-Covid19, i dati settimanali emersi dalla cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute: stabile,l’indice Rt a 1,21, in crescita, invece, l’incidenza di casi per ogni 100 mila abitanti, arrivata a 98, così come il tasso di occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive. Tutte le Regioni, sono classificate a rischio basso, ma nelle prossima settimana, il Friuli Venezia Giulia potrebbe passare in zona Gialla. Le Regioni chiedono al Governo di introdurre un Green Pass rafforzato per limitare l’accesso ai luoghi pubblici e di svago ai non vaccinati, ma il Governo frena e lavora al decreto per rendere obbligatoria la terza dose per i medici, gli operatori sanitari e il personale delle RSA e per ridurre la validità del Certificato Digitale da 12 mesi a 9. Tuttavia, il Sottosegretario alla Salute Costa, lancia l’ipotesi di obbligo vaccinale almeno per le categorie a contatto con il pubblico. Sulla stessa linea, anche il Presidente di Confindustria Bonomi , che invita l’Esecutivo a valutare l’introduzione dell’obbligatorietà.
-Manovra, in mattinata, tavolo al Ministero dell’Economia,con il titolare del dicastero Franco,per discutere del taglio delle tasse da 8 miliardi previsto in Legge di Bilancio, aggiornato a lunedì con le proposte del Tesoro. Maggioranza divisa tra centrosinistra, a favore di un taglio dell’Irpef e centrodestra, a favore di un taglio dell’Irap. Intanto, in Commissione Bilancio al Senato, dov’è in esame proprio la Legge di Bilancio, è tensione tra i partiti sulla scelta del relatore: si deciderà entro mercoledì prossimo. Sul fronte dell’economia, la Direttrice della BCE, Lagarde, ha ribadito la necessità di non rialzare ancora i tassi di interesse e non interrompere le politiche espansive, perché danneggerebbe i redditi delle famiglie.
di Federica Marengo venerdì 19 novembre 2021
Anche la cabina di regia settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute sui dati della pandemia, in riferimento al periodo 22 ottobre-9novembre, come la il Report della Fondazione Gimbe diffuso ieri, ha confermato l’aumento per la quarta settimana consecutiva dell’incidenza dei casi per ogni 100 mila abitanti, attestatasi a 98, rispetto ai 78 della settimana scorsa, stabile, invece, l’indice Rt di contagio a 1,21. In crescita, anche il tasso di occupazione delle aree mediche , passato da 6,1 % di una settimana fa, al 7,1% , e delle terapie intensive, passato dal 4,4% della settimana scorsa, al 5,3%.
Tutte le Regioni, dunque, sono a rischio moderato, sebbene nella prossima settimana, come annunciato dal suo Presidente, Fedriga, il Friuli Venezia Giulia, per via dell’incremento dell’incidenza dei casi a 406 per ogni 100 mila abitanti, insieme con i ricoveri in aree mediche e in terapia intensiva, potrebbe passare in zona gialla,essendo classificata ad alto rischio . In bilico, sempre per via dell’alta incidenza di casi, 289,3 per ogni 100 mila abitanti e del tasso di ricoveri nelle area ordinaria e nell’intensiva, anche la Provincia di Bolzano, così come in progressivo aumento gli indicatori di Marche, Lombardia, Lazio, Campania, Sicilia e Valle d’Aosta.
Quindi, si precisa nel Report: “Nell’attuale contesto di riapertura, una più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo nelle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali vigenti, rappresentano gli strumenti principali per prevenire significativi aumenti di casi clinicamente gravi di COVID-19 e favorire un rallentamento della velocità di circolazione del virus SARS-CoV-2. In considerazione dell’attuale trend epidemiologico e della contemporanea circolazione di altri virus respiratori come l’influenza si sottolinea l’importanza di rispettare rigorosamente le misure raccomandate sull’uso delle mascherine, del distanziamento fisico, prevenendo le aggregazioni , e dell’igiene delle mani”.
Tali dati sono stati poi commentati dal Presidente dell’ISS e portavoce del Comitato Tecnico Scientifico Brusaferro, e dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute Rezza, nel corso della consueta conferenza stampa.
Proprio Brusaferro , invitando a spingere sulla terza dose e a non dimenticare di utilizzare presidi come la mascherina, ha dichiarato: “C’è un incremento tra i casi pediatrici, in particolare sotto i 12 anni e in particolare tra 6 e 11 anni. Questa è la fascia dove non è disponibile la vaccinazione. Vengono segnalati dei ricoveri anche anche se i numeri sono piccoli. ‘Il nostro Paese mostra un incremento nella circolazione del virus, ma in una situazione più contenuta rispetto agli altri Paesi,ma l’andamento è in crescita. L’incremento più significativo è tra i 30 e 50 anni”.
Rezza, invece, lanciando l’ipotesi di ridurre i sei mesi dalla somministrazione della seconda dose, ha evidenziato il peggioramento del quadro epidemiologico costante, ma lento grazie alla campagna vaccinale e allo strumento del Green Pass, e ha inviato ad avere una visione cauta. Infine, ha precisato che i test antigenici rapidi possono avere sensibilità inferiori con risultati falsi negativi: “I test antigenici rapidi possono avere una sensibilità inferiore con risultati falsi negativi. Ma con la variante Delta la carica virale è più elevata e quindi si dovrebbe avere di meno questo problema. D’altronde i test antigenici molecolari sono più complessi ed è difficile ripeterli nel tempo. Ma la valutazione dell’uso va fatta sulla base del momento. Il problema è che i tamponi antigenici rapidi rispetto ai test molecolari possono avere sensibilità inferiore. Quindi, non si può escludere la possibilità di falsi negativi, specialmente se la carica virale non è elevata. Con l’infezione da variante Delta effettivamente la carica virale è alta, quindi questo problema potrebbe essere inferiore. I molecolari hanno una sensibilità maggiore, ma è pur vero che sono più elaborati e la risposta è in tempi più lunghi. Quindi il vantaggio dei test antigenici è che si possono fare in maniera ripetuta sui singoli e sulla collettività. Sono stati molto usati e garantiscono, in qualche modo, uno strumento di controllo della salute pubblica a livello di comunità e permettono il controllo dell’infezione”.
Dati, che preoccupano i Presidenti di Regione sia in relazione alla pressione esercitata sulle strutture ospedaliere presenti sui territori che ad eventuali passaggi in aree di rischio arancione e rossa che equivarrebbero alla chiusura di attività proprio in vista del periodo delle festività natalizie. Per questo, il Presidente della Conferenza delle Regioni, e Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Fedriga , con il sostegno di diversi presidenti di Regione come : Toti (Liguria), Occhiuto (Calabria), De Luca (Campania) e Fontana (Lombardia) , riunitosi ieri con gli altri Presidenti nella Conferenza delle Regioni, ha avanzato la proposta al Governo di imprimere una stretta sul Green Pass, realizzando un Certificato Verde Digitale “rafforzato”, ovvero a due corsie: una, per chi è vaccinato, che, in caso di passaggio nelle zone di rischio arancione e rossa, invece di attenersi alle misure restrittive previste, potrà recarsi presso i ristornanti, i teatri, i cinema, i palazzetti dello sport e gli stadi, l’altra per i non vaccinati cui sarà interdetto l’accesso ai ristoranti e ai luoghi pubblici di cultura, sport e divertimento e che potranno recarsi invece solo a lavoro , previo tampone.
Per il momento, il Governo frena sull’attuazione di tale proposta ,non essendo i numeri della pandemia ancora allarmanti, ma nella prossima settimana, prima del Consiglio dei Ministri ,nel quale dovrebbe essere approvato il decreto che introduce l’obbligo della terza dose per i medici, gli operatori sanitari e per i responsabili delle RSA , l’obbligo di mascherina , la riduzione della validità del Green Pass da 12 mesi a 9 mesi e dei tamponi antigenici e molecolari a 48 e 24 ore, e dovrebbe decidere sulla proroga dello stato di emergenza, si terrà una riunione con le Regioni.
Divisa, sull’eventualità di un Green Pass a due corsie e di limitazioni per i non vaccinati su richiesta delle Regioni, la Maggioranza, con il centrosinistra, Pd e LeU, e Forza Italia, d’accordo con la richiesta degli enti locali, e il centrodestra della Lega (con la sponda dall’Opposizione dell’alleato di coalizione Fratelli d’Italia) e il M5S, contrati alla stretta per i non vaccinati.
Tuttavia, il Sottosegretario alla Salute Costa ha rilanciato il tema dell’obbligo vaccinale, almeno per le categorie a contatto con il pubblico come: insegnanti, forze dell’ordine e lavoratori della grande distribuzione, sostenendo la necessità di una riflessione in tal senso da parte del Governo, anche alla luce dell’obbligo per tutti, introdotto a partire dal 1° febbraio, dall’Austria (la cui situazione epidemiologica però è diversa da quella dell’Italia).
A favore dell’obbligo vaccinale per tutti, per non compromettere la ripresa economica, il Presidente di Confindustria Bonomi.
Ripresa economica, che neppure l’Esecutivo intende compromettere, scegliendo però di insistere sulla campagna vaccinale, portando con la persuasione i non vaccinati verso la prima dose e accelerando sulla somministrazione della terza per chi abbia completato il ciclo sei mesi fa. A tal proposito, come comunicato tramite circolare dal Commissario all’Emergenza, Generale Figliuolo, che ha ricevuto mandato dal Ministero della Salute per l’acquisto di un quantitativo pari a 50.000 dosi di trattamento con antivirali orali (la pillola anti Covid19), anticipata la terza dose a lunedì 22 per la fascia 40-59 anni, rispetto alla data annunciata in precedenza del 1° dicembre, in attesa che l’Agenzia Europea per i Medicinali, decida entro fine mese sulle vaccinazioni per i bambini di età compresa fra i 5 e gli 11 anni.
A sostegno della campagna vaccinale, anche il Presidente della Repubblica Mattarella, che, stamane, intervenuto alla cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”, promossa dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, svoltasi al Quirinale, nel suo discorso, ha sottolineato: “Il virus continua a provocare allarme. Non si è esaurito il nostro dovere di responsabilità, soprattutto verso i più deboli. Siamo riusciti a realizzare una ripresa economica e i vaccini sono stato la nostra difesa, hanno consentito le riaperture. La ricerca è stata un grande esempio di collaborazione mondiale. Abbiamo visto una larga adesione alla campagna vaccinale che ha visto la quasi totalità degli italiani vaccinarsi per proteggere se stessi e gli altri. Oggi la ricerca è interdisciplinare mentre i saperi informatici alimentano ulteriori informazioni. La ricerca è indispensabile per la salute della società ed e è motore della crescita sociale e civile. Senza ricerca non ci sarà lo sviluppo sostenibile messo al centro delle politiche europee. Dobbiamo colmare ritardi storici, l’Airc è stata all’avanguardia e il Paese le è riconoscente. La pandemia ha lasciato segni profondi, ma il virus non si è esaurito e continua a procurare allarme, abbiamo eretto un argine grazie alla scienza che ci ha fornito strumenti per proteggerci e per riconquistare gli spazi di libertà cui avevamo dovuto rinunciare. I vaccini sono stati la nostra migliore difesa, hanno evitato migliaia e migliaia di vite, hanno consentito le riaperture fondamentali per la ripresa economica. Sono stati prodotti mai così velocemente grazie alla ricerca che è stata grande esempio di collaborazione mondiale. Il dialogo e la cooperazione sono possibili e necessari. Adesso i vaccini vanno posti nella disponibilità in misura equa agli altri paesi, è un dovere morale ed è interesse concreto di tutti per evitare che il virus, in un mondo strettamente connesso, si riproponga con pericolose varianti. La campagna di vaccinazione ha visto la quasi totalità degli italiani comprendere che era necessario proteggersi e proteggere anche gli altri. Dobbiamo applicare ancor più fedelmente i principi costituzionali di tutela della salute, le visite oncologiche devono riprendere ovunque e nei luoghi deputati. Il virus continua a provocare allarme. Non si è esaurito il nostro dovere di responsabilità, soprattutto verso i più deboli. I vaccini vanno posti nella disponibilità di tutti i Paesi in misura equa, è un dovere morale e interesse concreto di tutti per debellare il virus completamente. I vaccini sono stati la nostra maggiore difesa, hanno salvato migliaia e migliaia di vite, hanno ridotto le sofferenze, hanno consentito le riaperture. Sono stati realizzati e prodotti in un tempo così breve e in quantità così grandi come mai era accaduto nella storia. Anche questo è in larga misura merito della ricerca”.
Intanto, in mattinata, si è tenuto al Ministero dell’Economia e delle Finanze, il primo degli incontrai del ministro Franco con i responsabili economici dei partiti di Maggioranza per discutere del taglio delle tasse per 8 miliardi previsto dalla Manovra. Nel corso del tavolo, che verrà aggiornato lunedì con le proposte del Tesoro (ovvero una serie di simulazioni su taglio di Irap e Irpef), sono emerse le posizioni diverse del centrosinistra, che chiede il taglio dell’Irpef, a favore dei lavoratori e dei pensionati, così come del M5S, che punta a ridurre le tasse al ceto medio, di Italia Viva che chiede un provvedimento in due tempi: il primo a novembre, con l’utilizzo degli 8 miliardi, il secondo ad aprile, con i decreti attuativi della delega a cui va assicurato un percorso condiviso, ma veloce, con il superamento dell’Irap, e del centrodestra, orientato come i renziani al superamento dell’Irap, a favore delle imprese , delle Partite Iva e degli Autonomi.
Critica sui tempi stretti con cui la Manovra (definita di “corto respiro e che disperde le risorse in mille rivoli”), sarà esaminata dal Parlamento, la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni.
Stamane, poi, proprio la Manovra, all’esame della Commissione Bilancio del Senato, ha scatenato delle frizioni all’interno delle forze di Governo, determinate dalla scelta del relatore del provvedimento. Il centrosinistra, con Pd e LeU ha indicato Errani, mentre il M5S, contestando la proposta dem, ha indicato tre relatori. La soluzione, quindi, dovrà essere trovata entro mercoledì.
Sul fronte economico, la Direttrice della Banca Centrale Europea, Lagarde, al Congresso bancario di Francoforte, ha ribadito: “Un rialzo dei tassi d’interesse adesso non avrebbe effetto sullo shock inflazionistico che sta colpendo l’economia europea ma colpirebbe i redditi disponibili delle famiglie, ponendo un freno alla ripresa. Alzare i tassi ora non influenzerebbe né i prezzi energetici e che “le strozzature all’offerta globale non possono essere risolte dalla politica monetaria.
La Bce deve esercitare pazienza e persistenza per l’obiettivo di un’inflazione sostenibile intorno al 2%, e l’attuale fiammata dei prezzi oltre il 4%, essendo destinata ad esaurirsi, non realizza ancora le condizioni desiderate per poter cambiare orientamento di politica monetaria. Anche dopo l’attesa fine dell’emergenza pandemica sarà ancora importante che la politica monetaria, e con essa un’adeguata calibrazione degli acquisti di bond, sorregga la ripresa e un ritorno all’inflazione sostenibile al 2%. Annunceremo le nostre intenzioni su questo a dicembre”.
In merito, il Commissario UE agli Affari Economici Gentiloni, intervenendo all’Assemblea di Confindustria Firenze, ha detto: “Adesso bisogna evitare la tentazione di ritiri prematuri delle politiche espansive. Questa idea può venire dai ritmi di crescita e dall’inflazione ma dobbiamo continuare questo gioco di spinta della politica monetaria Bce e delle politiche di bilancio della commissione UE. Ho visto le parole della presidente Lagarde che non ritiene che questo sia un momento di stretta per Bce e per le nostre politiche non è il momento di abbandonare il rilancio ma di renderle più selettive e mirate”.
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