di Federica Marengo giovedì 21 settembre 2023
-Nella 567° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi sul Paese. Colpite dalla notte scorsa, Kiev, dove almeno 10 persone sono rimaste ferite, Cherkasy, dove le persone ferite sono state 5 e Kherson, dove un secondo attacco ha causato la morte di un’anziana e di un’altra persona e il ferimento di 5 persone. Al momento, dunque, il numero di morti totale sarebbe di 3 e una ventina quello dei feriti, mentre le forze ucraine avrebbero abbattuto 43 droni russi su 36.
Sotto attacco russo, poi, anche Kharkiv, dove il lancio di 6 missili S-300 ha provocato il ferimento di 3 civili e l’ammanco di elettricità in alcuni quartieri del distretto di Sviatoshynskyi.
Sul fronte russo, invece, abbattuti 22 droni ucraini, di cui 19 sul Mar Nero e Crimea e 3 sulle regioni di Kurck, Belgorod e Orel.
Inoltre, le forze ucraine hanno confermato con un post su Telegram di aver attaccato, la scorsa notte, la base russa della città di Saky, in Crimea, ma un funzionario dell’amministrazione della penisola occupata, citato da Sky News, ha dichiarato che le forze russe hanno abbattuto tutti i missili ucraini.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che ieri ha parlato al Consiglio di Sicurezza Onu, rilanciando la sua formula di pace ed esortando a togliere il diritto di veto alla Russia e ha tenuto un bilaterale con la Premier Meloni a margine dei lavori dell’Assemblea, nella giornata di oggi si è recato al Congresso USA per incontrare lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, e il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer.
Lo speaker della Camera dei Rappresentanti statunitense, il repubblicano Kevin McCarthy, ha respinto la richiesta del Presidente ucraino Zelensky di tenere un discorso al Congresso in sessione congiunto, motivando il proprio rifiuto con la mancanza di tempo in una settimana parlamentare piena di appuntamenti e, aggiungendo che il Presidente Zelensky ha già avuto comunque l’opportunità di un discorso a Camere riunite.
Nel suo incontro con il leader della Camera dei Rappresentanti statunitense, McCarthy, come riferito ai media da quest’ultimo, l’Ucraina avrebbe chiesto copertura aerea e missili a lunga distanza.
McCarthy, ha sottolineato come “Stati Uniti e Ucraina non possano permettersi che il conflitto si trasformi in una guerra di attrito: Mosca vuole spezzare la volontà del popolo americano e di quelli europei, e non possiamo lasciare che ciò accada”.
In ultimo, il senatore repubblicano ha criticato l’Amministrazione Biden, affermando che occorre vedere un vero piano strategico per la vittoria, ma si è detto certo di poter convincere anche i Repubblicani più scettici a votare a favore di maggiori aiuti per Kiev.
Un gruppo di repubblicani si è opposto, però, alla richiesta di ulteriori 24 miliardi di dollari di nuovi fondi per l’Ucraina avanzata dal Presidente Biden. In una lettera firmata da 23 deputati e 6 senatori conservatori, riportata dal Wall Street Journal, la strategia della Casa Bianca viene criticata perché poco chiara e si lamenta l’impegno a tempo indeterminato a sostegno di Kiev.
Lo speaker della Camera americana, ilrepubblicano Kevin McCarthy, quindi, alla fine, ha escluso di mettere nell’agenda l’approvazione di un pacchetto da 24 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina entro la fine dell’anno, come chiesto da Biden, dichiarando: “Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo all’Ucraina. Il mio incontro con Zelensky è stato “positivo” e “produttivo“.
Il Presidente ucraino , quindi ha incontrato separatamente i leader di Camera e Senato, prima di recarsi al Pentagono e , in serata, si recherà a Washington, alla Casa Bianca, per un colloquio con il Presidente USA Biden.
Secondo quanto riferito al New York Times dal leader della maggioranza democratica Chuck Schumer, il Presidente ucraino Zelensky, avrebbe rivolto tale appello ai senatori USA: “ Se non riceviamo gli aiuti, perderemo la guerra”.
Ma il presidente della commissione Esteri della Camera Usa, il repubblicano Michael McCaul, parlando con i giornalisti, ha minimizzato il crescente dissenso repubblicano nel continuare a sostenere l’Ucraina con denaro e armi, affermando che: “Il messaggio del Presidente ucraino Zelensky , nel suo incontro di oggi al Campidoglio Usa a Washington con i parlamentari, è stato “che sta vincendo”, la maggioranza della maggioranza lo sostiene, ma deve esserci fiducia in una strategia chiara per la vittoria dell’Ucraina. La guerra di logoramento non vincerà, anzi “questo è ciò che vuole Putin, cioè spezzare la volontà del popolo americano e degli europei”.
Lo speaker repubblicano della Camera Usa, Kevin McCarthy, che vede una maggiore opposizione nel sostenere l’Ucraina all’interno dei suoi ranghi allineati a Trump, ha avuto un incontro con Zelensky, con alcuni parlamentari e presidenti di commissioni bipartisan.
Il deputato Steny Hoyer, democratico del Maryland, che ha partecipato all’incontro alla Camera con Zelensky e gli altri deputati, hanno riferito che McCarthy non ha fatto promesse, ma che repubblicani e democratici erano uniti nel sostenere l’Ucraina: “Penso che il messaggio non sia stato necessariamente una promessa, ma una determinazione ad assicurarsi che possiamo aiutare l’Ucraina a vincere questa guerra per la libertà e per tutti noi”.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, Kirby, ai microfoni della Cnn, ha poi annunciato : “Joe Biden vuole avere da Volodymyr Zelensky, un punto della situazione ,nel colloquio delle prossime ore alla Casa Bianca. Il Presidente USA ribadirà al leader di Kiev il sostegno degli Stati Uniti “per tutto il tempo necessario” e parlerà con Zelensky di “esigenze specifiche dell’Ucraina in materia di armi”. A tal proposito, i sistemi missilistici tattici a lungo raggio Atacms non sono fuori discussione, ma non è stata presa alcuna decisione”.
Il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, presente anch’egli all’Assemblea Onu, nel suo intervento ha parlato della preparazione del vertice Nato del 2024 e della cooperazione tra Ucraina e Alleanza Atlantica, evidenziando poi su Telegram: “L’Ucraina ha messo in guardia oggi contro “mesi difficili” dopo il “massiccio” attacco missilistico russo che nella notte ha preso di mira diverse città del Paese e ha ucciso almeno tre persone a Kherson. Ci aspettano mesi difficili: la Russia continuerà ad attaccare gli impianti energetici ed essenziali dell’Ucraina”.
Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, in una lecture al Council on Foreign Relations a New York, ha evidenziato: “Se l’Ucraina vincerà, avremo dalla nostra parte il secondo esercito più grande d’Europa, temprato per le battaglie. È nell’interesse della sicurezza dell’Ue e degli Stati Uniti garantire la vittoria dell’Ucraina. Kiev è più vicina che mai all’ingresso. Tuttavia, il fatto che ci sia una guerra in corso rende impossibile invitare l’Ucraina domani o oggi. Quindi, in un modo o nell’altro ,dobbiamo affrontare la situazione e ovviamente è più facile prevedere l’adesione una volta finita questa guerra. Questa è la ragione per cui credo che anche i più ferventi per l’adesione dell’Ucraina il prima possibile si rendono conto che è qualcosa non può succedere adesso”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, in un messaggio inviato all’evento “Il valore della Pace”, organizzato dal think tank Remind, ha sottolineato: “Con riferimento alla guerra in corso in Ucraina, mi stupisce profondamente ascoltare ancora, anche da parte di alcune persone che hanno responsabilità o ricoprono ruoli istituzionali, appelli alla pace generici, senza alcuna proposta concreta e percorribile per la ricomposizione del conflitto. Se pensiamo che la pace sia possibile con la resa incondizionata della nazione aggredita, appunto l’Ucraina, allora, vuol dire non comprendere non solo la realtà, mail valore vero della pace stessa, svilita dall’idea che la prepotenza, la prevaricazione e la forza bruta siano armi efficaci per ottenere la soddisfazione dei propri appetiti”.
Ieri, nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha affermato : “La posizione del governo italiano sull’aggressione russa all’Ucraina “è chiara e molto nota. Siamo dalla parte dell’Ucraina, un popolo invaso che lotta per difendere la propria libertà e sovranità. Vogliamo una pace giusta, che significa libertà per l’Ucraina. Zelensky e il popolo ucraino sanno che l’Italia è con loro e sarà con loro. Per loro, ma per l’Italia stessa. La ricostruzione dell’Ucraina sarà tra le priorità della presidenza di turno italiana del G7. L ‘invasione russa ha danneggiato più di 120 siti religiosi, secondo i dati dell’Unesco, e dopo il bombardamento della cattedrale di Odessa abbiamo lanciato una iniziativa per la sua ricostruzione. L’Italia sarà in prima fila per la sua ricostruzione. Siamo molto preoccupati per la situazione relativa alla sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia: dobbiamo continuare a sostenere il lavoro dell’Aiea, per evitare una nuova Chernobyl”.
A proposito della centrale nucleare di Zaporizhzhia, il ministro degli Esteri russo Lavrov, che durante la sua partecipazione alla 78° Assemblea generale dell’Onu non ha avuto confronti né con la delegazione USA né con la Nato, ha incontrato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) , Grossi, il quale si è detto preoccupato per l’alto rischio di incidenti nell’impianto.
Il ministero degli Esteri russo, Lavorov, in una dichiarazione a seguito dell’ incontro con Grossi, ha affermato: “La Russia è pronta a continuare la sua cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica , al fine di frenare le minacce poste alla centrale nucleare di Zaporozhzhia da parte di Kiev. L’uso di armi all’uranio impoverito che l’Occidente ha fornito a Kiev può causare un effetto devastante a lungo termine”.
Nella dichiarazione del ministro degli Esteri russo Lavrov, si legge che: “Durante l’incontro, Lavrov e Grossi “si sono scambiati opinioni sugli ambiti chiave del lavoro dell’Agenzia. Si è discusso in dettaglio anche della sicurezza presso la centrale nucleare di Zaporozhzhia. La parte russa ha ribadito il proprio impegno a collaborare ulteriormente con l’Agenzia al fine di ridurre le minacce poste dal regime di Kiev all’impianto nucleare”.
A Mosca, invece, il Presidente russo Putin, tornando alla questione dell’uscita di Mosca dall’accordo sul grano, dopo un colloquio con il Presidente turco Erdogan, ha affermato che “L’accordo del grano, che per un anno che ha consentito all’Ucraina di esportare cereali in sicurezza attraverso il Mar Nero, non sarà ripristinato, finché l’Occidente non accetterà di facilitare le esportazioni agricole russe, rimuovendo le sanzioni che bloccano le esportazioni russe di cibo e fertilizzanti. Se tali impegni fossero onorati, la Russia potrebbe ritornare all’accordo entro i prossimi giorni. La Russia è vicina alla conclusione di un accordo per fornire grano gratuito a sei Paesi africani. La Russia spedirà 1 milione di tonnellate (1,1 milioni di tonnellate) di grano a buon mercato in Turchia per la lavorazione e la consegna ai paesi poveri”.
A sua volta, il Presidente turco Erdogan ha confermato che “La Turchia è pronta a fare ciò che è necessario per mandare grano russo ai Paesi africani invia di sviluppo” e ha sottolineato che “non ci sono alternative alla proposta russa per riattivare il corridoio per il grano ucraino”.
Al riguardo, la prima nave con un carico di grano a lasciare un porto ucraino dalla fine dell’accordo sui cereali del Mar Nero è arrivata Istanbul, con a bordo tremila tonnellate di grano. Il mercantile era partito dal porto ucraino di Chernomorsk martedì.
Sempre in merito alla questione grano, dopo lo stop da parte della Polonia all’invio di armi in conseguenza alle tensioni sulle esportazioni di cereali dall’ Ucraina, vietate da Varsavia in via unilaterale, vi è stata una conversazione telefonica tra i ministri dell’Agricoltura di Polonia, Robert Telus, e Ucraina, Mykola Solski, come segnale di distensione tra i due Paesi. Il ministro polacco, Telus ha definito “dannoso per le nostre relazioni” il ricorso presentato da Kiev al Wto in risposta allo stop disposto dalla Polonia, auspicandone il ritiro e, sottolineando: “Siamo sempre pronti al dialogo, ma per noi la cosa più importante è l’interesse degli agricoltori polacchi. Sono felice del fatto che Kiev abbia finalmente iniziato a parlare con noi e non con la Germania o l’Ue sopra le nostre teste”.
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