-Covid19, l’epidemia continua a correre, facendo registrare un aumento dei contagi e dei ricoveri, anche se differenziato da Regione a Regione. Proprio i Presidenti di Regione chiedono al Governo, in caso di impennata dei contagi e di inasprimento delle misure restrittive, che limitazioni valgano solo per i non vaccinati su modello dell’Austria, ma il Governo frena: “Italia non ha gli stessi numeri”. Allo studio, invece, la riduzione della validità del Green Pass da 12 a 9 mesi e del tampone a da 48 a 24 ore e un decreto per rendere obbligatoria la 3° dose per medici, operatori sanitari e RSA.
-Manovra, sempre più difficile l’intesa tra i partiti per blindare la Legge di Bilancio, per via dei molteplici distinguo tra le forze politiche che rendono arduo trovare una sintesi. Intesa trovata, invece, tra Governo e Sindacati, Cgil , Cisl e Uil, per l’apertura di due tavoli a Palazzo Chigi su Fisco e riforma delle Pensioni. Intanto, il Premier ha incontrato in giornata il primo Ministro albanese Rama e il Segretario Generale dell’Onu Stoltenberg, mentre il Presidente della Repubblica,Mattarella, dal Congresso di Madrid, dove si è recato in visita ufficiale, ha sottolineato la centralità del Parlamento come presidio di democrazia e libertà.
di Federica Marengo mercoledì 17 novembre 2021
Aumentano contagi e ricoveri, anche se in maniera differenziata da Regione e Regione. Nei prossimi giorni, infatti, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Provincia di Bolzano potrebbero abbandonare la zona bianca. Cresce , dunque, la preoccupazione dei Presidenti delle Regioni per un Natale in zona gialla e per i costi dell’epidemia a carico delle finanze regionali, che il Presidente della Conferenza delle Regioni, nonché Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Fedriga, ha definito: “insostenibili”.
Così, proprio quest’ultimo, insieme con il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e Presidente della Liguria Toti e con il Presidente della Regione Calabria Occhiuto, hanno chiesto al Governo di produrre ulteriori misure e di riservare le eventuali restrizioni, in caso di impennata ulteriore di contagi e ricoveri e di passaggio alla zona arancione, ai soli non vaccinati, su modello austriaco (ovvero l’accesso a ristoranti, cinema, teatri, palazzetti e stadi consentito ai soli vaccinati e la possibilità per i non vaccinati con tampone di poter accedere solo al lavoro e ai servizi essenziali) . Tuttavia, l’Esecutivo, almeno per il momento, frena: fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che “non allo studio nessuna stretta su modello dell’Austria” e hanno sottolineato che i dati del contagio in Italia “non sono paragonabili a quelli dell’Austria”.
A non escludere l’introduzione di misure restrittive solo per i non vaccinati, però, è il Sottosegretario alla Salute Costa, mentre il Governo sta valutando di ridurre la validità del Green Pass, il Certificato Verde Digitale, da 12 a 9 o 6 mesi e del tampone da 48 a 24 ore, per incentivare sia alla terza dose che alla prima, per chi non l’avesse ancora ricevuta. In arrivo poi, nel Consiglio dei Ministri che si terrà con ogni probabilità, domani, a Palazzo Chigi, per il via libera all’assegno unico per i figli, il decreto per rendere obbligatoria la somministrazione della terza dose per medici, operatori sanitari e per le RSA.
A favore di una stretta sul rilascio del Green Pass, il consigliere del ministro della Salute Speranza, Ricciardi, che ai microfoni di Radio Capital, ha dichiarato: “Spero ci siano spazi per convincere le persone, anche irrigidendo le misure per il rilascio del Green pass. Noi ora lo rilasciamo seguendo indicazioni elaborate in Europa quando la variante Delta non era ancora dominante. La prossima settimana cresceranno i casi, proprio perché la variante Delta è molto più contagiosa. Un infetto ora contagia sei o sette persone. Dobbiamo aumentare il numero dei vaccinati. Il tampone antigenico è il tallone d’Achille del Green Pass. Il test antigenico rapido, nel migliore dei casi ,non certifica la positività almeno del 30% dei soggetti. Il tampone è una misura inadeguata in questa fase epidemica”.
Poi, sulle misure restrittive adottate in Austria, per i soli non vaccinati, ha detto: “Sulla scelta dell’Austria di puntare al lockdown per i non vaccinati onestamente non ne abbiamo bisogno ed “è stata una scelta drammatica dell’Austria ed è chiaro che sono corsi ai ripari dopo che i buoi erano scappati. Il nostro Governo ha preso decisioni tempestive”.
Infine, su obbligo vaccinale per i bambini e sul prossimo Natale, ha spiegato: “L’obbligo della vaccinazione anti Covid-19 non serve e potrebbe scatenare un dibattito che dividerebbe il Paese, per i bambini si prevede di raccomandare la somministrazione del vaccino. L’obbligo vaccinale non serve, aprirebbe in Parlamento un dibattito molto aspro e dividerebbe il Paese piuttosto che unirlo. Nessuno pensa all’obbligo vaccinale per i bambini, per loro la vaccinazione sarà solo raccomandata. Ora , i bambini sono il 30% degli infetti perché non sono vaccinati e si contagiano stando uno di fianco all’altro a scuola. La vaccinazione per i bambini è utile per la loro salute e anche per quella dei nonni, che se non hanno fatto la terza dose si infettano. Bisogna interrompere questa catena. Rispetto allo scorso anno abbiamo un’arma in più che è il vaccino, l’anno scorso non avevamo la possibilità di proteggerci e quest’anno invece sì. Se aumentiamo la copertura vaccinale e se adoperiamo cautela, anche da vaccinati, potrà essere un Natale tranquillo passato anche con familiari e amici stretti se ci comportiamo bene”.
Il ministro della Salute Speranza, invece, intervenuto al convegno di FNOMCeO “Comparto Difesa e Sicurezza” alla Scuola di Perfezionamento Interforze, svoltosi a Roma, ha avvertito: “Non c’è dubbio che siamo ancora dentro una sfida non risolta , come si vede analizzando i numeri che provengono dall’Europa ,ma anche da alcuni nostri territori. Siamo ancora dentro la sfida e sarebbe un grave errore abbassare la guardia. Con grandissima onestà dobbiamo provare a leggere quello che sono stati questi mesi.. La mia opinione, detta con umiltà, è che il nostro Paese, e le istituzioni democratiche, abbiano tenuto, dimostrando di essere all’altezza una delle fasi più difficili della nostra storia. La partita è ancora una partita aperta e richiede il massimo impegno di tutti. Oggi, in Italia, sono state somministrate 92,5 mln di dosi di vaccino. Non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato un grande Paese. Le prime dosi sono fondamentali. Continuiamo a farne circa 19mila al giorno:sembra un numero residuale e invece è importante perché ogni singola dose di vaccino in più significa rendere più forte il nostro scudo contro il Covid-19. Dobbiamo insistere. Ogni persona che si vaccina è uno scudo in più. Anche chi ha fatto la prima dose ieri sta aiutando il Paese. E’ un pezzo di protezione che ci serve. Se oggi possiamo rivendicare di avere dati migliori degli altri paesi è proprio perché si è fatto questo sforzo che però deve essere considerato un punto di partenza, non di arrivo. Nel nostro futuro dobbiamo tenere presenti due cose: un forte lavoro sulla pandemia e l’accelerazione della campagna vaccinale, terze dosi ma anche sulle prime. Le risorse del Pnrr per creare un Ssn forte che faccia correre l’Italia. Dobbiamo prenderci cura come istituzioni di chi si prende cura di noi come individui. Con le risorse del Pnrr possiamo invertire la tendenza e cogliere un elemento che vorrei fosse patrimonio di tutti: il Ssn e la sua forza sono la premessa per la ripartenza dell’Italia. Noi vogliamo che l’Italia sia uno dei paesi principali a livello globale per innovazione, crescita e benessere. Per fare ciò la premessa è avere un Ssn di qualità, radicato e capillare”.
Quindi, dal Commissario all’Emergenza Generale Figliuolo, presente allo stesso convegno, un’esortazione a continuare il lavoro: “Ieri, abbiamo inoculato 140 mila terze dosi, abbiamo una media di 110-120 mila con le fluttuazioni del sabato e della domenica. Ma dobbiamo fare ancora di più perché l’Italia, come il resto del mondo, non è ancora uscito dallo spettro della pandemia. “L’87% della popolazione over 12 ha ricevuto almeno una dose, e l’84% ha completato il ciclo vaccinale. Siamo contenti? Sì. Abbiamo terminato il lavoro? No. Questo nemico infido bussa sempre alla porta. E allora ci dobbiamo scudare ancora di più”.
Tutto ciò mentre il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Rusconi, ha lanciato l’allarme Didattica a Distanza, denunciando “grandi difficoltà” nell’applicazione dei protocolli elaborati dopo le nuove linee guida sulle quarantene, definiti “ingestibili” per le scuole.
“Ad oggi”, ha spiegato Rusconi, “non tutte le Asl seguono ancora le nuove linee guida che limitano le quarantene a tre positivi per classe, così ci risultano diverse decine di classi a Roma in quarantena anche con un solo caso, con il ritorno della Dad. Alcune Asl stanno ancora modificando i protocolli. Il problema è che risultano ingestibili. I protocolli sono ingestibili da parte di scuole e famiglie, perché sono stati immaginati in un momento inopportuno, con un calo di contagi, mentre oggi ci troviamo ad affrontare una nuova impennata. Faccio un esempio: quando c’è anche un solo positivo in classe, tutti i compagni devono fare due tamponi, uno subito e uno al quinto giorno. E le scuole devono raccogliere tutti questi dati, tra chi manda subito l’esito del test, chi il giorno dopo, chi non lo fa proprio….Fino a quanto l’iter non termina, non si può tornare alla normalità”. Secondo Rusconi, preside dell’Istituto Pio IX a Roma, a complicare la situazione c’è il fatto che molti genitori, che prima erano in smart working e ora sono tornati in ufficio, hanno difficoltà a seguire i bambini che devono stare a casa e ci chiedono spiegazioni. Abbiamo sottoposto la questione all’assessore alla scuola del Lazio”.
D’accordo con l’introduzione di misure restrittive limitate ai non vaccinati, i partiti di centrosinistra, e in area centrodestra, Forza Italia, contrari invece Lega, M5S e,dall’Opposizione ,Fratelli d’Italia.
Intanto, il Premier Draghi, in giornata, ha incontrato a Palazzo Chigi, il Primo Ministro albanese, Rama, con cui ha tenuto un bilaterale seguito da una conferenza stampa congiunta, nella quale,il Presidente del Consiglio, ripercorrendo i temi trattati durante il confronto, ha evidenziato: “Non potete ricordare perché siete troppo giovani ma il primo allargamento dell’Ue a tanti Paesi che ormai sono considerati stabili partner ha preso moltissimi anni, bisogna ragionare sui tempi lunghi. Non è qualcosa che si fa in risposta a questioni di politica estera contingenti, riguardanti l’immigrazione o altri incidenti internazionali. E’ una strategia di lungo periodo che definisce l’esistenza, l’identità dell’Unione europea. L’integrazione dei Balcani occidentali non dipende da circostanze occasionali: è scritta nel futuro dell’Unione. Quel che accade in Bielorussia non influenza questo processo e l’Italia non pensa che dovrebbe influenzarlo. Anche l’integrazione della Macedonia del Nord è importante. Presto per dire quali passi faccia l’Italia oggi. Ma credo che queste cose saranno superate nel concreto man mano che il processo di integrazione della Bulgaria continuerà. Complessivamente sono ottimista. L’uso dei migranti è diventato uno strumento, diciamo gentilmente, di politica estera, non ho avuto notizie di un vertice straordinario” dell’UE sul tema”.
Il Primo Ministro Rama, invece, ha sollecitato l’apertura di una corsia più veloce per l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea.
In serata, poi, il Premier ha incontrato, sempre a Palazzo Chigi, il Segretario Generale dell’ONU, Stoltenberg con il quale, in un colloquio durato 45 minuti, ha affrontato la questione delle sfide sulla sicurezza dell’Europa e della Nato.
Non solo incontri istituzionali e diplomatici, però. Il Presidente Draghi è anche a lavoro sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sulla Manovra, dopo la disponibilità manifestata nell’incontro di ieri, nei confronti dei sindacati Cgil , Cisl e Uil, ad aprire dei tavoli sulla Riforma strutturale delle Pensioni, per superare la legge Fornero, dopo l’abolizione di Quota100, in soffitta dal 31 dicembre e sul Fisco, per definire come procedere al taglio delle tasse da 8 miliardi ,se a favore dei lavoratori dipendenti e dei pensionati o delle imprese, argomento, quest’ultimo che sarà al centro dei confronti che a partire da venerdì il ministro dell’Economia Franco terrà con i responsabili economici dei partiti di Maggioranza e Opposizione.
A tal riguardo, i sindacati dei Pensionati hanno tenuto in mattinata un’assemblea, al termine della quale hanno reso note le proprie istanze: 1)aumentare al netto le pensioni o tramite il taglio delle tasse o attraverso la rivalutazione, 2) allargare i beneficiari della quattordicesima.
Manovra , che fa discutere i partiti, sempre più distanti da quel patto tra i leader delle formazioni politiche proposto dal segretario del Pd Letta, per blindarla, trovando una sintesi tra le varie istanze. Infatti, ciascun partito , pur dicendosi d’accordo, ha evidenziato i propri distinguo.
Il Presidente del M5S, Conte, infatti, allarga la proposta alle riforme costituzionali, aprendo alle Opposizioni, mentre , sempre in ambito pentastellato, il ministro degli Esteri Di Maio, frena sull’intesa, tacciando dalle colonne de La Stampa, il leader di centrodestra, Salvini e di Italia Viva, Renzi di “inaffidabilità”. Quest’ultimo, invece, rispedendo all’indirizzo dei 5Stelle l’accusa di inaffidabilità, evidenzia come sia sbagliato guardare all’intesa sulla Manovra in prospettiva elezione del nuovo Capo dello Stato.
Quanto alle proposte sulla Legge di Bilancio, se per il Pd è fondamentale intervenire su Lavoro e ammortizzatori sociali, il centrodestra compatto insiste su abolizione dell’Irap, rinnovo bonus edilizia, blocco delle cartelle esattoriali, revisione del reddito di cittadinanza e riduzione del costo del lavoro.
L’Opposizione di Fratelli d’Italia, invece, lamentando i tempi ristretti di discussione della Legge di Bilancio, giudica la Manovra di “corto respiro, disperdendo le risorse in mille rivoli”.
Nel frattempo, dal Presidente della Repubblica, Mattarella, al secondo giorno dell’ ultima visita ufficiale in Spagna a conclusione del suo settennato , trascorso tra il Congresso di Madrid e l’intervento al simposio Italia-Spagna- Portogallo sull’Innovazione, Cotec “La Transizione verso l’Economia Immateriale in Europa”, è arrivato un messaggio sul ruolo centrale del Parlamento come baluardo della democrazia e della libertà e un’esortazione a che lo Stato e l’Unione Europea governino la trasformazione digitale.
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