di Federica Marengo mercoledì 13 marzo 2024
Sul podio dei libri più venduti in Italia da qualche settimana (fonte dei dati: Gfk), “Gli occhi di Monna Lisa” di Thomas Schlesser, tradotto da Federica Merati ed edito da Longanesi nel febbraio scorso , è un vero e proprio caso letterario ed editoriale a livello globale, in quanto l’opera è stata tradotta in oltre venti paesi e i suoi diritti sono stati venduti in tutto il mondo prima ancora che quest’ultima fosse pubblicata in Francia.
Al centro del romanzo: l’Arte e la sua bellezza universale, capace di suscitare emozioni e di rivelare le verità dell’animo umano, argomento caro all’autore del libro. Thomas Schlesser, infatti, è uno storico dell’Arte, insegnante all’Ecole polytechnique , direttore di una fondazione che si occupa della conservazione e della valorizzazione di opere , archivi e patrimonio architettonico e autore di biografie di pittori e artisti.
Protagonista della vicenda è Lisa, una bambina di dieci anni, che vive a Parigi con i suoi genitori: Camille, impiegata in un’agenzia interinale e nel tempo libero dedita al volontariato , e Paul, rigattiere di oggetti appartenenti alla cultura americana anni Cinquanta.
In una tranquilla serata domenicale, mentre è intenta a disegnare in cucina, con accanto la madre, impegnata nelle faccende domestiche, Lisa perde la vista e sui suoi occhi cala un velo nero, circostanza che induce i genitori a condurla d’urgenza all’ospedale da uno specialista, dove, appena arrivata, al culmine di sessantatré drammatici minuti, torna d’improvviso a vedere.
Qui, un pediatra, il dottor Van Orst, consultatosi con il medico di famiglia, dati i sintomi, ipotizza una prima diagnosi: un TIA, attacco ischemico transitorio, per poi sottoporre la bambina a una risonanza magnetica, dalla quale, però,non emerge alcuna malattia.
Per questo, il dottore, prescrivendole di stare a riposo per almeno dieci giorni, formula una nuova ipotesi: che si tratti di un disturbo psicosomatico, prescrivendole una visita da uno psichiatra infantile.
Tornata a casa, un pomeriggio, Lisa riceve la visita del nonno, l’ottantenne Henry, ex fotografo di guerra, appassionato d’arte, che ha perso un occhio durante un reportage in Libano, avvisato dalla figlia della misteriosa malattia della bambina.
E’ a questo punto della narrazione, nel primo capitolo , che lo scrittore, Schlesser ci svela il secondo tema portante del romanzo: il legame profondo di Lisa con suo nonno, anticipato dalla dedica del libro “a tutti i nonni del mondo”.
La bambina racconta al nonno della cecità improvvisa ed è in quel momento che Henry, pensando al “caos e al cattivo gusto della stanza” della nipote , dove l’unica testimonianza di bellezza è rappresentata dalla stampa di un quadro di Georges Seurat, temendo che quest’ultima possa perdere la vista definitivamente e che, quindi, le resti solo il ricordo di oggetti “pacchiani e inutili”, dinanzi alla richiesta della figlia Camille di accompagnare Lisa dallo psichiatra infantile una volta a settimana, ogni mercoledì, ha l’intuizione “apollinea” di accompagnare la nipote a una terapia di altro tipo: la visita nei musei più importanti di Parigi, come: il Louvre, il Museo d’Orsay e il Beaubourg, in modo che ella possa compensare la bruttezza delle immagini incamerate durante l’infanzia con il bello dell’Arte e , in caso perda la vista, possa attingere a un serbatoio mentale di “grande bellezza visiva”.
Stabilito ciò, definisce la modalità della visita, da svolgere con un primo momento di contemplazione silenziosa , affinché “la delizia infinita dei colori e delle linee possa entrare nella mente della nipote”, e poi con le parole, affinché Lisa possa comprendere “come mai gli artisti ci parlano della vita e quanto la illuminano”.
Così, a partire dal Louvre e dalla contemplazione dell’affresco di Sandro Botticelli ,“Venere e le tre Grazie” , risalente al XV° secolo, ha inizio il viaggio nell’arte di Henry e della nipote Lisa che proseguirà ogni settimana con un’opera diversa, per un totale di cinquantadue che scandiscono il romanzo.
Commovendosi di fronte al particolare di un quadro di Leonardo, di Degas o di Tiziano, oppure dinanzi a un’istallazione di arte contemporanea, entrambi, nonno e nipote, si immergono nel mistero della bellezza dell’Arte, capace di emozionare e di rivelare le verità e le fragilità dell’animo umano, comprendendo in questo modo il senso della vita e i lettori e le lettrici insieme a loro.
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