-Covid19, il Ministro della Salute Speranza, al convegno “L’Italia e l’Europa: il futuro dei sistemi sanitari dopo la pandemia”, organizzato dalla Fondazione Italia in salute : “Oltre 3 milioni hanno ricevuto 3° dose, solo ieri 18 mila prime dosi. Insistere, siamo ancora in piena pandemia. Bisogna rafforzare l’EMA per attuare politiche non più nazionali”. Intanto,le Regioni chiedono al Governo che eventuali restrizioni valgano solo per i non vaccinati, come in Austria. La replica , secondo fonti dell’Esecutivo: “In Italia, 1/6 dei casi dell’Austria, situazione diversa”.
-Manovra approdata in Commissione Bilancio del Senato: iniziato l’iter parlamentare. Il Presidente del M5S, Conte apre al “patto” proposto dal segretario del Pd Letta per blindare la Legge di Bilancio. In Senato, avviato anche l’esame del Dl Fisco. Alla Camera invece, voto sulla questione di fiducia sul Dl Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, previsto per domani.
-Istat, rivede al rialzo l’inflazione per il mese di ottobre, trainata dai beni energetici: mai così alta dal 2012, ma l’aumento dei prezzi preoccupa Confesercenti : la ripresa dei consumi sarà più lenta del Pil, nei prossimi due anni -9 miliardi e mezzo.
di Federica Marengo 16 novembre 2021
“Oggi c’è la sfida del Covid e non dobbiamo abbassare l’attenzione, questa mattina siamo all’86,79% di vaccinati con la prima dose, oltre l’84% di vaccinati con due dosi, siamo a 3 milioni e 120mila persone che hanno avuto il richiamo”. Così, il ministro della Salute Speranza, stamane al convegno “L’Italia e l’Europa: il futuro dei sistemi sanitari dopo la pandemia”, organizzato dalla Fondazione Italia in salute.
Speranza,continuando, ha poi aggiunto: “Ieri , ci sono state oltre 18mila prime dosi dobbiamo insistere e far salire questo dato. Si tratta di persone che arrivano tardi a vaccinarsi, che si convincono a farlo dopo aver nutrito dubbi, ma il contributo di ciascuno è importante, lo scudo è un po’ più forte. Negli ultimi giorni abbiamo fatto circa 130mila richiami al giorno. Le politiche per la salute non possono più essere considerate politiche nazionali ,ma hanno bisogno di scelte che non possono che essere sovranazionali. Serve più coordinamento europeo. Gli stati nazionali devono avere il coraggio di cedere pezzi di sovranità, tra le lezioni di questi mesi c’è questa. Dobbiamo rafforzare Ema. Altra lezione del Covid, è che dobbiamo investire di più nei nostri servizi sanitari nazionali”.
Tuttavia, l’aumento dei contagi sembra preoccupare il Presidente della Conferenza delle Regioni,nonché Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Fedriga, e il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e Presidente della Regione Liguria Toti, rispettivamente in quota Lega e centrodestra, cui si sono aggiunti il Presidente della Regione Calabria, in quota Forza Italia, Occhiuto e della Regione Lombardia, in quota Lega, Fontana , che hanno proposto al Governo di emulare, in caso di ulteriore incremento dei contagi e di reintroduzione del sistema delle aree di rischio colorate, il modello austriaco, applicando ai soli non vaccinati le misure restrittive legate alle fasce di colore
Secondo fonti di Palazzo Chigi, riportate dai media, il Governo avrebbe replicato alla richiesta-proposta delle Regioni, sottolineando la differenza tra la situazione austriaca e quella italiana non allarmante.
La ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, Gelmini, poi, ai microfoni di Sky Tg24 e alla presentazione del Rapporto Meridiano Sanità, The European House – Ambrosetti, ha spiegato: “Al momento la validità del green pass resta di12 mesi ma il Governo monitora con grande attenzione l’andamento dei contagi, sappiamo che quelli invernali sono mesi difficili, favorevoli alla diffusione del virus, Valuteremo sulla base dell’andamento dei contagi. Stiamo correndo con la terza dose, dal primo dicembre ci sarà il via agli over 40, per i bimbi attendiamo il responso dell’Ema ma è evidente che poi sarà per tutti e questa volta non abbiamo problemi di quantitativi. Il Governo ha assunto decisioni che consentono al nostro paese di restare aperto. Abbiamo l’84% di cittadini vaccinati con due dosi, il governo monitora con grande attenzione l’andamento dei contagi, sollecita la terza dose, ha assunto decisioni sui mezzi di trasporto, per il momento ci fermiamo qui. Le scelte fatte consentono di guardare con discreta tranquillità, ma è evidente che siamo nei mesi più difficili. Valuteremo strada facendo se servirà cambiare l’assetto che ci siamo dati .Può accadere che ci sarà la proroga dello stato di emergenza per il Covid, in scadenza a fine anno: dipenderà dai contagi, non saranno scelte di parte. Il Governo, sostenuto da una maggioranza eterogenea, ha assunto le sue decisioni all’unanimità con un confronto costruttivo in Consiglio dei Ministri e se ci fosse questo passaggio avverrà in maniera coesa. Stiamo collaborando con le Regioni che chiedono 2 miliardi di euro per risolvere i problemi di bilancio. Il ministro dell’Economia Franco è sensibile alla richiesta e ci sta aiutando a risolvere”.
Inoltre, questo pomeriggio, una delegazione della Conferenza delle Regioni, guidata dal Presidente Massimiliano Fedriga, ha incontrato i Capigruppo di Senato e Camera, presso la sala Capitolare del Palazzo della Minerva, per illustrare alcune criticità rispetto al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale dell’anno in corso e alla tenuta dei bilanci regionali e per presentare alcune proposte di intervento normativo.
A tal proposito, il Presidente Fedriga, ha dichiarato: “Ammontano a oltre 8 miliardi di euro (8,078 mld euro) i costi emergenziali legati al Covid. Sono circa 2,2 miliardi le risorse mancanti. Sanare questo deficit, significherebbe aumentare le tasse ai cittadine e alle imprese, divieto di effettuare spese non obbligatorie. Il costo medio pro-capite a livello nazionale è di 135,45 euro, solo in parte coperti dalle risorse stanziate dal Governo con i decreti emergenziali. All’elevato volume dei costi sostenuti, non corrisponde un equivalente incremento del livello di finanziamento 2021. Il rischio è che i sistemi sanitari di molte regioni vadano in disavanzo, per un oggettivo aumento di costi. Abbiamo pagato le scelte del Governo, con il quale abbiamo iniziato una serie di interlocuzioni. Abbiamo chiesto questo incontro con i maggiori rappresentanti di Camera e Senato per sollevare le criticità che le regioni vivono nel comparto sanitario. Dalle misure di potenziamento degli ospedali, al personale, penso ai doppi percorsi nei pronto soccorsi, all’assistenza dei malati di Covid, alla campagna vaccinale, alla parte legata al tracciamento: tutte portate avanti dai sistemi regionali. È stato un impegno organizzativo mastodontico, il più grande visto dai sistemi sanitari regionali. Maggiori costi legati, e ovviamente certificati alla pandemia, pari a oltre 8 miliardi. È insostenibile pensare che questi costi aggiuntivi siano a carico delle regioni. E il rischio è che i sistemi sanitari di molte regioni vadano in disavanzo. Per questo motivo abbiamo chiesto almeno di saldare in parte questo deficit. Se non troveremo adeguata soddisfazione, saremo di fronte a un problema di carattere nazionale che si riverserebbe poi su tutti i cittadini. Vogliamo collaborare con Governo e parlamento, sia chiaro e per questo abbiamo voluto sottolineare l’importanza di questa interlocuzione. Nuove restrizioni a non vaccinati? Ne discuteremo giovedì, in conferenza delle Regioni. In Friuli Venezia Giulia c’è stato un aumento di contagi e ospedalizzazioni, anche in terapia intensiva. In questa situazione dobbiamo proteggere gli ospedali che devono dare risposta ai cittadini anche per altre patologie. Non ho parlato di restrizioni a non vaccinati, ma se ci fosse un cambio di colore delle Regioni, i vaccinati dovrebbero avere maggiori libertà. La mia era un’ipotesi per gestire una situazione insostenibile. Chi si è vaccinato, credendo nella scienza, non può pagare il prezzo delle chiusure”.
Una proposta, sostenuta sulle prime dal Pd , Forza Italia e da Italia Viva, mentre contrati a ulteriori restrizioni sarebbero la Lega e il M5S.
Tutto ciò, mentre Pfizer-BioNTech ha annunciato la produzione diffusa della pillola antivirale , che aprirebbe alla produzione in tempi rapidi anche per i Paesi in via di sviluppo. La casa farmaceutica, infatti, ha firmato un accordo con l’organizzazione sostenuta dall’Onu , Medicines Patent Pool ,per consentire ad altre compagnie di produrre la sua pillola sperimentale contro il Covid-19. Una decisione che potrebbe rendere la cura accessibile a oltre metà della popolazione mondiale.
L’accordo consentirà che aziende produttrici di farmaci generici, producano il farmaco antivirale per l’uso in 95 Paesi, potendolo fornire così al 53% della popolazione mondiale. Esclusi dall’intesa alcuni grandi Paesi come il Brasile. Pfizer non riceverà royalties sulle vendite nei Paesi a basso reddito, mentre rinuncerà a quelle sulle vendite in tutti i Paesi coperti dall’accordo in cui il Covid-19 rimane un’emergenza di salute pubblica.
Secondo l’azienda farmaceutica, la pillola ridurrebbe il rischio di ricovero e morte di quasi il 90% (nelle persone con infezioni da Covid lievi a moderate).
Intanto, la Manovra è arrivata in Commissione Bilancio al Senato per l’avvio dell’esame e dell’iter parlamentare che porterà all’approvazione del testo da parte delle due Camere entro il 31 dicembre. Parallelamente, incardinato presso la stessa Commissione, il decreto Fisco. I partiti di Maggioranza e di Opposizione, quindi, procederanno alla presentazione di emendamenti , potendo contare su 500 milioni di euro messi a disposizione dal Tesoro per le modifiche, che riguarderanno: Pensioni, Superbonus 110% e bonus edilizi e Reddito di Cittadinanza.
In merito, apertura del Presidente del M5S Conte, che si aggiunge ai leader di Maggioranza sia di centrosinistra che di centrodestra e dell’Opposizione di Fratelli d’Italia, alla proposta di un “patto” per blindare la Legge di Bilancio e la sua approvazione, evitando così tensioni, anche in vista della discussione sulla elezione del nuovo Capo dello Stato che inizierà a partire da gennaio.
In mattinata, poi, respinte alla Camera, le questioni pregiudiziali con 343 voti contrari e 38 favorevoli, e posta dal ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà, la questione di fiducia sul Decreto Green Pass, il Certificato digitale obbligatorio per accedere anche ai luoghi di lavoro, varato dal Consiglio dei Ministri il 21 settembre scorso e già approvato dal Senato,su cui si voterà a partire da domani mattina.
In serata, poi, incontro a Palazzo Chigi del Premier Draghi e dei ministri Orlando (Lavoro), Brunetta (Pubblica Amministrazione) e Franco (Economia) con i sindacati Cgil, Cisl e Uil sulla riforma delle Pensioni, alla luce del superamento di Quota100, sistema sperimentale introdotto dal Governo giallo-verde e in scadenza il 31 dicembre, che il Governo ha sostituito temporaneamente, solo per il 2022, con il sistema di Quota 102 (ovvero: si andrà in pensione a 64 anni con 38 di contributi), in vista di una riforma strutturale con ritorno al sistema contributivo, ma anche sulla Manovra e sul Fisco (taglio delle tasse sul lavoro da 8 miliardi, da definire se su Irpef o su Irap, ovvero se ai lavoratori e ai pensionati o alle imprese).
Queste , le proposte dei sindacati in tema di Pensioni: uscita dal lavoro a 62 anni o con 41 anni di contributi, senza limiti di età e l’istituzione di un fondo garanzia per le pensioni dei giovani, alla luce della precarietà dei lavori delle nuove generazioni. Al centro della discussione, anche la proroga opzione donna solo per 1 anno e dell’Ape Social, per i lavori gravosi e usuranti (con allargamento anche ad altre categorie).
Al termine dell’incontro, nel quale si è parlato anche di lavoro precario e delocalizzazione (con particolare riferimento alla vertenza Whirlpool di Napoli), resa nota dai sindacati la volontà del Governo di istituire un tavolo a Palazzo Chigi, a partire da dicembre, sulla riforma delle Pensioni per evitare il ritorno alla Legge Fornero, sebbene fonti dell’Esecutivo abbiano evidenziato come sia stato ribadito ai tre segretari sindacali che le risorse a disposizione non sono sufficienti per una riforma strutturale.
In mattinata, invece, il Presidente del Consiglio ha incontrato, sempre a Palazzo Chigi, il sindaco di Roma, Gualtieri. Al centro del confronto: gli eventi che vedranno protagonista la Capitale, quali: il Giubileo 2025 ed Expo 2030 e i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sul fronte economico, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha rivisto al rialzo per il mese di ottobre le stime dell’inflazione (+3% su base annua e non 2.9%) , trainata dai beni energetici e a +0,7% su base mensile , per il IV° mese consecutivo, Si tratta del dato più alto registrato dal 2012. L’inflazione acquisita per il 2021, quindi, si attesta a +1,8%.
Preoccupata per l’aumento dei prezzi, Confesercenti, la Presidente De Luise, che nel corso del suo intervento in occasione della 50° Assemblea annuale, ha lanciato l’allarme: “La ripresa dei consumi in Italia sarà più lenta di quella del Pil e a fine 2022 potrebbe non raggiungere i livelli pre-pandemia. La pandemia ha impresso un’accelerazione senza precedenti alle piattaforme di commercio online tra lockdown e restrizioni alle attività commerciali. Pur volendo essere prudenti, nell’ultimo anno possiamo stimare circa 50 miliardi di acquisti online di prodotti, con una crescita strutturale intorno al 40% a discapito delle altre forme di distribuzione. Noi vogliamo parità di trattamento, siamo abituati alla concorrenza ma le regole devono essere uguali per tutti. La recente decisione del G20 di pervenire ad una ‘global minimum tax’ e ,già il nome non ci piace molto , con aliquota del 15% da applicarsi alle aziende che realizzano sul web fatturati superiori ai 20 miliardi di euro costituisce innegabilmente un passo avanti, bisognerà però aspettare altri due anni per l’entrata in vigore fino al 2024″ .
In apertura dell’evento, è stato reso noto il messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella, volato a Madrid per l’ultima visita istituzionale del settennato, nel quale il Capo dello Stato, ha evidenziato: “Il forte recupero dell’economia e le criticità sul fronte dell’occupazione. La nostra economia appare in forte recupero dopo la crisi, anche grazie all’espansione dei consumi delle famiglie, La ripartenza vede protagoniste le imprese, grandi e piccole, che hanno resistito a momenti durissimi. Hanno saputo rilanciare la propria attività e l’occupazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può ora orientare il nostro modello di sviluppo verso un percorso più equo e sostenibile”.
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