di Federica Marengo martedì 12 settembre 2023
-Nella 558° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti gli attacchi russi sulle regioni Sud-orientali del Paese. Sotto attacco, infatti, Donetsk, dove sono rimaste uccise 2 persone e ferite 3 e ,dove sarebbe stata distrutta una base russa di droni, e Zaporizhzhia. Esplosioni, poi, sono state udite nella regione di Sebastopoli, vicino alla Crimea occupata.
Secondo l’Istituto per gli Studi sulla guerra (ISW), le forze armate ucraine avrebbero compiuto progressi nella controffensiva, avanzando verso Bakhmut e verso Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia e riconquistando diverse piattaforme di gas e petrolio vicino alla Crimea.
Sul fronte russo, invece, la Difesa di Mosca ha fatto sapere di aver respinto un raid delle forze armate ucraine su Rylsk, nella regione di Kursk.
Proprio restando in Russia, all’indomani dell’annuncio ,corredato di foto, dato dalla Corea del Nord della partenza del Presidente Kim Jong Un a bordo del suo personale treno blindato verso Vladivostok, per incontrare l’omologo russo Putin, i media hanno dato notizia dell’arrivo di quest’ultimo in Russia, con il portavoce del Cremlino, Peskov, che ha assicurato che l’incontro fra i due leader avrà luogo “nei prossimi giorni”.
Più tardi,le autorità di Mosca hanno diffuso un video in cui si vede il treno personale del leader nordcoreano Kim Jong-un arrivare a Khasan, la prima stazione dopo aver passato il confine, dove è stato accolto da un picchetto d’onore militare e da una banda di ottoni. Sul tappeto rosso a rappresentare Mosca c’erano il governatore regionale Oleg Kozhemyako e il ministro delle risorse naturali Alexander Kozlov. La destinazione finale del convoglio non è dunque Vladivostok, come riportato nei giorni scorsi dai media, ma incerta.
In merito a tale incontro, che si ipotizza possa essere incentrato sulla richiesta di armi da parte della Russia, ma anche su tecnologie militari e aiuti alimentari, il Governo francese, tramite la portavoce del ministero degli Esteri della Francia, Anne-Claire Legendre, in occasione di un punto stampa a Parigi, ha dichiarato che: “La visita di Kim Jong-un in Russia è “il segno” dell’isolamento del presidente russo, Vladimir Putin, rispetto alla comunità internazionale. La Russia è isolata a tal punto da essere obbligata a voltarsi verso la Corea del Nord. E’ il segno di un fortissimo isolamento al livello internazionale”.
Ancora, la Casa Bianca ha esortato le autorità nordcoreane a “non fornire o vendere armi” alle forze armate russe e a “rispettare gli impegni pubblici” precedentemente assunti e a non fornire sostegno militare alla Russia, ricordando ad entrambi i Paesi che “qualsiasi trasferimento di armi dalla Corea del Nord alla Russia rappresenterebbe una violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e che “gli Stati Uniti non esiteranno a imporre nuove sanzioni”.
Intanto, il Presidente russo Putin, che ha presentato alla Duma di Stato un disegno di legge che propone di stabilire una nuova Giornata nazionale, quella del 30 settembre, dedicata alla riunificazione con la Russia delle regioni ucraine occupate(Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson), nel suo intervento al Forum economico dell’Estremo Oriente, in corso fino a domani a Vladivostok,spaziando tra la condanna dell’invio dei carri armati URSS a Praga e a Budapest e dichiarazioni pro Trump, verso cui sarebbe in atto una “persecuzione politica”, ha affermato: “Sono già 71.500 i soldati persi dall’Ucraina dall’inizio della controffensiva, all’inizio di giugno, che non ha portato a “nessun risultato. Inoltre, le forze di Kiev hanno perso 543 carri armati e 18mila veicoli blindati. Ogni giorno, ci sono 1.000 – 1.500 nuovi arruolati nel suo Paese. Solo le generazioni future potranno valutare oggettivamente ciò che abbiamo fatto per il Paese. Attualmente, negli ultimi 6-7 mesi, 270mila persone hanno firmato volontariamente contratti per prestare servizio nelle forze armate russe, ogni giorno 1.000-1.500 persone vengono a firmare contratti”.
Poi, il numero uno del Cremlino, ha evidenziato: “I burattinai occidentali spingono l’Ucraina a prendere il controllo di più territorio possibile per “poi cominciare i negoziati. Se gli Usa pensano che Kiev sia pronta per le trattative devono far sì che venga revocato il decreto del presidente Volodymyr Zelensky che proibisce colloqui con Mosca. La Federazione Russa non può fermare le ostilità mentre l’Ucraina è in controffensiva. Ebbene, come possiamo fermare le ostilità se l’altra parte sta conducendo una controffensiva? Cosa dovremmo fare? Fanno una controffensiva e noi diciamo ‘ci fermiamo?’. Non siamo trockisti. ‘Il movimento è tutto, l’obiettivo finale è niente’ rappresenta una cattiva teoria”.
Il ministro degli Esteri Lavrov, intervenuto durante il notiziario Vesti sul canale televisivo Rossiya 1 ha poi commentato le dichiarazioni del segretario di Stato USA Blinken sulla disponibilità di Kiev ai negoziati, se il Presidente Putin mostrasse il suo interesse per la diplomazia, definendole “strane”.
Il Presidente ucraino Zelensky, invece, come annunciato da lui stesso , ha posto il veto al disegno di legge della Rada, il Parlamento ucraino, che limita l’accesso pubblico alle dichiarazioni elettroniche dei beni dei funzionari pubblici, spiegando sul suo canale Telegram: “Le dichiarazioni devono essere pubbliche. Subito. Non tra un anno. Il registro dovrebbe essere aperto adesso”..
Il sistema di dichiarazioni patrimoniali obbligatorie è stato istituito come parte della lotta del Paese contro la corruzione, in seguito alla rivoluzione EuroMaidan del 2014. All’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022, l’obbligo di presentare dichiarazioni elettroniche è stato sospeso e l’accesso pubblico alle dichiarazioni è stato chiuso. Ai funzionari è stato richiesto di presentarle solo su base volontaria.
La Rada , il Parlamento ucraino, il 5 settembre scorso ha approvato un disegno di legge per ripristinare l’obbligo per gli alti funzionari di dichiarare i propri beni, misura anticorruzione fondamentale per i colloqui sull’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Tuttavia, in seguito all’approvazione di tale disegno di legge, la Rada ha apportato una serie di modifiche, tra cui quella che stabilisce che per un altro anno non vi sia più accesso pubblico alle dichiarazioni patrimoniali dei funzionari e che solo le forze dell’ordine possano controllarle.
Però, una petizione lanciata il 6 settembre ha chiesto di modificare la legge , affinché le dichiarazioni patrimoniali fossero accessibili al pubblico. Anche i deputati del Parlamento UE hanno in seguito chiesto al Presidente Zelensky di porre il veto al disegno di legge, temendo che ciò potesse minare la fiducia nelle riforme.
Nel frattempo, dal consigliere presidenziale ucraino, Podolyak, intervistato dal quotidiano ucraino Novoye Izdanie, è arrivata una critica all’ONU e all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e a diverse altre organizzazioni, definite “fittizie”, evidenziando: “L’Onu è in realtà un’organizzazione del tutto inesistente, un gruppo di pressione che serve a far guadagnare soldi per una buona vecchiaia alle persone che ricoprono posizioni di rilievo al suo interno. Onu, Aiea, Croce Rossa, Amnesty International, sono tutte organizzazioni fittizie che intasano le nostre coscienze con valutazioni spazzatura e se organizzazioni del genere non esistessero, molte cose sarebbero risolte meglio e più velocemente”.
Quanto agli alleati, per l’agenzia Reuters, che cita alcune fonti nell’amministrazione di Washington, l’amministrazione Biden sarebbe vicina a dare il via libera all’invio di missili a lungo raggio o di Gmlrs adatti al lancio di bombe a grappolo all’Ucraina. Inoltre, per il sito Politico, Kiev premerebbe per un annuncio sull’invio di missili a lungo raggio all’assemblea generale dell’Onu della prossima settimana, ma è improbabile che possa accadere visti i tempi stretti.
In merito, il vicesegretario generale dell’Onu Izumi Nakamitsu, esprimendo la preoccupazione delle Nazioni Unite, ha dichiarato : “Il Segretario generale ha ripetutamente lanciato un appello per la fine immediata dell’utilizzo delle munizioni a grappolo, in linea con quella che è la sua posizione da tempo: queste armi devono essere consegnate alla storia”.
Tutto ciò ,mentre la Svezia starebbe valutando la possibilità di inviare in Ucraina i caccia Saab Jas 39 Gripen e l’eventuale formazione dei piloti ucraini e la Danimarca , secondo quanto annunciato dal Ministero della Difesa, donerà all’Ucraina un pacchetto di aiuti militari del valore di 5,8 miliardi di corone danesi (circa 780 milioni di euro), comprendente carri armati, veicoli da combattimento di fanteria, munizioni per carri armati e cannoni antiaerei.
Sempre restando nell’ambito degli alleati, il cancelliere tedesco Scholz, intervenendo oggi al Forum “L’audacia della pace”, nella giornata conclusiva dell’incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio a Berlino, ha detto: “La Germania è oggi un paese che tende la mano con la più profonda convinzione a chi cerca con audacia la pace. Oggi, probabilmente, nessuno in Europa desidera la pace quanto gli ucraini. Ogni giorno difendono la loro libertà, la loro patria, le loro vite contro le ubriacature di potere imperialistiche e storicamente cieche dei governanti del Cremlino. Il piano di pace che il Presidente Zelensky sta promuovendo in tutto il mondo esprime chiaramente questo anelito di pace. Allo stesso tempo, dobbiamo guardarci dalle soluzioni fasulle che hanno la parola ‘pace’ solo nel nome. La pace senza libertà si chiama oppressione. La pace senza giustizia si chiama dittatura. Per questo motivo sosteniamo pienamente le richieste dell’Ucraina per una pace giusta che rispetti i principi della Carta delle Nazioni Unite. Che rispetti i principi di integrità territoriale e indipendenza. Per questo sosteniamo le ucraine e gli ucraini nella difesa della loro patria. Lo facciamo anche fornendo armi. Questa decisione non è stata facile per noi e non la prendiamo alla leggera. Proprio perché conosciamo l’impatto delle armi che forniamo, ci stiamo coordinando da vicino e stiamo continuamente esaminando molto attentamente ciò che è necessario e ciò che è responsabile nella situazione attuale”.
Infine, Scholz ha smentito le ricostruzioni di stampa secondo cui un accordo di pace concluso tra Ucraina e Russia era già stato negoziato nella primavera del 2022, poco dopo l’inizio della guerra, ma era stato fatto ‘saltare’ dagli Stati Uniti o dal Regno Unito: “No, non è vero. Le parti in causa stavano ancora parlando tra loro, ma tutto ciò che sarebbe stato possibile come intesa è stato rovinato perché il presidente russo ha sfruttato il tempo solo per condurre le sue truppe attorno all’Ucraina dopo il fallito attacco alla capitale Kiev e per continuare l’attacco al Paese ad est dell’Ucraina”.
Riguardo alla missione di pace in Cina del cardinale Zuppi, Arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, la sala stampa della Santa Sede ha reso noto che quest’ultimo si recherà a Pechino nei giorni dal 13 al15 settembre, per sostenere iniziative umanitarie e per ricercare percorsi che possano condurre a una pace giusta. Lo stesso cardinale Zuppi, ai microfoni di Tv2000, ha sottolineato: “L’auspicio è quello di spingere e tessere la difficile tela della pace. La preghiera ecumenica di questi giorni sicuramente è un motivo ulteriore per cercare con fiducia il dono della pace che è un dono di tutti e per tutti”.
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