-Covid19, pubblicato dalla Fondazione indipendente Gimbe il bollettino settimanale sull’andamento della pandemia in Italia: in costante aumento , quasi in tutta Italia, i contagi, salgono anche i decessi. Intanto, il Premier Draghi, volato a Bruxelles per il Consiglio Europeo, nel suo intervento durante la prima sessione plenaria, ha difeso la linea del rigore sugli arrivi dall’estero. Tra i temi sul tavolo: il caro energia, l’Ucraina e l’immigrazione. A Roma, invece, mentre i sindacati Cgil e Uil sono scesi in piazza per protestare contro la Legge di Bilancio, ritenuta “iniqua”, la Maggioranza e la Commissione Bilancio del Senato sono a lavoro sulla Manovra, in vista dell’approdo in Aula del testo per l’approvazione e il conseguente passaggio alla Camera. Sullo sfondo, il dibattito tra i partiti sulla elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che succederà a Mattarella, recatosi stamane in Vaticano da Papa Francesco, per la visita di fine mandato. Sul fronte economico, la Presidente della Banca Centrale Europea, Lagarde, ha confermato l’intenzione di lasciare invariati i tassi di interesse nel 2022, mentre l’Economist, settimanale britannico, ha incoronato l’Italia Paese dell’anno.
di Federica Marengo giovedì 12 dicembre 2021
Il Report settimanale della Fondazione indipendente Gimbe ha confermato, anche per la settimana dall’8 al 14 dicembre, rispetto alla precedente, un costante aumento sia dei casi che dei decessi, pari a +18%, in quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Friuli Venezia Giulia, Molise e Bolzano.
Tuttavia, nonostante l’aumentata pressione sugli ospedali, si è ridotta progressivamente la percentuale di ricoveri in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi.
In particolare, la media mobile, per l’area medica, è scesa dal 3,47% del 7 novembre al 2,41% del 14 dicembre e , per le terapie intensive, dal 47% del 21 ottobre allo 0,30% del 14 novembre. Preoccupa, inoltre, l’aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva , passati dai 59 della settimana scorsa ai 70 ingressi attuali, così come dei decessi: 663 negli ultimi 7 giorni (di cui 21 riferiti a periodi precedenti), con una media di 95 al giorno rispetto agli 80 della settimana precedente.
In ventisei Province, l’incidenza di contagi supera i 250 casi per 100 mila abitanti: si va dal 4,4% dell’Abruzzo al 94,8% della Basilicata.
Quanto ai vaccini, in merito alle forniture, si legge nel bollettino: “Al 15 dicembre, risultano consegnate 106.054.901 dosi, ma con solo 874 mila dosi consegnate negli ultimi 7 giorni e l’attuale ritmo delle somministrazioni, calano le scorte di vaccini a mRNA. Sul Repository ufficiale risultano disponibili 1,2 milioni di dosi di Pfizer e 2 milioni di dosi di Moderna, ma la rendicontazione di queste ultime non tiene conto che per i richiami viene utilizzata solo mezza dose: pertanto le dosi disponibili potrebbero essere molte di più”.
Riguardo alle somministrazioni, invece: “Al 15 dicembre, l’80,5% della popolazione (n. 47.696.102) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+218.456 rispetto alla settimana precedente) e il 77,6% (n. 45.975.355) ha completato il ciclo vaccinale (+144.773 rispetto alla settimana precedente). I target definiti dalla struttura commissariale nel periodo 8-14 dicembre sono stati sempre superati, fatta eccezione per l’8 dicembre: complessivamente sono state somministrate 383.359 dosi in più rispetto alle 2.850.000 previste. Nella settimana 6-12 dicembre, il numero dei nuovi vaccinati è salito a 236.606 (+5,8%) rispetto ai 223.116 della settimana precedente. Sono tuttavia ancora quasi 6,4 milioni le persone senza nemmeno una dose, tra cui preoccupano da un lato 2,45 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,02 milioni nella fascia 12-19 anni che aumentano la circolazione del virus nelle scuole. Sul fronte delle coperture, quelle con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,6% degli over 80 al 79,6% della fascia 12-19), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 64,6%, nella fascia 70-79 il 40,7% e in quella 60-69 anni il 32,7%”.
Sull’efficacia del booster o terza dose, gli esperti della Fondazione spiegano: “Se si prende in esame l’efficacia, la necessità della dose booster è ben documentata dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità che dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario. In particolare, l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 74,3% per i vaccinati entro 5 mesi al 39,6% per i vaccinati da più di 5 mesi, per poi risalire al 76,7% dopo il richiamo; l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,6% per i vaccinati entro 5 mesi all’83,7% per i vaccinati da più di 5 mesi, per poi risalire al 93,3% dopo il richiamo. Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 65,5-76,1%) e soprattutto di malattia grave (dell’82,9-93,3% per ricoveri ordinari; dell’89,9-97,1% per le terapie intensive) e decesso (del 78,9-96,7%). Analizzando le terze dosi, al 15 dicembre ne sono state somministrate 12.563.534, con una media mobile a 7 giorni che si è stabilizzata intorno alle 400mila somministrazioni al giorno. In base alla platea ufficiale il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 61,4% con nette differenze regionali, dal 45,7% della Sicilia al 71,2% della Toscana. Il dato è tuttavia sovrastimato per il mancato inserimento nella platea delle persone che a partire dal 1° dicembre hanno progressivamente raggiunto il quinto mese dal completamento del ciclo vaccinale”.
Infine, sulla nuova variante sudafricana Omicron: “I casi accertati in Italia dall’ECDC, il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sono 27, e quanto a trasmissibilità, i dati epidemiologici provenienti dal Sudafrica e da alcuni paesi europei (in particolare Danimarca e Inghilterra) ne mostrano la maggiore contagiosità rispetto alla variante Delta, con un tempo di raddoppio dei casi attualmente stimato intorno a 2-3 giorni. Non è ancora chiaro se la rapida crescita nei paesi con elevati tassi di copertura vaccinale dipenda dalla capacità del virus di sfuggire alla risposta immunitaria, dall’aumento di trasmissibilità o dalla combinazione di entrambi i fattori. Sembra emergere una maggiore incidenza di reinfezioni in persone guarite e una ridotta efficacia dei vaccini. A tal proposito, i dati del Public health England mostrano che l’efficacia di due dosi di vaccino sulla malattia sintomatica si riduce nettamente, ma risale dopo la somministrazione della terza dose (circa 70-75%). Non ci sono ancora, tuttavia, dati robusti e conclusivi sull’efficacia dei vaccini nei confronti delle forme severe di malattia da variante omicron. Analizzando la severità della malattia, anche se i dati sudafricani suggeriscono che questa variante possa causare un quadro clinico meno severo e quasi tutti i casi riportati in Europa sono lievi o asintomatici, le evidenze in tal senso non sono ancora robuste. Peraltro, anche se la malattia fosse più lieve, l’aumento consistente dei casi potrebbe comunque determinare un incremento in termini assoluti delle forme severe, con conseguente sovraccarico ospedaliero. In questo scenario Oms ed Ecdc hanno classificato il rischio della diffusione della variante omicron come molto alto, raccomandando di rafforzare sorveglianza e sequenziamento, di accelerare la somministrazione di vaccini e richiami (l’Ecdc raccomanda di accorciare il tempo del richiamo a 3 mesi invece di 5) e di potenziare le misure non farmacologiche per il contenimento dell’epidemia: mascherine, distanziamento sociale ed evitare assembramenti, igiene delle mani, ventilazione degli ambienti chiusi”.
Pertanto, il Presidente della Fondazione Gimbe, Cartabellotta, ha concluso, sottolineando: “Il nostro paese è entrato in una fase critica della pandemia per la convergenza di vari fattori: la stagione invernale, gli oltre 6 milioni di non vaccinati, il netto ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, le imminenti festività natalizie che aumenteranno contatti sociali e contagi e, soprattutto, la progressiva diffusione della variante omicron che secondo l’Ecdc diventerà prevalente in Europa entro i primi due mesi del 2022”.
Al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico, guidato dal Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Locatelli, poi, l’introduzione del tampone, oltre al Super Green Pass, anche per i vaccinati, per accedere ai grandi eventi.
Una nuova possibile misura, che si aggiunge all’introduzione del tampone e della quarantena di 5 giorni per chi non vaccinato rientri in Italia da Paesi UE ed extra UE e del tampone per chi sia vaccinato e faccia rientro da un Paese dell’Unione o extra Unione, con la sola eccezione dei bambini tra i 5 e gli 11 anni con genitori vaccinati o guariti. Tale stretta, però, introdotta da un’ordinanza del Ministero della Salute, in un primo momento non è piaciuta alla Commissione UE, che ha chiesto di attuare misure coordinate e proporzionate, ma il Premier Draghi, volato a Bruxelles per la due giorni del Consiglio Europeo, nella prima sessione della plenaria, ha difeso la misura, argomentando così la scelta del Governo italiano : “La decisione di prevedere il tampone per chi arriva in Italia dall’estero, anche se vaccinato, serve a mantenere il “vantaggio” che ha il Paese rispetto ad alcuni vicini, in cui la variante Omicron è più diffusa”.
Poi, Draghi, ricordando le 135.000 persone decedute in Italia a causa del Covid19 e la caduta, pari al 9%, del Pil, i numeri elevati del tasso di vaccinazione in Italia (83-85% per cento di vaccinati, circa 500.000 terze dosi), dove la variante Omicron è per ora meno diffusa, secondo fonti di Palazzo Chigi, ha esortato : “Il coordinamento a livello UE sulle misure contro il Covid deve essere guidato dal “principio di massima cautela” , incassando il via libera dell’Esecutivo UE, che pure ha ribadito l’importanza di un coordinamento tra i Paesi dell’Unione, della proporzionalità e dell’attenzione alle ricadute sul mercato.
Al centro del summit UE, l’ultimo per il 2021 e il primo con il nuovo cancelliere tedesco Scholz, anche altri temi oltre alla pandemia e alla campagna vaccinale, quali: l’Ucraina e il possibile rischio di una invasione da parte della Russia, i rapporti con la Bielorussia e l’uso strumentale dei migranti da parte del suo Presidente Lukashenko per destabilizzare la UE, l’immigrazione, specie nella sua dimensione esterna di riduzione dei flussi, il caro energia e la ripresa economica.
A tal proposito, al termine della riunione del Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, la Presidente Lagarde, in conferenza stampa, ha annunciato che i tassi di interesse rimarranno invariati anche per il 2022: quello di rifinanziamento rimane fermo tra lo 0 e lo 0,25% e quello sulle operazioni marginali e sui depositi a -0,50%.
La Presidente Lagarde, ha quindi spiegato: “Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50. A sostegno del suo obiettivo simmetrico di inflazione del 2% e in linea con la sua strategia di politica monetaria, il Consiglio direttivo prevede che i tassi di interesse di riferimento della Bce rimangano ai livelli attuali o inferiori finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in modo duraturo per il resto dell’orizzonte di proiezione, e giudica che i progressi realizzati nell’inflazione sottostante siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con la stabilizzazione dell’inflazione al 2% nel medio termine. Questo può anche implicare un periodo transitorio in cui l’inflazione è moderatamente superiore all’obiettivo. Ci aspettiamo che il Pil torni a livelli pre pandemia nel primo trimestre 2022. La ripresa dell’economia dell’eurozona continua sebbene a un passo meno sostenuta rispetto ai mesi passati ma è attesa una nuova accelerazione nel corso del 2022, ha continuato Lagarde. L’economia dell’eurozona tornerà a livelli pre-Covid nel primo trimestre del 2022; l’economia ha rallentato negli ultimi mesi a causa dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti. In precedenza la Bce si attendeva un recupero dei livelli pre-Covid entro fine 2021. L’inflazione è ulteriormente aumentata al 4,9 per cento in novembre. Rimarrà al di sopra del due per cento per la maggior parte del 2022. L’inflazione dovrebbe rimanere elevata nel breve termine, ma prevediamo che diminuirà nel corso del prossimo anno. Rimane inoltre necessario un importante sostegno monetario all’economia per mantenere condizioni di finanziamento favorevoli”.
Dal settimanale britannico Econimist, poi, è arrivata l’investitura per l’Italia a Paese dell’anno, per la sua politica, grazie anche ad un Premier competente e rispettato a livello internazionale, come Draghi. Elogiata, quindi, la strategia messa in atto contro la pandemia e per la ripartenza,ma dal giornale inglese arriva un avvertimento per il Belpaese: “C’è il rischio che questa improvvisa ondata di buon Governo, targata Mario Draghi , possa essere invertita. Draghi vuole diventare presidente della Repubblica, “un incarico più di rappresentanza, e potrebbe succedergli un primo ministro meno competente”
Intanto, a Roma, Governo e Maggioranza sono a lavoro sulla Manovra. Sciolti i nodi principali, riguardanti la Scuola, il Superbonus, il taglio dell’Irpef e le decontribuzioni, in Commissione Bilancio del Senato si limano gli emendamenti, in vista del voto che inizierà nella mattinata di sabato, per poi inviare il testo sotto forma di maxiemendamento all’ Aula il 21 dicembre . Sul provvedimento poi dovrebbe essere posta dall’Esecutivo la questione di fiducia per blindarlo e assicurare un veloce via libera della Camera entro il 31 dicembre, scadenza oltre la quale scatterebbe l’esercizio provvisorio.
La Manovra, però non piace ai sindacati Cgil e Uil, scesi oggi in piazza in diverse città, senza l’adesione della Cisl in disaccordo, (la quale manifesterà il 18), per lo sciopero di otto ore, indetto contro la Legge di Bilancio ritenuta “iniqua”, per via del taglio dell’Irpef e dell’Irap ,che andrebbe a tutto vantaggio delle fasce di reddito medio-alto, tralasciando i redditi più bassi, i giovani (con lavori sempre più precari), le donne e il Sud.
In piazza, a Roma, Milano e Napoli, i lavoratori di molteplici categorie, compresi quelli del trasporto pubblico e delle FS, ma non la scuola, i sanitari, gli impiegati delle imprese di pulizia e delle Poste, il cui operato è indispensabile in tempo di pandemia e che in parte hanno già scioperato nelle scorse settimane.
Lo sciopero, però, criticato dal Presidente di Confindustria Bonomi , che si è detto “triste”, suscitando la reazione del segretario Cgil Landini, che vi ha contrapposto la tristezza dei lavoratori licenziati, ha diviso la Maggioranza, con il centrosinistra e il M5S pronti ad aprire un dialogo e a cercare un’intesa con le sigle sindacali ,mentre il centrodestra , compreso il partito alleato di coalizione all’Opposizione, Fratelli d’Italia, ha parlato di “sciopero-farsa contro i lavoratori , che ha bloccato il Paese”.
Solidale con Cgil e Uil invece, l’Opposizione di Sinistra italiana secondo cui la Manovra acuirebbe ulteriormente le diseguaglianze.
Sullo sfondo, il dibattito sulla elezione del nuovo Capo dello Stato, con Pd e M5S che hanno implicitamente chiuso all’ipotesi messa in campo dal centrodestra di sostenere la candidatura del Presidente di Forza Italia Berlusconi (che, peraltro, non l’ha ancora ufficializzata), in quanto opterebbero per una figura istituzionale (e non per un leader di partito ) la più condivisa e aggregante possibile , ribadendo la volontà, ad ogni modo, di discuterne dopo l’approvazione della Legge di Bilancio.
Restando in tema di Presidenza della Repubblica, il Capo dello Stato Mattarella si è recato questa mattina in Vaticano da Papa Francesco per la visita di fine mandato in forma privata con relativo scambio di doni, e nel pomeriggio ha incontrato al Quirinale gli ambasciatori accreditati in Italia, ai quali, ricordando i valori della cooperazione e della solidarietà, tornati in auge grazie alla pandemia,si è rivolto, evidenziando: “È con grande piacere che torno ad accogliervi al Quirinale per il saluto di fine anno. Oggi, per me, è anche l’occasione di un commiato. Ci si può salvare solamente agendo tutti insieme. È una considerazione, quest’ultima, più volte ricordata nei nostri incontri, ben prima dell’avvento della pandemia. La realtà dei nostri giorni ci lascia intendere come in ogni ambito delle relazioni internazionali approcci esclusivamente nazionali non abbiano speranza di successo. Il mio auspicio è per un 2022 che consenta ai nostri popoli di far tesoro delle lezioni che abbiamo appreso in questi due anni, per un miglior futuro. Le crisi in atto hanno generato lo scorso anno, secondo le Agenzie delle Nazioni Unite, un incremento del fenomeno migratorio, che ha raggiunto un livello che supera i 280 milioni di essere umani, mentre i profughi, nello stesso periodo, hanno superato gli 82 milioni di persone. E’ evidente che non possiamo chiudere gli occhi, ripiegarci su noi stessi, ma dobbiamo avere il coraggio di raccogliere le sfide, elaborando congiuntamente soluzioni all’altezza degli impegni liberamente assunti a livello internazionale. Dal cambiamento climatico e dalle connesse sfide della transizione energetica e tecnologica, come anche della sicurezza alimentare e della tutela della biodiversità, dipende il futuro dell’umanità. L’accordo raggiunto alla recente Conferenza di Glasgow ci fa sperare di poter contenere l’aumento della temperatura entro due gradi o, con uno sforzo ulteriore, entro un grado e mezzo. Mantenere credibile tale scenario è di vitale importanza. Le regole non possono essere dettate dalle tecnologie: è imperativo lavorare per applicazioni che abbiano ben chiaro che è la persona , con i suoi inalienabili diritti e le imprescindibili tutele di essi , a essere il punto di riferimento centrale. Non sono gli algoritmi a poter decidere la nostra esposizione alle informazioni, a influenzare le nostre preferenze, a incanalare le nostre scelte. Raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 è una missione che richiede determinazione e coerenza. Presuppone mirati interventi nel breve termine, significative modifiche nelle abitudini personali nel medio e ampi cambiamenti strutturali nel lungo periodo. Offre in cambio, tuttavia, grandi opportunità in termini di crescita inclusiva e sostenibile nonché di equità sociale e intergenerazionale. Il necessario processo di transizione energetica ,può rappresentare un vero e proprio acceleratore per una rafforzata cooperazione tecnologica internazionale che tenga conto degli interessi di tutti e non lasci indietro nessuno. Gli investimenti richiesti possono apparire ingenti ma il “ritorno” in termini di salute pubblica, occupazione, qualità della vita e salvaguardia dell’ambiente è , e sarà , certamente superiore”.
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