di Federica Marengo mercoledì 19 luglio 2023
-Nella 503° giornata di guerra in Ucraina, le truppe russe hanno lanciato una rappresaglia nel porto di Odessa contro i terminal del grano e del petrolio, all’indomani dell’attacco ucraino al Ponte di Kerch, che ha causato feriti e danni alla struttura.
Al riguardo, il Presidente ucraino, Zelensky, ha scritto su Telegram che: “I terroristi russi hanno deliberatamente preso di mira le infrastrutture per il commercio del grano” e che” ogni missile russo è un colpo non solo per l’Ucraina, ma per tutti coloro che nel mondo vogliono una vita normale e sicura”.
Il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Ria Novosti, ha fatto sapere che “dal 20 luglio tutte le navi che navigano nel Mar Nero verso i porti ucraini saranno considerate potenziali vettori di carichi militari” e che “i Paesi di bandiera di tali navi verranno considerati coinvolti nel conflitto ucraino come alleati di Kiev”.
Intanto, i Paesi dell’Est limitrofi all’Ucraina: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria, hanno chiesto alla Commissione UE di prolungare il divieto all’import di grano e altri 3 cereali provenienti da Kiev oltre la data del 15 settembre. Ad annunciare la richiesta, secondo i media europei, il ministro dell’Agricoltura polacco, Telus.
In Crimea , invece, l’autostrada Tavrida, che collega il territorio russo a Sebastopoli, è stata chiusa dopo che l’esercito ucraino ha colpito una base militare russa, facendo esplodere un deposito di munizioni. Dalla regione, quindi, sono stati evacuati oltre duemila residenti.
Sotto attacco delle forze di Mosca, poi anche la capitale Kiev, Zaporizhzhia e Kharkiv, mentre , secondo la Difesa ucraina , i raid notturni delle forze armate russe hanno distrutto 60 mila tonnellate di grano ucraino.
Sul fronte russo, il governatore ad interim di Kherson, Saldo, ha riferito che i militari russi hanno distrutto il più grande deposito di carburante e lubrificanti nella regione, nella parte controllata dalle forze armate di Kiev sul fiume Dnepr e che “ora il nemico non avrà nulla per i suoi rifornimenti”.
Il Presidente russo Putin, invece, che, secondo quanto riferito dall’ufficio di presidenza sudafricano, non parteciperà al vertice del gruppo dei Paesi Brics (Sudafrica, Brasile, India, Cina e la stessa Russia), previsto dal 22 al 24 agosto a Johannesburg, ma verrà rappresentato dal ministro degli Esteri, Lavrov,ha chiesto al Vice capo di gabinetto dell’Amministrazione presidenziale della Russia, di “prestare attenzione alle persone che sono andate al fronte in Ucraina, pur avendo prospettive di carriera in Russia”, poiché intende “proporre loro avanzamenti di carriera nell’interesse del Paese. Ciò, non soltanto nelle forze armate, ma anche nella vita civile”.
A Bruxelles, invece, secondo Politico.eu, che cita 5 fonti diplomatiche, si starebbe lavorando per proporre un fondo dedicato per mantenere le scorte militari dell’Ucraina per i prossimi quattro anni, con un costo fino a 20 miliardi di euro. La proposta sarebbe parte delle garanzie di sicurezza concordate con il G7 e non prevederebbe che la UE paghi direttamente le armi dell’Ucraina. La UE aiuterebbe così i Paesi membri a coprire i propri costi per l’acquisto e la donazione di articoli come munizioni, missili e carri armati.
Sul fronte diplomatico, mentre l’ex capo della diplomazia USA, Kissinger, è volato nelle scorse ore in Cina, dove ha incontrato l’alto diplomatico cinese Wang Yi, dichiarando poi al termine della visita che “Oggi è impossibile accerchiare o contenere Pechino” e che “Lo sviluppo della Cina ha una forte dinamica endogena e una logica storica inevitabile”, l’inviato speciale di Papa Francesco per la missione di pace, il cardinale, Presidente della CEI, Zuppi, a Washington dai ieri, ha avuto con il Presidente USA Biden un colloquio di due ore alla Cada Bianca , il cui focus sono stati i bambini ucraini deportati in Russia e il loro ritorno nelle proprie famiglie in Ucraina.
In Italia, nel frattempo, il ministro della Difesa Crosetto, in Audizione alle Commissioni riunite sugli esiti del vertice della Nato e su un’eventuale ipotesi di addestramento nel nostro Paese di piloti ucraini, ha risposto: “L’Italia non ha preso l’impegno per l’addestramento di piloti, non abbiamo F-16 e non abbiamo l’intenzione di comprarli per addestrare qualcuno. La Nato ha invitato gli alleati ad investire almeno il 2% del rapporto tra spese della Difesa e Pil, in quanto questo parametro sarà considerato in futuro come base di partenza per le rinnovate esigenze dell’Alleanza. In alcuni casi sarà importante spendere anche oltre il 2%, considerando gli anni precedenti di sotto investimenti. Al momento i nostri piani nazionali prevedono che l’Italia si attesterà nel 2023 all’1,46% per poi scendere all’1,43% nel 2024: una tendenza in negativo e come si può constatare siamo molto lontani dal 2%. Quest’anno l’obiettivo del 2% verrà raggiunto da undici Paesi a cui se ne aggiungeranno nel 2024 altri otto” e altri negli anni successivi. In un’ipotetica graduatoria, l’Italia si candida al 24esimo posto per le spese per la Difesa. Sono stato il primo ministro del nostro Paese a parlare della difficoltà di raggiungere l’obiettivo del 2%. Per la prima volta questo governo ha fatto chiarezza sulla possibilità di dare il nostro contributo. l 2% è un obiettivo che noi continuiamo a disattendere. È giusto chiedersi se ci serve, ma il 2% lo decide il Parlamento approvando gli stanziamenti di bilancio, che sono una scelta politica, affidata al passaggio parlamentare. Poi ognuno di noi potrà fare una riflessione se ci serve o meno un’alleanza atlantica. Ad oggi lo stato dello cose ci dice che l’Italia non può raggiungerlo il prossimo anno e nemmeno quello successivo. È difficile identificare una data. Io mi auguro, perché penso che ce ne sia necessità, che noi riusciremo a rispettare il patto perché altrimenti ci ritroveremmo ad essere l’ultimo Paese come investimento in questo senso”.
In Audizione presso le medesime Commissioni riunite, anche il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, che, al riguardo, ha detto: “L’aumento delle spese per la difesa dovrà essere sostenibile e graduale. Tale aumento dovrà tenere conto del contributo complessivo degli alleati”.
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