di Federica Marengo martedì 29 aprile 2025

-L’incontro di sabato scorso ai funerali di Papa Francesco tra il Presidente USA Trump e il Presidente ucraino Zelensky, la guerra in Ucraina e la nuova proposta della tregua di tre giorni per la festa della Vittoria, avanzata dal Presidente russo Putin, la mediazione dell’Italia tra USA e Ue sui dazi e i prossimi provvedimenti in materia di sicurezza sul lavoro che il Governo intende approvare sono stati tra i temi al centro dell’intervista rilasciata dalla Presidente del Consiglio Meloni al quotidiano Il Corriere della Sera.
In merito all’incontro nella Basilica di San Pietro tra Trump e Zelensky e sul perché non fosse presente, la Premier ha risposto che la presenza degli altri leader non c’entrava e che non ha pensato di doverci essere, sottolineando come , secondo quanto riportatole, a detta dei protagonisti, quell’incontro abbia rappresentato “un punto di svolta”, “forse l’ultimo regalo di Papa Francesco, meritevole di un “funerale imponente e senza intoppo”.
Riguardo al possibile vertice tra USA e Ue, la Presidente Meloni ha detto di ritenere “necessario rinsaldare l’Alleanza Atlantica non solo militarmente” in quanto, “nel frattempo, altre potenze si stanno facendo avanti per prevalere negli equilibri mondiali” e non è conveniente né per l’Europa né per gli USA che ciò accada”. Inoltre, la Premier ha evidenziato che, proprio a tal fine, “è giusto che l’Europa contribuisca in maniera più marcata alla propria sicurezza”, perché senza difendersi anche da soli “non si può pensare di essere al sicuro in un mondo che cambia a velocità vertiginosa”.
Quindi alla domanda sul ruolo di mediazione dell’Italia, la Premier ha evidenziato come la “vocazione dell’Italia sia quella di avvicinare il più possibile le due sponde dell’Atlantico per rafforzare l’Occidente inteso come civiltà e non come semplice spazio geografico o insieme di interessi” e che fare ciò “non sarà facile, perché ci sono punti di vista differenti su alcune questioni”, ma che è convinta che sia “possibile e necessario trovare un punto di incontro”.
Quanto ai tempi del possibile incontro tra l’amministrazione USA e i vertici Ue, la Presidente Meloni ha risposto che non vi è una data fissata e che “serve tempo perché gli incontri portino a risultati”, sottolineando come “oggi i tempi non siano ancora maturi” e come all’Italia interessi “portare a casa un accordo vero che serva all’Italia in primo luogo, come all’Europa e agli USA”, che “sia senza fretta ma ben fatto”.
In merito al luogo dove tale incontro potrebbe svolgersi, se a Roma o a Bruxelles, la Premier ha risposto che se sarebbe “un grande riconoscimento se venisse scelta Roma, perché l’Italia viene vista come un Paese amico e come sede sì europea ma non “controparte”, ma che , se la scelta ricadesse su Bruxelles o altrove, vi sarà stato comunque un merito per il governo italiano.
Riguardo all’amicizia con l’amministrazione USA, accusata di “spaccare in due non solo l’America ma il mondo”, la Presidente Meloni ha sottolineato che il Presidente Trump non spacca l’America e il mondo e che anche del suo governo si era detto che avrebbe spaccato l’Italia, definendo tali valutazioni “superficiali e infantili” e , replicando alle opposizioni, che “le alleanze fondamentali dell’Italia con i Paesi partner non cambiano in base a chi vince le elezioni” e che per il governo “l’interesse nazionale viene prima di ogni cosa”, mentre “per altri prevale l’appartenenza ideologica”.
Ancora, riguardo alla possibile trattiva di pace tra Mosca e Kiev e al ruolo dell’Italia, la Presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina e “agli sforzi di Trump” per la pace, dicendosi “contenta che Zelensky si sia detto disponibile a un cessate il fuoco incondizionato, dimostrando che anche l’Ucraina vuole la pace”, ma che “ora è la Russia che deve dimostrare la stessa cosa, perché la tregua di tre giorni annunciata da Putin per l’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale è una cosa diversa, e decisamente insufficiente e la pace dovrà essere giusta e duratura, il che significa soprattutto solide garanzie di sicurezza”.
Quindi, la Premier ha rilanciato la proposta dell’Italia di “una soluzione ispirata all’articolo 5 del Trattato di Washington, anche fuori dal Trattato Nato”.
Infine, in merito alla Primo Maggio, festa dei lavoratori e delle lavoratrici, la Presidente Meloni ha annunciato che il Governo è al lavoro su “interventi concreti per la sicurezza sul lavoro, perché è inaccettabile che ogni giornata sia scandita da morti e infortuni”.
Per questo, l’Esecutivo metterà “a disposizione importanti risorse” che intende “utilizzare confrontando le sue proposte con quelle dei sindacati e delle associazioni datoriali, per poi “valutare insieme cosa è più utile per la sicurezza dei lavoratori”.
Proprio la sicurezza sul lavoro, al centro degli eventi del Primo Maggio promossi da Cgil e Uil, è stato tra i temi toccati dal Presidente della Repubblica Mattarella nel suo intervento tenuto stamane, nel corso della visita a Latina , insieme con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Calderone, presso un’azienda leader nella fornitura di servizi all’industria farmaceutica focalizzata nell’oncologia innovativa e nella produzione di nuovi biofarmaci per l’immunoterapia, alla vigilia delle celebrazioni della Festa del Lavoro.
Pertanto, in un passaggio del suo discorso, il Capo dello Stato ha sottolineato: “Quella delle morti del lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che, nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione. Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione. È evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato. Riguarda le istituzioni, riguarda le imprese, riguarda i lavoratori. Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo maggio unitario. Tra due giorni celebreremo la data simbolo del 1° maggio: la Festa del Lavoro. Un lavoro che non può essere quello di consegnare alla morte, ma che sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come persona. Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso. La Repubblica è fondata sul lavoro. Il lavoro è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale”.
Il Presidente della Repubblica Mattarella , si è poi soffermato anche sul tema dei dazi introdotti dagli USA, riguardo cui ha detto: “Su altro versante si affacciano nuovi rischi, derivanti dalle prospettive di ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili. Prospettive che, inoltre, producono effetti negativi sull’economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese”.
Inoltre, il Capo dello Stato, pur rilevando i “segnali incoraggianti sui livelli di occupazione” ha evidenziato la questione dei livelli salariali troppo bassi per il nostro Paese: “Permangono, d’altro lato, aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Quel documento nota che l’Italia “si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008”, nonostante l’avvenuta ripresa a partire dal 2024. Questo mentre, a partire dal 2022, la produttività è cresciuta. Sappiamo tutti come le questioni salariali siano fondamentali per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso. Salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia. Incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione. Questi fenomeni impoveriscono il nostro “capitale umano”.
Il Presidente Mattarella , quindi, nel suo intervento, ha affrontato la questione del calo demografico e della difficile reperibilità di lavoratori e lavoratrici in determinati comparti e di come a sopperire a tale calo non bastino neppure le migrazioni dall’estero e , a proposito di migrazioni, citando Papa Francesco, ha sottolineato: “Peraltro il trattamento dei migranti , con salari che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali , se non addirittura con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza. Il carattere della nostra società italiana è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l’articolo 36 della nostra Costituzione. “Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano”: sono le parole di Papa Francesco nel giorno di Pasqua, nel suo ultimo messaggio al mondo”.
Infine, il Capo dello Stato ha invitato al dialogo tra sindacati, imprese e istituzioni , perché: “Conviene sempre investire nel dialogo, aiuta a raggiungere mete di progresso, come è stato con l’invenzione, nel secolo scorso, dello Stato sociale. È questo un tema fondamentale dell’agenda pubblica”, sottolineando: “ Tutto attorno a noi cambia velocemente. Tanti lavori di qualche decennio or sono non esistono più. Nuove occupazioni si affacciano. E altre ancora sorgeranno presto nella società. Quel che non tramonta è il carattere del lavoro, come espressione della creatività e della dignità umana. Nei cambiamenti, permanente il suo valore di libertà e di coesione”.
Tornando a Roma e all’agenda dell’Esecutivo, la Presidente del Consiglio Meloni ha partecipato quest’oggi al quarto Vertice intergovernativo Italia-Turchia presso Villa Pamphilj, al termine del quale si è svolta la cerimonia di firma di dieci accordi siglati e le dichiarazioni congiunte alla stampa della Premier e del Presidente turco Erdogan.
Al centro del bilaterale tra la Premier e il Presidente turco Erdogan, il rafforzamento della collaborazione e delle intese negli ambiti: energia , industria , difesa e telecomunicazioni.
Tra gli accordi firmati da Italia e Turchia in ambito difesa: l’accordo per una collaborazione nello sviluppo dei velivoli senza pilota, per cui droni da sorveglianza e da attacco sia a terra che in volo e velivoli da guerra potranno essere progettati, sviluppati e prodotti dalla joint-venture tra l’azienda italiana Leonardo e l’azienda turca Baykar, con l’obiettivo di conquistare il mercato europeo.
Altro accordo, nel settore delle telecomunicazioni, quello tra Tim Sparkle e Turkcell, per connettere la Turchia all’Italia e all’ecosistema europeo delle telecomunicazioni, con la realizzazione di una dorsale digitale all’avanguardia lunga circa 4.000 chilometri “che attraverserà il Mediterraneo e migliorerà la connettività tra l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia”.
In merito alla collaborazione energetica, oltre all’approvvigionamento di gas naturale, “ l’Italia intende cogliere le opportunità che possono arrivare in prospettiva sia per le rinnovabili sia per l’idrogeno”.
Consolidate anche la cooperazione nell’ambito dello spazio, nello sviluppo infrastrutturale e nei trasporti, a partire dall’alta velocità ferroviaria e nell’ambito culturale, nei settori archeologico e archivistico, e nello sport”.
Quanto all’intesa commerciale, essendo l’Italia il primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo e il secondo in Europa, con 400 imprese italiane in loco e, avendo il commercio tra i due Paesi superato i 32 miliardi di dollari nel 2024, segnando una crescita del 15% rispetto ai 26 miliardi del 2023, è stato fissato un nuovo obiettivo, ovvero quello “di arrivare nel medio periodo a un interscambio che raggiunga i 40 miliardi di dollari”.
Tuttavia, nel corso del bilaterale sono stati affrontati anche dossier internazionali come la guerra in Ucraina, con la Presidente del Consiglio che ha sottolineato il ruolo di mediazione svolto da Ankara tra Kiev e Mosca soprattutto per “far fronte all’impatto sulla sicurezza alimentare”; la situazione nella Striscia di Gaza , con la Premier Meloni che ha dichiarato: “A Gaza la situazione è sempre più tragica, l’Italia sostiene gli sforzi dei Paesi arabi per lavorare non solo a un piano di ricostruzione credibile della Striscia ,ma anche a un quadro di pace e di sicurezza duraturo a livello regionale”, seguita dal Presidente turco Erdogan che ha sottolineato come sia prioritario ripristinare il cessate il fuoco a Gaza e l’ingresso degli aiuti umanitari.
Tra i temi del bilaterale anche : la Siria, e il sostegno al processo di ricostruzione del Paese e a un nuovo governo democratico e rappresentativo di tutte le realtà ; la piena stabilizzazione della Libia, con la mediazione delle Nazioni Unite e la cooperazione in ambito migratorio.
A tal proposito, la Presidente del Consiglio Meloni ha evidenziato: “L’accordo con Ankara ha portato in questi anni al sostanziale azzeramento delle partenze di immigrati irregolari dalle coste turche. Per questo ringrazio ovviamente il Presidente Erdogan e i suoi ministri. Intendiamo continuare a lavorare in questa direzione, approfondendo sempre più la nostra cooperazione. In particolare nella lotta alle organizzazioni criminali e ai trafficanti di esseri umani”.
Nelle sue dichiarazioni alla stampa, il Presidente Erdogan, che ha invitato la Premier Meloni e il Presidente della Repubblica Mattarella in Turchia, ha confermato gli obiettivi commerciali, sottolineando: “Non ci sono dubbi sul fatto che economia e commercio siano il motore dei rapporti. Oggi abbiamo aggiornato il nostro obiettivo: 40 miliardi di dollari e sono convinto che raggiungeremo il nostro obiettivo in poco tempo. Oltre agli intensi legami storici tra i nostri due Paesi, anche l’approccio coraggioso e determinato della Presidente Meloni su molte tematiche ha avuto un ruolo importante in questa coesione”.
Confermata dal Presidente Erdogan anche la cooperazione energetica: “Siamo pronti a lavorare nella nostra casa comune, nella regione del Mediterraneo, su progetti energetici che andranno a beneficio di entrambi i nostri Paesi e naturalmente di tutta la regione”, così come quella in ambito industriale, dello spazio e della difesa, in ambito culturale e nel contrasto all’immigrazione irregolare.
Riguardo alla guerra in Ucraina, Erdogan ha ribadito che: “La Turchia continuerà ad essere impegnata per ogni sforzo possibile per una soluzione alla guerra , per il sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina in quanto attore effettivo anche della sicurezza del Mar Nero”.
Nel pomeriggio, il Presidente turco Erdogan si è recato anche in Vaticano per incontrare il Segretario di Stato, cardinale Parolin e al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica Mattarella.
A seguire, Erdogan ha partecipato a Villa Pamphilj, insieme con la Presidente Meloni ,al Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Turchia.
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