Per l’ultimo appuntamento con la Storia del Teatro, vi proponiamo il ritratto del drammaturgo, regista, poeta e saggista Bertolt Brecht, considerato tra i più rilevanti autori teatrali del Novecento e divenuto celebre grazie a L’Opera da tre soldi, scritta in collaborazione con il compositore e musicista Kurt Weill e rappresentata per la prima volta nel 1928.
di Federica Marengo domenica 4 luglio 2021
1910-1920 . Il Nazionalismo avvolge , come una nube tossica , l’Europa : la Francia , sconfitta in guerra dalla Prussia nel 1870 , costretta dal Trattato di Versailles del 1871 al pagamento di una pesante indennità di guerra , è percorsa da un fervore “revanchista “ che grida vendetta al nemico teutonico.
L’ Inghilterra , sotto l’ala protettiva della sua Regina , Vittoria ( 1837- 1901) , solcando i mari e gli oceani più lontani , conquista il primato coloniale e dà vita ad un fiorente “Impero del commercio”. L’ Italia , da pochi anni unita , eppure così divisa , aspira a diventare uno Stato forte e temibile , espandendo i suoi confini alla ricerca di materie prime e di un mercato a basso costo in cui svendere l’eccedenza industriale.
La Russia , fallito il tentativo di una riforma agraria che abolisse il latifondismo e liberasse dalla schiavitù nelle campagne milioni di contadini , si mobilita in massa contro il regime zarista in preda a deliri panslavisti di unità cristiano-ortodossa e, per questo, decisa ad operare una spietata repressione della minoranza ebraica , ritenuta colpevole del desolante impoverimento della nazione. La Germania , costituitasi come Secondo Reich (Impero) ,dopo essere giunta al comando dell’area centro-orientale grazie all’abile politica del suo cancelliere Bismarck, si afferma come : “Confederazione del nord” , (unione degli Stati tedeschi ), avendo sottratto il ruolo di guida politica e militare all’ Austria , sua sorellastra cattolica .
Le aristocrazie europee , detentrici di feudali privilegi di casta che riservano loro ruoli di spicco nelle corti, negli uffici e nelle amministrazioni di Stato, si avvicinano , di malanimo, al nascente universo dell’iniziativa individuale, del libero mercato e del capitalismo borghese.
Ancora una volta , l’orologio della storia scandisce le ore di un ‘amara lotta di classe, scatenatasi tra gli imprenditori ,proprietari di mezzi di produzione e i lavoratori , possessori di un unico, inestimabile patrimonio : la prole.
E’ tempo , però, che la coscienza di classe maturi : gli operai, i contadini , finanche i soldati, si riuniscono in leghe , in assemblee spontanee , in associazioni chiamate : “sindacati”.
Nascono nuovi partiti : il partito liberale è messo in discussione e deve battersi con l’avversario socialista e con l’oppositore comunista . Proprio in Germania , infatti, si consolida il partito Socialdemocratico , poi divisosi in due correnti distinte : quella “riformista o revisionista ” , volta ad affrancare il lavoratore dalla sua condizione di subordinazione ,mediante la pronta realizzazione di riforme sociali attuate con la collaborazione delle forze liberali disposte al compromesso , quella “rivoluzionaria o radicale” che vede ,per l’appunto, nella rivoluzione l’unica via per il conseguimento di un “apparato socialista” : obiettivo perseguito , se necessario, con la violenza. Proprio in quest’area , si assiste , presto, all’esplosione di un rinato “Sturm und Drang” ; a Monaco come a Berlino , città provate dalla crisi post “Grande guerra” e , segnate dalla precarietà e dalle incertezze della Repubblica di Weimar , intellettuali , artisti , scrittori, fondano movimenti d’avanguardia e riviste quali : “ La tempesta e l’azione” o “ La rivoluzione”.
Questo nuovo empito è ispirato da una suggestione tutt’altro che romantica, l’Espressionismo, la cui definizione è stata fornita dallo scrittore Hermann Bahr : “ Nessuna età è mai stata squassata da tanto orrore , da un così orrendo senso della morte. Mai sul mondo ha gravato un tal silenzio di tenebra. Mai l’uomo è stato così piccolo. Mai ha avuto altrettanta paura. Mai la pace è stata così lontana e la libertà così morta. Ed ecco che l’angoscia leva il suo grido ; l’uomo invoca urlando la sua anima ; tutta la nostra generazione non è che un unico grido d’angoscia . E grido anche l’arte, verso le tenebre profonde , invoca aiuto , invoca lo spirito : e questo è l’ espressionismo”. L’Espressionismo , possiamo aggiungere, è un grido di protesta levato contro un mondo ( quello dell’Impero austro-ungarico) , apparentemente regolare e ordinato , dominato dagl’ideali di uomini borghesi obbedienti e appagati , fondato sulla famiglia, la religione e la potenza militare e che ai giovani collaboratori di questo movimento, appare come fittizio, in quanto cela ,dietro le sue fragili apparenze , un futuro prossimo tragico.
I meccanismi della società borghese , che riducono l’ essere umano ad un reietto e al solo profitto , sono rifiutati da questi ultimi i quali , nonostante tutto , sperano nella salvezza e nel rinnovamento dell’umanità. Se altre avanguardie coeve , come il Futurismo e il Surrealismo , mostrano fiducia nell’era del progresso e delle macchine e inneggiano alla possibilità di una “soprarealtà” con la quale l’uomo possa entrare in contatto , l’Espressionismo ,invece, esclude nettamente ogni ipotesi di comunicazione : “Le cose esistono in sé , non esistono più per l’uomo. A tale stato delle cose cui l’uomo non sa più imporre il metro umano , corrisponde l’uomo staccato dalle cose”. L’impossibilità di comunicare e il rifiuto della società , vengono tradotti dagli espressionisti in moduli rappresentativi ( la deformazione grottesca e la dissacrazione blasfema ) che abiurano i canoni convenzionali , sovvertendoli.
Nell’ambito di tale movimento e, specificamente nel teatro , si distingue la personalità del drammaturgo-poeta : Bertolt Brecht . Egli nacque il 10 febbraio del 1898 ,ad Augusta , in Baviera, da una famiglia di borghesi agiati. Dopo aver studiato per alcuni anni medicina , nel 1920, entrò in contatto , a Monaco e a Berlino, con i gruppi artistici dell’ avanguardia espressionista : “Nuova oggettività”.
Frutto di questi anni giovanili , furono i primi drammi : “ Baal “ ( 1918 ) , “Tamburi nella notte” (1919 ) , “ Nella giungla della città “ ( 1921-24 ) e “ Vita di Edoardo secondo d’ Inghilterra” (1923 ) in cui narrò, con toni cupi , la miseria morale e materiale di emarginati, assassini, prostitute, omosessuali e ragazze madri.
Applicando le tecniche drammaturgiche espressioniste , abbandonò i criteri estetici del teatro classico-aristotelico e, ripudiò i suoi precetti di unità di tempo, luogo e azione, per sposare quelli di un “teatro epico” ovvero : “narrativo”. Rinunciò al consueto processo romantico-decadente dell’identificazione dello spettatore con i personaggi e le vicende rappresentate , evitando all’interno del dramma ciò che potesse generarlo ossia : la descrizione di intense passioni e degli sviluppi psicologici legati ad esse. Lo spettatore , in definitiva, non avrebbe dovuto : “ Tenere gli occhi fissi sulla scena come ammaliato”, riducendosi a mera materia passiva , ma avrebbe dovuto ripristinare la sua “ratio” e la sua capacità di giudizio critico.
Perché il distacco emotivo (“straniamento”) del pubblico avvenisse, l’autore avrebbe dovuto,inoltre : 1) adottare un montaggio di scene non consequenziale , ma slegato per “stazioni” separate le une dalle altre ; 2) inserire riflessioni e commenti sulla vicenda narrata, attraverso canzoni, cartelli, proiezioni e didascalie scritte ; 3) preparare gli attori ad una recitazione che “mostrasse il personaggio “, senza che , questo, venisse interpretato , cosicché gli spettatori fossero coscienti che si trattasse di una pura finzione ; 4) mostrare ad un pubblico “ragionante”: “immagini efficaci della realtà” , di una realtà sociale , storica , soggetta alle modifiche del cambiamento, ma non priva di esemplarità.
Il capolavoro assoluto di questa prima fase del teatro brechtiano fu : “ L’opera da tre soldi” (1928), in cui il drammaturgo tedesco condusse una virulenta polemica anti-borghese , attraverso la storia della sua protagonista : la giovane Polly che , avendo ricevuto un’educazione tradizionale, è obbligata dal padre , Peachum , Re dei mendicanti e strozzino , a sposare un borghese “Ricco ,ben educato e che sappia come si parla ad una signora” (come recita una delle tante canzoni che intercalano il testo, musicate da Kurt Weill ) . Ma la ragazza si invaghisce del bandito Mackie Messer : “Un senza soldi , maleducato e che non sa come si parla ad una signora” e lo sposa , sfidando le ire di Peachum , che incarica il feroce sceriffo Brown di dar loro la caccia . Mackie riuscirà a farla franca, scampando alla morte grazie all’intervento della Regina che gli conferirà addirittura un titolo nobiliare ; ma , come recita la canzone finale : “Simili cose non si verificano quasi mai”.
Brecht è chiaro : in un’ epoca conservatrice e nazista , l’amore , affetto irragionevole e indomabile, può ciò che i principi e l ‘ipocrita morale borghese non possono .
Nello stesso periodo, sul fronte della poesia, pubblicò una raccolta di liriche intitolata : “ Libro di devozioni domestiche” , dal tono ora beffardo ora pietoso.
La seconda fase della drammaturgia brechtiana ( “Ascesa e rovina della città di Mahagonny” del 1929 , “La linea di condotta” , “ L’eccezione e la regola” e “ Santa Giovanna dei Macelli” del 1930 e , “Gli Orazi e i Curizi “ del 1934 ) , fu poi caratterizzata da un attento studio dell’ ideologia marxista e da un’ accurata riflessione sulla società contemporanea .
Lasciando da parte l’Espressionismo e certe deformazioni grottesche , il Nostro autore realizzò , quindi, un “teatro didattico” , esperienza che gli fu utile per comprendere che: “Non c’è insegnamento senza divertimento” .
Nel febbraio del 1933 , dopo l’incendio della Reichstag operato dai nazisti , inviso al regime di Hitler , si recò in esilio , dapprima a Praga, a Vienna, a Parigi e poi, negli Stati Uniti dove rimase per l’intera durata della Seconda Guerra Mondiale ( 1941-1947) , instaurando difficili rapporti con il Governo americano a causa della sua militanza comunista .
In questo difficile periodo, riscoprì nella drammaturgia l’Espressionismo degli esordi con le opere: “Vita di Galileo” ( 1938-39 ) in cui affrontò lucidamente il tema del fallimento della scienza, indifferente alle esigenze delle masse. ; “Madre coraggio e i suoi figli” (1939 ) , storia di una donna che , facendo la vivandiera durante la guerra dei Trent’anni , crede di poter trarre guadagno dal conflitto quando ,invece , “ Ci vuole un coltello molto lungo al tavolo della guerra per potersi tagliare la propria fetta di torta e non sono certo i poveri diavoli a possederlo” ; “ L’anima buona del Sezuan” (1938- 39 ), in cui si interrogò sull’ opportunità di praticare la bontà in un mondo diviso in classi destinate, necessariamente , allo scontro.
Nel 1948 , in piena Guerra fredda , ritornò in Germania , ormai, divisa dalla “cortina di ferro” e, non ottenendo il permesso di soggiorno nel fronte ovest causa dissapori con il Governo degli alleati , si stabilì nel fronte est (dove pure non mancarono screzi con le autorità locali) .
Lì , nel 1949, fondò : il “ Berliner Ensemble” , centro di produzione e di promozione culturale per il quale , come teorico delle scene , scrisse il “ Breviario di estetica teatrale” e , come regista, riprese i suoi drammi , inscenandoli in una tournèe parigina che lo consacrò tra i grandi scrittori del Novecento, giusto un anno prima della morte avvenuta ,a Berlino est , il 14 agosto del 1956.
Se un lettore curioso e interessato volesse individuare nella produzione lirica e teatrale di Bertolt Brecht un testamento morale , non potrebbe che pensare ad una lirica del 1939 intitolata : “A coloro che verranno” , tratta dalla serie di “Poesie di Svendborg” ; bilancio di un uomo che ha vissuto, con viva partecipazione , i problemi e le lotte politico-sociali del suo tempo e che , parlando a nome della sua generazione , rivolge a quelle future un accorato appello , affinché siano clementi nel loro giudizio su chi le ha precedute . Ne riportiamo la strofa conclusiva : “ Voi che sarete emersi dai gorghi / dove fummo travolti / pensate / quando parlate delle nostre debolezze / anche ai tempi bui / cui voi siete scampati . / Andammo noi , più spesso cambiando paese che scarpe / attraverso le guerre di classe , disperati / quando solo ingiustizia c’era , e nessuna rivolta . / Eppure lo sappiamo : anche l’odio contro la bassezza stravolge il viso. / Anche l’ira per l’ingiustizia fa roca la voce . / Oh , noi che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza , noi non si poté essere gentili. / Ma voi , quando sarà venuta l’ora che all’ uomo un aiuto sia l’uomo , / pensate a noi con indulgenza”.
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