di Federica Marengo venerdì 26 maggio 2023
-Nella 451° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi con missili (almeno 10) e droni (circa 23) sia sulla regione nord-orientale , compresa la capitale Kiev presso cui sono stati abbattuti tutti i missili lanciati da Mosca, che su quella sud-orientale del Paese, in particolare su Dnipro, dove è stato colpito un ospedale, causando la morte di una persona e il ferimento di altre 23, tra cui 2 bambini.
Riguardo a Zaporizhzhia, invece, il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica , Grossi, ha annunciato che martedì presenterà all’Onu un piano per la sicurezza della centrale.
Il Presidente ucraino Zelensky , in un messaggio su Telegram , ha condannato il raid russo sull’ospedale di Dnipro ,quale “crimine contro l’umanità” e ha lanciato la proposta di indire un vertice internazionale sulla pace nel mese di luglio, riecheggiato dal capo dell’ufficio presidenziale, Yermak, che ha sottolineato però come la base della proposta di pace dovrebbe essere il piano dell’Ucraina.
Sul fronte russo, invece, si sono udite diverse esplosioni a Berdiansk, città sul Mar d’Azov a 100 chilometri dal fronte e a Krasnodar, capoluogo del territorio meridionale russo omonimo.
Il governatore di Belgorod, Gladkov, invece, ha reso noto che un ordigno esplosivo, sganciato da un drone ,ha danneggiato un edificio amministrativo della società energetica statale russa Gazprom e che la regione è stata oggetto di decine di colpi di artiglieria.
Il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo ed ex Presidente , Medvedev, minacciando un attacco nucleare preventivo, se l’Occidente fornisse armi nucleari a Kiev (sebbene il Viceministro degli Esteri russo, Ryabkov abbia dichiarato che la Russia non ha alcuna intenzione di usare le armi nucleari nel conflitto in Ucraina), ha definito “impossibili” i colloqui di pace con Kiev ,finché vi sarà come Presidente Zelensky e per questo ha ventilato che il conflitto possa durare anche decenni.
Tuttavia, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha aperto alla mediazione del Vaticano, affidata da Papa Francesco al cardinale Zuppi e il Segretario di Stato, Parolin,a margine della presentazione di un libro, tenutasi a palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, ha dichiarato che “La richiesta della missione è di incontrare Putin e Zelensky”.
Papa Francesco, poi, in un’intervista a Telemundo, riguardo alla visita in Vaticano del Presidente ucraino Zelensky ,avvenuta qualche settimana fa ,e al conflitto tra Russia e Ucraina, rispondendo ad alcune domande del giornalista, ha riferito che : “ Il Presidente ucraino Zelensky mi ha chiesto un grosso favore: darmi da fare, prendermi cura dei ragazzi che sono stati portati in Russia. Guardi, lo chiedo. Loro non sognano tanto le mediazioni, perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta Europa, Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande. No? Lui era molto addolorato e ha chiesto collaborazione per cercare di far tornare i ragazzi in Ucraina”.
Poi, alla domanda del giornalista, se per raggiungere la pace, la Russia debba restituire i territori annessi, Papa Bergoglio ha risposto: “È un problema politico. La pace sarà raggiunta il giorno in cui potranno parlare, tra loro due o tramite altri”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri , Tajani, in merito a ciò ha detto : “La minaccia dell’uso dell’arma nucleare fa parte della retorica della propaganda del Cremlino. Per mettere paura all’avversario, per cercare di intimorire l’Ucraina. Putin non avrà mai il coraggio di usare armi nucleari. Sarebbe un autogol clamoroso. Con danni alla popolazione russa, ai militari russi impiegati. Quanto all’iniziativa di pace del Papa, va sostenuta. Tutte le iniziative di pace vanno sostenute, ha aggiunto citando per esempio anche quella promossa dal Sudafrica, ha spiegato, anticipando un colloquio nelle prossime ore con il ministro degli Esteri di quel Paese. Siamo favorevoli a tutte le iniziative di pace purché poi la pace non sia la sconfitta dell’Ucraina ma scritta nel rispetto del diritto internazionale, cioè con l’indipendenza e la libertà di un Paese che è stato invaso”.
Sempre il ministro degli Esteri russo Lavrov poi, ha incontrato, al termine del suo tour, dapprima a Kiev e poi in altri Paesi europei , il rappresentante speciale della Repubblica popolare cinese per gli affari eurasiatici, Li Hui , che, senza rilasciare dichiarazioni al termine del colloquio, avrebbe chiesto un cessate il fuoco immediato in Ucraina e la permanenza delle regioni occupate all’interno della Federazione Russa, riecheggiato a Pechino dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning,la quale, rispondendo al riguardo a una domanda in conferenza stampa, ha detto: “ In merito al conflitto in Ucraina , la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e giusta e ha promosso attivamente colloqui per la pace. Ciò ha ricevuto ampia comprensione e sostegno nella comunità internazionale. La Cina sostiene l’Europa nel compiere maggiori sforzi per la pace e proporre una soluzione accettabile per tutti. Pechino è pronta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella promozione dei colloqui per la pace”.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov , in una nota , ha fatto sapere che nell’incontro “Ha “confermato l’impegno di Mosca per una soluzione politico-diplomatica del conflitto, lamentando i seri ostacoli creati dalla parte ucraina e dai suoi gestori occidentali per una ripresa dei negoziati di pace e ha espresso gratitudine alla parte cinese per la sua posizione equilibrata riguardo alla crisi ucraina e apprezzamento per la disponibilità di Pechino di svolgere un ruolo positivo nella sua soluzione. Entrambe le parti hanno espresso la volontà di rafforzare ulteriormente la cooperazione russo-cinese in politica estera”.
Secondo il Wall Street Journal, inoltre, lo stesso inviato cinese Li Hui avrebbe cercato di convincere gli europei ad una tregua in Ucraina, con il riconoscimento dei territori occupati da Mosca come russi. Questi ultimi, convinti che “sia troppo presto per respingere i tentativi di Pechino”, avrebbero dubbi “sulla capacità della Cina di agire con onestà, visto il suo allineamento con la Russia”, e avrebbero respinto i tentativi della Cina di dividere l’Occidente.
Da Kiev, però, è arrivata l’immediata risposta del consigliere del Presidente ucraino, Zelensky, Podolyak, che ,su Twitter , ha scritto: “Qualsiasi ‘scenario di compromesso’ che preveda la NON liberazione di tutti i territori dell’Ucraina, di cui periodicamente parlano ‘fonti anonime’ nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale. Tutto questo è il caro sogno della Russia. La domanda è retorica: perché i singoli attori pubblici continuano a interpretare lo ‘scenario mediatico russo’ e a prolungare il conflitto?”.
A proporsi come mediatore, insieme a Cina e India, anche il Brasile, con il Presidente Lula che su Twitter , riferendo di un colloquio telefonico con il Presidente russo Putin , ha spiegato: “Ho appena parlato al telefono con il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’ho ringraziato per l’invito a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, e gli ho risposto che al momento non posso andare in Russia, ma ho ribadito la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace”.
Il governo giapponese invece, ha annunciato, tramite il capo di gabinetto Hirokazu Matsuno, che imporrà nuove sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina, nell’ambito di un’azione coordinata con altri Paesi del G7, congelerà i beni di 78 gruppi e 17 individui, compresi ufficiali dell’esercito russo, e vieterà le esportazioni verso 80 entità russe, condannando la decisione della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia (decisione, quest’ultima, presa da Mosca, come riferito dal portavoce del Cremlino Peskov “perché la Bielorussia, come la Russia, si trova a far fronte a “un ambiente molto ostile” con “dichiarazioni aggressive” da parte dei vicini”).
In USA, invece, che ha confermato l’invio di nuovi aiuti militari per 300 milioni di dollari, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un’intervista alla Cnn, , in risposta alle accuse di Washington di dare “carta bianca” a Kiev per attaccare il territorio russo, ha spiegato che: “Gli Stati Uniti non appoggiano attacchi ucraini sul suolo russo e l’amministrazione del Presidente Joe Biden lo ha chiarito nei suoi colloqui con Kiev. Abbiamo ancora una volta chiarito agli ucraini cosa pensiamo riguardo a un attacco alla Russia: non vogliamo incoraggiarlo o consentirlo, e certamente non vogliamo che nessuna attrezzatura prodotta negli Stati Uniti venga utilizzata per attaccare il suolo russo. Abbiamo ottenuto rassicurazioni dagli ucraini su questa questione. Siamo stati molto chiari sul fatto che vogliamo che l’Ucraina sia in grado di difendere il proprio suolo, il proprio territorio. Sono stati attaccati. Sono stati invasi. Hanno il diritto di difendersi. Ma siamo stati altrettanto chiari che non vogliamo vedere un’escalation della guerra”.
Per il sito di Euractiv, che cita fonti diplomatiche dell’Alleanza, al prossimo vertice di Vilnius, la Nato avrebbe intenzione di creare un Consiglio Nato-Ucraina piuttosto che fornire a Kiev un piano concreto di adesione. “La creazione del Consiglio , secondo tali fonti, sarebbe “un passo avanti nel sostegno alle aspirazioni politiche di Kiev, senza tuttavia dover fissare una precisa tempistica per l’adesione, che non appare imminente e che comunque non potrebbe essere presa in considerazione in pieno conflitto. La presenza nel Consiglio premetterebbe all’Ucraina una partecipazione a parità di diritti con gli altri membri e non semplicemente su invito, come accade attualmente, consentendo a Kiev anche di convocarlo a piacimento. Inoltre, aprirebbe la possibilità di una maggiore cooperazione in settori quali la condivisione di intelligence, le esercitazioni militari e un supporto finanziario per lo sviluppo delle proprie forze armate nel rispetto degli standard della Nato”.
Infine, il cancelliere tedesco Scholz, in un’intervista al Kölner Stadt Anzeiger, ha spiegato che : “La Russia deve capire che non possiamo parlare di concludere una sorta di “pace fredda”, in cui un nuovo confine tra Russia e Ucraina passerà approssimativamente lungo la linea del fronte. Una pace giusta è possibile solo con il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. Non spetti agli alleati formulare, invece dell’Ucraina, quali accordi vuole raggiungere. La mia ultima telefonata con il Presidente Putin risale a qualche tempo fa, ma ho intenzione di parlare di nuovo con Putin a tempo debito”.
Quanto alla politica interna italiana, stamane , la Presidente del Consiglio Meloni , che ha inviato un videomessaggio per l’inaugurazione della mostra fotografica “Bearing Witness”, dei giornalisti e reporter di guerra, Fausto Biloslavo e Francesco Semprini, presso l’Istituto italiano di Cultura a New York, è intervenuta in video-collegamento alla seconda giornata del Festival dell’Economia di Trento, evento, organizzato in collaborazione con Il Sole 24,dove ha risposto alle domande della giornalista Maria Latella, non prima di aver fatto il punto della situazione sull’Emilia Romagna.
La Premier , infatti, ha dichiarato: “È ancora impossibile quantificare i danni, il governo ha fatto uno sforzo immane e per questo voglio ringraziare i ministri. L’Emilia-Romagna è una locomotiva per l’Italia e, se si ferma l’Emilia-Romagna, si ferma l’Italia”, ricordando poi il sopralluogo fatto domenica scorsa sul territorio e tra la popolazione: “Ho trovato un popolo che era lì a spalare fango ed era con l’orgoglio negli occhi. In quindici giorni è piovuta metà della pioggia di un anno. Ma da questo, che se si vuole è l’aspetto più emotivo e drammatico della tragedia vissuta in Romagna, si evince l’importanza del ruolo dell’Ue nell’aiutarci. Attiveremo il fondo di solidarietà, che purtroppo abbiamo attivato altre volte. Da ciò deriva l’importanza dei fondi di coesione e del Pnrr, che riguardano soprattutto la messa in sicurezza del territorio”.
A tal riguardo, la Presidente della Commissione UE, von der Leyen, reduce dal sorvolo di ieri in elicottero sulle zone alluvionate, in compagnia proprio della Presidente Meloni, arrivata questa mattina a Venezia, nel suo discorso alla Biennale ha detto: “Questo mese l’Italia e stata nuovamente vittima degli effetti dei cambiamenti climatici. Ieri sono stata in Emilia-Romagna. Ho visto le inondazioni, le frane. Percorrendo le strade ricoperte dal fango sono rimasta colpita non solo dall’impressionante entità dei danni, ma anche dalla meravigliosa reazione della gente del posto. Stanno lavorando instancabilmente per ripulire tutto e per aiutare i vicini che ne hanno bisogno. Abbiamo visto gli ‘angeli nel fango’. Volontari da tutta Italia. Soccorritori da Francia, Belgio, Slovacchia, Slovenia. E al loro fianco: l’Unione europea. Tin bota, l’Europa e con voi. Anche per ripristinare l’equilibrio stravolto tra la natura e l’ambiente edificato. Next Generation Eu prevede 6 miliardi di euro per l’Italia, destinati a ridurre i rischi di inondazioni e frane. Per esempio, sarà ripristinato il letto del fiume Po, con interventi di rimozione del cemento e riattivazione del verde lungo le rive, per lasciare spazio alla natura. Dobbiamo fare della natura il nostro partner nella lotta contro i cambiamenti climatici”.
Tornando all’intervista alla Presidente del Consiglio, Meloni ,al Festival dell’Economia di Trento, riguardo ai rapporti tesi con la Francia e con il Presidente Macron , incontrato al G7 ad Hiroshima e alla questione migratoria, ha affermato: “Con Macron, come sempre, c’è stato un incontro basato sulla concretezza. Italia e Francia hanno rapporti secolari. Se poi diversi governi, di estrazione politica diversa dalla nostra, ci criticano, non vuol dire che andiamo male; vuol dire che andiamo bene. Per questo, le polemiche arrivano da qui, per problemi di dialettica interna. Ma i rapporti tra Stati non vengono danneggiati da questi scontri. Con il capo dell’Eliseo abbiamo parlato di flussi migratori, di Tunisia, di come usare risorse concrete per l’immigrazione. Quello che abbiamo cercato di portare in Europa, è un cambio del paradigma, non la gestione dei confini interni dell’Ue, quelli tra gli Stati, ma di quelli esterni. Ne deriva che, se vogliamo trovare una soluzione strutturale, non possiamo prescindere dal rapporto con l’Africa. Bisogna non impedire il diritto a emigrare, ma garantire il diritto a non scappare da casa propria. L’Africa è, in potenza, un continente ricco, non è povero. Per questo, bisogna aiutare quei popoli anche secondo le esigenze che noi abbiamo (il tema energetico), facendo che si lasci qualcosa risolvendo anche qualche nostro problema. L’Europa non può più guardare a est ma deve guardare a sud. In Africa c’è un potenziale enorme, che si può sviluppare col sostegno non solo italiano ma europeo. Trovare lavoro a chi scappa da lì e, allo stesso tempo, risolvere i nostri problemi di approvvigionamento. E convincere tutti, questa è la sfida. A ottobre, ospiteremo la conferenza Italia-Africa, per presentare ufficialmente questo progetto”.
Quindi , sui temi del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti , della riforma dei tributi e del contrasto all’evasione fiscale, ha evidenziato: “L’impatto del taglio che stiamo facendo è diverso da quello degli altri Governi, la tassazione sul lavoro è per noi una priorità: 6 punti fino a 35mila euro di reddito, 7 punti fino a 25mila. L’impatto per i lavoratori è per forza di cose importante, in un periodo di inflazione galoppante. Non è tutto: bisogna rendere questi provvedimenti strutturali. Il primo cambio nell’approccio si è visto con le accise sui carburanti: in Legge di bilancio, avevo risorse limitate. Se avessi dovuto fare quello che chiedevano le opposizioni, non avremmo avuto i soldi. Trovo più utile tagliare il cuneo contributivo piuttosto che approvare il salario minimo legale. L’esecutivo, con il disegno di legge delega, ha posto le “basi della riforma fiscale, una riforma organica non viene fatta da qualche decennio. L’obiettivo è semplificare il sistema e gli adempimenti delle procedure. Non risolviamo nessun problema se non partiamo da un diverso rapporto tra lo Stato e il cittadino. È la cosa più strategica. In Italia si dice ‘Fatta la legge, trovato l’inganno’. La percezione è di uno Stato avversario dei cittadini, noi invece diciamo: “Ti do una mano in quello che serve, ti semplifico la vita, poi però sono molto rigida se, nonostante questo segnale, non ti comporti bene”. Inoltre, procederemo all’assunzione di 3900 nuovi funzionari dell’Agenzia delle Entrate, che hanno fatto un lavoro straordinario e introdurremo una norma sulle aziende apri-e-chiudi. Il messaggio dato finora è stato la “caccia al gettito” più che quella all’evasione fiscale. Il problema vero resta la grande evasione: sull’Iva, le grandi frodi, le big company, con lo Stato che si trova sempre a patteggiare grandi evasioni. Io sogno invece uno Stato semplice, chiaro e giusto, è l’unico modo per combattere l’evasione”.
Ancora, sulle riforme istituzionali delle Autonomie e del Presidenzialismo, la Premier ha dichiarato: “Se offri ai cittadini le risposte che attendono, è un vantaggio per tutti. Il clima che viviamo in Cdm è ottimo. Si è cercato di costruire rivalità tra i membri del governo ,ma io non la vedo. Non è vero che la riforma in senso presidenziale è di FdI, l’autonomia differenziata è della Lega. Ma si tratta di una visione parziale, sono riforme di tutto il centrodestra.Siamo lì per realizzare ciò che i cittadini ci hanno chiesto di realizzare con il voto. Lo facciamo con strumenti diversi, che hanno tempi diversi. L’autonomia differenziata rafforzerà la coesione nazionale, puntiamo in primis ai livelli essenziali di prestazione. Se ho una Regione virtuosa, prendo in considerazione l’idea di darle altre competenze. È una forma di responsabilizzazione delle Regioni. Chi è contrario è lo stesso che non è riuscito a spendere miliardi di euro di fondi europei. A me, stanno a cuore due cose, i due punti del presidenzialismo: la stabilità dei governi e delle legislature e il rispetto dei voto dei cittadini, perché la sovranità appartiene al popolo. Non è una riforma secondaria, è la cosa più importante che si può lasciare al futuro”.
Sempre al Festival dell’Economia di Trento, è intervenuto il ministro dell’Economia Giorgetti, che su ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità, altro dossier UE sul tavolo del Governo, insieme con il Pnrr, riguardo al quale è in pressing la Commissione europea, e sullo stato dei conti del Paese, ha così risposto nel corso di un’intervista: “In Parlamento il Mes arriverà. E’ stata avviata una discussione in parlamento e il parlamento ha dato mandato al governo di non portarlo avanti. Il Parlamento, che ha preso questa posizione ,potrebbe cambiarla, se cambieranno alcune cose, pensando che il Mes potrebbe avere anche altre finalità rispetto alle motivazioni con cui era nato. Noi non ricattiamo nessuno mettendo sul piano una cosa con l’altra. Sono fiducioso che una soluzione si troverà. Sull’andamento dei conti ,penso che un Pil all’1,2-1,4% è un auspicio. Guardo all’economia della Germania e deduco che qualche problema per la nostra industria lo creerà, ma ci sono i servizi che dovrebbero compensare. Il governo ha sempre avuto un atteggiamento prudente sulle stime. Questo ha alimentato un clima di fiducia intorno a questo governo”.
Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , sulle accuse di essere in ritardo mosse dalle Opposizioni, sul monito della UE e del Fondo Monetario Internazionale ad attuarlo appieno e senza ritardi, il ministro per le Politiche UE , il Sud e la Coesione, Fitto, intervenuto anch’egli al Festival dell’Economia di Trento, ha replicato, precisando: “Parlare di ritardi lo trovo abbastanza singolare. È invece indispensabile parlare di come può essere cambiato il piano per le risorse dopo che sono successe tante cose. Serve un dibattito sereno, privo di polemiche. Il responsabile dell’attuazione del Piano di ripresa e resilienza dell’Italia ha anche detto che c’è un elemento di serietà: non ho avuto allarmismo dalle raccomandazioni dell’altro giorno della Commissione Europea. Dei tre punti evidenziati dalla Commissione sull’attuazione, va considerato che solo quattro Paesi hanno presentato il piano modificato e su coordinamento tra Pnrr e fondi di coesione, come sul rafforzamento della governance c’è coerenza con l’azione del governo Meloni”.
Il FMI, infatti, ha rilevato in una nota: “La piena e tempestiva attuazione del PNRR dell’Italia è necessaria per aumentare la produttività e stimolare la crescita potenziale , le riforme strutturali ambiziose, che favoriscano la produttività, sono una priorità per compensare il freno alla produzione derivante dalla contrazione della forza lavoro dovuta al rapido invecchiamento della popolazione italiana. Ciò richiede misure per ridurre le trappole della disoccupazione e dell’inattività, diminuire il ‘nero’ ed evitare di sostenere le imprese in declino. Le riforme del Pnrr, sono mirate a colmare numerose carenze che frenano la produttività e dovrebbero essere attuate pienamente e tempestivamente. Il rafforzamento della capacità amministrativa ed esecutiva degli enti locali favorirebbe una gestione efficiente del grande volume di progetti e le misure per accelerare le procedure dovrebbero promuovere la concorrenza e l’integrità delle risorse finanziarie”.
Tutto ciò , mentre l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noti i dati di maggio sulla fiducia, rilevando, dopo due mesi consecutivi di crescita, una flessione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 105,5 a 105,1) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese ,che passa da 110,4 a 108,7.
Per Istat: “La flessione dell’indice esprime un generale peggioramento della fiducia in tutti i comparti indagati più accentuato nelle costruzioni.
L’indice di fiducia dei consumatori cala riportandosi sul livello dello scorso marzo. Anche in questo caso l’indice sintetizza un diffuso deterioramento delle opinioni”.
Critiche sulle politiche economiche del Governo, le Opposizioni, con la segretaria del Pd, Schlein, che, ieri, nella prima giornata del Festival dell’Economia di Trento, ha illustrato la ricetta economica dem, che consiste nell’attuazione di una tassa patrimoniale e di una tassa sulle successione “più eque, in quanto troppo basse” e, nell’attuazione , come richiesto da Bruxelles, della riforma del Catasto, oltre che nella lotta all’evasione sui profitti, utilizzando strumenti tecnologici come l’incrocio delle banche dati, per realizzare una maggiore trasparenza fiscale.
Necessaria poi l’introduzione del salario minimo, misura su cui concordano anche il M5S, che sarà in piazza, in dissenso con le politiche del Governo, il 17 giugno, e AVS, che, invece, manifesterà a Roma il 27 maggio, contro la precarietà e l’abolizione del Reddito di Cittadinanza.
Diverse le posizioni di Italia Viva , che respinge misure come la patrimoniale, volta ad aumentare le tasse e Azione ,in parte d’accordo con l’Esecutivo sul taglio del cuneo fiscale, ma anche con Pd, M5S e AVS, sull’introduzione del salario minimo.
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