di Federica Marengo mercoledì 22 novembre 2023
-Trovato l’accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi: secondo il quotidiano israeliano Haaretz, Hamas avrebbe intenzione di rilasciare a partire da domani 50 ostaggi di cui, 30 bambini, 8 madri e 12 donne, in cambio di 150 palestinesi e 4 giorni di tregua, tregua alla quale si unirebbero anche Hezbollah e la Jihad islamica. Entro stasera il gruppo annuncerà il nome dei primi 10 ostaggi, che verranno rilasciati ogni giorno di tregua. Tra i circa 50 ostaggi che saranno rilasciati , secondo un funzionario dell’amministrazione Biden,vi sarebbero 3 americani , due donne con doppio passaporto israeliano e americano e una bimba di 3 anni, i cui genitori sono morti nell’attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre. A fine mese dovrebbe avvenire un nuovo scambio di prigionieri.
Il Premier israeliano Netanyhau, che stasera terrà una conferenza stampa a Tel Aviv, precisando che si tratta di “pause”, ha dichiarato che “L’intesa sugli ostaggi è la decisione giusta“, chiarendo però che la guerra continua e che quello attuato da Hamas “è un secondo Olocausto”.
Tuttavia, secondo il quotidiano Haaretz, la Corte suprema israeliana ha respinto una petizione contro l’accordo con Hamas che contestava il rilascio dei detenuti palestinesi previsto dall’intesa in cambio della liberazione degli ostaggi.
Plaude all’accordo , il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen ,che ha chiesto, però, una soluzione più ampia e lo stop agli attacchi da parte di Israele.
Soddisfazione per l’intesa sulla tregua e sulla liberazione degli ostaggi è stata espressa anche dalla Presidente della Commissione UE Von der Leyen e dai leader di Cina e Russia.
“Bene l’accordo, ora aiuti umanitari ai civili” è quanto affermato tramite X dal Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, mentre il ministro della Difesa Crosetto, ha evidenziato: “La tregua umanitaria tra Israele e Hamas è frutto anche dell’impegno italiano. La pressione internazionale di molti Paesi, tra cui l’Italia, su Israele è stata discreta ma forte e continua: uno stato democratico non può che rispettare le regole del diritto internazionale e del diritto umanitario, anche quando scende in guerra e lo fa legittimamente”.
Papa Francesco, invece, che ha ricevuto in Vaticano una delegazione sia israeliana che palestinese, nel corso dell’Udienza generale ha evidenziato: “In Palestina e Israele non è guerra, è terrorismo” e in un video-appello in spagnolo, con sottotitoli in Inglese, francese, portoghese, italiano, arabo ed ebraico, ha affermato: “E’ pesante quello che sta accadendo in Terra Santa. E’ molto pesante. Il popolo palestinese, il popolo di Israele, hanno il diritto alla pace, hanno il diritto di vivere in pace: due popoli fratelli. Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo perché le controversie vengano risolte con il dialogo e i negoziati e non con una montagna di morti da entrambe le parti. Per favore, preghiamo per la pace in Terra Santa”.
Sulla crisi in Medio Oriente si è poi espressa anche la Presidente del Consiglio, Meloni, nel suo intervento alla riunione virtuale del G20, a cui ha partecipato con il Cancelliere tedesco Scholz, in collegamento da Berlino, dove si è recata per il vertice intergovernativo, ribadendo la “Ferma condanna di Hamas per l’ignobile e sanguinario assalto terroristico contro Israele dello scorso 7 ottobre, il diritto all’autodifesa di Israele e la convinzione che in prospettiva la soluzione del conflitto non potrà che passare attraverso la creazione di due Stati”.
Al termine di tale riunione in videocollegamento, la Premier Meloni e il Cancelliere tedesco Scholz hanno tenuto una conferenza stampa nella quale, la Presidente del Consiglio ha sottolineato che: “Oggi la cooperazione tra Italia e Germania fa un passo avanti, noi abbiamo appena firmato un piano di azione che innalza la nostra cooperazione ad un nuovo livello per rafforzarla e consolidarla”.
Poi, sul tema immigrazione, ha detto: “Sul dossier migranti con Scholz condividiamo la necessità che vada implementato il lavoro relativo al cambio di visione dell’Ue. L’unico modo per risolvere la questione è lavorare sulla dimensione esterna e lavorare in modo diverso con i Paesi africani, come abbiamo cominciato a fare e portare avanti. Nell’attuale scenario, il ruolo dell’Africa è fondamentale, bisogna ricostruire una cooperazione non predatoria, con un approccio non paternalistico e aiutare i Paesi africani a vivere meglio delle grandi risorse di cui dispongono, anche per gestire meglio i flussi migratori sulla base del rispetto delle regole per combattere l’immigrazione illegale”.
Quindi sull’operazione Ita-Lufthansa, la Premier ha spiegato: “Siamo pronti la settimana prossima ad inviare la notifica alla Commissione Ue. Avendo risolto un problema che la Commissione ci chiedeva di risolvere, auspichiamo una soluzione immediata e velocità nel chiudere il dossier, perché credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro”.
Sulla nuova governance europea e sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita, la Presidente del Consiglio, Meloni, ha evidenziato : “Sulla nuova governance europea Italia e Germania cercano un punto di incontro per definire un nuovo Patto di stabilità che sia possibile rispettare. La posizione italiana richiede non una politica di bilancio allegra , che non abbiamo fatto e non stiamo facendo. Perché siamo una nazione seria e un governo serio. Ma abbiamo un problema di difesa degli investimenti. Per noi è importante che le nuove regole della governance premino gli sforzi per favorire le scelte strategiche nel quadro di una politica di bilancio seria”.
Infine, sul tema dell’allargamento UE, la Premier ha affermato: “Italia e Germania sono vicini sul tema dell’allargamento dell’Ue o come dico sempre della riunificazione, parola che in Germania assume un particolare significato. La capacità dell’Europa di essere inclusiva e dare risposte a chi si rivolge a noi è fondamentale”, mentre su clima, transizione energetica e Africa, ha evidenziato: “L’Italia ,si candida a diventare un ponte con l’Europa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, sostenendo la sicurezza energetica delle nazioni africane e mediterranee e le esportazioni di energia verde verso il resto del Vecchio Continente”.
Il Cancelliere tedesco, Scholz , invece, ha dichiarato che “I rapporti tra Italia e Germania sono sempre stati molto amichevoli e sicuramente avremo ulteriori collaborazioni quando l’Italia sarà la presidente del G7. Con il presidente Giorgia Meloni abbiamo parlato della situazione in Medio Oriente e delle difficoltà di Gaza e della situazione degli ostaggi da liberare. Andremo avanti nel sostegno ai tentativi diplomatici in questo contesto. Israele ha il diritto di difendersi e le pause umanitarie sono fondamentali. E siamo d’accordo che è necessario dare maggiore aiuti umanitari a Gaza. La soluzione dei due Stati è quella che permetterà ai due Stati di poter convivere in pace”.
E sul protocollo firmato da Italia e Albania in materia di immigrazione ,Scholz, ha commentato: “Il patto tra Italia e Albania , si muove all’interno del diritto europeo e si muove in un ambito ben definito. E naturalmente ha un ruolo importante l’amicizia Italia-Albania e la vicinanza tra i due Paesi. Sappiamo tutti che dobbiamo trovare un percorso per regolare l’immigrazione, per trovare dei percorsi di immigrazione legali. Abbiamo bisogno di partneriati con paesi di provenienza e di transito”.
Proprio a proposito del Vertice intergovernativo italo-tedesco a Berlino, il primo del Governo Meloni, la Premier ,insieme alla delegazione composta dai ministri Tajani (Vicepremier e ministro degli Esteri), Piantedosi (Interno), Crosetto (Difesa) , Giorgetti (Economia e Finanza), Urso (Impresa e Made in Italy), Calderone (Lavoro e Politiche sociali) e Bernini (Università e Ricerca), dopo aver partecipato con il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Scholz, alla Riunione virtuale dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi G20, ha preso parte al Business Forum, evento di Confindustria e della Bdi, la Lega federale industria tedesca, che ha visto riunite le principali aziende italiane e tedesche.
Il consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica AHK Italien, Joerg Buck,a margine del Forum, ha dichiarato: “Il Piano d’Azione firmato oggi tra Italia e Germania rappresenta un momento storico, perché si riconoscono finalmente partner strategici in materia economica, energetica, industriale. Italia e Germania sono sempre più un unico ecosistema produttivo, come certificano periodicamente i dati di interscambio. Occorre che i rispettivi governi dialoghino sempre di più, coordinando la loro azione europea e prevedendo misure condivise per tutelare la nostra manifattura senza venir meno agli obiettivi della transizione. I due Paesi hanno raggiunto 168,5 miliardi di euro di scambio nel 2022; le imprese tedesche in Italia sono oltre 1.700, con più di 75 miliardi di euro di fatturato, e occupano circa 192mila persone. Italia e Germania sono sempre più interconnesse e per questo negli scorsi anni abbiamo ripetutamente affermato, come Camera di Commercio tedesca in Italia, che il piano d’azione tra Italia e Germania doveva prevedere anche misure economiche, industriali ed energetiche per coordinare le strategie tra i nostri due Paesi: è tempo di misure condivise per gestire insieme le grandi trasformazioni del futuro, tutelando la nostra manifattura senza venir meno agli obiettivi della transizione”.
A seguire , dopo il bilaterale tra Meloni e Scholz alla Cancelleria e, i bilaterali tra i vari ministri, si sono tenute la firma del Piano d’azione e le dichiarazioni congiunte alla stampa.
Quanto al Piano d’Azione per il rafforzamento della cooperazione bilaterale e in ambito europeo, l’intesa si articola in cinque capitoli (economia, innovazione e coesione sociale; clima, energia e ambiente; politica estera e di difesa; agenda europea e migrazione; contatti tra le società civili e cultura) e completa la “triangolazione” tra le tre principali nazioni europee (Italia, Germania e Francia) dopo la conclusione dei Trattati di Aquisgrana e del Quirinale, anche se quest’ultimo non necessiterà di una ratifica parlamentare.
Il vertice si è concluso alle 20:30 con una sessione plenaria, nel corso della quale la Premier e il Cancelliere hanno riferito gli esiti dei rispettivi colloqui.
Nel frattempo, a Roma, il Ddl che rafforza le misure per contrastare la violenza sulle donne , già approvato dalla Camera, è stato approvato anche dal Senato ed è legge.
Dopo i lavori in tempi celeri della Commissione Giustizia, l’Aula di Palazzo Madama ha dato il via libera all’unanimità, con 157 voti a favore, al disegno di legge Roccella sulla violenza di genere.
Al termine di una procedura sugli ordini del giorno, relativi ad alcuni dei 19 articoli del provvedimento, riformulati o ritirati, Italia Viva e Azione hanno votato l’ordine del giorno della Maggioranza a prima firma del capogruppo di FdI, Malan, mentre il M5S, il Pd e AVS si sono astenuti.
Nel testo di Maggioranza si impegna l’Esecutivo “a valutare l’opportunità di inserire nei programmi scolastici, con il pieno coinvolgimento dei genitori, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, l’educazione al rispetto. Anche attraverso una formazione emotivo sentimentale che renda gli individui più consapevoli delle proprie emozioni e delle proprie azioni. Al fine di creare le condizioni per rapporti umani sentimentali e familiari più sani ed equilibrati”.
A concorrere alla realizzazione del voto all’unanimità e all’intesa tra Maggioranza e Opposizione, una telefonata , prima dell’inizio dei lavori dell’Aula, tra la segretaria del Pd Schlein e la Premier Meloni.
La segretaria del Pd, Schlein , infatti, all’apertura dei lavori della Direzione del partito, ha dichiarato : “Ci siamo sentiti in queste ore. Apprezzo il segnale della maggioranza al Senato, dando parere favorevole su un odg che chiede di mettere risorse in quella legge sulla formazione delle operatrici, come l’approvazione dell’odg in cui chiediamo di calendarizzare in tempi rapidi alla proposta di legge sulla prevenzione”.
Il provvedimento prevede tra le misure principali: l’aumento delle condizioni di ricorso al braccialetto elettronico, maggiori priorità nei processi per la violenza di genere, trenta giorni per i PM per chiedere misure cautelari, nuovi corsi specifici su questo tema per i PM, arresto in flagranza differita (sulla base di documentazione video o chat), comunicazione alla vittima di quando l’aggressore è rimesso in libertà, condizionale all’aggressore subordinata al parere del giudice, obbligo di allontanamento di 500 metri e previsionale a titolo di ristoro anticipato per la vittima o i suoi eredi.
Sempre questa mattina, poi, presentato in conferenza stampa dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara e dalla ministra della Natalità, della Famiglia e delle Pari Opportunità, Roccella e dal ministro della Cultura Sangiuliano, e dalla Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Paola Frassinetti, il progetto “Educare alle relazioni” ,nell’ambito delle iniziative da attuare nelle scuole per prevenire la violenza sulle donne. Il progetto, finanziato con 15 milioni di euro, potrebbe diventare obbligatorio dal prossimo anno scolastico.
Il ministro Valditara ha spiegato: “Iniziamo subito con 30 ore, che saranno svolte a livello extracurriculare: è un pacchetto importante. Questo progetto si intitola ‘Educare alle relazioni’ e affonda le sue radici nel progetto ‘Educare al rispetto’ che risale al 2015. Di quel progetto è una evoluzione molto significativa. È la prima volta che in Italia si fa un esperimento di questo tipo, è la prima volta che si intende affrontare di petto il tema del machismo e del maschilismo, della violenza psicologica e anche fisica nei confronti del genere femminile. Il progetto non è nato ieri, ma ha preso le mosse dagli eventi successi la scorsa estate, lo stupro di Palermo e gli stupri di Caivano, oltre che dalla mia ferma volontà che occorre dire basta in modo drastico a quei residui di cultura maschilista e machista che ancora inquina il nostro Paese. È inaccettabile che la donna debba subire quotidianamente vessazioni, umiliazioni e violenze. Il progetto partirà in via sperimentale dalle scuole superiori, dove sarà inserito in particolare nel perimetro dell’educazione civica, ma con rimandi alla cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Sarà articolato in gruppi di discussione con il coinvolgimento degli studenti, che saranno invitati a prendere consapevolezza dei propri atteggiamenti e rappresentazioni e della possibilità di modificarli. Gli studenti saranno anche edotti delle conseguenze penali che comportamenti impropri possono generale. Se non c’è il consenso, rischi l’avvio di un procedimento penale. Per la prima volta non chiediamo un impegno aggiuntivo ai docenti senza una remunerazione o senza formazione, “infatti, abbiamo avviato un percorso con l’ordine degli psicologi. Apprezzo la volontà di dialogo sul tema espressa da Elly Schlein e invito tutti, giornalisti e società civile, a discutere per migliorare questo progetto e non a sprecare tempo in polemiche inesistenti”.
La ministra della Natalità, della Famiglia e delle Pari Opportunità Roccella , invece, ha sottolineato: “Il protocollo che stiamo firmando ha obiettivi molto specifici: vogliamo accrescere tra i giovani e tra le ragazze gli strumenti a disposizione delle donne per riconoscere e combattere i segni della violenza. Comportamenti ,non solo aggressivi, ma che producono quella discriminazione che conosciamo. Il patriarcato esiste e va riconosciuto nelle sue nuove forme; i protagonisti del cambiamento devono essere gli uomini, a partire dalla volontà di modificare la cultura patriarcale. Tutto nasce dall’incapacità maschile di riconoscere e rispettare la libertà delle donne; il ddl sui femminicidi è fondamentale, ma non risolve tutto. È necessario ,un cambiamento culturale molto impegnativo”.
Infine, il ministro della Cultura Sangiuliano ha dichiarato: “La cultura come antidoto formidabile contro ogni forma di violenza e per far crescere la cultura del rispetto. La nostra Costituzione già ci illumina su questa strada. Io ho aderito all’idea di far sì che i migliori prodotti audiovisivi che verranno fatti dagli studenti sulla violenza contro le donne possano accedere al festival di Venezia, dedicando uno spazio a questo tema, facendo crescere una forte sensibilità. Nella definizione dei criteri con cui si accede ai finanziamenti pubblici per il cinema abbiamo previsto un meccanismo di punteggio superiore per quei prodotti audiovisivi che si occupano del tema del rispetto delle donne”.
©Riproduzione riservata