A una settimana dalla scomparsa,avvenuta il 6 luglio scorso presso il Campus Bio-Medico di Roma, all’età di novantuno anno, un ricordo del direttore d’orchestra, compositore, arrangiatore, autore di colonne sonore Premio Oscar, Ennio Morricone.
di Federica Marengo domenica 12 luglio 2020
“Il successo viene certo dal talento , ma ancor di più dal lavoro, dall’esperienza e , ripeto, dalla fedeltà: alla propria arte come alla propria donna. Mi sono dato la regola di dare il meglio, sempre. Anche se non sempre si riesce”. Così, il direttore d’orchestra, compositore e arrangiatore Ennio Morricone in un’intervista a Il Corriere della Sera rilasciata qualche anno fa, a proposito del suo rapporto con la musica.
Originario di Arpino (Frosinone), ma nato a Roma il 10 novembre del 1928, da Mario, trombettista, e da Libera , imprenditrice nel settore tessile, cresce insieme con i fratelli Adriano e Aldo e con le sorelle Maria e Franca nel quartiere di Trastevere, manifestando, ancora bambino, l’attrazione per gli strumenti musicali. Infatti, a undici anni, si iscrive al Conservatorio di Santa Cecilia, dove, sotto la guida dei maestri Antonio D’Elia e Goffredo Petrassi, si diploma in tromba e in diverse discipline, quali: strumentazione per banda, composizione e direzione di coro.
Quindi, terminata la formazione accademica, nella prima metà degli anni Cinquanta, entra a far parte di varie orchestre romane e lavora come arrangiatore di musica leggera presso la casa discografica RCA Italiana. Qui, firma le melodie di alcuni successi canori del decennio Sessanta, tra i quali: “Pinne fucile ed occhiali”, “Guarda come dondolo”, “Abbronzatissima”, “O mio Signore”, “Hully gully in 10”, “Sul cucuzzolo”,tutti incisi dal cantante Edoardo Vianello , “Sapore di sale” del cantautore Gino Paoli e “Se telefonando” di Mina, finché, nel 1964 avvia una collaborazione , che durerà fino al 1980 , con il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, istituito qualche anno prima da Franco Evangelisti, per sperimentare e ricercare nuovi metodi musicali nell’ambito dell’improvvisazione.
Poi, attratto dalla composizione di musiche per il cinema, a partire dal 1965 e fino al 1984, stringe un sodalizio con il regista Sergio Leone, suo compagno di classe alle scuole Elementari, componendo le colonne sonore dei suoi “spaghetti Western” (“Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo”, “C’era una volta il West”, “Giù la testa“) e del kolossal sulla mala nella New York del proibizionismo “C’era una volta in America“.
Affermatosi, allora, presso la critica e il pubblico come musicista capace di creare uno stile compositivo “originale” e di spaziare dalla commedia (“Metti una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi, “Bianco, rosso e Verdone” e “Un sacco bello” di Carlo Verdone) al dramma (“Sacco e Vanzetti” di Giuliano Montaldo), dal 1989 al 2016 sposa la poetica struggente del regista Giuseppe Tornatore , componendo le musiche dei pluripremiati film di quest’ultimo: “Nuovo cinema Paradiso”, “L’uomo delle stelle”, “La leggenda del pianista sull’Oceano”, “Malèna”, “La sconosciuta”, “Baarìa”, “La migliore offerta” e “La corrispondenza”.
In seguito, consacratosi a livello internazionale, firma le colonne sonore delle pellicole premiate con l’Oscar: “I giorni del cielo” di Terrence Malick, “Mission” di Roland Joffé, “Bugsy” di Berry Levinson e “The Untouchables-Gli intoccabili” di Brian De Palma.
Vincitore di Nastri d’Argento, David di Donatello, BAFTA, Golden Globe e Leone d’Oro ,il 25 febbraio 2007 riceve il Premio Oscar alla carriera dalla giuria della Academy Award di Hollywood. Animato da curiosità e perennemente alla ricerca di stimoli ( tra le sue esperienze : la realizzazione di un album di brani sinfonici ispirati dalle opere pittoriche dell’artista Eva Fischer, la direzione dell’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano e della Roma Sinfonietta e la scrittura musicale della cantata sacra “Missa Papae Francisci”, dedicata a Papa Bergoglio), il 28 febbraio del 2016 ritira il suo secondo Oscar , vinto grazie alla composizione della colonna sonora della pellicola di Quentin Tarantino “The Hatful Eight“.
Insignito della Medaglia d’Oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte, dei titoli di Commendatore , Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana e della Legion d’onore francesce, in occasione dei suoi novant’anni , compiuti nel 2018, viene celebrato dalla famiglia (la moglie Maria Travia, i quattro figli e i nipoti),dagli amici e dai colleghi, nel corso di una serata tenutasi al Teatro alla Scala, per festeggiare i novant’anni dalla fondazione della banda della Polizia di Stato , durante la quale dichiara: “Ogni volta che ho fatto un lavoro, per me, è stato un appuntamento importante. Per lavorare bene devo diventare amico del regista. Il primo film è quello che viene un po’ meno bene. Ma dal secondo, terzo, quarto, lavorando con lui, ci si conosce bene, si diventa amici, ci si stima , ci si dice le cose senza imbarazzo, ma con sicurezza. Credo sia necessario migliorarsi sempre,continuamente. Un musicista deve essere a totale servizio della musica…nel mio caso, al servizio di un regista e del suo film ed io spero di esserlo ancora per un po’, ma non posso fare pronostici per il futuro!…”.
Premiato ancora una volta nel gennaio del 2020 per la sua carriera ineguagliabile, nel corso di un evento organizzato dal Senato della Repubblica, si è spento all’alba del 6 luglio scorso, all’età di novantuno anni, presso il Campus Bio- Medico di Roma dove era ricoverato per via di una caduta e della conseguente rottura del femore.
Salutato dai familiari con esequie celebrate per suo stesso volere in forma privata presso la cappella dell’Ospedale, seguite dalla sepoltura presso il cimitero Laurentino, ha lasciato un ultimo messaggio, un necrologio, nel quale ha scritto: “C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare”, e dopo essersi congedato da figli e nipoti, ha rivolto l’estremo pensiero alla moglie: “Saluto per ultima, Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio”.
© Riproduzione riservata