Alberto Angela è il divulgatore scientifico e culturale per eccellenza,degno erede del padre, Piero, anch’esso ideatore e conduttore di trasmissioni divulgative, dopo aver portato in giro per le “Meraviglie d’Italia” i telespettatori di Rai Uno, dedicandosi a una delle sue tante passioni, lo studio della storia classica, ha scritto un saggio su Cleopatra, raccontando non solo dei ,fin troppo noti, amori di quest’ultima con il condottiero console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore, Cesare, e con il condottiero, luogotenente dello stesso, Marco Antonio, ma anche della sua cultura e della sua intelligenza, sfatando il luogo comune della sovrana vincente perché affascinante e abile nell’ars amatoria. La sovrana d’Egitto, garantisce Angela, era una persona colta, capace di parlare più lingue, autrice di trattati conservati presso la Biblioteca di Alessandria, da lei stessa patrocinata e curata, l’ultima espressione, insomma, di quell’Ellenismo raffinato, promosso da Alessandro Magno,una donna moderna, completa, in una società antica e maschilista, un unicum nella Storia: una “Regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità”.
di Federica Marengo venerdì 27 dicembre 2019
“Mi piace molto viaggiare, e scrivere un libro è per me un altro modo di scoprire mondi lontani. Soprattutto scoprire mondi perduti e scomparsi per sempre. E’ come ricevere un biglietto che nessuna agenzia di viaggi vi può dare : esplorare il passato. Quando scrivo mi ritrovo in un’epoca lontana che esploro come faccio nei miei viaggi all’estero, attraversando le sue città, guardando i volti, ascoltando i discorsi della gente comune, entrando nelle case , affacciandomi dai balconi. Ma anche salendo a bordo dei velieri o assistendo a grandi battaglie. Naturalmente la penna parte solo una volta che si sono raccolti tantissimi dati e informazioni. Nel caso di Cleopatra ci sono voluti mesi, consultando libri, testi antichi, interrogando esperti e consulenti. La stesura , a quel punto, è partita rapidamente e, nell’arco di una stagione, ho completato il viaggio intorno a Cleopatra”. Così, in un lungo post,l’antropologo, divulgatore scientifico e conduttore Tv, Alberto Angela, erede dell’antesignano del giornalismo scientifico, Piero, presentava, nel novembre 2018, l’uscita del suo saggio sulla Regina d’Egitto, dal titolo: “Cleopatra, la regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità”, edito da HarperCollins, in collaborazione con Rai libri, e noi, avendo letto tutte d’un fiato le 1000 pagine che lo compongono, dobbiamo proprio dargli ragione.
Leggere il suo libro sulla Regina d’Egitto, infatti, è come viaggiare in una macchina del tempo, in grado di catapultare il lettore in tempi e spazi remoti, cosicché esso si senta parte attiva di un racconto, invece che fruitore passivo e sterile di un pamphlet storico.
Negli 11 capitoli, scritti da Angela, con l’apporto dell’esperto Emilio Quinto, infatti, abbiamo riscontrato la stessa capacità narrativa e la medesima empatia, con cui il divulgatore è in grado di attrarre da decenni il pubblico, tenendo incollati al piccolo schermo , per assistere ai suoi programmi “scientifico-culturali”, stagione dopo stagione, svariati milioni di telespettatori delle reti Rai , le cosiddette reti “generaliste” e “nazionalpopolari”, finanche il sabato sera, giorno della settimana, riservato ,sin dagli albori della Televisione , al varietà e all’intrattenimento.
Ecco quindi, che sin dal primo capitolo, ci siamo ritrovati per le strade di Roma,il 15 marzo del 44.a.C, passato alla Storia come il giorno delle “Idi di marzo”, ovvero dell’assassinio di Cesare, il console, condottiero, autore di tante battaglie e spedizioni di conquista che contribuirono a rendere Roma, un Impero e il centro del Mondo, ormai trasformatosi in un dittatore , e per questo inviso a un gruppo di senatori, capeggiato da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, tutti figliocci e suoi luogotenenti, custodi e difensori della tradizione e dell’ordinamento repubblicano, insofferenti all’idea che la “Res pubblica” potesse essere trasformata in Monarchia.
Precipitati da subito dallo scrittore nel mezzo della narrazione, abbiamo seguito per le strade dell’Urbe, un filosofo-poeta, intento a raggiungere la casa di Cesare per riferirgli dell’imminente congiura.
Con lui abbiamo percorso molteplici stradine e scorciatoie presidiate dalla folla, richiamata in strada dai festeggiamenti per la festa dedicata al dio della Guerra, Marte , seguendone il cammino fin nei pressi del Senato, dove, incontrato il condottiero, quel giorno atteso per l’ultima seduta prima della partenza per la campagna contro i Geti e i Parti, gli porge un foglietto di papiro con il terribile avvertimento.
Cesare, informato, non si scompone, anche perché da alcuni mesi la sua morte gli era stata preannunciata da prodigi, come racconta lo storico Svetonio, verificatisi addirittura la notte prima del “tirannicidio”, quando il condottiero aveva sognato di volare sopra le nubi e di stringere la mano a Giove e sua moglie Calpurnia che questi morisse in seguito al crollo della sommità della loro casa. Erano stati tali auspici, unitamente a un cattivo stato di salute, a farlo desistere dall’andare quel giorno in Senato, presso cui, poi, si era recato, convinto dal congiurato Decimo Bruto.
Qui, all’interno della Curia di Pompeo, (punto di riferimento dei sostenitori della Repubblica, che Cesare aveva sconfitto con la sua fazione nella battaglia di Munda), ai piedi della statua raffigurante quest’ultimo, assistiamo al “tirannicidio”, alle ventitré pugnalate inflittegli dai congiurati e alla furia seguente con cui essi tentano di sbarazzarsi del cadavere.
Arrivati a questo punto, con l’espediente narrativo del flash back, Angela, ci riporta al 48-47 a.C, all’incontro avvenuto ad Alessandria tra Cesare e Cleopatra, la figlia di Re Tolomeo Alute, a seguito della battaglia civile di Farsalo contro Gneo Pompeo Magno, sconfitto il quale ,Cesare, si era assicurato il dominio su Roma e sull’Egitto,affidato in co-reggenza proprio a Cleopatra e a uno dei suoi fratelli, Tolomeo XIV.
Quindi: la relazione tra i due, iniziata dopo il primo incontro, quando la Regina si era fatta avvolgere in un tappeto consegnato al condottiero per poi comparirgli davanti, una volta srotolato, la gravidanza della sovrana con la nascita di Tolomeo-Cesare, detto: “Cesarione” , il ritorno a Roma di Cesare da trionfatore , nel luglio del 46 a.C , il soggiorno romano di Cleopatra e del fratello in una delle ville del condottiero sul Gianicolo, durato circa due anni, fino al momento del tirannicidio, dopo il quale la sovrana d’Egitto, poco gradita ai romani, fa ritorno ad Alessandria, dove, Tolomeo XIV muore, (forse fatto assassinare con del veleno dalla stessa sorella) per poi essere sostituito dal figlio di Cesare , Tolomeo Cesare XV di soli tre anni, la guerra in Oriente tra i cesaricidi e i triumviri Marco Antonio, Emilio Lepido e Ottaviano,combattuta per mare e, conclusasi con la vittoria di questi nella battaglia di Filippi del 42 a.C ,il suicidio di Bruto e Cassio e la spaccatura tra Repubblica romana d’Occidente, guidata da Ottaviano e d’Oriente, con a capo Marco Antonio (Lepido, invece, viene messo ai margini).
A seguire, le pagine più belle del saggio, dedicate alla narrazione del rapporto tra la sovrana d’Egitto e Marco Antonio, a cominciare dall’incontro tra i due , con la Regina che , salpata a bordo della sua imbarcazione, risale il fiume Cidno per entrare nel porto di Tarso in maniera trionfale e stupire il triumviro , mostrandogli tutta la sua potenza e ricchezza durante i banchetti tenutisi per giorni a boro della nave, per poi proseguire con l’invito rivoltogli a raggiungerla presso la corte di Alessandria e l’aiuto che questi le fornisce per proseguire nella sua opera di riunificazione degli antichi domini dei Tolomei , avviata con Cesare.
E proprio nella descrizione della relazione tra i due , sta l’originalità del racconto di Angela: per tutta la narrazione storica, che condurrà dalla campagna deludente contro i Parti, passando per quella trionfale contro gli Armeni e per la scelta di Antonio di rendere Alessandria capitale della Repubblica e di designare Cesarione erede di Cesare , fino all’epilogo, ovvero la battaglia di Azio (33-31 a.C) , seguita dalla sconfitta e dalla morte dei due, infatti, il triumviro e la Regina d’Egitto, novelli “dio Sole e dea Luna”, non sembrano essere rappresentati mediante lo stereotipo letterario degli “amanti”, apparendo invece come due complici , due soci, abili strateghi che cercano di lasciare un segno, rispettivamente, nella Storia d’Occidente e d’Oriente.
In particolare, lontana dalla figura della sovrana seducente, che ammalia con le sole doti fisiche ed estetiche, tratteggiata dagli antichi detrattori, e, al centro di numerose rappresentazioni teatrali e cinematografiche, la Cleopatra descritta da Angela è una donna colta, conoscitrice di svariate lingue, un intellettuale del suo tempo, ultima esponente, (per via delle sue origini greco-macedoni), della raffinata cultura ellenistica, di cui era stato promotore Alessandro Magno.
Sostenitrice della grande Biblioteca di Alessandria, lettrice e, con ogni probabilità scrittrice,usa l’intelligenza e la cultura per far prosperare il suo Regno, riuscendo,seppur per breve tempo, nell’intento di unificare due dei mondi più affascinati dell’antichità, l’Impero Romano e l’antico Egitto.
Una persona straordinaria , dunque, una donna “moderna” ,in una società antica e maschilista, la quale ha cambiato la Storia, influenzandola potentemente.
“Se nel corso dei secoli le donne avessero avuto le stesse opportunità degli uomini, come Cleopatra”, aveva scritto in chiusura del suo post, Alberto Angela, “oggi leggeremmo cose ben diverse nei libri di Storia, e l’umanità, ne sono convinto, sarebbe ben più avanti” e noi, anche su questo, non possiamo che essere d’accordo con lui.
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