di Federica Marengo mercoledì 31 maggio 2023
-Nella 456° giornata di guerra in Ucraina, in attesa della controffensiva da parte di Kiev, sono proseguiti gli attacchi reciproci con droni e missili, con Mosca che ha accusato Kiev di “terrorismo” e Kiev, che ha negato ogni responsabilità.
Nelle ultime 24h, quindi, Mosca ha reso noti raid con un drone sulla città di Krasnodar, che ha causato l’incendio di una raffineria, con bombe sulla regione sud-ovest della Russia, che hanno causato il ferimento di una donna, su Belgorod, dove il governatore ha fatto sapere di aver avviato il piano di evacuazione dei bambini da Shebekino e da Graivoron, e sulla regione occupata di Lugansk, dove sono rimaste uccise 5 persone.
Inoltre, secondo quanto riportato dal ministero della Difesa russo, a Odessa, dove il Presidente ucraino Zelensky ha nominato , tramite decreto, un nuovo governatore, in conseguenza di un attacco, sarebbe stata distrutta dalle forze russe l’ultima nave da guerra ucraina.
Anche la Difesa di Kiev ha fatto sapere che le forze armate ucraine hanno abbattuto 32 droni russi Shahed, lanciati sulla capitale e che è stato colpito un grattacielo , causando al morte di una persona e diversi feriti, mentre il portavoce della guardia di confine ucraina, Demchenko, ha annunciato l’esplosione di una strada al confine con Russia e Bielorussa.
Colpiti dalle forze di Mosca anche 17 villaggi nella regione meridionale di Zaporizhzhia, con il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Grossi , che ha lanciato un nuovo allarme sulla centrale nucleare e ha elaborato un piano in 5 punti per proteggerla da sottoporre all’approvazione dell’Onu.
Il portavoce del Cremlino, Peskov, nel consueto punto stampa, ha espresso preoccupazione per la situazione dei civili nelle regioni russe confinanti con l’Ucraina bombardate dalle forze di Kiev e ha assicurato che “misure di contrasto verranno adottate”, evidenziando come non vi sia stata “nemmeno una parola di condanna dall’Occidente” in merito agli attacchi su queste regioni. Sempre secondo il portavoce del Cremlino, Peskov, gli attacchi contro Mosca sarebbero stati una rappresaglia per un bombardamento compiuto domenica dai russi su un “centro decisionale” a Kiev.
A tal proposito, il Presidente russo Putin ha identificato tale centro come il quartier generale dei servizi d’intelligence militari ucraini, colpito qualche giorno fa. Per il numero uno del Cremlino, l’obiettivo di Kiev sarebbe quello di “terrorizzare i russi” , ma soprattutto di “provocare una risposta della Russia”.
Per il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, ed ex Presidente ,Medvedev, invece, “Il Regno Unito sta conducendo una guerra non dichiarata contro la Russia”, in quanto “il Regno Unito agisce come alleato dell’Ucraina fornendo assistenza militare e quindi i funzionari britannici possono essere considerati obiettivi militari legittimi”.
Tale dichiarazione però sarebbe una risposta alle affermazioni del ministro degli Esteri britannico, Cleverly, riguardo gli attacchi con droni su Mosca e sulla capacità dell’Ucraina di colpire oltre i propri confini. Medvedev, infatti, ha sottolineato che nel contesto del diritto internazionale, anche lo Stato britannico può essere considerato in guerra, come stabilito dalle Convenzioni di Ginevra e dell’Aia.
Gli attacchi ucraini, inoltre, hanno innescato nuove polemiche da parte del capo del gruppo paramilitare Wagner, Prigozhin, (che , secondo il Guardian avrebbe chiesto alla Procura russa di indagare su eventuali e non meglio specificati reati commessi prima o durante la guerra in Ucraina da alti funzionari del settore russo della Difesa), nei confronti dei vertici militari dell’esercito russo e dal comandante ceceno, Kadyrov, che ha chiesto nuovamente di introdurre la legge marziale, provvedimento, che il Cremlino ha escluso venga adottato.
Convinto che Londra inciti Kiev a compiere atti terroristici contro la Russia , anche il ministro degli Esteri russo Lavrov, in Mozambico per il suo tour in Africa.
Secondo i media turchi, poi, il Presidente ucraino Zelensky e il Presidente russo Putin avrebbero in programma una visita (separata)in Turchia, dopo i risultati delle elezioni che hanno decretato la riconferma del Presidente uscente Erdogan. In tale occasione, al centro dell’incontro vi sarà l’andamento della guerra in Ucraina e il corridoio del grano.
Riguardo le esportazione di grano dai porti ucraini, infatti, il ministro dell’Agricoltura ucraino, Solsky, ha espresso disappunto per le restrizioni imposte da cinque Paesi della UE alle esportazioni, evidenziando: “Mantenere le restrizioni equivale a fornire a Putin ulteriori armi contro l’unità dell’Europa. Le attuali restrizioni devono essere revocate . Queste restrizioni sono state imposte da cinque Stati dell’Europa orientale , tra cui uno dei principali sostenitori di Kiev, la Polonia, per proteggere i contadini locali dall’afflusso di grano ucraino, che ha fatto crollare i prezzi”.
Gli USA, invece, a differenza di Londra , hanno dichiarato di aver fornito armi e addestramento all’Ucraina “non per sostenere gli attacchi all’interno della Russia”, ma “per riconquistare il proprio territorio sovrano”, ma il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha espresso diffidenza al riguardo e ha accusato gli Stati Uniti e la Nato di “ipocrisia”, riservandosi “il diritto di adottare le misure più severe in risposta agli attacchi terroristici di Kiev”.
Per il Wall Street Journal, Kiev e gli alleati starebbero pianificando un summit a luglio su una formula di pace, ma senza la Russia. Il segretario di Stato USA, Blinken, al termine del Consiglio Commercio tecnologia UE-USA in Svezia, ha ribadito la convergenza con la UE su questioni varie: dalla guerra in Ucraina, alle restrizioni all’export, passando per la sfida da affrontare con la Cina, (su cui si lavora a un derisking e non a un decoupling) e di non volere una Guerra fredda.
Quanto a Bruxelles, la Presidente della Commissione UE, von der Leyen, dal Forum Globsic 2023, svoltosi a Bratislava, ha dichiarato che “Un cessate il fuoco senza il ritiro russo non porterebbe a una pace duratura”, riecheggiata dal Presidente francese Macron, secondo cui “il sostegno dell’Occidente a Kiev deve essere più ambizioso” e “non debba esservi nessuna tregua e nessun sacrificio di territorio, ma una sola pace: quella che rispetti il diritto internazionale”.
Pertanto, domani, come annunciato in una nota dell’Europarlamento, quest’ultimo voterà una proposta di legge per l’aumento della produzione di munizioni e missili per accelerare e compensare le forniture dirette all’Ucraina.
Quanto alla politica interna italiana, nel pomeriggio, si è svolta a Palazzo Chigi , la cabina di regia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presieduta dalla Presidente del Consiglio Meloni e dal ministro per le Politiche UE, la Coesione, il Sud e con delega al Pnrr, Fitto e con la partecipazione del ministro della Pubblica amministrazione, Zangrillo, della ministra delle Riforme, Casellati, del ministro degli Affari regionali, Calderoli, della ministra per le Disabilità, Locatelli, del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Musumeci, del ministro della Giustizia, Nordio, del ministro dell’industria e del Made in Italy, Urso, del ministro delle Politiche agricole , la Sovranità alimentare e le Foreste, Lollobrigida, del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, della ministra dell’Università e della Ricerca, Bernini, del ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, del ministro della Cultura, Sangiuliano, del ministro della Salute, Schillaci e della ministra del Turismo, Santanchè.
Presenti anche i viceministri e i tecnici, il Presidente della Regione Lombardia, Fontana (in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), il Presidente dell’Upi e il Presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, Decaro.
La Premier , introducendo la relazione semestrale sul Pnrr, ha detto: “Il nostro obiettivo è chiaro: ottimizzare al meglio l’occasione che arriva dal Pnrr, compiendo scelte strategiche, chiare ed efficaci, velocizzando al massimo le procedure e garantendo che le risorse possano arrivare a terra. Il governo continuerà a lavorare, d’intesa con la Commissione europea, non solo per conseguire i prossimi obiettivi semestrali ma per dare piena attuazione a tutto il Piano, che è e continuerà a essere uno strumento cruciale per la crescita, l’innovazione e lo sviluppo dell’Italia. Il governo sul Pnrr ha lavorato fin dal suo insediamento, di concerto con l’Ue, ad una fase di ricognizione fondamentale, perché propedeutica al passo successivo: l’intensificazione del confronto, come stabilito con l’Unione europea, per formalizzare le proposte di modifica al Piano entro la scadenza prevista del 31 agosto 2023, con la contestuale integrazione del capitolo REPowerEU. Si tratta di un lavoro estremamente delicato che il governo sta portando avanti con la massima attenzione e con grande responsabilità”.
Al termine della cabina di regia, il ministro per le Politiche UE, la Coesione, il Sud e con delega al Pnrr, Fitto, ha tenuto una conferenza stampa, sempre a Palazzo Chigi, nella quale ha spiegato: “Non c’è nessun ritardo, siamo assolutamente nei tempi previsti dall’Europa. Il dibattito parlamentare rappresenta e continuerà a rappresentare per il governo un momento fondamentale di elaborazione comune e verifica per la corretta attuazione del Piano. Le riflessioni condivise dalle Camere costituiscono un riferimento costante, per il governo, anche per le future decisioni connesse all’aggiornamento e dalla revisione del Piano. Al momento, solo cinque Paesi europei hanno presentato le modifiche del Piano con il RePower: questo dà l’idea che siamo nei termini previsti, che sono quelli del 31 agosto, come la Commissione europea ha più volte sottolineato. Spesso sento parlare di ritardi, ma dovremmo inquadrarli con degli esempi specifici. Penso che sia altrettanto importante sottolineare il fatto che la complessità del lavoro della modifica del nostro Piano è certamente differente rispetto ad altri Paesi. Anche in materia di governance, spesso ascoltiamo critiche sul ritardo presunto di questa governance. Sarebbe opportuno avere degli elementi che obiettivamente non emergono e non ci sono. Sulla quarta rata è giusto porsi la questione. Ma nessun Paese ha ancora chiesto la quarta rata. Sulla quarta rata faremo una valutazione attenta. Ci sono degli obiettivi che possono essere modificati. Ci sono realtà su cui intervenire. Sugli asili nido scavalleremo il 30 giugno, modificando l’obiettivo intermedio, ma centreremo l’obiettivo. Domani incontro l’Anci. Poi proseguirò gli incontri con le altre Regioni. Stiamo assemblando le proposte. Il lavoro va avanti in modo organico. La piattaforma è modifica degli obiettivi e modifica complessiva del piano di ripresa e resilienza. Lavoriamo a ridurre i tempi per raggiungere il risultato il prima possibile anche prima del 30 agosto. Bisogna fare molto velocemente, ma non in fretta perché si rischia di dover correggere”.
Poi, sulla questione dell’ emendamento al Dl P.a , che prevede lo stop al controllo concomitante sul Pnrr e la proroga dello scudo erariale, il ministro Fitto, ha chiarito: “Lo scontro si fa in due. Non c’e’ nessuno scontro con la Corte dei Conti. Abbiamo massimo rispetto nella Corte dei Conti, ma anche il governo chiede un analogo rispetto.Speriamo in assoluta collaborazione con la Corte dei Conti Non capisco la polemica. La norma sulla proroga allo scudo per il danno erariale del dirigente pubblico è una norma decisa dal governo Conte, che il governo Draghi ha prorogato e che anche noi abbiamo prorogato. Siamo in linea con i precedenti governi. Non capiamo perché la polemica si fa solo ora. Domani ci confronteremo”.
Proprio riguardo al PNRR, la segretaria del Pd, Schlein, è tornata a parlare dopo la sconfitta alle elezioni Amministrative , in una diretta Instagram, nella quale, esortando il suo partito a non fermarsi e a ricostruire una prospettiva, dando speranza al Paese, ha sollecitato il Governo a recarsi in Parlamento a riferire “cosa voglia fare sul Pnrr , in quanto l’Esecutivo starebbe rallentandone l’attuazione, mettendo in difficoltà i Comuni e rischiando di far perdere al Paese un’occasione storica”.
Di PNRR, aveva parlato stamane, anche il governatore di Bankitalia ,Visco, nelle sue considerazioni finali, in occasione della relazione annuale. Per Visco, che a novembre, dopo 12 anni, lascerà la guida dell’Istituto: “I miglioramenti al Pnrr sono possibili, ma non c’è tempo da perdere per realizzarlo”, ammonisce, perché “rappresenta un raro e nel complesso valido tentativo di definire una visione strategica per il Paese. Qui il confronto con l’Europa è assolutamente necessario nonché utile e costruttivo. Il Pnrr deve però essere parte di una più ampia strategia di lungo periodo per agevolare la trasformazione della nostra economia. La rende ancor più necessaria l’ineludibile, duplice sfida che ci attende se si vuole, da un lato, contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti , così deleteri, come drammaticamente ancora una volta dobbiamo oggi registrare e, dall’altro, stimolare una diffusione ampia e sicura dell’innovazione tecnologica, in primo luogo digitale”.
Visco ha poi fatto il punto sulla situazione dell’economia italiana e sulle banche: “L’economia italiana ha superato le crisi meglio di quanto si pensasse, mostrando “una confortante capacità di reazione e una rinnovata vitalità, anche a fronte degli shock di intensità inusitata degli ultimi anni. I dati sono positivi. Già alla fine del 2021 il Pil aveva recuperato il crollo registrato nei trimestri successivi allo scoppio della pandemia; ha continuato poi a espandersi lo scorso anno, nonostante le difficoltà poste dalla guerra in Ucraina, con un incremento del 3,7 per cento, ben superiore alle attese. Tra i vari settori economici Visco segnala come la ripresa “sia stata più marcata nelle costruzioni, sostenuti dai bonus fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio, e nei servizi. La produzioni manifatturiera, malgrado le difficoltà registrate nel corso dell’anno, si “è mantenuta in media sui livelli del 2019. Buone sono anche le previsioni: per il 2023 convergono “su un aumento del Pil intorno all’1 per cento. Anche il mercato del lavoro, ha evidenziato il governatore di Bankitalia, “ha pienamente riassorbito il forte calo dell’occupazione, che aveva soprattutto riguardato i giovani e le donne. L’inflazione tornerà a scendere in Europa e in Italia per effetto della normalizzazione monetaria e della restrizione del credito, ma le ripercussioni sull’economia saranno tanto minori quanto più responsabili saranno i comportamenti di tutte le parti che contano, imprese, sindacati e Governi. “Nelle contrattazioni nel mercato del lavoro va evitato un approccio puramente retrospettivo, poiché una dinamica retributiva che replicasse quella dell’inflazione passata non potrebbe che tradursi in una vana rincorsa tra prezzi e salari. Per la politica monetaria, l’orientamento deve continuare a essere definito in modo da garantire un rientro progressivo, ma non lento dell’inflazione verso l’obiettivo. E’ quindi importante tenere la barra dritta della risposta monetaria, ma con la gradualità necessaria per l’incertezza ancora non dissipata”.
Quindi, ha concluso il suo intervento parlando di giovani, salario minimo, immigrazione e natalità: “Ci contraddistingue la capacità non solo di immaginare le cose, ma di farlo collettivamente. Questa capacità di immaginare il futuro sarà cruciale è per questo che serve mantenere vivo il dialogo, rafforzare per quanto possibile la cooperazione in un mondo dove occorre garantire benefici economici, sanitari, di benessere, a tutti, e ridurre, non aumentare, le disparità. Spetta proprio ai più giovani, meno condizionati dal passato, immaginare quel mondo, individuarne le opportunità. Andranno ascoltati, aiutati dalle altre generazioni a formarsi, senza vincoli, per tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno elaborare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto. Sono troppi i giovani che non si vedono riconoscere contratti adeguati, ha detto il governatore ,poiché in molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%. Si rileva, inoltre, una crescita ora ad una quota del 30%, dei lavoratori con retribuzioni annue particolarmente basse, sotto il 60% della media di 11.600 euro l’anno. Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale. Le forme contrattuali atipiche hanno accentuato la risposta dell’occupazione agli andamenti ciclici dell’economia e favorito in molti nuclei familiari l’aumento del numero di occupati, ancorché con salari modesti. Per gestire i flussi migratori occorreranno politiche ben concepite di formazione e integrazione, indispensabili per l’inserimento dei migranti nel tessuto sociale e produttivo. Un recupero della natalità dai livelli particolarmente bassi del 2021, per quanto auspicabile, rafforzerebbe l’offerta di lavoro solo nel lunghissimo periodo. Il miglioramento delle condizioni di vita e di salute conseguito negli ultimi decenni potrà consentire a non poche persone di lavorare oltre il limite convenzionale dei 64 anni, in linea con le tendenze già in atto, sostenute anche dalle riforme pensionistiche. Sicuramente occorrerà accrescere la capacità di impiegare i giovani e le donne, i cui tassi di partecipazione in tutte le aree del Paese sono davvero modesti, e nel Mezzogiorno i più bassi d’Europa”.
Dati, quelli del governatore di Bankitalia, Visco, confermati anche dall’Istat, che nella stima dei conti economici trimestrali ha confermato la ripresa dell’economia italiana nel I° trimestre 2023 , dopo la battuta d’arresto di fine 2022, attestando un Pil a +0,6% rispetto al trimestre precedente e a +1,9% in termini tendenziali e , dunque, una crescita maggiore rispetto alla Francia e alla Germania, ma anche un rallentamento dell’inflazione a maggio pari a +0,3% su base mensile e del 7,6% su base annua, ritornando così a scendere ,dopo la risalita registrata ad aprile, al livello di marzo 2023 (+7,6%).
Pil rivisto al rialzo, quello dell’Italia, anche dall’agenzia di rating, Moody’s, che ha innalzato le stime per il 2023 a +0,8%, rispetto allo 0,3% indicato a febbraio, grazie al calo del prezzo dell’energia e al buon inizio di anno.
Dopo la cabina di regia sul Pnrr, si è poi tenuto a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri, che ha varato, tra le altre misure, il Dl sul Made in Italy, che prevede nuove norme per sostenere lo sviluppo delle produzioni nazionali d’eccellenza e promuovere la tutela e la conoscenza delle bellezze naturali, del patrimonio culturale e delle radici culturali nazionali, in Italia e all’estero, alla valorizzazione dei mestieri e al sostegno dei giovani.
Tali misure di promozione e incentivazione ,suddivise per ambiti d’intervento, sono coerenti con il principio di sostenibilità ambientale della produzione, con la transizione dei processi produttivi verso la digitalizzazione nella salvaguardia delle peculiarità artigianali, con l’inclusione sociale e la valorizzazione del lavoro femminile e giovanile e con il principio di non discriminazione tra le imprese.
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