-Accordo raggiunto al Consiglio Europeo , tra i 27 Paesi dell’Unione sul pacchetto da 540 miliardi, con strumenti quali: Mes senza condizionalità, limitatamente alla spese sanitarie (sul quale l’Italia non ha posto un veto, pur dovendo ancora sciogliere le sue riserve), Banca Europea per gli investimenti e piano SURE per la cassa integrazione, approvati nello scorso Eurogruppo e che saranno attivi da giugno. Approvato anche il Recovery Fund, un fondo con titoli comuni europei, ma incentrati sul bilancio pluriennale 2021-2027, senza che però si configurino come Eurobond. Scontro tra i Paesi del Nord (Olanda, Finlandia, Austria) e i Paesi del Sud (Italia, Francia e Spagna) sulle modalità con cui debbano essere erogate le risorse, se tramite prestiti (linea del Nord) o trasferimenti a fondo perduto (linea del Sud). La prima proposta della Commissione UE verrà presentata il 6 maggio. Il Commissario agli Affari Economici Gentiloni : “Ha vinto la solidarietà, ma il diavolo sta nei dettagli”.
-OK della Camera al Dl Cura Italia con 229 sì e123 no: scontro in Aula tra Fratelli d’Italia e la Maggioranza per la bocciatura dell’ordine del giorno con cui la Presidente Meloni chiedeva al Governo, di escludere il ricorso al MES in qualunque sua forma. Via libera del Consiglio dei Ministri al Documento di Economia e Finanza e alla relazione con lo scostamento di bilancio per finanziare il Dl aprile.
-Fase2 e riaperture: al termine di una riunione in videoconferenza tra il Ministro del Lavoro Catalfo e le parti sociali, aggiornato il protocollo di sicurezza per i lavoratori, stilato dal Governo il 14 marzo scorso. L’allarme di Coldiretti, 1 milione di nuovi poveri.
di Federica Marengo venerdì 24 aprile 2020
Una prima risposta da parte del la UE alla crisi economica innescata nel vecchio Continente dalla pandemia da Covid 19, è arrivata ieri, nel corso del Consiglio Europeo, durante il quale i 27 Paesi dell’Unione hanno ratificato il pacchetto di misure da 540 miliardi di euro a sostegno di imprese , lavoratori e sistema sanitario, che saranno erogati a partire da giugno attraverso strumenti quali: il Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva-Stati senza condizionalità limitatamente alle spese mediche dirette e indirette (su cui l’Italia non ha posto un veto, pur non sciogliendo ancora le riserve), la Banca Europea per gli Investimenti e il piano SURE per la cassa integrazione.
Approvato poi anche il Recovery Fund, un fondo con titoli comuni europei (senza che si configurino però come Euobond) incentrato sul bilancio pluriennale (2021-2027) dell’Unione, proposto dalla Francia e sostenuto dall’Italia e dalla Spagna.
Divergenze tra gli Stati però si sono evidenziate nel corso del vertice europeo sulle modalità con cui strutturare tale fondo. Infatti, se i Paesi del Nord (Austria,Olanda e Finlandia) caldeggiano un’erogazione delle risorse tramite prestiti, i Paesi del Sud (Italia, Spagna e Francia) chiedono che l’erogazione passi attraverso sovvenzioni, ovvero trasferimenti a fondo perduto.
E , a sentire la Presidente della Commissione UE Von der Leyen e il Presidente del Consiglio Europeo, Michel, un equilibrio tra sovvenzioni e prestiti sarà raggiunto soltanto tra la fine di maggio e giugno, sebbene la Commissione UE sia già al lavoro per elaborare una prima proposta entro il 6 maggio.
Tuttavia, seppur nell’incertezza su tempi e importi del fondo “di solidarietà”, la Presidente della Commissione UE Von der Leyen ha invitato i Paesi membri ad aumentare la disponibilità del bilancio per almeno i primi 2-3 anni, dall’1,2 % del Pil Ue al 2 %, ovvero da 1000 a 2000 miliardi di euro e la cancelliera Merkel si è già detta pronta “a un forte aumento del suo contributo finanziario a favore del bilancio europeo” in un quadro, da un lato di omogeneizzazione delle politiche fiscali dei Paesi membri (un chiaro avvertimento all’Olanda, paradiso fiscale e tra i principali oppositori del Recovery Fund) e , dall’altro di alleggerimento dal nuovo debito per quei Paesi già gravati prima dell’emergenza Covid19.
Soddisfatto, il Premier Conte, che , parlando del Recovery Fund come di uno “strumento urgente e necessario”, ha sottolineato: “Si sono fatti grandi progressi impensabili fino a poche settimane fa . È stata una tappa importante nella storia europea. Tutti e 27 i Paesi hanno accettato di introdurre, per reagire a questa emergenza sanitaria, economica e sociale. E’ importante perché è passato anche il principio che è uno strumento urgente e assolutamente necessario”, riecheggiato dal ministro dell’Economia Gualtieri , che ha parlato di un “successo per l’Italia” e dalle forze della Maggioranza, Pd, M5S (che, ribadito il No al MES, ha aperto a una sua versione senza condizionalità) e Italia Viva.
Ottimista, anche il Commissario agli Affari Econimici della UE, Gentiloni, che , stamane , commentando la decisione dei Capi di Stato e di Governo, ai microfoni di Radio Anch’io, su Radio1Rai e, sostenendo in merito al Recovery Fund la necessità di ricorrere sia a sovvenzioni che a prestiti, ha evidenziato: “Qualche settimana fa un risultato del genere era impensabile. C’è una risposta europea comune che si va delineando. Naturalmente, come si dice nel gergo diplomatico, il diavolo è nei dettagli. Ci sono tante questioni che la Commissione nei prossimi 12-15 giorni dovrà affrontare per formulare questa proposta di fondo di rinascita. Però il fatto che ci si sia arrivati è una vittoria della solidarietà ,ma intesa non soltanto dal punto di vista umanitario. Si è capito che gli interessi sono comuni. Fino a qualche settimana sarebbe stato impensabile decidere di avere un fondo comune per la rinascita. Perché l’Unione Europea non ha uno politica economica comune, ma ha una politica monetaria comune gestita dalla Banca Centrale Europea. Mario Draghi , per anni ha insistito che sarebbe stato necessario affiancare le decisioni della Bce con decisioni di bilancio, con decisioni che investono dei quattrini in comune per evitare che le differenze che ci sono tra Paesi più indebitati e meno indebitati nel corso di una crisi che riguarda tutti, non solo quelli più indebitati, si accentui. Quindi che soprattutto i Paesi del Sud escano da questa crisi molto peggio degli altri. A questo serve il Fondo”.
Quindi, in merito al Recovery Fund , ha detto: “Il Fondo per la rinascita non serve tra due anni ma presto e dovrà essere composto da prestiti a 30-40 anni e da sovvenzioni dirette necessarie per evitare che da questa crisi si esca con dei vincitori e dei perdenti. Perché questo metterebbe a rischio l’eurozona. Bisogna che chi ha il debito più alto non sia costretto soltanto ad accumulare debito” .
Infine, riguardo al Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati, ha spiegato: “Stiamo parlando di una linea di credito vantaggiosa per i Paesi che dovessero chiederla. Attenzione, perché oggi non è solo un problema di tassi d’interesse, è anche un problema di un affollamento che c’è nell’emettere titoli e chiedere prestiti ai mercati. Tutti i Paesi del mondo stanno andando sui mercati per chiedere quattrini e finanziare i loro piani di spesa. E quindi chiaro che avere delle linee di credito a disposizione è certamente un fatto positivo. Poi starà al Governo decidere”.
Critica invece l’Opposizione di Centrodestra, con il segretario della Lega, Salvini, che ha definito l’accordo un “buco nell’acqua”, annunciando una mozione di sfiducia nei riguardi del titolare del Tesoro Gualtieri alla Camera e al Senato per aver approvato il MES senza coinvolgere il Parlamento , incalzato dalla Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, che ha sottolineato: “Mentre il Fondo per la ripresa viene declinato al futuro e con contorni ancora tutti da definire, l’unica cosa certa è che tra pochi giorni sarà operativo il Mes con le sue condizionalità tutt’altro che light”.
Più sfumata , invece, la posizione di Forza Italia, con il Presidente Berlusconi, che ha ribadito il suo assenso al Mes senza condizionalità per le spese sanitarie, precisando però come ciò non implichi un sostegno esterno al Governo.
Stamane, poi riunione a Palazzo Chigi tra il Premier Conte, il Ministro dell’Economia , e i capidelegazione di Maggioranza in vista del Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera al Documento di Economia e Finanza e alla relazione sullo scostamento di Bilancio necessario a finanziare il Decreto aprile, sforamento che dovrà essere approvato con voto dal Parlamento nella prossima settimana.
Nella bozza del Documento di Economia e Finanza, che fotografa la situazione economica del Paese nel pieno della crisi scaturita dalla pandemia, si annuncia il varo di un nuovo decreto con un pacchetto di misure volte ad annullare definitivamente le clausole di sterilizzazione dell’Iva (e i relativi aumenti) e a una “drastica semplificazione” in settori cruciali per il rilancio degli investimenti che interesserà appalti, edilizia, commercio e controlli. L’emergenza Covid-19 impone di accelerare il processo di digitalizzazione e, in alcuni casi, di adottare misure di deroga, eccezionali o comunque temporanee, nel rispetto dei principi generali. L’esperienza dell’emergenza può essere di insegnamento per introdurre semplificazioni di tipo permanente e non più solo eccezionale. Nel dettaglio si stanno preparando misure di natura temporanea ed eccezionale, per accelerare subito la ripartenza economica riducendo gli oneri amministrativi e semplificando il regime dei controlli, da incentrare soprattutto sul contrasto all’inerzia delle pubbliche amministrazioni. Ma occorre anche costruire una disciplina a regime ampiamente semplificata, ricondotta ai livelli minimi richiesti dalla normativa europea, orientata alla crescita e alla innovazione,improntata a criteri di qualità della regolazione e di più agevole e sicura attuazione da parte degli amministratori pubblici, con tempi certi”.
Poi, si delineano scenari e si riportano i parametri macroeconomici per il 2020 : “Le misure adottate dal Governo per contenere la diffusione del virus e proteggere le imprese e l’occupazione potrebbero favorire una ripresa abbastanza rapida dell’attività economia non appena la crisi sanitaria sarà rientrata. In ragione di ciò ci si attende un parziale recupero del Pil già a partire dal terzo trimestre, che si prolungherà fino alla fine dell’anno. Si i registrerà pertanto, un crollo dei consumi al 7,2% nel 2020, +4% nel 2021. I consumi privati registreranno un crollo del 7,2% nel 2020, per poi recuperare e tornare a crescere del 4% nel 2021. La disoccupazione aumenterà all’11,6% e l’occupazione scenderà al 2,2%, con un monte di ore lavorate che crolla del 6,3%. I redditi da lavoro dipendente, nel corso dell’anno dovrebbero registrare una contrazione del 5,7%. La pressione fiscale salirà lievemente nel 2020 al 42,5 % del PIL, e ulteriormente nel 2021 al 43,3% del PIL. Al netto della misura riguardante l’erogazione del beneficio degli 80 euro mensili, innalzato a 100 euro per i soggetti con reddito complessivo lordo non superiore a 28.000 euro dal decreto legge n. 3 adottato a febbraio, la pressione fiscale passerebbe dal 41,9 % del 2019 al 42,5% nel 2021”.
A seguire, si legge nella bozza del documento, l’analisi dell’impatto sull’economia della chiusura delle attività e le previsioni per i prossimi mesi: “L’impatto dello shock diretto del lockdown in atto da marzo in tutto il Paese e dell’accresciuto livello di incertezza sul Pil è pari a -6,9 punti percentuali ed è in linea con i risultati dei principali analisti che stimano una perdita di 0,75 punti di Pil per ogni settimana di blocco dell’attività. L’impatto è calcolato nell’ambito di un quadro macroeconomico in cui il Pil, in base ai dati destagionalizzati, dovrebbe registrare un calo dell’8,1% nel 2020. L’impatto sulla spesa delle famiglie si traduce in un calo di punti percentuali. Nel medio periodo sarà inoltre importante assicurare la massima efficacia degli interventi adottati dal Governo affinché le perdite economiche da affrontare quest’anno rimangano temporanee e non vadano ad intaccare in misura strutturale il sistema produttivo e il potenziale di crescita dell’economia. In particolare occorre scongiurare un ridimensionamento del tessuto aziendale e proteggere l’occupazione. L’obiettivo prioritario della strategia seguita dall’Italia nell’emergenza Coronavirus è stata la minimizzazione delle perdite umane e del numero di ricoveri ospedalieri, in particolare in terapia intensiva. Al contempo, la capacità del sistema ospedaliero è stata fortemente incrementata, al punto che a metà aprile il numero di letti per terapie intensive risultava aumentato di due terzi in confronto a fine febbraio. Per l’anno in corso, quindi , si stima un prodotto interno lordo in calo di 8 punti, un deficit che balzerà dall’1,6% al 10,4% ed un debito pubblico in salita dal 134,8% di fine 2019 al 155,7%. Inoltre, nel periodo 2020-2021, i proventi da privatizzazioni e da altri ambiti finanziari equivarranno allo 0,2% del Pil , pari a 3,6 miliardi all’anno”.
Pertanto, il Governo intende chiedere al Parlamento “un ulteriore innalzamento della stima di indebitamento netto e di saldo netto da finanziare pari a 55 miliardi , corrispondenti a circa 3,3 punti percentuali di Pil , per il 2020 , 24,6 miliardi a valere sul 2021 (1,4 % del Pil)”.
Valutato poi, anche uno scenario “avverso” dovuto a una “recrudescenza del virus tale da imporre una nuova chiusura e delle attività produttive e una limitazione alla mobilità dei cittadini, che determinerebbe non solo una contrazione media più accentuata del Pil (-10,6 % in media d’anno sui dati grezzi), ma anche un effetto di trascinamento negativo sul 2021, per cui la crescita media del Pil risulterebbe pari a solo il 2,3%. Un maggiore recupero della perdita di prodotto subita nel 2020 avverrebbe solamente nel 2022, anno non coperto dalla previsione qui presentata”.
E sempre nella giornata di oggi, ok definitivo della Camera con 229 sì e 123 no al Dl Cura Italia (varato il 17 marzo scorso e contenente le prime misure economiche per un ammontare di 25 miliardi a sostegno di imprese lavoratori, famiglie e Sanità) e, che, approvato già dal Senato, dove pure aveva ottenuto la fiducia, verrà così convertito in legge (previa firma del Presidente della Repubblica, Mattarella), dopo aver incassato anche a Montecitorio la fiducia , con 298 voti a favore , 142 contrari e 2 astenuti.
Respinti, prima delle dichiarazioni di voto e delle votazioni finali dei deputati, i 342 ordini del giorno presentati, tra cui quello della Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, che avrebbe impegnato il Governo a non utilizzare il Mes in nessun caso , e che è stato bocciato dall’Esecutivo con 216 no, contro 119 sì (7 dei quali ,espressi da deputati pentastellati, in disaccordo sul ricorso al Fondo Salva Stati).
Intanto, Esecutivo alle prese con l’organizzazione della Fase 2, ovvero la convivenza con il virus e l’apertura e la ripresa graduale delle attività nel periodo compreso fra il 27 aprile e il 18 maggio, il cui calendario dovrebbe essere reso ufficiale dal Premier nel fine settimana mediante un Decreto della Presidenza del Consiglio, dopo ulteriori vertici con i Comitati, parti sociali ed enti locali.
A tal proposito, siglato nelle scorse ore un accordo tra il Ministero del Lavoro e le parti sociali sull’aggiornamento del protocollo di sicurezza (già varato dal Governo il 14 marzo) per i lavoratori.
Il protocollo, come reso noto dalla stessa Ministra Catalfo in un post su Facebook, prevede: “ la certificazione medica di “avvenuta negativizzazione” per il rientro dei lavoratori già risultati positivi al Covid-19, l’utilizzo delle mascherine chirurgiche per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni;, la sanificazione straordinaria degli ambienti, la rimodulazione degli spazi di lavoro e delle postazioni, distanziate, oltre alla previsione di orari differenziati, il ricorso allo smart working da favorire anche nella fase di riattivazione del lavoro con il supporto del datore di lavoro (assistenza nell’uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause)”.
Tutto ciò, mentre Coldiretti, ha reso noto nel suo Rapporto pubblicato quest’oggi come la crisi economica innescata da Covid19,abbia prodotto un incremento delle povertà. Rilevati, infatti, 1 milione di nuovi poveri tra coloro che, per effetto delle limitazioni imposte negli ultimi due mesi per contenere il contagio e la conseguente perdita di opportunità di lavoro, anche occasionale, necessitano di aiuti anche di natura alimentare.
Fra i nuovi poveri, che accedono ai centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà, coloro che hanno perso il lavoro e non possono utilizzare lo smart working, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi da parte, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie.
Si tratta di una situazione diffusa in tutta Italia, con situazioni di criticità che si registrano maggiormente al Sud ,con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia , ma che non risparmiano il Centro ( Lazio, 10%) e il Nord (Lombardia, 9%).
In questo difficile scenario , tuttavia, si è registrato un aumento della solidarietà sociale: più di un terzo delle persone (36%) ,infatti , ha donato via web, il 17% ha usato il telefono, mentre 1 italiano su 4 (25%) si è preoccupato di fare la spesa per anziani e disabili , mentre una parte altrettanto importante della popolazione ,pari al 24%, si è dedicata ad acquisto di pacchi alimentari per i bisognosi o aderendo a iniziative di spesa sospesa ,come quella avviata da Coldiretti nei mercati di Campagna Amica di tutta Italia .
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