di Federica Marengo sabato 5 agosto 2023
-Il 1° agosto, prima di partire per il suo 42° viaggio apostolico in Portogallo, in occasione della 37° Giornata mondiale della Gioventù, Papa Francesco si è recato , come di consueto, alla vigilia di una Sua partenza dalla Capitale, presso la chiesa di Santa Maria Maggiore per affidare alla Vergine Maria, i pellegrini della GMG e tutti i giovani del mondo. Una preghiera, quella di Papa Bergoglio, cui i giovani hanno risposto dal Portogallo con una Messa, celebrata alla Colina do Encontro e, presieduta dall’arcivescovo Manuel Clemente, cardinale-patriarca di Lisbona.
La mattina del 2 agosto, poi, il Pontefice ha lasciato la sua residenza di Casa Santa Marta per dirigersi verso l’aeroporto di Roma-Fiumicino, non senza aver prima salutato una quindicina di persone, tra cui alcuni giovani di una comunità di recupero e tre nonni e aver inviato un telegramma di saluto al Presidente della Repubblica, Mattarella, nel quale ha espresso “Gioia di incontrare i giovani alla Gmg ” e auspicato che essi “attingano forza dall’incontro con Cristo e siano incoraggiati nella ricerca della verità e del senso della vita”, dicendosi “certo di condividere tale speranza con il capo dello Stato”, che , a sua volta, ha risposto con un messaggio, nel quale si legge: “Desidero farle pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che mi ha indirizzato, nel momento in cui si accinge a partire per il Portogallo. Il Viaggio Apostolico in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù rappresenta un’occasione straordinaria di incontro con tantissimi giovani provenienti da ogni parte del mondo, che testimonieranno nell’amicizia e nella fede la fiducia nel futuro e la volontà di costruire un mondo più inclusivo e solidale. Le rivolgo, Santità, il mio affettuoso pensiero unitamente alle espressioni della più profonda considerazione”.
A bordo dell’aereo, un velivolo ad impatto ambientale zero CO2, decollato alle 8:00 e arrivato alle 10:00, (11:00ora italiana), il Papa ha salutato i giornalisti , ricordando che, quella in Portogallo, è la quarta Giornata Mondiale della Gioventù del suo Pontificato e, affermando divertito: “Sembra che ci siano più di un milione di giovani a Lisbona per la Gmg, tornerò ringiovanito”.
Quindi, Papa Francesco è arrivato all’aeroporto di Figo Maduro ,a Lisbona, alle 10:43 (9:43 , ora italiana), dove ha ricevuto l’accoglienza ufficiale. Tra i primi a dargli il benvenuto, nell’ambito di una cerimonia , due bambini: Margarida e José.
A seguire, poi, l’incontro del Papa con le autorità, con lo scambio dei doni (Francesco ha donato una medaglia commemorativa creata per l’occasione dalla scultrice Amalia Mistichelli, che riporta tutti i simboli della manifestazione), la società civile e il corpo diplomatico al Centro Cultural de Belém, nel corso del quale ha tenuto il suo primo discorso (l’unico in italiano) nel quale ha invocato la pace, auspicando che “la GMG rappresenti per l’Europa un impulso al suo ruolo di paciere nella parte orientale, nel Mediterraneo, in Africa e in Medio Oriente e che la politica corregga gli squilibri economici, investa sulle famiglie e si prenda cura dell’ambiente”.
Nel suo discorso ha quindi sottolineato: “Sono felice di essere a Lisbona, città dell’incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più globale universale; diventa, in un certo senso, la capitale del mondo. Davanti all’oceano, i portoghesi riflettono sugli immensi spazi dell’anima e sul senso della vita nel mondo. Lisbona richiama all’importanza dell’insieme, a pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano. Lisbona può suggerire un cambio di passo. Qui nel 2007 è stato firmato l’omonimo Trattato di riforma della UE. Ecco lo spirito dell’insieme, animato dal sogno europeo di un multilateralismo più ampio del solo contesto occidentale. Auspico che la Giornata Mondiale della Gioventù sia, per il vecchio continente, possiamo dire l’anziano continente, un impulso di apertura universale. Perché di Europa, di vera Europa, il mondo ha bisogno. Quale rotta segui, Occidente? La tua tecnologia da sola non basta; tanto meno bastano le armi più sofisticate, impoverimenti del vero capitale umano, quello dell’educazione, della sanità, dello stato sociale. Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi si investono fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli. Sogno un’Europa cuore d’Occidente che metta a frutto l’ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza. Verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote? Verso dove navigate?. Come si dice da queste parti, ‘accanto ai giovani, uno non invecchia’. Giovani provenienti da tutto il mondo, che coltivano i desideri dell’unità, della pace e della fraternità, ci provocano a realizzare i loro sogni di bene. La Giornata Mondiale della Gioventù è occasione per costruire insieme. Vengono in mente alcune parole ardite di Pessoa: navigare è necessario, vivere non è necessario; quello che serve è creare. Stiamo trasformando le grandi riserve di vita in discariche di plastica. L’oceano ci ricorda che la vita dell’uomo è chiamata ad armonizzarsi con un ambiente più grande di noi, da custodire con premura pensando ai giovani. Si favoriscano i legami tra giovani e anziani. A questo richiama il sentimento della saudade portoghese, la quale esprime una nostalgia, un desiderio di bene assente, che rinasce solo a contatto con le proprie radici, Coltivare il senso di comunità, a partire dalla ricerca di chi ci abita accanto. Perché, come notò Saramago, ciò che dà il vero senso all’incontro è la ricerca, e bisogna fare molta strada per raggiungere ciò che è vicino. Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza; un’Europa che sappia ritrovare il suo animo giovane, sognando la grandezza dell’insieme e andando oltre i bisogni dell’immediato; un’Europa che includa popoli e persone con la propria loro cultura, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche. E questo ci aiuterà a pensare ai sogni dei padri fondatori dell’Unione europea: questi sognavano alla grande!”.
Dopo il suo primo discorso al Centro Cultural de Belém, Papa Bergoglio ha incontrato il Primo Ministro portoghese, Costa, e , presso il Monastero dos Jerónimo ha celebrato i Vespri con i Vescovi,i sacerdoti, i Diaconi, i consacrati , le consacrate , i seminaristi e gli Operatori pastorali.
Qui, nel suo incontro con la Chiesa portoghese ha invitato tutti i suoi componenti a “risvegliare l’inquietudine del Vangelo, a trasmetterne la gioia, a mostrare il volto di Cristo e ad accogliere tutti perché “la Chiesa non può essere una dogana”, evidenziando: “Quando ci si sente scoraggiati nel cammino ecclesiale dobbiamo portare al Signore fatiche e lacrime, confrontandoci e sperimentando insieme qualche nuova via da seguire. Gesù continua a prendere per mano e rialzare la sua amata Sposa. Il Signore ci chiede di diffondere l’inquietudine del Vangelo. E’ l’inquietudine buona: per allietare il mondo con la consolazione del Vangelo. Non dobbiamo fuggire questo tempo perché ci spaventa e rifugiarci in forme e stili del passato. No, questo è il tempo di grazia che il Signore ci dà per avventurarci nel mare dell’evangelizzazione e della missione. Come preghiamo? Come un pappagallo o preghiamo in adorazione? Dobbiamo recuperare la preghiera di adorazione di fronte al Signore : Nella preghiera si supera la tentazione di una pastorale dei rimpianti. La Chiesa, non è una dogana è sinodale, ci sia spazio per tutti: è una grande sfida, specialmente nei contesti in cui i sacerdoti sono affaticati. A questa situazione possiamo guardare come un’occasione per coinvolgere i laici. Se non c’è dialogo, la Chiesa invecchia. Mai senza gli altri, mai senza il mondo. Senza mondanità, ma non senza il mondo!. Come Chiesa abbiamo il compito di portare l’accoglienza del Vangelo in una società multiculturale, senza puntare il dito. Portare la vicinanza di Dio Padre in situazioni di povertà, dove la famiglia è fragile, dove c’è demoralizzazione”.
Inoltre, al termine degli incontri istituzionali e con la Chiesa, Papa Francesco ha ricevuto in Nunziatura un gruppo di 13 persone, vittime di abuso da parte di membri del clero, accompagnate da alcuni rappresentanti delle istituzioni della Chiesa portoghese incaricate della tutela dei minori. L’incontro si è svolto in un clima di intenso ascolto ed è durato più di un’ora, concludendosi poco dopo le 20:15.
Il 3 agosto, invece, nella seconda giornata della 37° GMG, il Pontefice ha incontrato i giovani universitari presso l’Universidade Católica Portuguesa, ma prima di lasciare la Nunziatura ha celebrato messa e ha incontrato per 30 minuti un gruppo di 15 giovani pellegrini dall’Ucraina, accompagnati dal Sig. Denys Kolada, Consulente per il Dialogo con le organizzazioni religiose presso il Governo ucraino, che gli hanno donato : grano, pane e acqua, simboli della “martoriata Ucraina”. Il Pontefice ha ascoltato le loro storie e gli ha manifestato la sua vicinanza, “dolorosa e di preghiera”, invitandoli a recitare insieme il Padre Nostro, con il pensiero rivolto alla martoriata Ucraina.
Ai giovani universitari dell’Universidade Católica Portuguesa, invece, ha detto: “Cercate e rischiate, come i pellegrini. Incompletezza e insoddisfazione sono antidoto alla presunzione di autosufficienza e narcisismo. Preoccupiamoci quando sostituiamo i volti con gli schermi, il reale con il virtuale; quando, al posto delle domande che lacerano, preferiamo le risposte facili che anestetizzano. In questo frangente storico le sfide sono enormi. Siate protagonisti di una “nuova coreografia” che metta al centro la persona umana, coreografi della danza della vita. Sostituite le paure con i sogni. Non siate amministratori di paura, ma imprenditori di sogni! Il titolo di studio non è solo una licenza per costruire il benessere personale, ma un mandato per dedicarsi a una società più giusta e inclusiva questo anziano che vi parla sogna che diventiate maestri di umanità, di compassione e speranza. Maestri di nuove opportunità per il pianeta e i suoi abitanti. Dobbiamo riconoscere l’urgenza drammatica di prenderci cura della casa comune. Tuttavia, ciò non può essere fatto senza una conversione del cuore. In nome del progresso si è fatto strada troppo regresso: C’è bisogno di un’ecologia integrale: no a polarizzazioni, ma visioni di insieme. Non basta che un cristiano sia convinto, deve essere convincente. Il cristianesimo non è una fortezza che alza mura per difendersi dal mondo. Il contributo femminile è indispensabile. Nella Bibbia l’economia della famiglia è in larga parte in mano alla donna. È lei la vera “reggente” della casa. In un’università cattolica ogni elemento è in relazione al tutto e il tutto si ritrova nelle parti. Si acquisiscono competenze scientifiche, si matura come persone. Abbracciate “il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo”.
Successivamente, Papa Francesco ha tenuto ancora un incontro con i giovani del movimento Scholas Occurrentes , presso la sede di Cascais, che hanno partecipato al progetto “Vita tra i mondi”, realizzando un murale di 3 km, che ha unito anziani e ragazzi, ricchi e poveri, credenti e non e a cui il Papa ha dato la pennellata finale.
Papa Francesco, poi, regalando loro una icona del Buon Samaritano, gli ha domandato: “Che cosa ci fa sentire compassione? O hai un cuore così asciutto che non riesci a sentire compassione? A volte nella vita bisogna sporcarsi le mani, per non sporcarsi il cuore” e nel salutarli e impartirgli la Benedizione, gli ha chiesto di pregare per lui o inviargli onde positive.
In conclusione della terza giornata, poi, il Pontefice si è recato alla cerimonia di accoglienza presso il Parque Eduardo VII°, apertura ufficiale della 37° GMG. Ai giovani, presenti presso la Colina de Encontro,ha detto: “Amici, non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni. Sì, Lui vi ha chiamati per nome. Abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio che ci ha chiamati per nome. Provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome. Siano giorni in cui il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome, il tuo nome attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni , vediamo tante bandiere, che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere: come siamo adesso. Questo è il punto di partenza della GMG, ma soprattutto della vita. Per Dio dietro ogni nome c’è un volto ,ma non sempre è così nella società. I social, ad esempio, si servono dei nostri dati personali non per interpellare “l’unicità” di ciascuno ,ma la sua “utilità per le indagini di mercato. Attenti ai lupi nascosti dietro falsi sorrisi che ingannano e poi lasciano soli. Queste sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità poi si mostrano per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro. Vi dico una cosa: Gesù non è così, non è così: Lui ha fiducia in te, ha fiducia in ciascuno di voi, in ciascuno di noi perché per Gesù ciascuno di noi è importante, ciascuno di voi è importante. Questo è Gesù. Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti , per tutti! ,nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti. E questo Gesù lo dice chiaramente quando invia gli apostoli a invitare al banchetto di quell’uomo che lo aveva preparato, disse: “Andate e portate tutti, giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori: tutti, tutti, tutti”. E la Chiesa è il posto per tutti. “Padre, però io sono un disgraziato, sono una disgraziata: c’è posto per me?”: c’è posto per tutti, tutti insieme, ciascuno con la sua lingua. Ciascuno nella sua lingua ripeta con me: “Tutti, tutti, tutti!”. Mi avete rivolto tante domande questa sera e questo è positivo ,perché mostra l’inquietudine dell’anima. Ciascuno ha dentro le proprie inquietudini e queste inquietudini le portiamo con noi anche quando preghiamo davanti a Dio e le nostre domande con la vita diventano risposte che dobbiamo soltanto aspettare. L’amore di Dio è sempre una sorpresa. Cari ragazzi e ragazze, vi invito a pensare a questa cosa tanto bella: che Dio ci ama, Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo. Ci ama con i difetti che abbiamo, con le limitazioni che abbiamo e con la voglia che abbiamo di andare avanti nella vita. Dio ci chiama così: abbiate fiducia perché Dio è padre, ed è un padre che ci ama, un padre che ci vuole bene. Questo non è molto facile, e per questo abbiamo un grande aiuto nella Madre del Signore: è anche nostra Madre. Lei è nostra Madre. Solo questo volevo dirvi: non abbiate paura, abbiate coraggio, andate avanti sapendo che siamo protetti dall’amore di Dio. Dio ci ama: diciamolo insieme, tutti: Dio ci ama. Più forte, che non sento! Grazie!”.
Nella quarta giornata della 37°GMG, il 4 agosto, il Pontefice ha tenuto la Confessione di alcuni giovani della GMG presso il Giardino Vasca da Gama, cui è seguito l’incontro con i Rappresentanti dei Centri di Assistenza e Carità, tra i quali il Centro Sociale Parrocchiale San Vincenzo de’ Paoli, il “Centro Paroquial da Serafina”, la Casa Famiglia “Ajuda de Berço” e l’associazione “Acreditar” , ai cui rappresentanti ha detto che “ciascuno di noi è un dono” per la comunità cristiana e umana e che per questo ci si deve “arricchire dall’insieme”. Poi, Papa Francesco ha rimarcato che l’amore è concreto, è “quello che si sporca le mani”. E nel discorso consegnato ha donato una ricetta di vita: “Per essere felici, bisogna imparare a trasformare tutto in amore offrendosi agli altri”.
Quindi, è stata la volta del pranzo con alcuni giovani provenienti da Portogallo, Perù, Colombia, Brasile, Filippine, America, Palestina e Guinea Equatoriale e, in serata , della Via Crucis, presso il Parque Eduardo VII°, nella quale ,per 14 stazioni rappresentanti altrettante fragilità della società contemporanea, circa 800.000 giovani pellegrini hanno pregato e meditato sui dolori che affliggono l’umanità, e , rivolgendosi ai quali , Papa Francesco, ha detto: “Gesù è il cammino. Quando vediamo la croce, così tanto dura, è invece una bellezza: Signore per la tua grande agonia posso credere nell’amore. Gesù vuole riempire la nostra paura. Gesù cammina verso la croce, muore sulla croce, perché la nostra anima torni a sorridere. Amare è rischioso, dobbiamo correre il rischio di amare. Cristo cammina sempre con voi. Alle paure e alle fragilità risponde sempre con l’attesa e la consolazione. Nella morte sulla croce, il gesto più grande, perché “nessuno ha più amore di chi ha dato la vita”.
Nella quinta giornata della 37° GMG in Portogallo, Papa Francesco ha lasciato Lisbona e si è recato a Fatima, già visitata nel 2017, presso il Santuario , (dove le autorità hanno stimato essere presenti circa 200.000 persone) per recitare la preghiera del Santo Rosario con i giovani ammalati e detenuti nella Cappellina delle Apparizioni, lanciando ancora una volta un appello, alla pace in Ucraina, affidata all’intercessione della Madonna, e in tanti altri focolai di guerra nel mondo e , invitando di nuovo la Chiesa , “che non ha porte”, ad “accogliere tutti”.
In serata, a chiudere la quinta giornata, sarà la Veglia del Pontefice con i Giovani al Parco Tejo, in attesa della Santa Messa di domani, a conclusione della 37° GMG.
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