di Federica Marengo lunedì 10 giugno 2024
Elezioni UE 2024.
-La lunga maratona elettorale, iniziata in Olanda il 6 giugno, si è conclusa nella scorsa notte, confermando la “maggioranza Ursula”. L’esito delle urne, infatti, ha decretato la tenuta dei tre partiti, Ppe (partito Popolare Europeo), S&D (Socialisti e democratici) e Renew Europe (liberali riformatori), che hanno governato nell’ultima legislatura europea.
Tuttavia, dai seggi è emerso anche un altro verdetto: l’avanzata, in diversi Paesi, dei partiti di destra con conseguenze politiche in Francia, dove il partito di Marine Le Pen , Rassemblement National, con il candidato Bardella, ha superato ,attestandosi al 32%, Renaissance (fermatosi al 15%), il partito del Presidente Macron, che ha annunciato in un discorso ai francesi, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e la convocazione di nuove elezioni: il 30 giugno, per il primo turno e il 7 luglio, per il secondo.
Anche Marine Le Pen, subito dopo l’annuncio di Macron, ha preso la parola, insieme con Bardella, candidato all’Eliseo, per dire che “il suo movimento è pronto a governare per rimettere la Francia sulla strada giusta”.
Sempre in Francia, buono il risultato di Besoin d’Europe (Renew Europe) al 15,2% e del Partito socialista-Place Publique, che arriva terzo con il 14%, seguito dai radicali di sinistra de La France Insoumise, attestatisi all’8,7%, dai Républicains di François-Xavier Bellamy, che hanno ottenuto fra il 7% e il 7,2% di voti, di poco davanti a Reconquète, la lista di estrema destra guidata da Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen, al 5,5%.
Conseguenze politiche, ma non lo scioglimento del Governo, si sono avute anche in Germania, dove il partito CDU/CSU (Cristiani democratici)con il 30% dei voti ha superato il partito del cancelliere Scholz, SPD (Socialisti democratici) che hanno ottenuto il 13,9 % dei voti , superati anche da AFD (Alternativa per la Germania), il partito nazionalista di destra che ha ottenuto il 15,9%, 5 punti in più, risultando primo in tutte le regioni ex comuniste dell’EST. Male i Verdi, al 12% ,che perdono 8 punti, seguiti dai liberali al 5%.
“Siamo tornati, questa è una grande giornata per il partito popolare”, ha detto il Presidente della CDU, Merz, nel suo discorso, subito dopo l’ufficializzazione dei risultati elettorali, avvertendo subito, la coalizione al Governo del cancelliere Scholz: “La sua politica è dannosa per la Germania, in particolare per l’economia, l’immigrazione e la transizione ecologica”, non parlando esplicitamente di elezioni, ma dichiarando che “votare sarebbe l’operazione migliore”.
Un “Terremoto politico”, si è registrato anche in Austria, dove i popolari al Governo, attestatisi al 25% sono retrocessi di 10 punti, ottenuti invece dal partito liberl-nazionalista che ha raggiunto il 25,5%, affermandosi come primo partito. Perdono Popolari e Verdi. I Socialisti mantengono invariato il numero degli eletti , mentre i liberali ne avranno uno in più.
In Ungheria, invece, il partito del Premier Orban, ha registrato una battuta di arresto: Fidesz, infatti, pur restando il primo partito, ha perso 8 punti e 2 europarlamentari a Strasburgo, attestandosi al 43,8%. A erodere consenso al partito del Primo ministro, Tisza, nuova formazione , nata dalla rottura dell’ex dirigente del partito di Orban, Magyar, con Fidesz, confluita nel Partito Popolare europeo, che ha ottenuto il 31,1% e 7 deputati UE.
La coalizione democratica (alleanza progressista dei socialisti democratici) ha superato la soglia di sbarramento con l’8,27% dei voti , pari a due seggi nel Parlamento UE, mentre il partito di estrema destra MH ha ottenuto il 6,78% dei voti, pari a 1 seggio.
In Spagna, il centrodestra dei Popolari ha vinto con il 32,4% dei voti, pari a 22 seggi, superando i socialisti del PSOE del Premier Sanchez , fermatisi al 30,1% dei voti , pari a 20 seggi, seguiti dal partito di destra Vox, che ha ottenuto il 9,6% dei voti e 6 seggi.
Cambiamenti politici, si sono verificati anche in Belgio, dove il Premier liberale De Croo, con il 5% dei voti ottenuto dal suo partito si è dimesso di fronte all’avanzata dei nazionalisti fiamminghi, attestatisi al 13,9% dei voti, seguiti dal Movimento Riformista francofono al 13,6 % e dalla formazione di estrema destra e anti immigrazione, Vlaams Belang, con il 13,4%.
Infine, in Grecia, è primo il partito di centrodestra conservatore, Nuova democrazia (Ppe), attestatosi al 28,3% con 7 seggi, seguito da Syriza, la coalizione della sinistra radicale, attestatasi al 14,9% con 4 seggi, dal movimento socialista panellenico al 12,8%, con 3 seggi, dai conservatori di Soluzione greca al 9,3%, con 2 seggi e dal partito comunista di Grecia al 9,2%, con 2 seggi.
In Olanda, a vincere è stata l’alleanza formata dai Socialdemocratici e dai Verdi: insieme, PvdA e GroenLinks, hanno ottenuto 8 dei 31 seggi, uno in meno rispetto a cinque anni fa, seguita dal Partito della libertà (PVV), la destra radicale ed euroscettica del populista Geert Wilders, che ha ottenuto 6 seggi e dai liberali di destra del VVD del Primo ministro uscente Mark Rutte , che ha ottenuto 4 seggi.
In Polonia, a vincere è stata la coalizione unica del Premier Tusk, con il 37,06% dei voti,pari a 20 seggi, seguito dal Pis-Diritto e Giustizia di Kaczynski, il partito conservatore che ha ottenuto il 36,6% dei voti, pari a 20 seggi e dal partito di estrema destra Libertà e Indipendenza ,attestatosi al 12, 08%.
Al 6,3% invece, la sinistra moderata e al 6,9% l’alleanza del partito contadino polacco con i Cristiano-democratici.
In Slovacchia, il partito di opposizione Slovacchia Progressista ha vinto le elezioni con il 27,8% dei voti e 6 seggi a Strasburgo, battendo il partito populista Smer del Premier Robert Fico, con il 24,8%, ottenendo 5 seggi al Parlamento UE.
Terzo, il partito di opposizione di estrema destra, la Repubblica, con il 12,5% e 2 seggi , seguito dal partito di sinistra della coalizione di governo, Hlas-‘la Voce’, attestatosi al 7,2%, mentre l’opposizione conservatrice cristiano-democratica ha ottenuto il 7,1%; entrambi hanno ottenuto 1 seggio ciascuno.
In Croazia, l’Unione democratica (Hdz), la principale forza di governo, che fa parte del Partito popolare europeo (Ppe), ha vinto ottenendo 6 seggi, seguita dai Socialdemocratici all’opposizione (Sdp) che hanno ottenuto 4 seggi e dai nazionalisti del Movimento per la Patria, che fa parte della coalizione di governo, e dal movimento di sinistra-verde Mozemo , che hanno ottenuto un seggio ciascuno.
In Bulgaria, invece, hanno vinto i conservatori del Gerb con il 26,2%, seguiti dai liberali del Pp con il 15,7%, dal Dps (11,7%), dal Bsp (9,7%) e dall’ Itn (6,4%).
In Finlandia, ha vinto il partito conservatore al governo, Kok-Epp, con il 25,3% dei voti, seguito dal partito di sinistra Vas-Left ,con il 18,3%, dai Social Democratici (Sdp-S&D), con il 15,6% , dai Verdi e dal partito di Centro, entrambi intorno all’11%, mentre i nazionalisti “Veri Finlandesi” hanno ottenuto il 7% dei voti.
A Cipro, vincono i conservatori del Disy , con il 24,8% dei voti, seguiti dai progressisti dell’Akel, con il 21,8% e dal candidato indipendente, lo you-tuber Fidias Panayiotou, con il 19,26% dei voti, davanti all’ultradestra di Elam (11,14%).
Infine, a Malta, i sei seggi sono stati ripartiti tra Ppe e S&D.
Quanto all’affluenza, in Europa si è registrato un calo in 9 Paesi membri, con partecipazione al di sotto del 50% in Spagna , in Svezia e in Italia, mentre nella maggior parte dei Paesi la partecipazione è aumentata, come in Germania, dove l’affluenza è balzata al 64%-65% e in Ungheria al 58%, con il massimo registrato in Belgio dove hanno votato 9 cittadini su 10.
Prima forza dell’Europarlamento, quindi, il Partito Popolare europeo (di cui fa parte Forza Italia) con 189 seggi (+13 seggi rispetto alla tornata del 2019), seguito dai Socialisti democratici (di cui fa parte il Pd) con 135 seggi (-4seggi rispetto alla tornata del 2019) e dai liberali di Renew Europe, con 83 seggi (-13 seggi rispetto al 2019), in flessione. Crescono i conservatori e riformisti europei (cui appartiene FdI) con 72 seggi (+3 rispetto al 2019) e il gruppo Identità e democrazia (cui appartiene la Lega), con 58 seggi (+9 rispetto al 2019). Male, i Verdi con 53 seggi (-18 rispetto al 2019), i Liberali con 45 seggi (- 17 rispetto al 2019) e la sinistra con 35 seggi (- 3 rispetto al 2019).
La Presidente della Commissione UE uscente, Ursula von der Leyen, appartenente al partito CDU/CSU, che è nel Ppe, in lizza per il secondo mandato, nella notte ha tenuto un discorso, nel quale ha invitato i Socialdemocratici e Renew Europe a ricreare la maggioranza che ha governato l’Europa finora. Tuttavia, bisognerà tenere conto dei nuovi assetti, con i Verdi in flessione e il partito dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr) e Identità e democrazia in crescita. Già da stamane, quindi, sono partite le trattive per definire le alleanze , anche perché le nuove formazioni politiche, che possono contare su 50 seggi, dovranno decidere con chi stare.
Primo passo, dunque, sarà il conteggio finale dei voti che definirà i rapporti di forza tra i vari gruppi politici, poi ci sarà la prima riunione dei 27 capi di Stato e di Governo il 17 giugno ,nella quale si procederà a una prima valutazione informale riguardo il prossimo o la prossima Presidente della Commissione UE: sono infatti i/le 27 leader dell’Unione a indicare un nome che poi dovrà essere confermato dal Parlamento UE con una votazione dalla quale emergerà anche la prossima maggioranza politica.
Da qui al 17 giugno, quindi, vi saranno contatti tra i leader e le leader di Stato e di Governo che culmineranno nel Consiglio europeo del 27 e del 28 giugno, quando si potrebbe arrivare a un accordo complessivo, e la prova per verificarne la solidità sarà il 16 luglio, giorno in cui i/ le europarlamentari, in seduta Plenaria, eleggeranno il nuovo o la nuova Presidente del Parlamento UE.
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