di Federica Marengo lunedì 12 maggio 2025

-Nelle scorse ore, Hamas, tramite nota, ha fatto sapere che avrebbe liberato quest’oggi il soldato israelo-americano , rapito il 7 ottobre del 2023, nell’ambito degli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco” a Gaza e la riapertura dei valichi per gli aiuti umanitari, dicendosi disponibile anche “ad avviare immediatamente intensi negoziati e a compiere seri sforzi per raggiungere un accordo definitivo per mettere fine alla guerra, scambiare i prigionieri di comune accordo e gestire la Striscia di Gaza tramite un organismo indipendente e professionale”.
Il Presidente USA Trump ha così commentato la notizia in un post sulla sua piattaforma : “Sono grato a coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa notizia monumentale. Spero sia il primo degli ultimi passi necessari per porre fine a questo brutale conflitto”.
Quindi, l’Idf ha dichiarato il cessate il fuoco da mezzogiorno per prepararsi al rilascio dell’ostaggio, avvenuto, poi ,nel pomeriggio, a nord della città di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, dove questi è stato consegnato, senza il palco-show, agli operatori della Croce Rossa e, successivamente, alle truppe israeliane.
Il soldato israelo-americano potrebbe volare in Qatar dove a Doha incontrerà il Presidente Trump, in visita dal 13 al 16 maggio in Medio Oriente e nei Paesi del Golfo, e l’emiro qatarino.
L’ufficio del Premier israeliano Netanyahu ha fatto sapere che Israele non è tenuto a dare niente in cambio per la liberazione dell’ostaggio da parte di Hamas e che la guerra a Gaza continuerà. Infatti, nel comunicato si legge: “Gli Stati Uniti hanno informato Israele dell’intenzione di Hamas di rilasciare il soldato E.A. come gesto di rispetto verso gli americani, senza alcuna compensazione o condizione. Gli Stati Uniti hanno comunicato a Israele che questa mossa dovrebbe portare all’avvio di negoziati per il rilascio degli ostaggi, secondo il piano originale di Witkoff, che Israele ha già accettato. Israele si sta preparando all’eventualità che questa mossa si concretizzi. Secondo la politica israeliana, i negoziati si svolgeranno sotto pressione, con l’impegno di raggiungere tutti gli obiettivi di guerra”.
Successivamente, lo stesso Premier Netanyahu ha dichiarato: “Il rilascio di un ostaggio israeliano-americano annunciato da Hamas non porterà a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, né al rilascio dei detenuti palestinesi. I negoziati per un possibile accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza saranno condotti sotto il fuoco nemico. Israele sta preparando un’intensificazione dei combattimenti”.
Intanto, proprio alla luce della liberazione dell’ostaggio israelo-americano, l’inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Witkoff, è atterrato in Israele. Si prevede che incontrerà il Premier Netanyahu e altri alti funzionari.
Quanto ai negoziati in Qatar dei giorni scorsi, secondo Haaretz, che cita sue fonti, i collaboratori dell’inviato del Presidente Usa, Witkoff, avrebbero guidato i negoziati con il capo negoziatore di Hamas e con i membri dell’ufficio politico, che si sarebbero mostrati disponibili ad accettare un accordo parziale che comporterebbe il rilascio di dieci ostaggi, in cambio della garanzia da parte degli Stati Uniti che la guerra finisca al termine delle fasi dell’intesa.
Inoltre , sempre secondo Haaretz, “Hamas avrebbe proposto di operare esclusivamente come organizzazione politica, con il suo arsenale di armi posto sotto la stretta supervisione egiziana, ma questo passaggio dei negoziati dovrebbe essere discusso in fasi successive dei colloqui, a condizione che Israele accetti di andare avanti”.
Nel frattempo, sono proseguiti gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza , dove , nelle ultime ore, almeno 17 persone sono state uccise.
Per l’Italia, la Presidente del Consiglio, Meloni ,nelle dichiarazioni congiunte alla stampa rilasciate con l’omologo greco Mitsotakis, al termine del vertice intergovernativo Italia-Grecia, ha sottolineato: “Sul Medio Oriente continuiamo a lavorare per la fine delle ostilità, l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, appoggiando il lavoro che i Paesi Arabi stanno portando avanti per tracciare un quadro regionale di pace e di sicurezza che a nostro avviso deve includere anche la prospettiva dei Due Stati. In questo quadro credo che sia molto importante anche la missione nella Regione che sta per compiere il presidente Trump. Penso che dagli Stati Uniti possa arrivare un impulso decisivo”.
Sul fronte della Siria, invece, i media locali hanno reso noto che il Presidente siriano Ahmad al Sharaa potrebbe essere presente domani a un incontro multilaterale col Presidente USA Trump in Arabia Saudita.
Il Presidente Trump ,infatti, sarà domani a Riad dove incontrerà il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Muhammad Bin Salman, il Presidente libanese Joseph Aoun e il Presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen).
Infine, l’agenzia di stampa curda Firat ha fatto sapere che: “Lo scioglimento dell’organizzazione separatista curda Pkk avverrà in tre diverse fasi e avrà luogo sotto la supervisione delle Nazioni Unite”.
Tuttavia, una fonte militare delle Forze democratiche siriane, l’ala siriana del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), ha affermato all’Ansa che “le forze curdo-siriane non intendono smantellare la struttura armata dell’organizzazione senza prima aver negoziato nei dettagli un accordo completo con il governo provvisorio di Damasco, rappresentato dall’autoproclamato presidente Ahmad Sharaa”.
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