-Il Premier Draghi a Bruxelles per la due giorni del Consiglio Europeo. Oggi, discussi dai 27 capi di Stato e di Governo, i temi dell’immigrazione e della transizione digitale ed ecologica. Il Presidente del Consiglio, prima dell’inizio dei lavori ,ha tenuto un bilaterale con il Presidente francese Macron. Al termine del Consiglio, elaborate e firmate le Conclusioni. Draghi in conferenza stampa: “Su energia, interventi immediati, serve stoccaggio strategico. Su Polonia, regole chiare”.
-Manovra, mentre il Governo è a lavoro sulla riforma delle Pensioni e la sostituzione del sistema di Quota100, i partiti si dividono al loro interno sulle alleanze, alla luce dei successi e degli insuccessi alle elezioni Amministrative.
di Federica Marengo venerdì 22 ottobre 2021
La prima della due giorni del Consiglio Europeo dei 27 Capi di Stato e di Governo, riuniti a Bruxelles, è stata scandita dalla sessione di lavori dedicata alla pandemia e alla campagna vaccinale e al rincaro delle bollette di luce e gas dovuto al caro prezzi del gas e alle ripercussioni di tali aumenti sulla ripresa e il processo della transizione ecologica, per ovviare alle quali, la Commissione UE , presenterà a dicembre una proposta.
Sullo sfondo del dibattito, poi, anche lo scontro con la Polonia sulla primazia, affermata da quest’ultima sulla base della sentenza della Corte Costituzionale polacca, del diritto nazionale su quello europeo, posizione sostenuta e condivisa poi dal Presidente ungherese Orban, mentre la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, ha precisato che la Commissione ricorrerà a ogni mezzo (sanzioni in primis e stop all’erogazione del fondi del Recovery) per ristabilire il primato dei Trattati UE sul diritto nazionale, appoggiata dall’Italia e da quasi tutti i Paesi membri. Espressasi per la ricerca di una mediazione con la Polonia, la cancelliera Merkel,al suo ultimo Consiglio, salutata ,per questo, da una standing ovation.
La seconda giornata, invece, apertasi dopo un bilaterale tra il Premier Draghi e il Presidente francese Macron, in cui, oltre che dei temi all’ordine del giorno del Consiglio UE, si è discusso delle fonti energetiche alternative, come l’energia nucleare , già largamente usata dalla Francia, è stata dedicata all’immigrazione, con la richiesta da parte del Consiglio alla Commissione di finanziare azioni su tutte le rotte e di rendere operativi e attuare senza indugio gli otto piani d’azione per i Paesi d’origine e di transito dei migranti, a seguito delle Conclusioni del Consiglio UE del 24 e del 25 giugno scorsi, e alla transizione digitale.
Quindi, al termine dei lavori, l’elaborazione da parte dei ventisette leader delle Conclusioni e la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, in cui, quest’ultimo, ha fatto il punto sul summit.
“Il Consiglio di oggi, immaginato come se fosse una riunione di transizione, senza grandi discussioni, si è rilevato importante e con discussioni approfondite e complesse”, ha esordito Draghi, aprendo il confronto con i cronisti, per poi rispondere a una serie di domande, ha esordito Draghi, aprendo il confronto con i cronisti, per poi rispondere a una serie di domande.
Sulla questione del caro bollette elettriche, come conseguenza dell’aumento dei prezzi del gas, ha spiegato: “Per quanto riguarda l’energia, l’Italia, ha fatto presente che bisogna intervenire immediatamente per esempio pensando a uno stoccaggio integrato, a un inventario delle riserve per creare un sistema che protegga tutti i paesi dell’Unione in uguale misura. Nel lungo periodo è sulla strategia delle rinnovabili che bisogna puntare. Ma se i prezzi del gas salgono, si pone un problema anche di finanziare questo percorso. Ed è difficile rinunciare al gas immediatamente per molti Paesi. Il punto di arrivo non possono che essere le rinnovabili. Per risolvere i problemi dei costi di energia e gas ,c’è bisogno di misure più strutturali e di lungo periodo, ma per il momento la Commissione Europea ha proposto soluzioni di breve periodo. Serve una strategia che punti all’autonomia strategica dell’Unione Europea sull’energia, e per questo nel lungo periodo non bisogna dipendere dal gas fornito da altri Paesi”.
Quanto alla querelle con la Polonia sulla primazia del diritto nazionale rispetto ai Trattati UE, teorizzata dalla Corte costituzionale polacca, invece, Draghi ha affermato: “La questione della Polonia non pone alternative. Quello che è stato messo in discussione, non è una legge secondaria dell’Unione, ma il Trattato, una legge primaria. Le regole sono chiare, e qui è stata messa in discussione la base dell’Unione. Bisogna però mantenere un dialogo e una strada politica aperta con la Polonia. Essere chiari sulla difesa dei principi dell’Unione ma disponibili a continuare il dialogo con estremo rispetto delle opinioni divergenti. Nessuno ha dubbi che questo governo sia europeista. Abbiamo detto sin dall’inizio che chi fa parte del governo deve rispettare il diritto dell’Unione e considerare l’Euro un grande successo”, ha risposto il premier a chi gli chiedeva della posizione della Lega in merito al nodo della Polonia. E’ importante aver avuto questa discussione perché lo stato di diritto è al centro della nostra Unione europea, questo principio garantisce fiducia reciproca, certezza del diritto e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Un pilastro fondamentale è l’indipendenza della magistratura, questo è stato al centro della discussione sulla Polonia, abbiamo molta strada da fare. Chiediamo alla Polonia di applicare la sentenza della Corte per reintegrare i giudici dismessi”.
Altro tema al centro del Consiglio UE, quello dell’immigrazione, con questioni come: le azioni della Bielorussia contro le frontiere UE, i movimenti secondari e i finanziamenti per i piani di azione con i Paesi terzi e la richiesta avanzata da alcuni Paesi di utilizzare fondi UE per la costruzione di muri per contenere flussi migratori, sulle quali, il Premier ha chiarito: “Non è vero che c’è un’apertura dell’UE al finanziamento dei muri sulle frontiere esterne. La Commissione non è d’accordo e al Consiglio europeo in tanti non sono d’accordo, compresi noi. Sulle modifiche a Schengen, nel testo iniziale c’era un riferimento che non c’è nel testo finale e siamo soddisfatti. Quanto più è debole la protezione delle nostre frontiere esterne tanto più è forte la pressione sulla limitazione di movimento di persone all’interno. Ecco perché vari Paesi sarebbero stati favorevoli a un cambiamento di Schengen. Io ho sottolineato il fatto che siamo lasciati fondamentalmente soli ma oggi questa situazione è un problema di tutti. L’importante è non dividersi, non ha senso privilegiare un paese o una rotta; la pressione che si esercita al confine tra la Bielorussia e i Paesi Baltici e la Polonia dove l’immigrazione è usata strumentalmente dal regime bielorusso, la pressione che viene dalla Turchia che è destinata a ribilanciare la dimensione esterna dell’Unione, dando al Mediterraneo meridionale la stessa importanza che si dà al Mediterraneo orientale in termini di allocazione di fondi. Il più importante quadro legale sul quale dobbiamo fare progressi è il Patto sulla migrazione e l’asilo. Per una strana eterogenesi dei fini quello che doveva essere un paragrafo sul finanziamento dei muri non contiene questa possibilità, ma ha aperto uno spiraglio sulla discussione sul Patto di asilo e di migrazione, ferma da un anno”.
Passando poi a questioni come il Recovery Plan, la revisione del Patto di Stabilità e Crescita e la riforma delle Pensioni, Draghi, ha detto: “Sul Recovery Plan ,non c’è nessun ritardo e non registro nessuna preoccupazione. Bisogna andare avanti con convinzione e rapidità sull’attuazione degli impegni presi. Abbiamo un anno per parlare di revisione del Patto di Stabilità, c’è tempo per maturare punti di vista che siano realistici. Gli impegni che stiamo prendendo sulle vaccinazioni, sulla salute per affrontare future pandemie, sulle vaccinazione nel resto del mondo, sono di una dimensione tale che andranno affrontati con regole di bilancio diverse: abbiamo un anno per parlarne e affrontarle “in modo realistico. Sulle pensioni spiega che sono oggetto della discussione della legge di bilancio “che presentiamo la prossima settimana. Ho sempre detto che non condividevo Quota 100, che ha durata triennale e non verrà rinnovata. Ora occorre assicurare gradualità nel passaggio a quella che era la normalità”.
Infine, su campagna vaccinale, terza dose e sull’andamento della pandemia, ha evidenziato: “I contagi sono in salita, molto di più in altri Paesi. Finora in Italia sono maggiori di pochi giorni fa, dobbiamo capire se sono maggiori per il numero molto più elevato di tamponi o è frutto di una diffusione del virus. Ciò che è importante è che la campagna di vaccinazione continui ad andare bene. Noi abbiamo vaccinato di più di altri Paesi UE e a dispetto dell’Inghilterra abbiamo mantenuto delle cautele.. La terza dose di vaccino sarà necessaria per certe categorie specialmente, come i più vulnerabili e i più anziani”.
Intanto, a Roma, il Governo è a lavoro sulla Manovra, dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri del Documento Programmatico di Bilancio e in particolare sul superamento del sistema pensionistico sperimentale di Quota100, introdotto dal Governo penta leghista Conte1. Non sembra,infatti, piacere alla Lega la soluzione individuata dal ministro dell’Economia Franco di introdurre degli “scalini” per poi tornare eventualmente alla Legge Fornero. Si tratta di un primo passaggio a un sistema Quota102 nel 2022 (in pensione con 64 anni e 38 di contributi) e di un secondo passaggio nel 2023 al sistema Quota 104 (in pensione a 66 anni con 38 contributi).
Così, l’Esecutivo e il Mef starebbero lavorando a una via mediana: Quota 103(in pensione nel 2022 con 65 anni e 38 di contributi, tenendo presente lo stanziamento di 1,6 miliardi, di cui i primi 600 milioni a disposizione per il 2022.
In disaccordo con Quota 102 e Quota 104, anche i sindacati, i quali evidenziano come non tutti i lavori siano uguali, e come sia necessario tenere presenti le categorie dei lavori usuranti. All’attenzione di Cgil, Cisl e Uil, che hanno chiesto un tavolo di confronto con il Governo, anche la condizione dei giovani, con lavori precari e discontinui e delle donne, di cui si dovrebbe riconoscere la funzione di cura all’interno delle famiglie, conservando il sistema “Opzione donna” che consente , malgrado i tagli, la pensione anticipata a donne con 58 anni (se dipendenti) e 59 (se autonome) e 35 di contributi.
Da risolvere poi anche la questione del Superbonus 110% prorogato fino al 2023 per le case popolari e i condomini, ma non per le facciate e che ha suscitato il malcontento di Lega, M5S e Forza Italia, che chiedono un correttivo.
Inoltre, tensioni , frutto dell’esisto delle elezioni Amministrative, non mancano neppure all’interno dei partiti, con il centrosinistra alle prese con la costituzione di un’alleanza o di una “federazione” , come ipotizzato dal deputato dem Delrio, con il M5S, LeU, Italia Viva e Azione, che però non sembra convincere, né il Presidente pentastellato Conte, che ha sottolineato il “No a un nuovo Ulivo” e all’intesa con Renzi e con Calenda , né questi ultimi, freddi di fronte all’eventualità.
Problemi, anche in casa centrodestra, con il Presidente Berlusconi, deciso ad andare avanti sulla strada della coalizione con la Lega di Salvini e con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, (con cui si rincontrerà nella prossima settimana su richiesta del leader leghista) a dispetto della posizione assunta dai parlamentari e Ministri azzurri, Gelmini, Carfagna e Brunetta della costituzione di un centrodestra “moderato” e non più a trazione sovranista, che riproponga il modello europeo di un’alleanza tra popolari, socialisti e liberali.
A proposito del ministro per la Pubblica Amministrazione, Brunetta, ha presentato oggi ai sindacati, non del tutto convinti , specie la Cisl, e che chiedono un ulteriore controllo, le linee guida del contratto per lo Smart Working.
Nella bozza del documento,si legge: “L’amministrazione pubblica che vuole fare smart working deve garantire “l’invarianza dei servizi resi all’utenza, ma anche un’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza. Non si può quindi fare lavoro agile cinque giorni a settimana ma lo si deve alternare con il lavoro in ufficio. Nell’attività di smart working il dipendente pubblico non potrà usare la propria rete internet domestica per servizio. Si deve fornire il lavoratore di idonea dotazione tecnologica. Per accedere alle applicazioni del proprio ente può essere utilizzata esclusivamente la connessione Internet fornita dal datore di lavoro. Quindi deve essere assicurata “l’adozione di appositi strumenti tecnologici idonei a garantire l’assoluta riservatezza dei dati e delle informazioni trattati durante lo svolgimento del lavoro agile. In nessun caso può essere utilizzato un’utenza personale o domestica del dipendente per le ordinarie attività di servizio. Anche il lavoratore pubblico in smart working avrà diritto ad un periodo di riposo consecutivo giornaliero non inferiore a 11 ore per il recupero delle energie psicofisiche così come prevede il contratto per il lavoro in presenza. La prestazione lavorativa in modalità agile è svolta senza un vincolo di orario nell’ambito delle ore massime di lavoro giornaliere e settimanali stabilite dai CCNL. Il lavoratore può richiedere, ove ne ricorrano i relativi presupposti, la fruizione dei permessi orari previsti dai contratti collettivi o dalle norme di legge quali i permessi per particolari motivi personali o familiari, i permessi sindacali e quelli della legge 104. Nelle giornate in cui si fa smart working , non è possibile effettuare lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio. In caso di problematiche di natura tecnica e/o informatica, e comunque in ogni caso di cattivo funzionamento dei sistemi informatici, qualora lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza sia impedito o sensibilmente rallentato, il dipendente è tenuto a darne tempestiva informazione al proprio dirigente. Se queste problematiche dovessero rendere temporaneamente impossibile o non sicura la prestazione lavorativa l’amministrazione può richiamare il dipendente a lavorare in presenza. Per sopravvenute esigenze di servizio il dipendente in lavoro agile può essere richiamato in sede almeno il giorno prima. Il rientro in servizio non comporta il diritto al recupero delle giornate di lavoro agile non fruite. Da remoto si potranno avere dei permessi, ma non effettuare straordinari e trasferte”.
Un contratto, quello per lo smart working nella P.A., che potrebbe riguardare anche molti giovani neo-assunti e proprio di giovani ha parlato il ministro dell’Economia Franco, che, in un videomessaggio inviato al convegno dei giovani di Confindustria, in corso presso la Stazione Marittima di Napoli, ha dichiarato: “Le prospettive macro economiche sono favorevoli e migliori di quanto si stimasse in primavera. Ci attendiamo una crescita del 6%. Dovremmo recuperare il livello pre-crisi nel secondo trimestre 2022. Sappiamo tutti che ci sono rischi al ribasso”, avverte: “La politica economica continuerà a sostenere l’attività economica. La politica di bilancio resterà espansiva finché il Pil e l’occupazione non avranno recuperato non solo la caduta ma anche la mancata crescita rispetto al 2019. Negli ultimi 10 anni quasi mezzo milione di ragazzi e ragazze se ne sono andati dall’Italia, è una perdita enorme di capitale umano. Cresciamo poco perché non valorizziamo i giovani’. Il vero banco di prova sarà la nostra capacità di innalzare stabilmente e strutturalmente la crescita economica, consentendo ai nostri giovani di studiare e lavorare in Italia: andare all’estero deve essere una libera scelta, non l’unico modo per realizzarsi. Per tornare a crescere occorre che tutto il Paese faccia la sua parte e in particolare lo faccia la classe dirigente. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ‘mette in campo risorse senza precedenti per investimenti, che prevede una forte azione di riforma. Nel complesso il piano e il fondo nazionale complementare stanziano 222 miliardi da impiegare in poco più di 5 anni. Si prevede il raddoppio dei volumi annuali di investimenti fissi realizzati da amministrazioni pubbliche negli ultimi anni. Attuarli non sarà facile ma se sapremo spendere bene nei tempi previsti potrà costituire un punto di svolta per la nostra dotazione di infrastrutture e per la nostra crescita”.
Sul piede di guerra, invece, i tassisti, che oggi hanno scioperato a livello nazionale, sospendendo il lavoro dalle 8:00 di questa mattina fino alle 22:00, e manifestando con i sindacati di categoria, tra cui USB Taxi e Ugl Taxi, nei pressi del Ministero dello Sviluppo Economico, per chiedere la riforma del comparto, con una regolamentazione delle App e protestare contro l’abusivismo nel settore.
Sul fronte Covid19, elaborati dalla cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, i dati settimanali sulla pandemia. In lieve aumento, l’indice di contagio Rt a 0,85,rispetto allo 0,83 della scorsa settimana,e l’incidenza, con 34 casi per ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 29 di una settimana fa.
Ancora in calo, il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva (3,9%, a fronte del 4,1% della settimana scorsa) e dei ricoveri (355 persone ricoverate rispetto alle 370 di una settimana fa) e delle aree mediche (4,2%, rispetto al 4,6% della settimana scorsa) e del numero delle persone ricoverate (2.423 rispetto a 2.6655 di una settimana fa).
Quattro, le Regioni a rischio moderato (Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia e Piemonte), una in più rispetto alla settimana scorsa, mentre le restanti 17 Regioni sono classificate a rischio basso.
In ultimo, secondo il Rapporto della struttura commissariale, guidata dal Generale Figliuolo, nella settimana appena trascorsa sono stati somministrati in tutto 1.269.160 vaccini anti Covid ,di cui 345 mila prime dosi. Segno che il Green pass ha determinati un incremento nella somministrazione dei vaccini, anche se non sembra coinvolgere la fascia d’età tra i 30 e i 50 anni. Dall’inizio della campagna , sono stati somministrati 88.360.760 vaccini, mentre sono ancora 7 milioni e 600 mila , gli italiani che non hanno fatto neanche una dose di vaccino. Le fasce 30-39 e 40-49 sono quelle che si sono immunizzate meno ,con gli under 40 pari al 17,75%, che non hanno ricevuto neppure la prima dose, mentre gli under 50 sono il 17,52%. Molto alta, invece, la percentuale di chi si è vaccinato tra i 20 e i 29 anni: l’80,53%, infatti, ha completato l’intero ciclo vaccinale. Quasi due adolescenti su tre hanno fatto entrambe le dosi: la percentuale sale al 68,27 % per quelli che hanno fatto la prima dose. Sono in 3.041.102 ,tra i 12 e i 19 anni , ad aver completato la vaccinazione, pari al 65,72 % della popolazione in questa fascia d’età.
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