-di Federica Marengo venerdì 7 febbraio 2025

-Domani, verranno rilasciati da Hamas altri 3 ostaggi israeliani e da Israele 183 detenuti palestinesi, come stabilito dall’accordo relativo alla prima fase della tregua.
Intanto, tornando sulla questione del piano del Presidente USA Trump per la ricostruzione di Gaza, che prevede il trasferimento della popolazione palestinese, cui si sono detti contrari i Paesi Arabi, l’Autorità Nazionale Palestinese, la Cina, l’Iran, Hamas, per l’Occidente la UE e l’Onu, il Primo ministro israeliano Netanyahu , in un’intervista rilasciata a Channel 14, ripresa dal Jerusalem Post, ha dichiarato che l’ Arabia Saudita ha abbastanza territorio per fornire uno Stato ai palestinesi.
Poi, sempre al riguardo, nella conferenza stampa congiunta con il Presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson, ha affermato: “Non avremo un futuro per Gaza o un futuro per la pace nella nostra parte del mondo, se Hamas resterà”, aggiungendo che con il Presidente Trump si è parlato anche di “come impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare” e assicurarsi che “Hamas venga distrutto”.
Inoltre, secondo il Guardian, il Premier israeliano Netanyahu ha definito “straordinario” l’incontro con Trump e sottolineato: “Sotto la sua guida, le decisioni critiche che dimostrano il suo impegno e l’impegno del popolo americano nei confronti di Israele sono venute alla ribalta all’istante”, riferendosi alla revoca dei divieti sulla fornitura di determinate armi a Israele e alle sanzioni annunciate alla Corte penale internazionale.
Il Presidente USA Trump, però, ricevendo nello Studio Ovale il Premier giapponese Shigeru Ishiba, ha dichiarato che “non c’è nessuna fretta sul suo piano per Gaza” e ha ribadito che “non ci sarà bisogno di truppe Usa nella Striscia”.
Tuttavia, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato, il Segretario di Stato americano Marco Rubio , che parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco , si recherà per la prima volta in Medio Oriente questo mese, visitando Israele, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita, anche per discutere del possibile trasferimento della popolazione di Gaza.
Il Premier Netanyahu, poi, ha ringraziato via social il Presidente Trump per la decisione di imporre sanzioni alla Corte penale internazionale (Cpi) e al suo personale, accusandola di “aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele”.
La Corte penale internazionale , in un post social, ha dichiarato: “La Corte penale internazionale condanna l’emanazione da parte degli Stati Uniti di un ordine esecutivo volto a imporre sanzioni ai propri funzionari e a danneggiare il loro lavoro giudiziario indipendente e imparziale”.
In disaccordo con l’ordine esecutivo firmato dal Presidente USA Trump, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che in un post social, ha scritto: “La Cpi garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter proseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale. L’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale”.
A tal proposito, in una dichiarazione congiunta, 79 Paesi membri delle Nazioni Unite (tra cui: Francia, Germania e Spagna, Paesi Bassi, Grecia, Irlanda, Danimarca, Portogallo e, fuori dall’Ue, la Gran Bretagna) hanno condannato le sanzioni decise ieri dal Presidente Trump nei confronti della Corte penale internazionale. Tra i Paesi non firmatari, l’Italia.
Tali Paesi sostengono che le sanzioni decise dagli Stati Uniti nei confronti dell’organismo internazionale, “comprometterebbero in modo grave tutti i casi attualmente sotto inchiesta, perché la Corte potrebbe doversi trovare costretta a chiudere i suoi uffici sul campo “, con il rischio, sottolineano, di “erodere lo stato di diritto”.
Quanto alle tensioni USA-Iran per le sanzioni finanziarie da parte degli USA a Teheran per la vendita di petrolio greggio alla Cina, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Esmaeil Baqaei , in un comunicato, ha dichiarato: “La decisione del nuovo governo statunitense di esercitare pressioni sulla nazione iraniana impedendo il commercio legale dell’Iran con i suoi partner economici è una misura illegittima, illegale e violenta. La mossa è categoricamente ingiustificata e contraria alle regole internazionali”.
In merito, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Irna, la Guida suprema iraniana l’ ayatollah Ali Khamenei in un incontro con rappresentanti delle forze armate ha affermato che l’Iran darà una risposta simmetrica agli Stati uniti: “Se ci minacciano, noi li minacceremo. Se mettono in atto la minaccia, noi metteremo in atto la minaccia. Se attaccano la sicurezza del nostro popolo, noi attaccheremo indubbiamente anche la loro sicurezza”.
Intanto, sul campo, l’Idf continua la sua offensiva sulla città di Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale, dove ha fatto sapere di aver arrestato questa settimana più di 60 sospetti ricercati e aver confiscato decine di armi, così come su alcune zone del sud del Libano e sulla valle della Bekaa, dove ha colpito due depositi di armi di Hezbollah.
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