di Federica Marengo giovedì 3 luglio 2025

-Nella notte, sono proseguiti i raid russi su diverse regioni dell’Ucraina. In particolare, le forze di Mosca hanno colpito con 52 droni Poltava , dove 2 persone sono state uccise e 11 ferite, e Odessa, dove 47 persone sono state ferite.
Intanto, il portavoce del Pentagono ha confermato il taglio alla fornitura di alcune armi a Kiev, spiegando che gli USA non possono dare armi a tutti e che devono pensare alla propria difesa.
Si tratta, quindi, di una marcia indietro rispetto all’ipotesi di un nuovo invio di armi ventilata dal Presidente USA Trump nell’ultimo vertice della Nato all’Aja del 24 e del 25 giugno.
Tra le forniture che gli USA vorrebbero sospendere , proprio ora che Mosca sta intensificando gli attacchi e controlla circa il 20% del territorio ucraino, vi sarebbero i sistemi di difesa aerea Patriot, che garantiscono all’Ucraina la protezione dai raid missilistici russi.
Il Presidente ucraino Zelensky, commentando la notizia inaspettata, nel suo discorso serale alla popolazione, ha dichiarato: “In un modo o nell’altro dobbiamo garantire la protezione al nostro popolo” e ha sottolineato di essere in attesa di un chiarimento da parte degli USA.
Il ministro degli Esteri ucraino Sybhia, invece, ha ribadito la proposta già fatta al Presidente Trump di comprare o affittare missili.
Tuttavia, la Danimarca, neo-presidente di turno dell’Ue, ha proposto alle aziende ucraine che producono armi di trasferirsi in territorio danese. Proprio in Danimarca, ad Aarhus, si è recato quest’oggi il Presidente Zelensky , che ha incontrato la Premier Frederiksen, la quale, sottolineando la necessità di intensificare la pressione su Mosca con nuove sanzioni, ha dichiarato: “La presidenza danese farà tutto il possibile per aiutare l’Ucraina nel suo percorso verso l’adesione all’Ue. Dobbiamo rafforzare l’Ucraina da un lato e indebolire la Russia dall’altro. Lo stiamo facendo aumentando il supporto militare, perché l’Ucraina è essenziale per la sicurezza dell’Europa”.
Sempre la Premier Frederiksen, nella conferenza stampa con la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto: “Dobbiamo rafforzare il nostro sostegno all’Ucraina. In questo momento, l’Ucraina sta combattendo per tutti noi. Non vedo alcun segno che Putin voglia la pace, e non credo per un secondo che Putin intenda fermarsi con l’Ucraina. Pertanto, dobbiamo mettere l’Ucraina nella migliore posizione possibile. L’Unione Europea deve indebolire ulteriormente l’economia russa. Dobbiamo aumentare le sanzioni, bloccare l’importazione di gas russo e prendere di mira la flotta ombra russa. L’Ucraina fa parte della nostra famiglia europea, ed è stato molto importante per noi che il Presidente Zelensky abbia potuto unirsi a noi qui oggi ad Aarhus. La nostra famiglia europea non sarebbe completa senza la sua presenza. Dobbiamo aumentare il nostro sostegno all’Ucraina. In questo momento, l’Ucraina sta combattendo per tutti noi”.
Poi, sulla decisione USA di interrompere le forniture di alcune armi a Kiev, la Premier danese Frederiksen ha sottolineato: “Certo, se gli Stati Uniti decidessero di non fornire all’Ucraina ciò di cui ha bisogno, sarebbe un grave passo indietro per l’Ucraina, per l’Europa e per la Nato, perché, come immagino entrambi abbiamo già detto, la guerra in Ucraina non è mai stata solo una questione ucraina. Questa è una guerra sul futuro dell’Europa. Naturalmente, osserveremo con attenzione le decisioni prese a Washington. Speriamo che il partenariato transatlantico, anche riguardo all’Ucraina, continui a funzionare. E’ importante per tutti noi; se ci saranno delle lacune, credo che dovremo colmarle”.
La Presidente della Commissione Ue, von der Leyen , a sua volta, ha dichiarato: “Da parte mia, non posso che raccomandare di utilizzare Safe ora, 150 miliardi di euro di prestiti congiunti. Gli Stati membri possono prendere questi soldi e acquistare equipaggiamento militari e darli all’Ucraina, oppure possono prenderli e investirli nell’industria della difesa ucraina, estremamente efficiente. Il presidente Zelensky ci ha detto che questa industria della difesa, che è altamente efficiente, ha una capacità di cui solo il 60% viene utilizzato, quindi c’è spazio per un ulteriore 40% di capacità da finanziare da parte dei nostri Stati membri, ad esempio. E Safe è lo strumento a disposizione. Lo abbiamo approvato in 71 giorni. Credo che questo dimostri anche il senso di urgenza che è necessario”.
Inoltre, in Danimarca, secondo RBC-Ucraina , che cita l’ufficio stampa dell’Ufficio del Presidente ucraino Zelensky e del ministro della Difesa dell’Ucraina Umerov, l’Ucraina e un’ azienda americana hanno firmato “un memorandum per espandere la produzione di droni, che prevede l’ampliamento delle capacità produttive dell’azienda e la fornitura prioritaria di droni moderni all’Ucraina, a condizioni speciali e a prezzo di costo”.
In merito, il Presidente Zelensky ha dichiarato: “La visita in Danimarca inizia con un passo importante per la nostra difesa. È stato raggiunto un accordo sulla cooperazione ucraino-americana nella produzione di droni, compresi i droni intercettori: una priorità assoluta. Un’occasione per firmare un accordo con la solida azienda americana Swift Beat, che prevede la produzione di centinaia di migliaia di droni solo quest’anno, con il potenziale di aumentare significativamente la produzione nel prossimo anno. Intercettori per distruggere droni e missili nemici, quadricotteri per la ricognizione e la regolazione del tiro, e droni da attacco a lungo raggio: tutti questi saranno prodotti in numero molto maggiore per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi di difesa e proteggere la vita degli ucraini. Oggi, continueremo il nostro lavoro in Danimarca e su nuovi accordi di questo tipo, incentrati su produzione, sviluppo e difesa congiunte”.
Lo stop alla fornitura di armi USA a Kiev, che secondo Politico sarebbe stata decisa dal sottosegretario alla Difesa americano, all’insaputa del segretario alla Difesa Rubio e , che non vedrebbe d’accordo parte del partito dei repubblicani, sarà tra i temi al centro del colloquio telefonico tra il Presidente Trump e il Presidente Zelensky, che a detta del Financial Times, che cita fonti dell’Amministrazione USA, dovrebbe avvenire il 4 luglio.
Quest’oggi, invece, come annunciato dal Presidente russo Putin, vi è stato un colloquio telefonico con il Presidente USA Trump.
Al termine della conversazione telefonica, il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, ha reso noto che “Durante il colloquio con Donald Trump, “il Presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato la disponibilità di Mosca a proseguire il processo di negoziazione con l’Ucraina”.
Ushakov, ha poi precisato che, durante la telefonata, non è stato toccato il tema della sospensione delle forniture di alcune armi americane all’Ucraina e che “il Presidente russo Vladimir Putin ha sollecitato l’omologo americano Donald Trump a cercare una soluzione diplomatica ai conflitti in Medio Oriente, inclusa la recente guerra tra Iran e Israele”, sottolineando “l’importanza di risolvere tutte le controversie e le tensioni esclusivamente attraverso mezzi politici e diplomatici”.
Il Presidente russo Putin, presente al forum “Idee forti per una Nuova Era”, dove ha tenuto un intervento, ha fatto sapere che: “La Russia è a una “svolta” nello sviluppo dei sistemi d’arma senza pilota, come i droni. Abbiamo prestato molta attenzione ai sistemi senza pilota, ultimamente stiamo senza dubbio attuando una svolta in questo settore oggi. Ho parlato con alcuni colleghi di questo abbastanza di recente e possiamo vedere buoni progressi nella robotica in generale e nei sistemi senza pilota in particolare”.
Ieri, il Cremlino, aveva commentato in maniera positiva la notizia del taglio USA alla fornitura di alcune armi a Kiev, evidenziando: “Meno armi vengono inviate e più vicina è la fine del conflitto”.
La guerra in Ucraina è stata poi al centro dell’Udienza che Papa Leone XIV°, ha avuto oggi, con il Presidente della Polonia Duda e , dei colloqui con il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Restando in Polonia, secondo il Wall Street Journal, le armi statunitensi già presenti in Polonia e dirette verso l’Ucraina, sono state bloccate, inclusi sistemi avanzati di difesa aerea e missili di precisione.
Nella giornata di ieri, invece, Papa Leone XIV° ha ricevuto in Udienza in Vaticano la Presidente del Consiglio Meloni e una delegazione del Governo. La Premier ha poi tenuto un colloquio con il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
Al centro dei bilaterali con la Santa Sede, anche il tema della guerra in Ucraina e l’impegno dell’Esecutivo per la pace.
Il Governo italiano, inoltre, è al lavoro sulla Conferenza per la ripresa dell’Ucraina , che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio, riguardo cui il Vicepremier e ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione internazionale Tajani, durante il Question Time in Senato e, in audizione con il ministro della Difesa Guido Crosetto sugli esiti del vertice della Nato, ha detto: ” Lavoreremo affinché la Conferenza di Roma per la ricostruzione dell’Ucraina che si svolgerà i prossimi 10 e 11 luglio possa essere un trampolino di lancio per la pace, anche attraverso maggiori investimenti nel Paese. L’assistenza militare all’Ucraina deve procedere di pari passo con la cooperazione in ambito civile. Abbiamo voluto fare dell’impegno per la ricostruzione una cifra fondamentale della nostra azione”. Quindi, ha proseguito, ”aiuteremo l’Ucraina nella ricostruzione, contribuendo al suo programma di riforme e al suo percorso di adesione all’Unione europea. Stiamo registrando un forte interesse e ci aspettiamo la presenza attiva di numerose imprese, di cui quasi 500 italiane’. L’Italia vuole essere protagonista del futuro dell’Ucraina, sostenendola nella ricostruzione, nel suo programma di riforme e nel suo percorso di adesione all’Unione Europea. Nell’ambito della Conferenza per la ricostruzione, in programma a Roma il 10 e 11 luglio, riuniremo 4.000 partecipanti da oltre 90 Paesi: delegazioni ufficiali, molte a livello di Capi Stato e di Governo – imprese, rappresentanti dei rispettivi Parlamenti, delle autonomie locali e della società civile. Sarà il più grande evento dell’anno dedicato alla ripresa e alla ricostruzione dell’Ucraina.
Assumeremo impegni concreti nelle quattro dimensioni su cui abbiamo lavorato in questi mesi: settore privato, riforme, comunità locali, capitale umano”.
Poi, sul via libera Ue a nuove sanzioni alla Russia, il Vicepremier e ministro Tajani ha detto: “Il vertice Nato che all’Aja è stato un’occasione per ribadire il sostegno dell’Alleanza all’Ucraina. Il Presidente Putin deve dimostrare di volere il dialogo, i fatti fino a questo momento ci dicono che questa volontà non c’è.
Per mantenere la pressione su Mosca non possiamo escludere il ricorso a nuove sanzioni. Solo così potremo accrescere i costi imposti alla Russia per la prosecuzione di questa guerra”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, in merito all’ultimo vertice Nato all’Aja, ha dichiarato: “Si è condivisa con gli alleati la preoccupazione della crescente minaccia della Russia. Non ci sono segnali di riconversione della produzione russa a scopi civili, neanche in caso di cessate il fuoco. Nonostante le perdite umane, 200 mila soldati nel primo semestre 2025 e oltre un milione dall’inizio del conflitto. La Russia è riuscita a mobilitarne altri 300 mila in sei mesi senza erosione del consenso interno. Per il solo 2025 Mosca potrà disporre di oltre 1500 carrarmati, 3000 corazzati, 400 missili Iskander, migliaia di missili di vario tipo, decine di migliaia di bombe aeree e oltre un milione di droni. Arriveranno a 1,6 milioni i militari effettivi e a 5 milioni le riserve. Solo ieri sono stati 167 idroni e 60 i missili usati per attaccare l’Ucraina, in un singolo giorno. E’ di ieri la notizia non ancora confermata di 25-30 mila coreani inviati sul fronte ucraino. L’economia di guerra assorbe il 43% della spesa russa. Gran parte di questi armamenti viene assegnata a riserve strategiche”.
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