di Federica Marengo mercoledì 9 aprile 2025

-Proseguono i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Nelle ultime 24 ore, infatti, sono state colpite: Nuseirat, Khan Younis, Almawasi e Gaza City, causando in questo ultimo attacco, almeno 30 morti, tra cui il comandante di un battaglione di Hamas.
Secondo Haaretz, Israele si starebbe preparando a trasformare l’area di Rafah, pari a un quinto della Striscia di Gaza, in parte della zona cuscinetto.
Raid dell’Idf continuano anche nel Libano, dove un alto funzionario di Hezbollah ha dichiarato all’agenzia Reuters che Hezbollah è pronto a discutere con il Presidente del Libano, Joseph Aoun, di disarmo, se Israele si ritirerà dal Libano meridionale e metterà fine ai suoi attacchi.
Tuttavia, l’esercito israeliano ha dichiarato che Hezbollah sta tentando di ricostruire un sito di produzione di armi nella periferia sud di Beirut e di nascondere la sua attività all’ente guidato dagli Stati Uniti che monitora il cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele.
Sul fronte del Mar Rosso, i ribelli Houthi yemeniti hanno rivendicato la responsabilità del lancio di droni contro Tel Aviv e contro navi militari USA nel Mar Rosso, come rappresaglia per i “continuanti bombardamenti statunitensi” che hanno causato circa 80 morti in Yemen da metà marzo. Lanciato dagli stessi Houthi anche un missile balistico verso Israele ,caduto però in Arabia Saudita.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ,Guterres ,ha sollecitato l’accesso immediato e senza ostacoli agli aiuti nella Striscia di Gaza e l’Onu ha ribadito le accuse a Israele di violare il diritto umanitario per lo stop agli aiuti nella Striscia e di aver trasformato quest’ultima in un “campo di sterminio” per la popolazione palestinese. Accuse, respinte da Tel Aviv e bollate come “calunnie”.
Proprio riguardo la gestione degli aiuti nella Striscia, Hamas ha fatto sapere di respingere i tentativi di Israele di controllare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza, sia da parte dei soldati dell’Idf che da parte di aziende private controllate da Tel Aviv, in quanto, secondo Hamas, la proposta di Israele “viola il diritto internazionale, opponendosi ai principi fondamentali dell’aiuto umanitario: neutralità, imparzialità, indipendenza e umanità”.
Intanto, mentre il ministero degli Esteri del Cairo ha fatto sapere in una nota che il ministro egiziano, Badr Abdelaty, ha discusso con l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, degli “sforzi congiunti” di entrambi i Paesi e del Qatar come mediatori “per consolidare l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”, dopo l’interruzione della tregua, il Premier israeliano, Netanyahu è tornato in Israele dopo le visite ufficiali in Ungheria e negli USA.
Nel frattempo, a Roma, la Presidente del Consiglio Meloni, ha incontrato la Regina Rania di Giordania e , come riportato da Palazzo Chigi in una nota: “L’incontro ha evidenziato l’eccellente cooperazione bilaterale tra Italia e Giordania, incluso nei settori dell’istruzione e della tutela della famiglia e dell’infanzia, rispetto ai quali la Regina Rania ha avviato numerose iniziative a livello nazionale e globale. L’occasione del colloquio ha permesso, inoltre, un approfondito scambio sulla situazione umanitaria a Gaza, valorizzando l’importante cooperazione già esistente tra Italia e Giordania per portare assistenza alla popolazione civile, in particolare attraverso le iniziative Food for Gaza e Sky Hope”.
A tal proposito, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, in un post social ,ha reso noto di aver avuto un colloquio con il Premier e omologo palestinese Mohammad Mustafa, “al quale ha confermato il pieno sostegno italiano all’Autorità Palestinese anche nell’ottica di un rafforzamento della loro collaborazione con la Ue”, sottolineando “il continuo lavoro per un urgente ritorno al cessate il fuoco a Gaza e per la liberazione di tutti gli ostaggi” e l’impegno in prima linea dell’Italia “per garantire assistenza umanitaria alla popolazione civile e per arrivare alla soluzione due popoli due Stati”.
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