di Federica Marengo venerdì 8 marzo 2024
-Si è svolta stamane ,al Quirinale, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, la consueta cerimonia, quest’anno dedicata alle “Donne dell’Arte”, iniziata con la proiezione di un video di Rai Cultura, dal titolo: “Lavinia e Artemisia , donne pittrici del ‘600”.
Presenti alla cerimonia, la presidente del Consiglio Meloni, le cariche istituzionali e diverse esponenti del mondo della cultura e dell’arte.
Il presidente della Repubblica Mattarella, in un passaggio del suo intervento, ha sottolineato: “Quanto abbiamo visto e ascoltato conferma che le donne – nell’arte come in tanti altri campi – per esprimersi e realizzarsi abbiano dovuto affrontare un supplemento di fatica, un di più di impegno, quasi un onere occulto e inspiegabile sulla loro attività. Come se a loro fossero richiesti obblighi ulteriori e dovessero continuamente superare esami e giudizi più rigorosi. Che dovessero sempre dimostrare il valore e la capacità espressiva alla base della loro arte. E’ questo un fenomeno purtroppo ben noto, ampiamente studiato, che affonda le radici in pregiudizi e stereotipi riguardo alle donne; pregiudizi che tuttora riaffiorano anche nelle società che si ritengono più avanzate. Induce a riflettere che, nel mondo classico, le Muse fossero divinità femminili di primaria importanza, venerate e temute. Incarnavano le arti e giudicavano senza appello nel loro campo. E’ facile constatare che la donna, nella pittura, nella musica, nella letteratura, è stata, a lungo, feconda e continua fonte di ispirazione, celebrata, dipinta, raccontata. Ma, a ben vedere, lo è stata prevalentemente come oggetto, come motivo di ispirazione della creazione artistica. Ben di rado come soggetto operante. Ispiratrice di capolavori, ma raramente artefice e realizzatrice. Ma lo sguardo delle donne, nell’arte, ha attraversato i millenni, spesso assumendo il volto della tragedia e della spinta al cambiamento; sin dall’antica Grecia. Il volto della tragedia, il volto della speranza. Vi è una ragione per la quale, nella rappresentazione della realtà, sono prevalse protagoniste femminili per esprimere l’inquietudine di un’epoca, pur non essendo altrettanto protagoniste nella vita reale della società, o forse appunto per questo, per interpretarne le aspirazioni. Le ansie di crescita, di emancipazione, l’anticipo del cambiamento recano il segno delle donne .Alcesti, Antigone, Clitemnestra, Fedra, Medea, Elettra, tuttora sollecitano la nostra riflessione, ci parlano ancora. Pensiamo anche al messaggio della commedia “Le donne al Parlamento” di Aristofane: quando la situazione degenera sono spinte a sostituirsi agli uomini. Questa raffigurazione la ritroviamo, nella vita reale, nel contributo dei movimenti femminili alla causa della pace. Pensiamo a figure come l’americana Dorothy Day, impegnata prima a sostegno della battaglia delle “suffragette” per il voto alle donne, poi contro la povertà e l’esclusione sociale, infine per la pace. Vi è uno stretto rapporto tra i “manifesti” delle diverse espressioni artistiche e la crescita delle donne”.
Poi, il capo dello Stato ha sottolineato: “ La storia dell’umanità, anche sul versante dell’arte, si è invece sviluppata, per lungo tempo, in senso di prevalenza maschile: questo ha fatto perdere alla civiltà risorse inestimabili di sensibilità e dii valore artistico. L’arte proviene direttamente dall’anima umana, è un linguaggio universale capace di comunicare, anche a distanza di secoli, emozioni profonde e pensieri illuminanti. Le opere d’arte – un quadro, una poesia, uno spartito musicale, una canzone – oltrepassano l’autore e divengono patrimonio dell’umanità, che non conosce tempi né confini, tanto meno di genere. Le donne esprimono una sensibilità particolare e dispongono, per l’arte, di una peculiare attitudine. Ma l’arte è anche sfida, cambiamento, conoscenza. Gli artisti guardano lontano, oltre il velo delle apparenze; prevedono o anticipano cambiamenti, offrono chiavi di lettura incisive per interpretare il mondo e i suoi fenomeni. La nostra Costituzione afferma con efficace semplicità: “l’arte e la scienza sono libere”. L’arte, difatti, è libertà. Libertà di creare, libertà di pensare, libertà dai condizionamenti. Risiede in questa attitudine il suo potenziale rivoluzionario: e non è un caso che i regimi autoritari guardino con sospetto gli artisti e vigilino su di loro con spasmodica attenzione, spiandoli, censurandoli, persino incarcerandoli. Le dittature cercano in tutti i modi di promuovere un’arte e una cultura di Stato, che non sono altro che un’arte e una cultura fittizia, di regime, che premia il servilismo dei cantori ufficiali e punisce e reprime gli artisti autentici. Ringrazio Etta Scollo per aver dedicato alla battaglia delle donne iraniane, per la libertà e l’autodeterminazione, la sua canzone conclusiva. Rivolgiamo un pensiero alle tante artiste imprigionate e sottoposte a vessazioni, a divieti intollerabili in tante parti del mondo. Dobbiamo sentirci coinvolti nella loro condizione e nelle loro aspirazioni. Le donne – con la loro sensibilità e la loro passione – hanno dato e danno molto all’arte, alla letteratura, allo spettacolo, a ogni ambito della cultura. In Italia, hanno realizzato capolavori. Soltanto per ricordare alcuni tra i nomi indimenticabili: da Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, a Matilde Serao, a Elsa Morante, a Natalia Ginsburg. Da Alda Merini a Patrizia Cavalli. Da Carla Fracci a Eleonora Duse. Ad Anna Magnani. A Gae Aulenti. Donne di grande tempra, di sicuro e immenso talento, personalità che hanno percorso un cammino di emancipazione, favorendo la crescita libera e consapevole di tutte le altre donne, artiste o con altre vocazioni. E’ stata la rivoluzione della libertà femminile – “rivoluzione silenziosa” secondo la definizione dell’economista insignita del Nobel, Claudia Goldin – che ha avuto le donne come protagoniste e le ha condotte a sancire il diritto pieno alla parità, anche nel campo artistico. La rivoluzione silenziosa continua anche ai nostri giorni. Sono sempre di più le donne scrittrici che scalano le classifiche di diffusione o che lavorano al vertice delle case editrici. Nel campo musicale sono in via di superamento le categorie che assegnavano ruoli o strumenti a seconda del genere, con validissime direttrici di orchestra e musiciste che suonano strumenti un tempo abitualmente riservati ai loro colleghi di genere maschile. Nel cinema e nel teatro aumenta il numero di registe e di produttrici, che firmano film o spettacoli con la loro peculiare impronta. Così nelle arti figurative, nell’architettura, nel design. Non esistono più settori, campi, recinti, barriere che limitino la creatività delle donne e la loro libera capacità di scelta. E’ una nuova primavera, che dobbiamo accogliere con soddisfazione”.
Quindi, il presidente della Repubblica Mattarella, ha ricordato: “Senza però dimenticare i tanti ostacoli che tuttora esistono – di natura materiale e culturale – per il raggiungimento di una effettiva piena parità. Senza ignorare che sono ancora frequenti inaccettabili molestie, pressioni illecite nel mondo del lavoro, discriminazioni, così come da anni viene denunciato. Senza perdere memoria delle violenze. Rivolgo un saluto, ringraziandola per la sua presenza, all’Assistente Alessandra Accardo, della Polizia di Stato, intensamente impegnata sul fronte del contrasto alle violenze sulle donne.
Come non ricordarne le vittime nei tanti femminicidi, anche in giorni recenti?. Si è detto tante volte – anche in quei giorni – che occorre una profonda azione culturale per far acquisire a tutti l’autentico senso del rapporto tra donna e uomo: l’arte è un veicolo efficace e trainante di formazione e di trasmissione dei valori della vita .Per questo, oggi, rendiamo omaggio, esprimendo riconoscenza, al protagonismo artistico delle donne”.
La premier Meloni, invece, in un post social, ha sottolineato: “La festa della donna non è solo un giorno di celebrazione, ma un’occasione per riflettere sulle conquiste raggiunte e sugli obiettivi ancora da perseguire. Grazie al supporto di politiche concrete messe in atto dal nostro Governo, abbiamo promosso l’occupazione femminile, i cui risultati – certificati dai dati Istat – ci rendono particolarmente fieri. Tuttavia, non possiamo fermarci qui. Siamo consapevoli che ci sono ancora sfide da affrontare e continueremo a lavorare con determinazione per garantire alle donne un futuro migliore in cui possano realizzare pienamente il loro potenziale, senza dover scegliere tra vita e lavoro. Un grazie a tutte le donne per come dimostrano, ogni giorno, il loro impegno, la loro determinazione e la loro infinita capacità di fare la differenza nella società”.
In merito a una domanda dei cronisti riguardo il discorso del presidente Mattarella sulla censura nell’arte, poi, la presidente del Consiglio ha così risposto ,a margine della cerimonia: “Sono d’accordo col Presidente Sergio Mattarella che l’arte è libera e non va mai censurata. Certo, sono d’accordo. Per questo non ho mai condiviso una certa censura che, per esempio, la sinistra italiana ha lungamente fatto di tutti quelli che non erano d’accordo con loro” .
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha sottolineato: “Abbiamo aiutato le donne che hanno da due figli in su. Una donna può fare la madre e può lavorare, ma deve essere messa in condizioni di farlo. Oggi c’è tutto il problema della retribuzione delle donne. Non è giusto che le donne guadagnino meno degli uomini. Basta vedere quanto guadagna un manager uomo e quanto un manager donna. È una perdita di opportunità per l’Italia. È soprattutto una questione culturale, ma quella economica non è secondaria”.
Il Vicepremier e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Salvini, su X, ha scritto: “Auguri a tutte le donne in Italia e nel mondo, da celebrare e rispettare sempre e ovunque. La libertà e il diritto ad una vita libera sono valori non negoziabili”.
Per la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità , Roccella, anch’ella al Quirinale: “Le pari opportunità saranno raggiunte quando smetteremo di sottolineare che si tratta della prima donna che ha raggiunto questo o quell’obiettivo, che ha rotto uno dei tanti soffitti di cristallo, e potremo celebrare non il riconoscimento dei meriti eccezionali, ma di quelli più comuni. Insomma, quando non ci sarà bisogno di essere speciali, straordinariamente talentuose e particolarmente motivate, ma basterà avere meriti sufficienti. Come ha scritto la pittrice americana Grace Hartigan: la parità sarà raggiunta quando basterà essere brave, e non eccezionali, per essere apprezzate e considerate”.
In merito al tasso di occupazione femminile più basso d’Europa e alle strategie che il governo intende attuare per ridurre il divario, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Calderone, in un’intervista a Il Sole 24Ore ha spiegato: “Poco più di metà delle donne italiane hanno un lavoro. Una proporzione che è molto lontana dall’alta occupazione femminile, soprattutto del Nord Europa. È un problema, a mio parere, anzitutto di giustizia sociale ed è una priorità del governo da affrontare a più livelli e con sistematicità. Gli ultimi numeri che ci ha consegnato l’Istat indicano un’inversione di tendenza, che va accompagnata e rafforzata. Ma per la mia esperienza, i numeri rappresentano solo una parte del problema. Io guardo anzitutto alla qualità e sostenibilità del lavoro. A me interessa non il “lavoro comunque”, ma il lavoro buono e stabile che rende le persone, soprattutto le donne, indipendenti. A questo rispondono misure di sostegno come l’aumento dell’assegno unico universale, il bonus asili nido e le agevolazioni per l’assunzione delle donne svantaggiate. Stiamo lavorando per inserire nel programma europeo Giovani donne e lavoro misure per valorizzare le donne nel mercato del lavoro e ridurre i fattori discriminatori, un’azione che intendiamo condividere con le Regioni. Ma c’è un altro aspetto: ridurre il gap è una necessità economica. Aumentare l’occupazione femminile, e giovanile, è indispensabile a garantire in prospettiva la crescita del paese e la sostenibilità dei conti pubblici”.
E ancora, alla domanda su come l’esecutivo intenda agire per favorire lo sviluppo di una contrattazione aziendale che possa consentire alle donne di partecipare al mercato del lavoro, la ministra Calderone, ha risposto: “Dobbiamo emanciparci anzitutto dall’idea sbagliata che la conciliazione sia una questione solo al femminile. In presenza di figli, se sostituiamo al concetto di maternità quello di genitorialità, la contrattazione di secondo livello , alla quale guardiamo come allo strumento più efficace per venire incontro alle richieste specifiche dei lavoratori, ci aiuta a mettere al servizio delle donne gli spazi aperti dalla decontribuzione dei premi di produttività e in generale dal welfare aziendale. E ciò riguarda non solo le donne madri, ma anche le donne single, specialmente le più giovani, che devono conciliare sempre più i tempi della vita e quelli del lavoro. Abbiamo anche introdotto la riduzione totale della quota di contributi a carico della lavoratrice con due o più figli. Aggiungo che l’ostacolo maggiore alla parità non si manifesta nel momento in cui una donna inizia a lavorare ma in seguito, con gli avanzamenti di carriera e la premialità”.
Quanto al contrasto alla violenza di genere, il ministro della Giustizia, Nordio, ha evidenziato, in una nota: “Prevenzione dei reati di genere e quotidiano impegno per rimuovere gli ostacoli che impediscono ancora un’effettiva parità. In omaggio alla giornata internazionale dei diritti delle donne, il Ministero della Giustizia punta sulla conoscenza, quale prima essenziale condizione per contrastare innanzitutto la vergogna dei femminicidi, un’offesa per uno Stato di diritto”.
Dalle Opposizioni, la segretaria del Pd, Schlein, ha dichiarato via social: “La giornata internazionale delle donne è e deve essere una giornata di lotta contro tutte le discriminazioni che colpiscono le donne, in una società che è ancora profondamente patriarcale. Anche oggi si alza la voce della rivendicazione di donne e ragazze per il diritto di vivere una vita libera dalla disparità, dalla violenza, da una dinamica di potere fatta di subalternità e sopraffazione che non siamo disposte ad accettare. La vediamo anche nel lavoro. Il divario salariale e pensionistico è solo uno degli aspetti di ingiustizia più evidente. Ci sono gli ostacoli nell’accesso al lavoro, le domande discriminatorie nei colloqui, le maggiori difficoltà nel fare carriera, la consapevolezza di quanto il part time forzato e il lavoro precario colpiscano maggiormente le donne in questo Paese. Continueremo a batterci contro la precarietà e il lavoro povero, per il salario minimo e per un congedo paritario di 5 mesi pienamente retribuito e non trasferibile per entrambi i genitori. Per redistribuire il carico di cura che grava sproporzionatamente sulle spalle delle donne. Continueremo a batterci contro ogni forma di violenza di genere, fisica e mentale. Oggi l’Udu ha presentato 1500 testimonianze di molestie e discriminazioni raccolte in meno di un mese nelle università, perché anche i luoghi del sapere non sono sicuri. Eppure per rimuovere le cause più profonde di un fenomeno che è culturale e strutturale la repressione non basta, serve la prevenzione: dobbiamo partire proprio dall’educazione alle differenze, al rispetto, all’affettività in tutti i cicli scolastici. Per sradicare il pregiudizio sessista prima che si formi e sia tardi. Mentre in Francia hanno costituzionalizzato il diritto all’aborto, in Italia siamo ancora lontanissimi dalla piena attuazione della legge 194. Serve fissare una percentuale obbligatoria di medici non obiettori nelle strutture, perché ci sono territori dove l’accesso all’IVG è impedito di fatto, e regioni che ancora ignorano le linee guida che permettono di accedere alla pillola Ru486 anche nei consultori. Le battaglie da fare sono tante, e ne parleremo domani nella Conferenza nazionale delle democratiche! Buon 8 marzo a tutte!”.
Riguardo alla giornata politica, la presidente del Consiglio Meloni, nel pomeriggio , ha tenuto un intervento a Pordenone , presso il Teatro Verdi, alla presenza del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, in occasione della firma dell’accordo sui fondi di Coesione e Sviluppo tra la Regione Friuli-Venezia Giulia e il governo, nel quale , ribadendo gli auguri per la Giornata Internazionale della Donna donne ed evidenziando i risultati del governo sull’aumento dell’occupazione femminile, ha detto: “L’accordo sui fondi di coesione tra la Regione Friuli-Venezia Giulia e il governo prevede lo sblocco di 190 milioni di euro. Si tratta di diciassette interventi strategici, tra cui la messa in sicurezza del territorio, il rafforzamento della struttura idrica, la mobilità sostenibile. Il governo lavora con una logica di pragmatismo e l’accordo sui fondi di coesione tra la regione Friuli-Venezia Giulia e il governo è la testimonianza di questo principio. Ci sono risposte più remunerative nell’immediato ,ma c’è un tema di coscienza per i politici seri, fare prevenzione per evitare disastri: quando c’è un disastro si parla di cosa si sarebbe potuto fare prima, nella coscienza dei politici seri c’è il fare tutto quello che si può perché i disastri non arrivino”.
Il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Fedriga, che ha ringraziato la presidente del Consiglio per la sua presenza, invece, ha sottolineato: “Il nostro territorio ha dimostrato una grande capacità di reazione, è la regione che ha avuto le maggiori capacità di performance, nel turismo, ma anche per le misure introdotte in questi anni che hanno messo in sicurezza il territorio. E questo grazie al lavoro di squadra di tutta la Regione. In merito all’accordo che abbiamo raggiunto, sono misure che rientrano all’interno di una programmazione pluriennale che la Regione aveva già attivato. Con un programma di estrema chiarezza”.
Domani, sempre per la firma dell’accordo sui fondi di Coesione e Sviluppo, la premier Meloni sarà in Umbria, mentre lunedì presiederà un nuovo Consiglio dei ministri.
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