di Federica Marengo martedì 20 maggio 2025

-Domenica 8 giugno e lunedì 9 giugno si voterà per i referendum popolari abrogativi su 5 quesiti: 4 riguardanti il Lavoro e uno, la Cittadinanza. I seggi saranno aperti domenica, 8 giugno, dalle 7:00 alle 23:00, e lunedì, 9 giugno, dalle 7 alle 15.
Chi si recherà a votare riceverà una scheda di colore diverso per ognuno dei 5 quesiti referendari, contenente una descrizione della norma che potrebbe essere cancellata in tutto o in parte e chiede a chi vota se è favorevole alla cancellazione. Quindi, per abrogarla bisognerà votare Sì; per mantenerla, bisognerà votare No.
I suddetti referendum, 4 promossi dalla Cgil e da altre associazioni della società civile e il quinto, quello sulla cittadinanza, promosso da +Europa, con il sostegno di Possibile, PSI, Radicali italiani, Rifondazione Comunista e Italiani senza cittadinanza), per i quali sono state raccolte oltre le 500 mila firme minime necessarie, saranno validi solo se si raggiungerà il quorum, ossia se i partecipanti al voto saranno la maggioranza delle persone che ne hanno diritto, il 50% +1 (art.75 della Costituzione).
Per la prima volta, gli elettori fuori sede potranno votare senza dover fare ritorno nella loro città di residenza, votando nel domicilio temporaneo. Ciò sarà possibile per coloro che entro il 4 maggio abbiano presentato domanda al comune di domicilio . Gli italiani residenti all’estero potranno partecipare attraverso il voto per corrispondenza.
Vediamo quali sono i temi del Referendum in materia di Lavoro: il primo quesito referendario, corrispondente alla scheda verde, riguarda il sì o il no all’abrogazione di uno dei decreti del Jobs Act sul contratto di lavoro a tutele crescenti (legge numero 23 del 4 marzo del 2015).
Con la legge in vigore, il dipendente licenziato illegittimamente non può essere reintegrato. Votando per il sì ,si cancella il decreto, ristabilendo l’obbligo di reintegro del lavoratore in tutti i casi di licenziamento illegittimo. Ciò riguarda i lavoratori assunti dal 2015 in poi in aziende con più di quindici dipendenti.
Il secondo quesito referendario, corrispondente alla scheda arancione riguarda le Piccole imprese e i Licenziamenti e la relativa indennità. Il quesito chiede se si vuole o meno eliminare (abrogazione parziale) il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di quindici dipendenti, cosicché il giudice determini l’importo senza limiti predefiniti.
Il terzo quesito referendario, corrispondente alla scheda grigia, riguarda l’abrogazione di alcune norme (abrogazione parziale) che stabiliscono quando un’azienda può assumere lavoratori con contratti a tempo determinato e a quali condizioni può prolungare e rinnovare tali contratti. Se si vota per il sì all’abrogazione, verrà rintrodotto l’obbligo della causale per i contratti a tempo determinato più brevi di 12 mesi, ovvero l’obbligo di indicare per quale motivo si usa tale tipo di contratto. Ad oggi è previsto l’obbligo solo per i contratti a tempo determinato che durano 12 mesi o più.
Il quarto quesito referendario , corrispondente alla scheda rosa , riguarda l’abrogazione dell’esclusione della responsabilità solidale del committente , dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice , come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.
Il quesito referendario chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente (ovvero chi affida un lavoro in appalto), dell’appaltatore (chi riceve l’incarico di fare il lavoro) e del subappaltatore ( chi, in alcuni casi, svolge il lavoro per conto dell’appaltatore) per gli infortuni sul lavoro legati al tipo di attività che svolgono le aziende appaltatrici o subappaltatrici.
Con la responsabilità solidale, tutti i soggetti coinvolti (committente, appaltatore e subappaltatore) avranno gli stessi obblighi (anche di risarcimento) verso chi subisce un danno di cui sono responsabili.
Il quinto e ultimo quesito referendario , corrispondente alla scheda gialla, riguarda la cittadinanza italiana, ovvero: il sì o il no al dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia di persone maggiorenni, nate in un Paese esterno all’Unione europea , per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana. Tutti gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza (conoscenza della lingua italiana, assenza di reati e reddito minimo, previsti dalla legge del 1992) non saranno modificati.
Quanto alla posizione dei parti di maggioranza e di opposizione in merito: i partiti di maggioranza, FdI, FI e Lega hanno invitato il proprio elettorato a non recarsi alle urne e a non votare, mentre Noi Moderati ritirerà le 5 schede per votare 5 No.
Riguardo ai partiti di opposizione, il Pd voterà 5 Sì; AVS voterà 5 Sì; il M5S 4 Sì, ma lascerà libertà di voto sul quesito relativo alla Cittadinanza; Italia Viva voterà No ai quesiti relativi al Jobs Act, lasciando libertà di voto sul secondo e quarto quesito, No al terzo quesito e Sì al quinto quesito sulla Cittadinanza; Azione voterà 4 No ai quesiti sul Lavoro e Sì al quinto quesito sulla Cittadinanza; +Europa voterà No ai primi tre quesiti, Sì al quarto e Sì al quinto quesito sulla Cittadinanza.
Per i partiti di maggioranza (FdI, FI e Lega): “Le leggi in vigore in materia di Lavoro e di Cittadinanza sono quelle migliori. Inoltre, se è un diritto promuovere un referendum, è un diritto anche non votare”.
Per i partiti di opposizione: “I cinque sì potranno cambiare in meglio la vita di milioni di italiani e di italiane, di lavoratori e lavoratrici, che potranno vedere ricostruiti diritti che sono stati sottratti, smontati in questi decenni”.
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