di Federica Marengo 25 aprile 2025

-Stamane, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, il Presidente della Repubblica Mattarella ha deposto una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto, all’Altare della Patria. Presenti alla cerimonia, insieme al Capo dello Stato: i Presidenti di Senato e Camera La Russa e Fontana, la Presidente del Consiglio Meloni, il ministro della Difesa Crosetto, il Presidente della Corte Costituzionale, Amoroso , il sindaco di Roma Gualtieri e autorità civili e militari.
Poi, al termine della cerimonia, il Presidente della Repubblica Mattarella e il ministro della Difesa Crosetto si sono recati a Genova, città Medaglia d’oro al valor militare dove, il Capo dello Stato, all’arrivo, ha deposto una corona d’alloro alla lapide dei Caduti della Resistenza, presso il Cimitero monumentale di Staglieno.
A seguire, il Presidente Mattarella ha tenuto un intervento nel corso della cerimonia celebrativa svoltasi al Teatro Nazionale Ivo Chiesa, alla quale erano presenti anche rappresentanti del Parlamento, della Corte Costituzionale, il Presidente della Regione Liguria, il Vicesindaco e il Vicesindaco metropolitano.
Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha sottolineato: “Dalla Liguria è venuta allora una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sulle ragioni di fondo che si opponevano al dominio dell’uomo sull’uomo, si opponevano a un conflitto nato non per difendere la propria comunità ma come aggressione alla libertà di altri popoli”, ricordando poi la figura del partigiano “Bisagno”, Aldo Gastaldi, “comandante della Divisione Garibaldi-Cichero, protagonista di un impegno per la Patria, la giustizia, la libertà, considerato come servizio d’amore, oltre che esercizio di responsabilità”, Medaglia d’oro al valor militare e prossimo alla beatificazione.
Quindi, il Presidente Mattarella ha rievocato i fatti avvenuti nel 1945 e i caratteri della Resistenza ligure “solidamente collegata ai centri di Torino e di Milano”, che coinvolse le popolazioni nelle vallate, nelle città e nelle fabbriche e ha evidenziato come il contributo “militare” recato dalla Resistenza sia stato decisivo per il crollo della Linea Gotica costruita dai tedeschi per ostacolare la risalita della penisola da parte degli Alleati e del Corpo Italiano di Liberazione.
Poi, il Capo dello Stato ha sottolineato come l’obiettivo della Resistenza fosse quello di “raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli”, in quanto “In gioco erano le ragioni della vita contro l’esaltazione del culto della morte, posto come estrema disperata consegna dalle bande repubblichine”.
A seguire, il Presidente della Repubblica Mattarella ,ricordando Luciano Bolis, esponente del Partito d’Azione, Medaglia d’argento al valor militare, sepolto a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli, ha posto in evidenza che: “Anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili europee”, e che “Difendere la libertà dei popoli europei è compito condiviso”, perché “Ora, l’eguaglianza, l’affermazione dello Stato di diritto, la cooperazione, la stessa libertà e la stessa democrazia, sono divenuti beni comuni dei popoli europei da tutelare da parte di tutti i contraenti del patto dell’Unione Europea e “La libertà delle diverse Patrie è divenuta la liberazione dell’Europa da chi pretendeva di sottometterla”.
Ancora, il Capo dello Stato ha citato il partigiano “Fiodor”, (Fiodor Andrianovic Poletaev), giunto dalla Russia, ucciso nella battaglia di Cantalupo il 2 febbraio 1945, cui la Repubblica Italiana ha voluto conferire la Medaglia d’oro al valor militare e a cui è stata intitolata una strada di Genova.
Citato dal Presidente Mattarella anche Sandro Pertini, settimo Presidente della Repubblica, inviato dal CLNAI, riguardo cui ha detto: “La sua figura induce a ricordare che la partecipazione politica è questione che contraddistingue la nostra democrazia. È l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà. Da questi principi fondativi viene un appello: non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità. Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà”.
A seguire, evocato dal Presidente della Repubblica anche l’Arcivescovo di Genova, il Cardinale Pietro Boetto , “dichiarato “giusto fra le nazioni” per il soccorso prestato agli ebrei , la cui mediazione tra forze tedesche e partigiani portò a siglare la resa del comando tedesco nella sua residenza di Villa Migone, tra il generale Meinhold e il presidente del CLN Remo Scappini (“Giovanni”), e il partigiano Pittaluga, Paolo Emilio Taviani, che “la mattina seguente annunciò la liberazione di Genova”.
Infine, il Capo dello Stato, ricordando in un passaggio del sui discorso, anche Papa Francesco, ha sottolineato, come , con la Liberazione: “Si apriva la stagione dei diritti umani delle persone e dei popoli, per prevenire i conflitti, per affermare che la dignità delle persone non si esaurisce entro i confini dello Stato del quale sono cittadini. Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri. È la grande lezione che ci ha consegnato Papa Francesco. Nella sua “Fratelli tutti”, ci ha esortato a superare “conflitti anacronistici” ricordandoci che “ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte…Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti”. Ecco perché è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata. A Genova si espresse e si affermò il respiro della libertà. Un’anima che non sarebbe mai stata tradita. Un patto, un impegno, che non sarebbero venuti meno neppure quando, negli anni ‘70, il terrorismo tentò di aggredire le basi della nostra convivenza democratica. E dalle fabbriche venne una risposta coraggiosa, esigente, che si riassume nel nome di Guido Rossa. La sua testimonianza appartiene a quei valori di integrità e coraggio delle persone che, anche qui, edificarono la Repubblica”.
Il Presidente del Senato La Russa, nel suo intervento tenuto ieri, nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile svoltesi nell’Aula di Palazzo Madama, ha auspicato che: “ L’anniversario della Liberazione diventi una data di tutti”, e che si vada nella direzione di “un comune riconoscimento dei valori che nascono dalla sconfitta del fascismo e dalla liberazione dall’occupazione nazista e che trovano nella Costituzione la massima espressione”, sottolineando: “Sono passati 80 anni , è un tempo breve rispetto all’eternità ma lunghissimo rispetto alla storia degli uomini e delle nazioni. Forse è il tempo sufficiente perché si guardi con sempre maggiore condivisione, e mai con strumentalizzazione, a quello che fu uno dei momenti fondanti dell’antica storia d’Italia, del nostro popolo e della nostra nazione”.
Il Presidente della Camera Fontana, che pure ieri ha presieduto alla Camera le celebrazioni per il 25 aprile, nel suo messaggio ha evidenziato: “Il 25 Aprile è il simbolo di un popolo che ha scelto la libertà contro la barbarie, la democrazia contro l’oppressione. Ottant’anni fa, l’Italia seppe rialzarsi grazie al coraggio di uomini e donne che, animati da idee e sensibilità diverse, si unirono nella Resistenza per sconfiggere il nazifascismo. Celebrare questo giorno è un doveroso tributo alla memoria di chi ha combattuto per assicurare un futuro di pace e di giustizia alle generazioni a venire, guidando il Paese verso la ricostruzione. La loro memoria guida e rafforza l’impegno per una società saldamente fondata sulla libertà, la democrazia e la pace”.
Per la Presidente del Consiglio Meloni: “In questa giornata, la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana. La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico. Oggi rinnoviamo il nostro impegno affinché questa ricorrenza possa diventare sempre di più un momento di concordia nazionale, nel nome della libertà e della democrazia, contro ogni forma di totalitarismo, autoritarismo e violenza politica”.
Presente alle celebrazioni svoltesi questa mattina al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, il Vicepremier e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani , che ha dichiarato: “Oggi è la festa di tutti gli italiani. La festa del Tricolore non è una festa di parte. Sobrietà significa fare tutto senza violenza. Senza grida ma ricordando il sacrificio di tante vittime cadute per la libertà. Deve essere un monito anche per il futuro. Basta dittatura”.
Si sono svolti poi anche due cortei : uno, a Milano, a cui ha partecipato la segretaria del Pd Schlein insieme con altri esponenti del partito, e l’altro a Roma. Riguardo al 25 aprile , la segretaria dem, ha dichiarato: “È la festa che consente tutte le altre. Viva l’Italia antifascista. Oggi ricordiamo il sacrificio di chi ha dato la vita per la libertà e per quella che sarebbe poi stata la nostra Costituzione antifascista. Il nostro impegno quotidiano anche oggi in mezzo a tutte queste persone è continuare ad attuare quella meravigliosa Costituzione e pensare a chi ancora oggi si vede negate troppe libertà dal punto di vista dei salari, della dignità, della sicurezza sul lavoro, della cura delle persone. La costituzione è ancora il nostro faro e va attuata fino in fondo. Buona liberazione a tutti”.
Domani, 26 aprile, invece, la Premier Meloni e numerosi capi di Stato e di governo parteciperanno in piazza San Pietro ai funerali di Papa Francesco, già commemorato dalle Camere riunite il 23 aprile.
Il 22 aprile, giorno dopo la scomparsa del Pontefice, il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta della Premier Meloni e del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Musumeci, un decreto-legge contenente disposizioni urgenti ai fini dell’organizzazione e della gestione delle esequie del Santo Padre e della cerimonia per l’inizio del ministero del nuovo Pontefice.
Come reso noto da Palazzo Chigi nel suo comunicato: “Il provvedimento consente al Capo della Protezione civile pro tempore, Fabio Ciciliano, l’adozione di ordinanze ai sensi dell’articolo 25 del Codice della protezione civile (decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1), senza previa dichiarazione dello stato di emergenza, al fine di garantire l’ordinata partecipazione dei fedeli alle esequie e alla successiva cerimonia di inizio del nuovo pontificato, e in particolare per: coordinare le attività connesse alla mobilità, all’accoglienza (anche sanitaria) e all’assistenza della popolazione; definire ed attuare le iniziative dirette al conseguimento urgente della disponibilità di beni, forniture e servizi “necessari e strumentali”; assicurare quant’altro occorra per il corretto e funzionale svolgimento degli eventi previsti”.
Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha disposto che il Capo della Protezione civile: “possa operare in deroga ad atti di indirizzo che disciplinano l’organizzazione di manifestazioni pubbliche ad alto impatto, fermo restando tuttavia la necessità della previa intesa del Ministero dell’interno nei casi in cui le deroghe riguardino le materie dell’ordine pubblico e della sicurezza; possa ricorrere alle procedure di cui all’articolo 140 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, che prevede che l’esecuzione dei lavori e l’acquisizione dei servizi e delle forniture di somma urgenza può essere affidata in forma diretta e in deroga alle procedure di cui agli articoli 37 e 41 del codice dei contratti; si avvalga delle strutture della Protezione civile nazionale e possa anche individuare soggetti attuatori per il compimento di specifiche azioni o interventi, ivi comprese società in house o partecipate; garantisca il costante coordinamento, operando in raccordo con il Prefetto di Roma, il Commissario di Governo per il Giubileo, il Presidente della Regione Lazio e il Sindaco di Roma. Fermo restando tale raccordo, sono fatte salve le attribuzioni del Prefetto di Roma con riguardo al coordinamento delle Forze di polizia, delle Forze armate e del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alla definizione delle relative pianificazioni in materia di ordine e sicurezza pubblica e soccorso”.
Infine, il Consiglio dei ministri, su proposta della Presidente Meloni, a seguito della scomparsa di Papa Francesco ha disposto : “il lutto nazionale per la durata di cinque giorni da oggi fino al giorno del funerale; l’esposizione delle bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici nel periodo di lutto; un minuto di raccoglimento alle ore 10.00 del giorno del funerale negli uffici e nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, ove aperti, ovvero nel primo giorno di apertura dopo il funerale; per giorni di lutto nazionale, invito a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza; invito a differire gli eventi sportivi o di intrattenimento programmati per il giorno del funerale; designazione degli ambasciatori e dei prefetti in sede a rappresentare il Governo italiano al rito cattolico liturgico di suffragio celebrato nelle loro sedi”.
In ultimo, il Consiglio dei Ministri, sempre su proposta della Premier e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, ha approvato un decreto-legge “che introduce disposizioni urgenti in materia di acconti IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) dovuti per l’anno 2025”.
Il decreto introduce “norme di coordinamento tra il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, attuativo della delega sulla riforma fiscale, e la legge di bilancio per il 2025 (legge 30 dicembre 2024, n. 207)” e conferma “che i lavoratori dipendenti e i pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto IRPEF per il 2025”.
Ieri, invece, come reso noto da Palazzo Chigi, la Presidente del Consiglio Meloni ha avuto una “conversazione telefonica con il Primo Ministro indiano Narendra Modi, al quale ha rinnovato a nome del Governo italiano il cordoglio per le vittime del brutale attacco terroristico in Kashmir del 22 aprile” e nella quale “ ha ribadito l’impegno dell’Italia nel contrasto al terrorismo internazionale, concordando con il Primo Ministro Modi sull’esigenza di rafforzare ulteriormente il dialogo bilaterale e un’azione congiunta in materia” e nella quale vi è stato “uno scambio di vedute sui principali temi dell’attualità internazionale e sullo stato di avanzamento del partenariato strategico tra Italia e India, nel solco del Piano d’azione che il Presidente Meloni e il Primo Ministro Modi hanno adottato lo scorso novembre”.
La Premier ha avuto anche un altro colloquio telefonico con il Sultano dell’Oman, Sua Maestà Haytham bin Tariq Al Said, che “ha ringraziato per il ruolo di facilitatore svolto nei negoziati tra Stati Uniti e Iran e ha assicurato il pieno sostegno dell’Italia all’iniziativa, in linea con quanto già fatto nell’ospitare a Roma la seconda tornata di colloqui” e con cui “ha discusso del rafforzamento delle relazioni bilaterali a tutti i livelli, dall’energia alla cultura, dall’economia al turismo” , esprimendo “in questo quadro, soddisfazione per la collaborazione tra le due Nazioni in materia di interconnessioni digitali”, e accettando “l’invito formulato dal Sultano a recarsi in visita in Oman”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, nei giorni scorsi, la Camera ha confermato con 188 voti a favore, 87 voti contrari e 4 astenuti, la fiducia posta dal Governo al Decreto Pubblica Amministrazione e ha approvato con 176 voti a favore , 103 voti contrari e 4 astenuti la risoluzione presentata dalla maggioranza sul Documento di Finanza Pubblica che impegna il Governo sulla spesa programmatica, la prevenzione sanitaria, gli enti locali, i giovani e la famiglia. Respinte invece le risoluzioni delle Opposizioni.
La risoluzione delle forze di maggioranza è poi stata approvata anche dal Senato con 88 voti a favore, 58 voti contrari e un astenuto.
Sempre il Senato ha approvato in via definitiva, con 99 voti a favore, 62 contrari e un astenuto, il Decreto bollette, che già aveva ottenuto il via libera della Camera il 16 aprile.
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