di Federica Marengo mercoledì 31 luglio 2024
-Una fonte vicina a Hezbollah ha reso noto nelle ultime ore che è stato ritrovato il corpo del leader militare del movimento sciita, Fuad Shukr, ucciso ieri da un attacco israeliano mirato a Beirut. Si tratta del numero 2 del gruppo estremista e responsabile dell’attacco sul Golan, a Majdal Shams, in cui sono morti 12 ragazzini in un campo di calcio e che, aveva avvertito Israele che “se avesse deciso di invadere il Libano, Hezbollah sarebbe entrato in Galilea”.
Inoltre, nell’attacco a Beirut, secondo il ministero della Sanità libanese sarebbero rimasti uccisi “tre civili e feriti altri settantaquattro”.
Nella notte, un altro raid israeliano mirato, stavolta su Teheran, ha ucciso il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh , insieme a due guardie del corpo. Quest’ultimo, si trovava nella capitale iraniana per la cerimonia di investitura del nuovo Presidente della Repubblica islamica, Pezeshkian.
E’ stato Hamas stesso a confermarne l’uccisione in un comunicato in cui ha accusato Israele , parlando di “grave escalation che , però, non raggiungerà i suoi obiettivi” e promettendo “vendetta”.
Haniyeh, nato e cresciuto a Gaza , è stato Primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017 e nel 2017 è stato nominato capo dell’ufficio politico di Hamas, ruolo che lo aveva portato a vivere in Qatar, viaggiando in Turchia e in Iran.
I funerali del leader di Hamas si terranno domani in Iran , prima della cerimonia di sepoltura in programma venerdì in Qatar, e la Repubblica islamica per l’occasione ha proclamato tre giorni di lutto.
La Tv di Stato iraniana ha riferito che “l’uccisione di Haniyeh ritarderà di diversi mesi l’accordo di cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi a Gaza e provocherà una rappresaglia da parte dei gruppi sostenuti dall’Iran nella regione”.
L’ala militare di Hamas a Gaza, infatti, ha avvertito: “L’uccisione di Haniyeh a Teheran porterà a enormi conseguenze in tutta la regione”.
Per la guida suprema Khamenei, che ha tenuto in circostanze straordinarie, una riunione di emergenza del Consiglio supremo di sicurezza nazionale nella sua residenza, per decidere la strategia di risposta a Israele : “Vendicare l’uccisione di Haniyeh è un dovere di Teheran”, mentre il neo Presidente iraniano, Pezeshkian, ha affermato: “Faremo pentire Israele di avere ucciso Haniyeh”.
Più cauto, il Vicepresidente dell’Iran, secondo cui “Teheran non cerca un’escalation del conflitto”, così come l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani, secondo cui : “L’Iran non cerca un’ulteriore escalation nella regione ,ma non sarà preda degli Stati Uniti e di Israele”. Tuttavia, per il ministero degli Esteri iraniano: “L’ Iran ha il diritto inalienabile di reagire in modo adeguato all’omicidio di Haniyeh”.
Dalla Turchia, il Presidente Erdogan condanna “l’assassinio del fratello Haniyeh” e “il terrorismo di Stato di Israele”. Sulla stessa linea di dura condanna : l’Iran, la Siria, la Giordania , la Russia e la Cina.
Quanto al Qatar, tra i mediatori per giungere a un accordo sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, il Premier, lo sceicco Mohammed Bin Abdulrahman Al-Thani, ha messo in dubbio il successo di una futura mediazione tra Israele e Hamas dopo l’uccisione di Haniyeh a Teheran, chiedendosi in un post su X: “Gli omicidi politici e i continui attacchi ai civili a Gaza mentre i colloqui proseguono ci portano a chiederci: come può avere successo la mediazione quando una parte assassina il negoziatore dell’altra parte? La pace ha bisogno di partner seri”, riecheggiato dal ministero degli Esteri egiziano, che ha condannato l’uccisione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran e del leader militare di Hezbollah Fouad Shukr a Beirut, parlando di “pericolosa escalation che potrebbe infiammare la regione”, in quanto: “Questi attacchi minano gli strenui sforzi compiuti dall’Egitto e dai suoi partner per fermare la guerra nella Striscia di Gaza e indicano l’assenza di volontà politica israeliana di calmare la situazione. L’Egitto ha quindi chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di impedire che la situazione della sicurezza nella regione vada fuori controllo”.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, invece, chiarendo che “Gli Stati Uniti non sono stati informati né coinvolti nell’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh”, ha sottolineato che “ il cessate il fuoco a Gaza è imperativo, dopo l’uccisione del capo di Hamas Ismail Haniyeh”.
Il Dipartimento di Stato USA, “in seguito alle tensioni tra Hezbollah e Israele” ha raccomandato ai connazionali di “Non viaggiare in Libano” e di “prepararsi a mettersi al riparo se la situazione dovesse deteriorare” e ha incoraggiato “ i cittadini americani che sono già nel sud del Libano, o vicino ai confini con la Siria, a lasciare”.
Più tardi, il ministro della Difesa israeliano , Gallant ha dichiarato: “Non vogliamo la guerra ma ci prepariamo a tutte le possibilità. Faremo il nostro lavoro a tutti i livelli”. Poi, riferendosi al raid su Beirut, ha affermato: “L’esecuzione è stata mirata, di alta qualità e limitata”.
Il Premier israeliano Netanyahu, dopo la riunione del Gabinetto di Sicurezza, svoltasi questo pomeriggio, ha rilasciato una dichiarazione pubblica dal quartier generale dell’esercito israeliano, in cui ha detto: “Abbiamo inferto colpi devastanti a tutti i nostri nemici. Israele è pronto a qualsiasi scenario. Resteremo uniti e determinati contro ogni minaccia. Combattiamo l’asse del maleiraniano e continueremo la caccia ai leader di Hamas. Davanti ci sono giorni impegnativi, Israele esigerà un prezzo pesante per qualsiasi aggressione. E’ una guerra di sopravvivenza contro l’anello di missili di terrore intorno a noi. Dall’inizio della guerra siamo in lotta contro l’asse del male dell’Iran”.
Intanto, in una lettera, l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, attribuendo a Israele sia l’attacco di martedì su Beirut, sia quello che ha portato all’uccisione di Haniyeh, ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere sulla “aggressione israeliana e gli attacchi terroristici” di Beirut e Teheran, evidenziando: “Entrambi, suggeriscono l’intenzione di intensificare il conflitto ed espandere la guerra in tutta la regione”, e chiedendo alla comunità internazionale “un’azione decisiva per affrontare queste violazioni e perseguire i responsabili”.
Dalle cancellerie europee, un portavoce del ministero degli Esteri tedesco, ha dichiarato: “La logica dei reciproci attacchi di rappresaglia è un errore. La cosa più importante ora è mantenere il sangue freddo e reagire a mente fredda. Ora è essenziale evitare un’ulteriore escalation. Ci troviamo in una situazione estremamente pericolosa. Nessuno è interessato ad alimentare ulteriormente tutto questo. Il governo tedesco, attualmente, non ha alcuna conoscenza delle circostanze relative all’uccisione di Haniyeh”.
D’accordo con l’omologo tedesco e con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha definito il cessate il fuoco a Gaza “imperativo” , il Vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ai microfoni di Radio24, ha sottolineato: “Israele ha il diritto all’autodifesa, ma non deve cadere nelle provocazioni di Hezbollah o di chi vuole che ci sia un’escalation. Sono convinto che la prudenza debba prevalere. Stiamo assistendo con grande preoccupazione a una situazione di grande tensione. Invitiamo tutti quanti alla responsabilità e invitiamo tutti quanti a lavorare per ridurre la tensione. Bisogna fare in modo che tutte le parti in causa facciano prevalere il buon senso ; tutte le nostre iniziative politiche sono finalizzate a cercare di ridurre la tensione. Non è facile, ma voglio essere ottimista”.
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