicato al contribuente ai fini del contraddittorio preventivo con l’amministrazione debba contenere anche l’invito alla definizione del “procedimento con adesione”; si abroga la disciplina dell’“invito obbligatorio”, che impone all’amministrazione finanziaria, prima di emettere un avviso di accertamento, di notificare l’invito a comparire al contribuente per l’avvio del procedimento di definizione dell’accertamento; si introduce la disciplina dell’adesione ai verbali di constatazione, stabilendo che il contribuente possa prestare adesione anche ai verbali di constatazione e disciplinando il procedimento istruttorio.
Inoltre, si introduce la disciplina generale degli “atti di recupero” finalizzati al recupero dei crediti non spettanti o inesistenti, utilizzati indebitamente in compensazione; a tal fine si descrive un unico procedimento accertativo, indipendente dalla natura del credito indebitamente utilizzato in compensazione, che prevede tra l’altro la possibilità di definire in via agevolata le sanzioni e un unico periodo di decadenza, di otto anni dall’utilizzo del credito, del potere di notifica dell’atto. In assenza di specifiche disposizioni, le previsioni introdotte si applicano anche per il recupero di tasse, imposte e importi non versati, compresi quelli relativi a contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti o fruiti o a cessioni di crediti di imposta in mancanza dei requisiti.
Tutti gli atti, i provvedimenti, gli avvisi e le comunicazioni, compresi quelli che per legge devono essere notificati, potranno essere inviati tramite posta elettronica certificata. La nuova disciplina relativa al domicilio digitale si estende alle cartelle di pagamento e agli atti e alle comunicazioni dell’agente della riscossione.
Si introducono disposizioni finalizzate alla razionalizzazione e al riordino delle disposizioni normative in materia di attività di analisi del rischio finalizzata alla prevenzione e al contrasto dell’evasione fiscale, della frode fiscale e dell’abuso del diritto in materia tributaria, nonché a stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti.
In tema di cooperazione tra le amministrazioni nazionali ed estere, si introducono lo “scambio di informazioni su richiesta”, con Paesi dell’Unione Europea e altri Stati con i quali ci siano specifici accordi, e la disciplina degli “strumenti di cooperazione amministrativa avanzata” volti a minimizzare gli impatti dei controlli di amministrazioni estere nei confronti dei contribuenti e delle loro attività economiche, anche attraverso una nuova disciplina dei controlli simultanei e delle verifiche congiunte.
Si rafforzano la prevenzione e il contrasto dei fenomeni evasivi e fraudolenti in ambito IVA. In particolare, i soggetti non residenti nel territorio dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo, che adempiono gli obblighi derivanti dall’applicazione delle norme in materia di IVA tramite un rappresentante fiscale, potranno effettuare operazioni intra-comunitarie solo previo rilascio di idonea garanzia. Inoltre, il rappresentante fiscale dovrà essere in possesso di determinati requisiti soggettivi di onorabilità (quali non aver riportato condanne, anche non definitive, per reati finanziari e non aver concluso accordi di applicazione della pena su richiesta delle parti in relazione agli stessi); in caso di nomina di una persona giuridica, i requisiti di cui sopra devono essere posseduti dal legale rappresentante dell’ente che si intende nominare rappresentante fiscale.
Si rivede la disciplina della revisione dei termini di prescrizione e decadenza dell’azione dello Stato e dell’apparato sanzionatorio dell’imposta sui premi di assicurazione, con la possibilità di presentare la denuncia tardiva entro 90 giorni dal termine ultimo di presentazione, ferma restando l’applicazione delle sanzioni amministrative per il ritardo. Le denunce presentate con ritardo superiore a novanta giorni si considerano omesse, ma costituiscono, comunque, titolo per la riscossione delle imposte dovute in base agli imponibili in esse indicate. Inoltre, si modifica il termine per la notifica degli avvisi nei casi di omessa o infedele denuncia annuale dei premi incassati, che si uniforma a quelli delle altre imposte indirette: in caso di infedele denunzia, l’azione dello Stato per il conseguimento delle imposte, degli interessi e delle sanzioni previste decade decorso il 31 dicembre del quinto anno successivo”.
Disciplina del concordato preventivo biennale:
“Si stabilisce, in generale, che al concordato preventivo biennale (CPB) possono accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato. Per l’applicazione del CPB, l’Agenzia delle entrate formulerà una proposta per la definizione biennale del reddito derivante dall’esercizio d’impresa, o dall’esercizio di arti e professioni, rilevante ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione netta rilevante ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. Il decreto disciplina anche le procedure informatiche a supporto del concordato preventivo e stabilisce che il contribuente può aderire alla proposta di concordato entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Nel dettaglio, potranno accedere al concordato preventivo biennale i contribuenti interessati dall’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) che, con riferimento al periodo d’imposta precedente a quelli cui si riferisce la proposta, sono in possesso di determinati requisiti (quali l’aver ottenuto un punteggio di affidabilità fiscale pari almeno a 8 sulla base dei dati dichiarati; non avere debiti tributari ovvero, aver estinto quelli che tra essi sono d’importo complessivamente pari o superiori a 5.000 euro). Si individuano per tali contribuenti le ipotesi che non consentono l’accesso al concordato (come la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei 3 periodi d’imposta precedenti; la condanna per uno dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, falso in bilancio riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, commessi negli ultimi 3 periodi d’imposta antecedenti). Nei periodi d’imposta oggetto di concordato, i contribuenti sono comunque tenuti agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi e alla comunicazione dei dati mediante la presentazione dei modelli per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale. Decorso il biennio oggetto di concordato, permanendo i requisiti, l’Agenzia delle entrate formula una nuova proposta di concordato biennale relativa al biennio successivo, a cui il contribuente può aderire. L’adesione non produce effetti ai fini dell’IVA, la cui applicazione avviene secondo le regole ordinarie.
Potranno aderire al CPB anche gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfettario. Anche per tali contribuenti, si prevede che l’accettazione della proposta dell’Agenzia delle entrate per la definizione biennale del reddito costituisca l’obbligo di dichiarare gli importi concordati nelle dichiarazioni dei redditi dei periodi d’imposta interessati, nei quali contribuenti saranno inoltre tenuti agli obblighi previsti per i soggetti che aderiscono al regime forfettario. Inoltre, si disciplinano le modalità di individuazione del reddito ai fini del concordato e si disciplina l’ipotesi di rinnovo, cessazione e decadenza dal concordato (come per il concordato per gli ISA).
Per i periodi d’imposta oggetto del concordato, gli accertamenti non potranno essere effettuati salvo che in esito all’attività istruttoria dell’Amministrazione finanziaria ricorrano le cause di decadenza dal concordato; l’Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono concordato preventivo biennale o ne decadono; i soggetti che adottato il regime concordatario potranno godere di termini maggiori per effettuare i versamenti relativi all’acconto e al saldo in scadenza al 30 giugno”.
4)Provvedimenti sulla condizione delle persone con disabilità: 1) “ll decreto interviene con norme relative alla definizione della condizione di disabilità, all’accertamento di tale condizione, alla revisione dei suoi processi valutativi di base, alla valutazione multidimensionale della disabilità e alla realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato della persona con disabilità. L’obiettivo è di assicurare il riconoscimento della condizione di disabilità, per rimuovere gli ostacoli e per attivare i sostegni utili, alle persone con disabilità, al pieno esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, delle libertà e dei diritti civili e sociali nei vari contesti di vita, liberamente scelti.
Il provvedimento si inquadra nel programma di riforme che, a partire dalla Riforma 1.1 della Missione 5, Componente 2, del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR), prevede l’attuazione di una specifica normativa in materia di disabilità, intitolata “Legge quadro per le disabilità”.
Il decreto risulta particolarmente innovativo rispetto all’attuale contesto normativo in particolare sotto cinque aspetti:
- nell’introdurre le definizioni di disabilità, della condizione di disabilità e della persona con disabilità, si prende le mosse dalla nuova prospettiva della “disabilità” non derivante più dalla mera visione medica dell’impedimento determinato dalla malattia o patologia ma intesa quale risultato dell’interazione tra persone con compromissioni e barriere comportamentali e ambientali che impediscono o limitano la partecipazione nei diversi contesti di vita;
- l’adozione dal 1° gennaio 2025 della classificazione internazionale delle malattie (lCD) dell’Organizzazione mondiale della sanità e della classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF): il loro utilizzo congiunto fornisce un quadro più ampio e significativo della salute delle persone;
- il procedimento unitario (e unificato) di valutazione di base, affidato all’INPS dal 1° gennaio 2026, finalizzato alla certificazione che accerti la sussistenza della condizione di disabilità, unificato al processo dell’accertamento dell’invalidità civile, della cecità civile, della sordocecità, degli alunni con disabilità, degli elementi utili alla definizione della condizione di non autosufficienza. Il procedimento è attivato da un certificato medico introduttivo ed è distinto dalla successiva valutazione multidimensionale volta alla predisposizione di un progetto di vita della persona con disabilità;
- il procedimento di valutazione multidimensionale per la predisposizione del progetto di vita: all’esito della valutazione di base, la persona con disabilità può chiedere di avviare il procedimento di valutazione multidisciplinare. Si tratta di una valutazione bio-psico-sociale, effettuata da un’unità di cui fa parte anche la persona con disabilità e che, partendo dagli esiti della valutazione di base, li arricchisce con particolare riferimento al concreto contesto sociale in cui la persona svolge la propria vita. Si tratta di un fondamentale strumento di coordinamento di tutto l’insieme di misure e interventi rivolti alla persona. La presenza nella unità di valutazione anche di soggetti delle istituzioni ed enti assistenziali coinvolti nella fase attuativa rende il progetto di vita un vero e proprio patto di corresponsabilità;
- il diritto all’accomodamento ragionevole, con la previsione di un procedimento consistente in modifiche e adattamenti ritenuti necessari, purché non eccessivi o sproporzionati, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio dei diritti civili e sociali”.
Si prevede per tutto l’anno 2025 una fase di sperimentazione, con l’applicazione a campione delle disposizioni sia in materia di valutazione di base che relativamente alla valutazione multidimensionale, finalizzata anche all’aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento”.
2)Istituzione di una cabina di regia.
Il decreto introduce disposizioni volte a definire, anche con il supporto della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in favore delle persone con disabilità.
A tale fine si prevede l’istituzione di una Cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di cui fanno parte, oltre ai ministri competenti per materia, un delegato della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, il Presidente della Conferenza delle Regioni, il Presidente dell’ANCI e i Presidenti delle Federazioni maggiormente rappresentative delle Associazioni in materia di disabilità.
La Cabina di regia effettua la preventiva ricognizione delle prestazioni essenziali delle persone con disabilità, elabora linee guida per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni; riconosce il progetto individuale di vita come livello essenziale delle prestazioni; verifica le modalità di integrazione dei LEP con i livelli essenziali di assistenza (LEA); assicura il coordinamento e la piena effettività della normativa riguardante sussidi, incentivi e agevolazioni per le persone con disabilità, anche con riguardo alle tutele previste dalla normativa in materia di invalidità civile. Nelle more dell’individuazione dei LEP, la Cabina di regia individua concrete modalità – anche promuovendo collaborazioni tra pubblico, privati e terzo settore – per prevedere e garantire obiettivi di servizio. Inoltre, concorre a determinare gli indirizzi di impiego delle risorse destinate alla definizione e all’attuazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, secondo i principi di sussidiarietà e differenziazione e in base ai modelli territoriali si assistenza integrata. Infine, assicura il raccordo con la Cabina di regia per la determinazione dei LEP istituita presso la Presidenza del Consiglio.
5)Dichiarazione Stati di emergenza:
- La dichiarazione di stato d’emergenza, per dodici mesi, nel territorio delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato, in conseguenza degli eventi meteorologici di eccezionale intensità verificatesi a partire dal 2 novembre 2023 che hanno determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone, causando alcune vittime, l’allagamento e l’isolamento di diverse località, nonché l’evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni. Considerata la necessità di dare immediata risposta alla popolazione colpita, è stato disposto un primo stanziamento di 5.000.000 di euro per garantire le misure e gli interventi più urgenti volti al soccorso e all’assistenza alla popolazione e al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, alle attività di gestione rifiuti e delle macerie;
- la dichiarazione dello stato di emergenza, per un periodo di dodici mesi, in conseguenza degli eventi sismici verificatisi il giorno 18 settembre 2023 nel territorio dei Comuni di Brisighella, in provincia di Ravenna, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Modigliana, Predappio, Rocca San Casciano e Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena. Per le esigenze più immediate sono stati stanziati 6.000.000 di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali;
- la proroga di dodici mesi dello stato di emergenza già deliberato in conseguenza degli eccezionali eventi che si sono verificati il giorno 15 settembre 2022 nel territorio dei comuni di Gubbio, Pietralunga e di Scheggia e Pascelupo, in provincia di Perugia.
6)Delega al Governo in materia di Florovivaismo “volta a costituire un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell’utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della relativa filiera. Il testo tiene conto del parere espresso dalla Conferenza unificata”.
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