di Federica Marengo sabato 22 novembre 2025

-La Presidente del Consiglio Meloni, si trova da ieri a Johannesburg, in Sudafrica per partecipare al G20 , vertice composto dalle principali economie sviluppate ed emergenti del mondo, quali: Germania, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Stati Uniti, Francia, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Regno Unito, Repubblica Sudafricana, Russia, Turchia e Unione Europea, di cui il Paese ha assunto la presidenza dal Brasile il 1° dicembre del 2024 e che passerà agli USA alla fine del mese.
Il summit, cui hanno preso parte anche la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen e il Presidente del Consiglio Ue, Costa, articolato in due giornate e , aperto dal discorso del Presidente sudafricano Ramphosa, nella mattinata è stato incentrato sui temi della crescita economica inclusiva e sostenibile, del commercio, del finanziamento dello sviluppo e della questione del debito e ha visto un primo intervento della Premier.
Al termine della prima sessione , si è quindi tenuto il pranzo di lavoro e la foto di famiglia.
Nel pomeriggio , poi, si è svolta la seconda sessione di lavori, dedicata ai temi della resilienza globale, della gestione del rischio di disastri, dei cambiamenti climatici, della transizione energetica equa e dei sistemi alimentari, nella quale la Presidente Meloni ha tenuto un secondo intervento e che è stata seguita da un ricevimento, offerto dal Presidente del Sudafrica Ramaphosa.
La Premier , nel suo primo intervento ha sottolineato: “E’ impossibile parlare di un modello di cooperazione e sviluppo per il futuro senza l’Africa. Altri prima di me hanno parlato di questo ‘spirito di Ubuntu’, parte della cultura di questa Nazione, secondo il quale noi “definiamo ciò che siamo in relazione all’altro”. Sono ovviamente d’accordo ma vorrei aggiungere che, nel mondo interconnesso che viviamo, noi cresciamo, o arretriamo, in relazione all’altro. Lo abbiamo visto molto chiaramente in questi ultimi anni, con gli effetti del cambiamento climatico, della crisi pandemica, dell’ingiustificata guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, e voglio dire che l’Italia è pronta a lavorare con i suoi partner europei e americani per raggiungere una pace giusta, così come l’Italia sta già contribuendo in Medio Oriente a consolidare un risultato fragile ma molto importante. Ad ogni modo, sappiamo che questi fenomeni hanno impattato ben oltre i confini nei quali si consumavano.
Per questo è inevitabile la cooperazione, ed è per questo che serve una crescita basata su regole condivise, e relazioni commerciali realmente eque. Ora conosciamo molto bene gli effetti reali della globalizzazione sfrenata, molto distanti da quelli che ne venivano decantati. Ha verticalizzato e concentrato la ricchezza, ha moltiplicato la povertà e ha indebolito la democrazia e le reti di protezione sociale. E sono errori che non possiamo ripetere. L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha bisogno di essere ripensata, e deve essere chiaro a tutti che i partenariati sono reali solo quando sono paritari e generano benefici a tutti gli attori coinvolti”.
Poi, la Presidente del Consiglio Meloni, proseguendo il suo discorso, si è soffermata sul Piano Mattei per il Continente africano: “Questa è la filosofia che ha guidato l’Italia attraverso la lente del Piano Mattei per l’Africa. Un modo nuovo di guardare al continente africano, non come un problema ma come una opportunità; non fare lezioni dall’alto verso il basso, ma con rispetto. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge già 14 Nazioni africane – numero che intendiamo aumentare ogni anno – e che può contare su sinergie ben strutturate con l’Unione Africana, le Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie internazionali e l’Unione Europea con il Global Gateway.
I risultati che sta producendo sono fatti. Penso al Corridoio di Lobito tra Angola e Zambia per collegare e far prosperare regioni oggi isolate, al quale stiamo dando un contributo importante. Penso all’apertura a Roma dell’AI Hub for Sustainable Development, che coinvolgerà centinaia di start-up africane per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Penso all’utilizzo delle acque reflue nell’ambizioso progetto TANIT in Tunisia per il recupero di terreni improduttivi. Le priorità sulle quali investiamo sono condivise con le Nazioni africane, e sono reali. Salute, agricoltura, acqua, infrastrutture, e soprattutto formazione. Perché nulla si può fare se non si valorizza il capitale umano. Come tutti sanno, penso che nessuno possa davvero pensare di aiutare il continente africano semplicemente accettando che centinaia di migliaia di giovani africani paghino i trafficanti per raggiungere l’Europa. Per questo, insieme alla Nigeria, e in partenariato con la Global Partnership for Education, abbiamo lanciato una campagna per raccogliere 5 miliardi di dollari e migliorare l’istruzione di 750 milioni di bambini in diverse Nazioni. Ma per costruire un’Africa capace davvero di competere ad armi pari, ovviamente non possiamo ignorare il peso del debito che grava su molte delle Nazioni di questo Continente. L’Italia ha dunque deciso di ridurre, nei prossimi dieci anni, il debito dei Paesi a reddito medio basso del 50% e soprattutto di riconvertire l’intero debito dei Paesi meno sviluppati in piani di investimento per quei Paesi. Una scelta che considero una scelta di giustizia e di responsabilità, che speriamo altri seguiranno. Crediamo che sia questa la strada giusta per costruire sviluppo, e lo possiamo fare insieme, con umiltà e soprattutto con rispetto dell’altro”.
Nel suo secondo discorso, invece, la Premier, parlando di cambiamento climatico e dei sistemi alimentari, ha detto: “Sappiamo tutti che nessuno può affrontare da solo sfide globali come il cambiamento climatico e la vulnerabilità dei sistemi alimentari. Come membri del G20 abbiamo la responsabilità condivisa di trovare una strada, ma sappiamo anche che quella strada deve basarsi sul buon senso.
A mio avviso, dobbiamo abbandonare una volta per tutte un dogmatismo ideologico che sta provocando più danni che benefici. In Europa, ad esempio, sono state fatte scelte in passato che hanno messo in ginocchio interi settori produttivi, e senza che questo producesse un beneficio reale sulle emissioni globali. In Africa, approcci dogmatici che non tengono conto delle specificità delle nazioni africane, imposti da partner stranieri, rischiano per paradosso di rafforzare vecchie dinamiche di dipendenza.
E’ una strategia perdente, e quindi serve trovare un punto di equilibrio pragmatico tra la necessità di limitare le emissioni e il rischio tanto di compromettere i sistemi produttivi più avanzati, quanto di impedire a quelli più deboli di affermarsi.
La sfida, a nostro avviso, è affermare il principio della neutralità tecnologica, perché non c’è una sola soluzione capace di costruire in tempi rapidi una solida alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili, ma anche perché questo sprona la ricerca, l’innovazione e una competizione virtuosa. Il mix energetico deve essere equilibrato, e deve combinare tutte le tecnologie a disposizione. Rinnovabili, gas, idrogeno, biocarburanti, sistemi di cattura della CO2, oltre alla ricerca sul nucleare da fusione, che consentirebbe di cambiare la storia, producendo energia pulita, sicura e illimitata.
Questo è l’approccio che ispira l’Italia, e sul quale mettiamo in ogni sede a disposizione competenze industriali, capacità tecnologiche, nuovi strumenti finanziari e cooperazione con le altre nazioni. Ad esempio, abbiamo avviato investimenti nel Continente africano per un valore complessivo di quasi due miliardi e mezzo di euro, a finanziamento di progetti che vanno dalla costruzione di grandi impianti rinnovabili a soluzioni innovative per la produzione e lo stoccaggio.
Anche sul fronte dei sistemi alimentari, l’Italia continua a fare la sua parte: abbiamo co-organizzato con l’Etiopia l’ultimo Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, stiamo mettendo a disposizione dei nostri partner africani il nostro know-how agroalimentare e costruiamo con loro partenariati pubblico-privati che garantiscono risultati concreti. Lo sperimentiamo con successo in Algeria, ad esempio, dove lavoriamo insieme per recuperare oltre 36 mila ettari di deserto per produrre fino a 45 mila tonnellate di cereali e legumi in più all’anno, generando benefici per oltre 600 mila persone. Ora stiamo replicando questo esperimento in Senegal, Ghana e Congo, e ambiamo a coinvolgere altre Nazioni del continente.
Vorrei essere chiara nel concludere il mio intervento: il nostro obiettivo non è quello di creare dipendenza; il nostro obiettivo è quello di sostenere l’autosufficienza, perché crediamo nella dignità delle persone, crediamo nella libertà delle Nazioni e crediamo nella forza delle partnership autentiche”.
Tuttavia, a margine del summit, la Presidente Meloni ha partecipato alla riunione della coalizione dei Volenterosi (Germania, Regno Unito, Norvegia, Giappone, Canada, Australia, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Francia, Italia, Spagna) sulla guerra in Ucraina, convocata dai vertici Ue, Costa e von der Leyen, dopo l’ultimatum USA a Kiev riguardo l’ok da parte dell’Ucraina al Piano di Pace in 28 punti elaborato da Washinton e Mosca.
Di Ucraina e delle principali crisi internazionali, la Premier ha parlato anche con il Premier canadese Carney, nel bilaterale tenuto con quest’ultimo, sempre a margine dei lavori del G20, nel quale è stato fatto il punto “sull’attuazione delle priorità sancite dalla Dichiarazione Congiunta adottata lo scorso giugno in occasione del G7 in Canada, con particolare attenzione ai settori chiave”.
Numerose le consultazioni tra i Capi di Stato e di Governo Ue sull’elaborazione di un piano di pace da contrapporre a quello USA-Russia.
Quindi, il Presidente del Consiglio Ue, Costa, la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, il Primo Ministro canadese Carney, il Presidente finlandese Stubb, il Presidente francese Macron, il Primo Ministro Martin, la Premier Meloni, la Premier giapponese Takaichi, il Primo Ministro Schoof, il Primo Ministro spagnolo Sánchez, il Primo Ministro britannico Starmer, il Cancelliere tedesco Merz e il Primo Ministro norvegese Støre, hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Accogliamo con favore i continui sforzi degli Stati Uniti per portare la pace in Ucraina. La bozza iniziale del piano in 28 punti comprende elementi importanti che saranno essenziali per una pace giusta e duratura. Riteniamo pertanto che la bozza costituisca una base che richiederà ulteriore lavoro. Siamo pronti a impegnarci per garantire che la pace futura sia sostenibile. Siamo chiari sul principio che i confini non devono essere modificati con la forza. Siamo inoltre preoccupati per le limitazioni proposte alle forze armate ucraine, che renderebbero l’Ucraina vulnerabile a futuri attacchi. Ribadiamo che l’attuazione degli elementi relativi all’Unione Europea e alla NATO richiederebbe il consenso rispettivamente dei membri dell’UE e della NATO. Cogliamo l’occasione per sottolineare la forza del nostro continuo sostegno all’Ucraina. Continueremo a collaborare strettamente con l’Ucraina e gli Stati Uniti nei prossimi giorni”.
Inoltre, il Presidente del Consiglio Ue, Costa, ha annunciato che i 27 leader dell’UE si riuniranno lunedì durante un vertice UE-Africa a Luanda per discutere una proposta di pace per l’Ucraina redatta dagli Stati Uniti, affermando: “La bozza statunitense del piano in 28 punti include elementi importanti che saranno essenziali per una pace giusta e duratura. Siamo pronti a impegnarci per garantire che la pace futura sia sostenibile”.
Domani, un rappresentante dell’Italia, sarà a Ginevra, in Svizzera, per partecipare alle consultazioni tra funzionari di USA , Ucraina, Francia , Regno Unito e Germania sull’accordo di pace per Kiev.
Sul piano di pace USA per Kiev, il ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione internazionale e Vicepremier, Tajani , in un punto stampa al Forum sul commercio internazionale di Torino, ha dichiarato: “L’Europa deve essere protagonista dell’accordo sull’Ucraina. Non potrebbe non essere così , visto che ha inflitto sanzioni alla Federazione russa. Per arrivare a un accordo complessivo serve anche la partecipazione europea”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, ha evidenziato: “Le piace o non le piace il piano Trump? Cosa dice l’Italia del piano Trump? Cosa pensa l’Europa del piano Trump? Non mi sembrano le domande giuste. L’unica cosa che interessa e deve interessare é la reazione delle parti in campo, al piano Trump per por fine alla guerra in Ucraina. Il primo punto è che ne stanno parlando sia la Russia che l’Ucraina: tutte e due le nazioni hanno detto che si può ragionare di un piano che porti alla fine della guerra. Questo è il fatto più importante. Non perché lo dica l’Ucraina che chiede una pace giusta da tre anni ma perché lo ha detto anche la Russia. Ora occorrono mille passi, mille discussioni, mille fratture da ricomporre, mille forzature, mille interlocuzioni, per raggiungere una mediazione che sia accettata in primis dal popolo che si è sacrificato per 1003 giorni nel tentativo di difendere la propria esistenza. Ho scritto apposta popolo perché é quello che abbiamo cercato di aiutare a resistere in questi anni, il popolo e la nazione Ucraina. L’ho detto ieri e lo ribadisco oggi: il piano proposto é a mio avviso molto duro nei confronti dell’Ucraina e contiene punti che penso non potranno mai essere accettati ma lo considero il punto di inizio di una trattativa che tutti auspichiamo e per la quale tutti dobbiamo impegnarci senza tregua. Trump ci ha ormai fatto capire, con i dazi, con Gaza ed in molti altri scenari, quale sia la sua tattica: provoca, blandisce, forza, accarezza un giorno, schiaffeggia quello successivo. Per settimane ha pressato sulla Russia usando la leva del petrolio ed ora le offre un’uscita dal cul de sac dove si è infilata. É sbagliato quindi chiedere alle altre nazioni o all’Europa o alla Comunità internazionale cosa pensa dei 28 punti. É giusto che nessuno parli ma tutti lavorino per costruire 28, 25, o 32 punti, accettabili dalle parti, che pongano fine alla guerra, consentano all’Ucraina di avere un futuro di sicurezza e scongiurino lo spettro dell’allargamento della guerra all’Europa. Lo ripeto: non mi interessa un giudizio sul piano ma usarlo per far ripartire il dialogo e far cessare il suono tremendo delle centinaia di bombe, missili e droni che anche nelle scorse 24 ore, come nei 1002 giorni precedenti, hanno massacrato l’Ucraina. Va fatto subito. Nelle scorse 24 ore sono morti più di 1000 esseri umani, russi ed ucraini. Come nelle 24 ore precedenti e come nelle prossime 24. Questa è la guerra, questo è il nemico da combattere, l’avversario da sconfiggere. Forse questo piano imperfetto ci dà l’occasione di provarci. Lavoriamo per renderlo giusto e possibile”.
Sul fronte della politica interna, nel corso del Consiglio dei Ministri, svoltosi giovedì 20 novembre, sono stati approvati una serie di provvedimenti, tra cui : un decreto-legge che introduce misure urgenti per assicurare la continuità operativa degli stabilimenti ex-ILVA.
Come riportato dal comunicato stampa di Palazzo Chigi : “Il testo affronta contestualmente questioni finanziarie, ambientali e sociali. Si autorizza Acciaierie d’Italia S.p.A. in amministrazione straordinaria a utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento ponte – risorse indispensabili per garantire la continuità degli impianti – fino a febbraio 2026, data in cui è attesa la conclusione della procedura di gara per l’individuazione dell’aggiudicatario. I restanti 92 milioni del finanziamento sono già stati destinati agli interventi essenziali sugli altoforni, alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, agli investimenti ambientali connessi alla nuova AIA e al Piano di Ripartenza. Sul fronte dei lavoratori, il decreto stanzia ulteriori 20 milioni per il biennio 2025-2026, consentendo allo Stato di farsi carico dell’integrazione fino al 75% del trattamento di cassa integrazione giornaliera straordinaria, finora sostenuta direttamente da ADI. Il provvedimento interviene inoltre sul Fondo per gli indennizzi ai proprietari di immobili del quartiere Tamburi, permettendo che le somme residue del 2025 possano essere utilizzate per integrare gli indennizzi parziali riferiti alle domande presentate l’anno precedente.
Si apportano anche alcuni chiarimenti in relazione al regime giuridico delle aziende in amministrazione straordinaria e viene riconosciuto ad ADI un indennizzo relativo ai contributi per le imprese a forte consumo di energia (energivore), in particolare per gli sconti sulle forniture energetiche e per le quote ETS”.
Approvati anche: un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di investimenti e di produzione di energia da fonti rinnovabili, quali le norme in materia di crediti d’imposta del Piano Transizione 5.0, al fine di incentivare le imprese che investono in beni strumentali che permettano una riduzione dei consumi energetici e modifiche alle norme relative alle modalità di individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; un disegno di legge volto all’istituzione del Registro Unico Nazionale dei Dispositivi Medici Impiantabili; un provvedimento , volto a creare un sistema di protezione unitario a livello europeo per eccellenze come il vetro di Murano, le ceramiche di Caltagirone, i gioielli e i prodotti tessili, affiancandosi alla tutela già prevista per le IG in ambito agricolo, per superare l’attuale frammentazione, in cui molti Stati membri si affidavano solo a marchi o norme sulla concorrenza sleale; un decreto legislativo che, in attuazione della delega al Governo sulla riforma fiscale introduce disposizioni in materia di terzo settore, crisi d’impresa, sport e imposta sul valore aggiunto; cinque decreti legislativi in esame definitivo.
Via libera del Consiglio dei Ministri anche all’ ipotesi di accordo sindacale per il personale dirigente delle Forze di Polizia (a ordinamento civile e militare) e delle Forze Armate relative ai trienni 2018-2020 e 2021-2023; la dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza del perdurare degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina, il cui costo è stimato nel limite di 2 milioni di euro; la dichiarazione di preminente interesse strategico nazionale del programma di investimento estero “Piombino Metinvest Adria”, (in esame preliminare) ,la nota metodologica relativa alla determinazione dei fabbisogni standard per le province e le città metropolitane per il 2025; la candidatura dell’Italia ad ospitare la sede della nuova Autorità doganale europea (EUCA) nella Città di Roma.
Infine, nel corso del Consiglio dei Ministri, la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli ha svolto una informativa in merito agli eventi organizzati in occasione della Giornata internazionale sulla disabilità del 3 dicembre 2025.
In merito alla proroga al 2036 delle norme sull’Iva per il Terzo Settore, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano ha dichiarato: “La proroga al 2036 delle norme sull’IVA per il Terzo Settore, approvata oggi dal Consiglio dei ministri, è un risultato positivo e concreto. Il confronto con la Commissione europea ha permesso di riconoscere la specificità delle prestazioni che gli enti benefici svolgono nei confronti dei propri associati. Questo rinvio assicura la necessaria continuità operativa e la semplificazione degli adempimenti burocratici per una vasta platea di associazioni, tutelando efficacemente la loro missione sociale. Si è raggiunta una soluzione che garantisce stabilità al Terzo Settore, preservando il suo ruolo essenziale nel tessuto sociale della Nazione”.
Sempre il 20 novembre, si è svolto a Palazzo Chigi, un vertice di maggioranza sul Disegno di legge di bilancio, al quale hanno partecipato la Presidente del Consiglio, Meloni, i Vicepresidenti Tajani e Salvini, il leader di Noi Moderati, Lupi, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, il Viceministro Leo e i Presidenti dei Gruppi parlamentari di maggioranza del Senato.
Al riguardo, Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota: “Nel corso dell’incontro, proficuo e costruttivo, la maggioranza ha proseguito il lavoro sugli aggiustamenti a Ddl di bilancio relativi anche ai temi oggetto di confronto negli ultimi giorni, tra cui: gli affitti brevi, l’estensione dell’iperammortamento, il regime fiscale sui dividendi, l’ampliamento esenzione dell’Isee sulla prima casa, e le misure per favorire l’emersione dell’oro da investimenti. È stata inoltre prevista una riunione conclusiva per la prossima settimana, alla luce delle proposte emerse e su cui il Governo sta proseguendo l’attività di approfondimento”.
Restando nell’ambito della politica economica del Governo, nella serata di ieri , l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato il giudizio sull’Italia, promosso da “Baa3” a “Baa2” con l’assegnazione di una prospettiva stabile da positiva, innalzamento del rating che non avveniva dal 2002.
La Presidente del Consiglio Meloni ha così commentato la promozione: “Accogliamo con grande soddisfazione l’upgrade di Moody’s sull’Italia, un risultato importante che non avveniva da 23 anni. Questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l’impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori. Desidero ringraziare in particolare il ministro Giorgetti per lo sforzo costante e scrupoloso nella gestione dei conti. La promozione di Moody’s è una conferma della fiducia dei mercati non solo nel governo, ma nell’Italia tutta”.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti ha dichiarato: “Siamo soddisfatti della promozione di Moody’s, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, via libera unanime della Camera alla proposta di legge di Modifica dell’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso.
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