di Federica Marengo sabato 20 aprile 2024
-Il 15 aprile del 1874, in periodo storico segnato da due guerre: quella tra Francia e Germania (1870) e quella civile ad essa seguita, un gruppo di giovani artisti : Claude Monet, Pierre August Renoir, Edgar Degas, Berthe Morisot (unica pittrice), Camille Pissarro, Alfred Sisley , Paul Cézanne e altri ventiquattro artisti, rifiutati dal Salone Ufficiale, tennero presso il laboratorio del fotografo Felix Nadar, sito al numero 35 di Boulevard des Capucines, una mostra con 63 opere.
Tra i critici a recensire l’esposizione, Louis Leroy ,per il giornale “Le Chiarivari”, che, nel suo articolo: “L’esposizione impressionista”, utilizzò tale aggettivo, ripreso dal titolo dell’opera di Claude Monet “Impressione, Sol levante”(1873), con una connotazione satirica e sarcastica per descrivere uno stile pittorico caratterizzato da pennellate di colore a tocchi , ben visibili e confuse usate per rappresentare in modo diretto e immediato la percezione della realtà e del momento, concentrandosi più sulla atmosfera e sulla luce che sulla messa a fuoco delle figure.
Tale aggettivo, quindi, usato da Leroy in senso negativo per indicare un modo di dipingere incompleto e impreciso, che rappresentava solo impressioni, a partire da quel momento, avrebbe identificato quel gruppo di artisti, che, con il loro rifiuto delle convenzioni accademiche, aveva dato vita a un vero e proprio movimento d’avanguardia.
Per celebrare il 150esimo anno da quella esposizione e , dunque, dalla nascita dell’Impressionismo, numerose sono le mostre e gli eventi organizzati in Francia , negli Stati Uniti e in Italia, che scandiranno il 2024.
Nella capitale francese, sarà possibile visitare dal 26 marzo al 14 luglio la mostra al Musée d’Orsay, dal titolo: “Parigi 1874. Inventare l’Impressionismo”, organizzata in collaborazione con il Museo dell’Orangerie e con la National Gallery of Art di Washington, dove si trasferirà a partire dall’8 settembre fino al 25 gennaio 2025.
L’esposizione, il cui allestimento è curato da Sylvie Patry , conservatrice generale del patrimonio e da Anne Robbins, conservatrice Pittura presso il Museo d’Orsay, è costituta da 130 opere tra dipinti dei primi impressionisti e sculture, cui si aggiungono dei prestiti, come il dipinto fondativo del Movimento, “Impressione, sol levante” di Monet, proveniente dal Musée Marmottan Monet di Parigi e altri provenienti dai musei americani, quali: “La lecture” di Morisot o “Classe de danse “di Degas, che danno vita a un percorso che ricostruisce le origini dell’avanguardia e, a detta delle stesse curatrici, “restituisce lo choc visivo provocato all’epoca dalle nuove opere”, in quanto messe a confronto con dipinti e sculture convenzionali, datate lo stesso anno ,esposte invece presso il Salone ufficiale.
Inoltre, tali opere rappresentano una testimonianza di come all’interno della stessa Accademia francese, alcuni artisti avessero tentato di rappresentare la modernità di una società in trasformazione dopo le guerre.
Accanto alla mostra sarà possibile anche effettuare un’esperienza immersiva in 3D, “Una sera con gli impressionisti. Parigi 1874”, della durata di 45 minuti, prodotta da Excurio e da Gedeon , che si propone di far rivivere ai visitatori l’esposizione del 15 aprile 1874 come vi assistessero presso lo studio fotografico di Nadar 150 anni fa.
Spostandoci in Italia, presso Palazzo Reale, a Milano, sarà visitabile fino al 30 giugno la mostra che mette a confronto le opere degli impressionisti , Paul Cezanne e Pierre Auguste Renoir ,tra i sette rimasti nella Storia dell’Arte e dalla fama mondiale.
La mostra, a cura di Cecile Girardeau, conservatrice al Musee de l’Orangerie di Parigi e dello storico dell’Arte Stefano Zuffi, in collaborazione con Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione de l’Orangerie, consta di cinquantadue dipinti datati fra gli anni Settanta dell’Ottocento e i primi del Novecento, appartenenti alla collezione del mercante d’Arte Paul Guillaume, poi entrate a far parte delle collezioni del Museo d’Orsay e del Musée de l’Orangerie di Parigi.
A Padova, invece, è visitabile fino al 14 luglio, presso il Centro Culturale Altinate-San Gaetano, la mostra “Monet. Capolavori dal Musee Marmottan Monet di Parigi”, promossa dal Comune della città veneta , in collaborazione con il Museo e prodotta da Arthemisia.
La mostra è incentrata sulle opere dell’artista legate alla famiglia e alla sua dimensione privata, tra cui il ritratto del figlio di due anni ,Michel , risalente al 1880.
A Genova e a Torino, due mostre distinte sono entrambe dedicate all’unica pittrice impressionista: Berthe Morisot, la quale ebbe un ruolo fondamentale nella storia del movimento impressionista, al quale contribuì partecipando a sette mostre su otto di quelle organizzate dai suoi colleghi fra il 1874 e il 1886.
A Genova, sarà visitabile dall’11 ottobre 2024 al 23 febbraio 2015, presso l’Appartamento del Doge, all’interno di Palazzo Ducale, un’esposizione organizzata in collaborazione con il Museo di Belle Arti di Nizza, nella quale sarà possibile apprendere novità scientifiche relative ai soggiorni di quest’ultima sulla Riviera e su come influenzarono la sua opera pittorica.
L’esposizione, articolata in oltre 80 opere , documenti fotografici e d’archivio, rivelerà aspetti inediti della sua arte, ripercorrendo al tempo stesso la carriera della pittrice e la sua vita familiare, a stretto contatto con i più rilevanti artisti e intellettuali dell’epoca, come lo scrittore Emile Zola e il poeta Stéphane Mallarmé.
Sempre a Berthe Morisot è dedicata la mostra che sarà visitabile presso la Gam di Torino dal 16 ottobre e fino al 9 marzo 2025l dal titolo: “Berthe Morisot, pittrice impressionista”, realizzata in collaborazione con il Musée Marmottan Monet, nella quale saranno esposti dipinti provenienti da molteplici musei internazionali e incisioni come la “Donna con ventaglio del Marmottan” che ne ripercorrono l’intera carriera dagli esordi ,legati ad Eduard Manet, alla maturità artistica.
La mostra sarà suddivisa per temi e soggetti maggiormente ritratti da Morisot, quali: paesaggi, figure in contesti domestici, scene di vita mondana, ambientazioni marine e giardini.
A ciò si aggiungerà un display site creato dall’artista contemporaneo Stefano Arienti con la curatela della Direttrice della Gam, Chiara Bertola, che servirà a mettere in evidenza come i linguaggi del presente possano dialogare con i canoni artistici e pittorici del movimento impressionista.
Infine, nella Capitale è stata allestita presso il Museo storico della Fanteria, ed è visitabile fino al 28 luglio, la mostra antologica : “Impressionisti-L’alba della modernità”, prodotta da Navigare Srl.
L’esposizione, costituita da più di 160 opere di 66 artisti, tra cui anche l’italiano Giuseppe De Nittis, è suddivisa in tre sezioni , così articolate: da Ingres a L’Ecole de Barbizion, I fermenti dell’Impressionismo; L’Impressionismo e L’eredità dell’Impressionismo, che seguono un percorso cronologico ,che va dai primi dell’Ottocento, con dipinti di Ingres, Corot, Delcroix e Dorè, appartenenti a collezioni private italiane e francesi, fino al 1968, con tele che spaziano da Touluse-Lautrec a un’acquaforte realizzata da Pablo Picasso.
La mostra , infatti, offre anche una panoramica sul disegno , l’incisione e le tecniche di stampa degli impressionisti.
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