di Federica Marengo giovedì 3 luglio 2025

-Proseguono gli attacchi delle forze israeliane sulla Striscia. Secondo Al Jazeera, sono almeno 82 le persone uccise dall’alba di oggi, di cui 33 in attesa di aiuti nei centri di distribuzione di Gaza, sostenuti da USA e da Israele. Altre 12 persone poi, sono state uccise in un raid su una scuola che ospitava sfollati.
Inoltre, secondo l’Onu, Israele avrebbe bloccato le consegne di carburante nella zona nord di Gaza e , in seguito a ciò, sarebbe ferma l’assistenza ospedaliera.
Intanto, il Presidente USA Trump ha annunciato che Tel Aviv ha accettato la proposta, mediata dagli USA insieme con Qatar ed Egitto, di un cessate il fuoco di 60 giorni, in cambio della liberazione di 10 ostaggi vivi e dell’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia.
Tuttavia, il Premier israeliano Netanyahu , che oggi , tra le proteste di una parte della comunità, si è recato per la prima volta in visita al kibbuz Nir Oz, tra le comunità che hanno sofferto maggiormente il massacro del 7 ottobre, ha ribadito che la guerra non terminerà fino a quando Hamas non sarà distrutta e tutti gli ostaggi saranno riportati a casa.
Hamas ha aperto a un accordo, ma solo a patto che si lavori per la fine della guerra e una sua delegazione è stata inviata al Cairo, dove si è recata anche una delegazione qatariota.
A sostenere il cessate il fuoco anche la Turchia. Nella tarda serata di ieri , infatti, il ministro degli Esteri turco Fidan ha incontrato una delegazione di Hamas ad Ankara. Secondo i media turchi, il ministro degli Esteri Fidan, ha premuto perché il cessate il fuoco venga accettato, in quanto sarebbe un primo passo verso una pace duratura.
Inoltre, lo stesso ministro Fidan ha ribadito l’impegno a lavorare per una soluzione che preveda la creazione di uno Stato palestinese.
Proprio l’agenzia turca Anadolu, citando fonti bene informate, ha fatto sapere che: “Hamas è incline ad accettare la proposta qatariota-egiziana per lo scambio di prigionieri e il cessate il fuoco, sebbene non abbia ancora preso una decisione definitiva. Hamas sta tenendo consultazioni con diverse fazioni e forze palestinesi prima di consegnare la sua risposta ufficiale ai mediatori” e che “Stati Uniti, Egitto e Qatar hanno fornito “ampie garanzie” per l’attuazione dell’accordo” (senza specificarne i dettagli) e indicando che la Turchia potrebbe essere aggiunta ai Paesi garanti. Tuttavia, ”ci sono ancora in corso discussioni su diversi dettagli tecnici”, tra cui “i meccanismi per l’ingresso degli aiuti umanitari, le mappe per il ritiro delle forze e le disposizioni per il periodo successivo alla tregua di 60 giorni”, qualora questo lasso di tempo non fosse sufficiente per raggiungere un accordo definitivo per la fine del conflitto in corso. Secondo le fonti, Hamas presenterà la sua risposta ufficiale ”entro i prossimi due giorni al più tardi”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani, a margine di un evento tenutosi a Roma, ha detto: “Sulla tregua a Gaza ci auguriamo che Hamas accetti le proposte che sono state fatte e sosteniamo la posizione di Egitto e Qatar. Ieri ho parlato con i ministri degli Esteri di Qatar ed Egitto proprio al fine di poter incoraggiare la popolazione affinché sostenga la proposta americana. Da questo punto di vista faremo il possibile per un cessate il fuoco”.
Poi, in merito all’Iran, in audizione davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato sugli esiti del vertice Nato svoltosi a L’Aja, il Vicepremier e ministro Tajani, ha sottolineato: “Abbiamo accolto con preoccupazione la decisione del parlamento iraniano di voler bandire l’Agenzia Onu per l’energia atomica (Aiea) dal Paese. Chiediamo che questa presa di posizione venga riconsiderata, perchè l’Aiea e il suo direttore Grossi, a cui rinnoviamo il nostro sostegno, possano offrire un contributo prezioso per la pace”.
In merito, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in un post social , ha scritto: “L’Iran rimane impegnato nei confronti del TNP (Trattato di non proliferazione) e del suo accordo di salvaguardia. In conformità con la nuova legislazione, scaturita dagli attacchi illegali contro i nostri impianti nucleari da parte di Israele e degli Stati Uniti, la nostra cooperazione con l’Aiea sarà canalizzata attraverso il Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale iraniano per ovvie ragioni di sicurezza”.
La guerra in Medio Oriente è poi stata al centro del colloquio telefonico avuto oggi tra il Presidente USA Trump e il Presidente russo Putin , in cui, secondo quanto riferito dal consigliere diplomatico russo, Ushakov, il Presidente russo Putin ha sollecitato l’omologo americano Trump a cercare una soluzione diplomatica ai conflitti in Medio Oriente, inclusa la recente guerra tra Iran e Israele.
Secondo l’agenzia russa Ria Novosti, che cita il Cremlino, “Vladimir Putin e Donald Trump hanno discusso anche della situazione riguardante l’Iran e hanno convenuto di continuare i contatti tra loro su questo tema”.
©Riproduzione riservata