–Mentre il Premier Draghi ha firmato il Dpcm per il ritorno in presenza dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, a partire dal 15 ottobre, nella Maggioranza si discute dei temi del lavoro: dal salario minimo, rilanciato dal centrosinistra e dal M5S ,alla riforma del Fisco, con il No del centrodestra di Governo e di Opposizione all’aumento delle tasse e alla riforma del Catasto, in attesa della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanze, il quadro economico che introdurrà la legge di Bilancio e che sarà presentata nella prossima settimana dal Governo alle Camere. A tal proposito, previsto dal ministro dell’Economia e delle Finanze ,Franco, per il 2021 una crescita del 6% e per il 2022 del 4%. Sempre in tema fiscale, al via lo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i 5 mila euro. Sul fronte Covid19, invece, il ministro della Salute Speranza ha reso noto un aumento delle somministrazioni delle prime dosi e l’intenzione da parte dell’Esecutivo di potenziare la produzione italiana di vaccini. Esecutivo che, sempre in questa settimana, deciderà, sulla base delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, (che ha dato il via libera alla terza dose per over 80, sanitari, Rsa e ultra fragili), sull’aumento della capienza di cinema, teatri e stadi.
di Federica Marengo sabato 25 settembre 2021
I lavoratori della Pubblica Amministrazione torneranno in presenza dal 15 ottobre. E’ quanto stabilito dal Dpcm firmato dal Premier Draghi, su proposta del ministro competente, Brunetta, il quale, commentando la decisione, in un’intervista a Il Messaggero, ha spiegato: “Dal 15 ottobre grazie al green pass i dipendenti pubblici torneranno tutti in presenza: si partirà organizzativamente dagli addetti agli sportelli e dagli uffici. Entro una, massimo due settimane, a rotazione anche gli altri. Ma dal 15 ottobre la regola per tutti sarà la presenza. L’unico punto sensibile è la sostenibilità dei trasporti. Stiamo facendo un’analisi di impatto. Ci saranno delle fasce orarie più elastiche per ingressi e uscite .Per quanto riguarda il distanziamento negli uffici, il Cts determinerà le nuove regole. Nell’attesa, dove non è possibile mantenere il distanziamento, sarà possibile una organizzazione a rotazione, per fasce orarie”.
Poi, sulla regolamentazione dello smart working, ha evidenziato: “Il lavoro agile, avrà quattro condizioni, che a breve dettaglieremo in un decreto ministeriale e in apposite linee guida: la regolazione nel contratto, alla quale sta lavorando l’Aran con i sindacati, un’organizzazione del lavoro per obiettivi e monitoraggio dei risultati, una piattaforma tecnologica dedicata e sicura e la verifica della customer satisfaction. Lo smart working sperimentato sinora nella Pa è stato utile nell’emergenza, ma non è stato un vero lavoro agile. Lo smart working, si può fare solo se migliora i servizi e l’efficienza dell’amministrazione”.
Proprio i temi del Lavoro poi, insieme con quello del Fisco, sono al centro del dibattito della Maggioranza. Infatti, il segretario del Pd, Letta, insieme al presidente del M5S, Conte, sulla scorta del “Patto socio-economico” per la ripresa del Paese, promosso dal Presidente del Consiglio, Draghi, durante l’Assemblea di Confindustria, hanno rilanciato nelle ultime ore, dal palco di “Futura”, la tre giorni di eventi promossa dalla Cgil, una serie di misure economiche (almeno cinque, per il leader dem) , tra cui, su sollecitazione del Presidente dell’Inps, Tridico, in un’intervista a La Stampa, oltre la riforma degli ammortizzatori sociali, il salario minimo, incontrando il favore delle altre forze di centrosinistra, come LeU e Sinistra italiana e del segretario della Cgil,Landini, che ha dichiarato: “Se penso anche alla discussione europea, io vedo un tema. Domenica, in Germania, il candidato che sembra possa diventare premier, nel suo programma parla di salario minimo a 12 euro. Allora, noi non possiamo passare dalla pandemia del virus alla pandemia dei salari. Il problema, non è se facciamo o no dei patti, ma il problema è che contenuti hanno e per quale progetto di Paese. La discussione, però, dovrà tenere insieme anche una legge sulla rappresentanza e un nuovo statuto sui diritti di tutte le forme di lavoro”.
Quanto al ministro del Lavoro, Orlando, quest’ultimo, che incontrerà i sindacati il 1° ottobre, dallo stesso palco, ha dichiarato in merito: “Credo che il salario minimo serva, perché la contrattazione da sola non basta più ma la contrattazione va integrata con lo strumento della rappresentanza. Bisogna trovare il modo pe correlarle. Questo dovrebbe essere, “il punto di partenza di un ragionamento che tenga insieme rappresentanza e salario minimo, perché il rischio è che passa il salario minimo e contemporaneamente si sfascia il sistema della contrattazione. Pensando al Patto per l’Italia invocato da Draghi, dovrebbe essere quanto più largo possibile, contro nessuno, che coinvolga anche i giovani, il terzo settore e il privato sociale, tenendo dentro le forze politiche, perché l’idea di marginalizzare le istituzioni sarebbe un errore. Il Patto per l’Italia dovrà affrontare accanto alla questione lavoro e crescita i temi dell’inclusione, della sostenibilità, del salario minimo e anche della rappresentanza”.
I partiti di centrodestra, invece, sia di Governo che di Opposizione, sono intervenuti nel dibattito, ribadendo compatti il no a una nuova tassazione e alla riforma del Catasto, che potrebbe determinare un aumento delle tasse sulla casa, e ponendosi come obiettivo la pace fiscale. Se, dunque, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, plaudono al no all’aumento delle tasse, annunciato dal Presidente Draghi nell’intervento all’Assemblea degli industriali, tornano però a dividersi sull’obbligatorietà del Green Pass, con la bocciatura netta della misura per accedere ai luoghi di lavoro da parte della Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, mentre il segretario del Carroccio, Salvini, , smentendo insieme con il capodelegazione al Governo e ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti le tensioni e le divisioni interne, ha sottolineato di essere a favore della libertà di scelta sulla vaccinazione e di avere. D’accordo, invece, sia con l’ obbligo del Certificato Verde Digitale che con il no all’aumento delle tasse, Forza Italia, partito con cui il leader di Italia Viva, Renzi non esclude di poter collaborare anche in futuro, individuando una terza via, come ha sottolineato nel corso della presentazione del suo ultimo libero a Palermo: “Contro il bipopulismo, estremisti del Pd e 5S da una parte e no green pass dall’altra, noi abbiamo uno spazio ampio che va oltre Italia Viva. I due estremisti populisti hanno fallito: ha fallito Salvini e ha fallito il M5S. Oggi contro il bipopulismo, noi abbiamo uno spazio centrale che è un’autostrada”.
Un dibattito, quello sulla tassazione e sulla riforma del Fisco, intrapreso dalle forze di Maggioranza, proprio mentre l’Agenzia delle Entrate ha dato il via al saldo e stralcio delle cartelle fiscali non ancora riscosse e contestate fino al 2010. Arriverà così l’annullamento automatico di tutti gli importi iscritti a ruolo fino a 5mila euro, previsto però solo per i contribuenti con un reddito imponibile fino a 30mila euro, sia se sono persone fisiche, sia se sono enti o società. La cartella sarà cancellata, anche se di valore complessivo superiore, ma con singoli ruoli inferiori ai 5mila euro.
Non solo salario minimo, taglio delle tasse e riforma del Fisco, però, al centro dell’azione di Governo, ma anche i conti pubblici, con il lavoro sulla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, ovvero la cornice macroeconomica alla Legge di Bilancio ,che dovrà essere presentato alle Camere il 27 settembre e approvata per poi essere inviata a Bruxelles.
A tal proposito, il ministro dell’Economia e delle Finanze Franco, intervenuto a un convegno a Lecce, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha detto: “La ripresa è più forte del previsto e questo incide in maniera positiva sui conti pubblici. Il debito pubblico sarà meno di quanto si attendeva, per tanti motivi, ma anche perché l’economia va meglio. Gli ultimi dati di Bankitalia, relativi al mese di luglio, lo hanno quantificato in 2725 miliardi di euro, in aumento in un solo mese di 29 miliardi, ma nell’ultima parte dell’anno secondo gli analisti dovrebbe iniziare una lenta discesa. Il debito ha avuto un’impennata legata ai costi aggiuntivi prodotti dalla pandemia: nel 2020 è cresciuto di 163 miliardi, facendo salire al 155% il rapporto con il Pil. A conti fatti però, secondo Franco, è andata meglio del previsto. Ad incidere in maniera positiva nei prossimi mesi sarà la spinta della crescita, superiore alle attese. Il Governo indicherà la prossima settimana la nota di aggiornamento al Def, rivedendo al rialzo, come del resto ha fatto l’Ocse pochi giorni fa,
le cifre rispetto alle stime della scorsa primavera. Quest’anno cresceremo circa del 6%, l’anno prossimo almeno del 4%. Sono tassi di crescita molto elevati, anche più elevati di quelli che ci aspettavamo. Ma l’anno scorso abbiamo perso nove punti di Pil. Torniamo a malapena dove saremmo stati. Questi dati però, che vedono l’Italia “doppiare” la Germania, vanno contestualizzati. Il problema sono i decenni di scarsa crescita che non si archiviano in un paio d’anni. Il vero test è la crescita del nostro Paese dopo questa fase di recupero. Siamo usciti da circa un quarto di secolo di crescita molto modesta, inferiore a quella del resto dell’area dell’Euro. Il nostro problema è crescere stabilmente più di quanto siamo cresciuti in passato. Il Pnrr è uno strumento che l’Italia deve utilizzare nel miglior modo possibile proprio per colmare questo gap. Abbiamo investito poco, il 19% del Pil. Studiamo poco: abbiamo tassi di giovani che si diplomano e laureano inferiori ai tassi degli altri Paesi. Spendiamo poco per ricerca, abbiano tassi di occupazione bassi: il 33% rispetto all’81% della Germania e al 72% della Francia. Il nostro problema è affrontare questo e il piano può essere uno degli strumenti importanti. Non è la bacchetta magica, dobbiamo attuarlo bene ma serve anche altro». Innanzitutto, uno sforzo di coesione tra tutti i livelli di governo per centrare i 51 obiettivi del Pnrr. Bisogna essere consapevoli che in questo percorso da qua al 2026 gli ostacoli e le difficoltà saranno enormi. E serve uno sforzo a tutti i livelli di Governo. Anche da parte di Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni» ha aggiunto Franco. Occorre uno sforzo per progettare e valutare gli interventi tenendo conto dei paletti fissati dalla Commissione europea. «Abbiamo una pubblica amministrazione dove il tema essenziale è la regolarità amministrativa: chiunque ci lavori deve pensare alla sua sicurezza sotto il profilo giudiziario, però il piano è fondato sul conseguimento dei risultati. Bisogna conciliare i due aspetti. Non vuol dire tana libera tutti, ma trovare una conciliazione non sarà facile. Lo stiamo vedendo sia a livello di ministeri che di altri enti. È una sfida soprattutto organizzativa. Un’altra raccomandazione arrivata dal ministro dell’Economia è quella di non creare un corto-circuito con gli altri investimenti, che devono comunque andare avanti”.
Sul fronte pandemia, il ministro della Salute Speranza, intervenuto in collegamento alla tre giorni della Cgil “Futura”, in corso a Bologna, ha spiegato: “Stiamo lavorando per portare l’Italia ad avere un maggiore livello di autonomia per il futuro nella produzione di vaccini. Siamo ancora dentro la pandemia, ma i risultati della campagna di vaccinazione sono molto incoraggianti: il 77,4% delle persone vaccinabili hanno completato il ciclo. Siamo a 83 milioni 600 mila dosi somministrate nel nostro Paese negli ultimi giorni, grazie alle scelte fatte, c’è un aumento significativo delle prime dosi e questo ci mette nelle condizioni di poter governare meglio l’epidemia. Il PNRR riduca le disparità di accesso alle cure territoriale tra le regioni più deboli e le più forti e il personale è una chiave essenziale. Questo significa anche investire sulle “Case di comunità”, che sono cosa diversa dalle “Case della salute”, e su questo c’è uno sforzo sul sociale con il ministro Andrea Orlando, perché dove c’è crisi sociale poi arriva anche la crisi sanitaria. Le risorse le vogliamo mettere sul personale che farà l’assistenza domiciliare, e abbiamo bisogno quindi di una crescita costante,significativa del fondo nazionale e su questo stiamo lavorando e credo la sfida incontrerà il sostegno delle forze sociali e dei sindacati, come la Cgil. La parola prossimità, 4 miliardi sull’assistenza domiciliare, con la casa come primo luogo di cura, vuol dire più medici e infermieri che vanno nelle case, ma anche più tecnologia e capacità digitale. Sul vaccino si sta consumando una diseguaglianza insostenibile, dobbiamo tutti lavorare per sostenere i Paesi più in difficoltà. Un sostegno immediato è fornire a questi Paesi più indietro le dosi: è fondamentale, va fatto, ed è meritorio l’impegno dell’Italia e degli altri Paesi che si stanno muovendo in questa direzione. L’altro elemento è il trasferimento tecnologico, provare a lavorare perché la produzione di vaccini, soprattutto quelli a mRna, possa essere consentita anche in altre aree del mondo. Ma non è una cosa che fai in dieci giorni: sono tecnologie e procedure complicate, noi stiamo lavorando per portare l’Italia ad avere un maggiore livello di autonomia per il futuro nella produzione di vaccini. È giusto immaginare un piano in questa direzione per i Paesi più fragili, ma non è una cosa che fai in pochi giorni. Se vuoi dare una risposta immediata a questi Paesi non vi è altra strada che fornire un numero significativo di dosi per portarli a una percentuale utile e positiva. È un impegno straordinario su cui ci dobbiamo muovere nel più breve tempo possibile. Negli incontri di G7, G20 e a livello di Unione Europea c’è una grande consapevolezza: i vaccini devono essere un bene di tutti e se vogliamo anche evitare ulteriori varianti questo è un obiettivo da perseguire velocemente”.
Tutto ciò mentre dal Comitato Tecnico Scientifico, che nella prossima settimana dovrebbe decidere sull’aumento della capienza in cinema, teatri e stadi, anche alla luce dell’appello accorato degli artisti che hanno denunciato la drammatica situazione del comparto degli spettacoli dal vivo, è arrivato il via libera alla somministrazione del vaccino a over 80, Rsa, sanitari e ultra fragili.
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