-All’indomani della conclusione del G20, al termine del quale si raggiunta l’intesa tra le potenze mondiali sul contenimento del riscaldamento entro 1,5 gradi e sulla riduzione graduale delle emissioni di carbonio entro la metà del secolo, si è aperto questa mattina a Glasgow ,in Scozia, la Cop 26, conferenza indetta dall’ONU sul clima e sul contrasto ai cambiamenti climatici. Dopo i discorsi inaugurali dei leader della Terra, tavola rotonda del Primo Ministro Johnson con i rappresentanti delle principali economie mondiali e i Paesi più esposti al cambiamento climatico. Soddisfazione dei partiti per la gestione del G20, mentre si apre il dibattito sulla corsa al Quirinale.
-Covid19, verso la terza dose per gli over 60.Per il ministro della Salute Speranza, se necessario, in base ai dati epidemiologici, sì alla proroga dello Stato di emergenza e dell’uso di Green Pass e mascherine, in quanto unici strumenti per contenere i contagi.
di Federica Marengo 1° novembre 2021
La due giorni del G20, svoltasi nella Capitale, si è conclusa nella serata di ieri con la diffusione alla stampa della Dichiarazione finale da parte dei leader mondiali.
Nel documento, i venti capi di Stato e di Governo si sono impegnati a mantenere il riscaldamento globale sotto il tetto massimo di 1,5 gradi e di ridurre le emissioni di CO2 entro la metà del secolo o intorno alla metà del secolo , in base alle realtà nazionali(per venire incontro alle economie emergenti come Cina, India e Russia, che hanno chiesto di spostare il termine fissato dal 2050 al 2060-70, essendo le rispettive industrie basate sull’utilizzo del carbone, che verrà ridotto gradualmente entro il 2030), senza specificare però una data per raggiungere l’obiettivo, andando così oltre gli accordi di Parigi del 2015 che prevedono un limite di riscaldamento globale al di sotto di 2 gradi, possibilmente vicino a 1,5 gradi , la riduzione delle emissioni entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità entro il 2050.
Stabilito poi, anche lo stop entro un anno al finanziamento a nuovi centrali a carbone, attuando la decarbonizzazione entro o intorno la metà del secolo scorso. Confermato, inoltre, un fondo di 100 miliardi (ma il Premier Draghi ha annunciato che l’Italia erogherà un miliardo e mezzo in più ai Paesi emergenti ) per sostenere i Paesi in via di sviluppo nella lotta ai cambiamenti climatici, cui si aggiungeranno i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dei vari Paesi beneficiari.
Sul fronte pandemia da Covid19, invece, dopo il ringraziamento a medici e scienziati per il loro operato, i leader mondiali hanno posto l’obiettivo del 70% di vaccinati a livello globale entro il 2022, mentre per il 2021 resta l’obiettivo del 40%, entrambi in linea con gli obiettivi fissati dall’Organizzazione Mondiale della Salute (ribadito l’impegno a supportare nelle somministrazioni i Paesi in via di sviluppo). Ratificata poi la nascita di una task force congiunta Finanza-Salute per la preparazione di una nuova pandemia. Incassato da tutti i capi di Stato e Governo anche il sì alla tassazione minima al 15%, a livello globale delle multinazionali, specie del settore Digitale.
Quanto all’aspetto economico, la ripresa appare solida, ma non mancano i rischi a ribasso determinati dalla circolazione delle varianti del virus che inducono a non ritirare gli aiuti.
Altro impegno dei leader è poi quello contro le strozzature delle catene di forniture e di controllo sull’evoluzione dei mercati dell’energia. Quindi: “Il G20, in collaborazione con l’International Energy Forum (IEF), faciliterà un dialogo tra produttori e consumatori per rafforzare l’efficienza, la trasparenza e la stabilità dei mercati dell’energia, riconoscendo il ruolo della digitalizzazione nel migliorare la sicurezza energetica e la stabilità del mercato, attraverso una migliore pianificazione energetica, garantendo al contempo la sicurezza dei sistemi energetici contro i rischi di attacchi, anche attraverso l’uso dannoso delle TIC”.
Siglata poi un’intesa tra USA e Commissione Europea per eliminare i dazi reciproci , risalenti alla presidenza Trump, dell’America sulle importazioni di acciaio (25%) e di alluminio (10%) e della UE sui prodotti peculiari americani come: whisky, aranciata, motociclette e burro di arachidi.
Infine, affermato il rispetto dei diritti dei migranti e la lotta ai flussi irregolari e al traffico, rispondendo, però, al contempo, ai bisogni umanitari e alle cause profonde dello sfollamento.
Il Summit, quindi, si è concluso con l’intervento finale del Premier dopo le quattro sessioni di lavoro, nel quale Draghi ha dichiarato alla stampa: “Dobbiamo agire rapidamente per evitare conseguenze disastrose sul clima. Bisogna tagliare emissioni o ci saranno conseguenze disastrose sul clima. La presidenza italiana del G20 vuole spingere la crescita economica e renderla più sostenibile: lo dobbiamo ai cittadini, al pianeta e alle future generazioni. Qualcuno di noi chiede perché spostiamo il nostro obiettivo da 2 a 1,5 gradi? Perché lo dice la scienza, dobbiamo ascoltare gli allarmi che vengono dalla comunità scientifica. I passi approvati fin qui sono insufficienti. Le decisioni che prendiamo oggi avranno un impatto diretto sul successo del vertice sul clima di Glasgow. Il passaggio all’energia pulita è fondamentale per ottenere le necessarie riduzioni delle emissioni di gas serra. Non possiamo più rimandarlo. Questa transizione richiede uno sforzo significativo e i governi devono essere pronti a sostenere i propri cittadini e le imprese attraverso di essa. Ma offre anche opportunità per stimolare la crescita, creare posti di lavoro e ridurre le disuguaglianze. Sia il settore pubblico che quello privato devono fare la loro parte” .
Stamane, infatti, ha preso il via la Cop 29 , la Conferenza promossa dall’ONU sul clima e la lotta ai cambiamenti climatici , che si concluderà il 12 novembre. Oggi e domani, previste le riunioni dei leader mondiali, mentre nei giorni successivi i funzionari saranno all’opera per i negoziati. Tre , gli obiettivi del vertice: 1) Fare quanto è necessario per mantenere il riscaldamento del pianeta intorno a 1,5 gradi centigradi, rispetto ai livelli preindustriali, come previsto dall’accordo di Parigi del 2015, mettendo in campo più sforzi già in questo decennio. Quindi, chi ha preso impegni lontani nel tempo dovrebbe presentare anche piani intermedi e concreti per attuarli, agendo già in questo decennio.
2) Mobilitare la finanza climatica, cioè gli aiuti finanziari dei Paesi più sviluppati (in gran parte responsabili del riscaldamento del pianeta) nei confronti di quelli più poveri, per aiutarli a passare ad un’economia meno inquinante, riuscendo a consegnare 100 mld di dollari l’anno già a partire dal 2022, e non dal 2023.
3) Trovare un accordo sul ‘rulebook’, l’insieme delle regole che, su base scientifica, consentiranno di misurare le emissioni climalteranti e lo scambio di quote delle stesse tra i Paesi, evitando i doppi conteggi.
Il vertice mondiale ha preso il via con i discorsi inaugurali dei Capi di Stato e di Governo ,a cominciare da quello del Primo Ministro inglese , Johnson, cui spetta la presidenza del vertice; discorsi, dopo i quali si è tenuta una tavola rotonda con i rappresentanti delle economie mondali e dei Paesi più esposti al cambiamento climatico.
Johnson, ha dichiarato: “Abbiamo un minuto prima di mezzanotte. Dobbiamo agire, più aspettiamo, più sarà costoso. Dobbiamo disattivare questo dispositivo del giorno del giudizio. C’è il rischio che gli impegni diventino un bla-bla-bla. Abbiamo James Bond, il figlio più famoso di Glasgow nella fiction, come fonte d’ispirazione per salvare la terra: stavolta dal pericolo dei cambiamenti climatici. Ma questo non è un film, la minaccia è reale, l’orologio corre in modo furioso e le emissioni di carbonio continuano ad aumentare: di qui l’appello ad agire ora. Se falliamo ,i giovani ci giudicheranno male, a ragione. Abbiamo tecnologia e soldi, serve la volontà. Un flop della Cop26 – scatenerebbe ondate di collera nel mondo”.
Poi, in rappresentanza della Regina Elisabetta, assente per ragioni di salute, il Principe Carlo che, da sempre impegnato sul fronte dell’Ambiente, ha evidenziato: “Il mondo deve mettersi in una disposizione di spirito bellica, da ultima spiaggia, di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici che incombono sul pianeta. Dobbiamo metterci sul piede di guerra. Abbiamo bisogno di una campagna in stile militare per dispiegare la forza delle migliaia di miliardi necessarie a sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile anche nei paesi poveri, a partire dagli investimenti messi a disposizione dal settore privato globale. Il surriscaldamento della Terra rischia di essere un pericolo ancor più grave e micidiale per il futuro dell’umanità. Nel suo discorso torna poi l’appello alla collaborazione fra il pubblico e il settore privato per finanziare la transizione verso il dopo carbonio e un’economia più sostenibile: oltre all’importanza di stabilire chi debba pagare per i Paesi poveri”.
A seguire, l’intervento della Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, che ha sottolineato: “La Cop26 è un momento di verità per i nostri piani per fermare il cambiamento climatico. L’Europa si impegna a essere il primo Continente neutrale dal punto di vista climatico al mondo e unire le forze con i suoi partner per un’azione per il clima più ambiziosa. La corsa globale per lo zero netto entro la metà del secolo è iniziata. Dobbiamo mobilitare fondi per il clima per sostenere i Paesi vulnerabili per adattarsi. L’UE contribuirà in pieno per raggiungere i nostri obiettivi globale sull’adattamento. Con quasi 27 miliardi di dollari nel 2020, Team Europe è già il maggior fornitore di finanziamenti per il clima, di cui la metà per l’adattamento”.
Per il Segretario Generale dell’ONU Guterres, invece: “I sei anni passati dalla Cop21 di Parigi sono stati i più caldi mai registrati e siamo sull’orlo della catastrofe. E’ il momento di fare qualcosa per approfondire il nostro lavoro, perché ci stiamo scavando la fossa. Il nostro pianeta sta cambiando velocemente e stiamo andando verso la catastrofe climatica. Nel migliore degli scenari stiamo andando verso un aumento della temperatura da 2 gradi, mentre stando agli impegni attuali l’aumento è di 2,7 gradi. Insomma, il fallimento non è più un’opzione, sarebbe il modo peggiore di affrontare tutto questo. Le sirene stanno suonando, il nostro pianeta ci sta parlando e dobbiamo ascoltare, dobbiamo agire e scegliere saggiamente, quindi, scegliete l’ambizione, scegliete la solidarietà e salvate l’umanità. E’ un’ illusione pensare che la lotta al cambiamento climatico sia stata vinta. Gli ultimi rapporti sul clima, hanno mostrato la previsione di un disastroso aumento di 2,7 gradi per poi lanciare una serie di moniti. Basta brutalizzare la biodiversità. Basta ucciderci con il carbonio. Basta trattare a natura come fosse un bagno. Basta bruciare, perforare escavare più a fondo. Stiamo scavando le nostre stesse tombe”.
Presente, anche il Premier Draghi, che ha detto: “Questa Cop 26 deve essere l’inizio di un nuovo slancio, un salto quantico nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. Il cambiamento climatico ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali. Può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali. Può portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata. Il cambiamento climatico può dividerci. Ora, qui alla Cop26 dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull’accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso. I discorsi che abbiamo appena ascoltato mi hanno colpito profondamente. Negli ultimi anni, i giovani ci hanno reso un servizio portando il tema del clima al centro del nostro dibattito politico. I giovani sono stati al centro del Vertice Pre-Cop di Milano. A Glasgow, noi dobbiamo renderli orgogliosi. Le generazioni future ci giudicheranno per ciò che otteniamo o che non riusciamo a raggiungere. Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro. Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi sui fondi per il clima. Dobbiamo far lavorare insieme il settore pubblico e privato, in modi nuovi. Johnson ha sottolineato la quantità di denaro disponibile: decine di trilioni. Ma ora dobbiamo usarli, dobbiamo trovare un modo intelligente di spenderli velocemente. Abbiamo bisogno che tutte le banche multilaterali e in particolare la Banca mondiale condividano con il settore privato i rischi che il privato non si può permettere. Abbiamo bisogno di piattaforme. Johnson ci ha datola buona notizia che i soldi non sono un problema se vogliamo usarli bene. Il previsto aumento delle temperature globali è destinato a influenzare la vita sul nostro pianeta in modo drammatico. Da incendi e inondazioni catastrofici, allo scolorimento delle barriere coralline e alla perdita di biodiversità, l’impatto del cambiamento climatico è già fin troppo evidente. Anche il costo di tutto ciò aumenta rapidamente, soprattutto per le nazioni più povere. Il costo dei disagi per le famiglie e le aziende nei paesi a basso e medio reddito ammonta a ben 390 miliardi di dollari l’anno”, dice il premier a Glasgow. Il Principe Carlo ci ha appena fornito una road map. Il primo ministro Johnson ha evidenziato quanto denaro disponibile ci sia: parliamo di decine di migliaia di miliardi di dollari. Ma ora dobbiamo utilizzarli. Abbiamo bisogno di programmi specifici per i Paesi, in cui la Banca Mondiale e le altre banche multilaterali di sviluppo possano realmente condividere le azioni e rendere tutto questo denaro utilizzabile ai fini di uno sforzo positivo. In un certo senso, questa è la prima buona notizia che ci ha dato oggi il primo ministro Johnson: i soldi non sono un problema, se vogliamo usarli bene” .
Poi, in ultimo, l’annuncio: “Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi nel campo dei finanziamenti per il clima. L’Italia ha triplicato il suo contributo, arrivando a 7 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, per aiutare i paesi vulnerabili. Dobbiamo far lavorare insieme il settore pubblico e quello privato, in modi nuovi. Domani Roberto Cingolani, Ministro per la Transizione Ecologica, annuncerà un’iniziativa ambiziosa da parte dell’Italia” .
Ancora, l’intervento del Presidente USA Biden, che ha dichiarato: “Gli Usa possono dare un grande esempio, la mia amministrazione sta lavorando duramente perché queste non siano solo parole ma fatti. La speranza è di trasformare la più grande economia del mondo in una delle più innovatrici per l’energia pulita. Non c’è altro tempo per rimanere a guardare, questa è una minaccia per la nostra esistenza. Rispondiamo all’appello della storia qui a Glasgow, possiamo farcela. Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni? Questo è il decennio decisivo sul clima, e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Glasgow deve dare il calcio di inizio al cambiamento. Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell’interesse di tutti. Dobbiamo investire nell’energia pulita, ed è quello che faremo negli Usa, ridurremo le emissioni entro il 2030. Ognuno, svolga la sua parte con piani specifici, soprattutto le nazioni più sviluppate. Non c’è più tempo per restare a guardare, ogni giorno che tarderemo i costi della non azione aumenteranno. Possiamo farcela, dobbiamo solo fare una scelta. La volatilità dei prezzi dell’energia deve essere considerata come un invito all’azione. L’aumento dei prezzi dell’energia, non fa che rafforzare l’urgente necessità di diversificare le fonti, raddoppiare lo sviluppo dell’energia pulita e adattare nuove promettenti tecnologie energetiche pulite. All’interno di questa crescente catastrofe, credo che ci sia un’incredibile opportunità. Si tratta di un imperativo morale, ma è anche un imperativo economico. Quello che faremo è ridurre le emissioni del 50-52% rispetto al 2005 entro il 2030. La mia amministrazione sta lavorando incessantemente dimostrando che queste non sono parole ma azioni. Puntiamo all’obiettivo di 1,5 gradi entro il 2030, trasformando la più grande economia del mondo nella più innovatrice. Ecco perché oggi abbiamo un programma per arrivare a emissioni zero entro il 2050”.
Secondo la cancelliera tedesca Merkel, invece: “Per contrastare il cambiamento climatico ,non sarà sufficiente agire solo a livello di governi, ma occorre di più e per mi esprimo a favore di porre un prezzo sulle emissioni di Co2. In questo modo, i Paesi possono assicurare che l’industria e le aziende adottino le migliori tecnologie per raggiungere la neutralità climatica. La transizione ecologica, significa cambiare il nostro modo di fare affari, il nostro modo di lavorare; è una trasformazione complessiva e se la perseguiamo sappiamo come raggiungere al meglio mobilità a zero emissioni, industria a zero emissioni e processi produttivi a zero emissioni. Un altro elemento fondamentale, secondo Merkel, è fermare il finanziamento internazionale dell’elettricità generata dal carbone”.
Infine, il Presidente francese Macron ha chiesto: “Ai grandi produttori di emissioni di fare di più per lottare contro i cambiamenti climatici. Durante i prossimi 15 giorni a questa cop26 , i grandi produttori di emissioni, le cui strategie nazionali non sono in linea con i nostri obiettivi, che prevedono un aumento delle temperature che non superi 1,5 gradi, devono mostrarsi più ambiziosi… è il solo modo per tornare ad essere credibili”.
Assenti, il Presidente russo Putin, il Presidente turco Erdogan , il Presidente brasiliano Bolsonaro e il Presidente cinese Xi, che ha inviato una dichiarazione ai leader nella quale ha invitato tutte le parti “a intraprendere azioni più forti per affrontare insieme la sfida climatica. Attualmente, gli effetti negativi del global warming sono sempre più evidenti e l’urgenza di un’azione globale continua a crescere. Tre, sono i suggerimenti basati sul mantenimento del consenso multilaterale, sul ricorso ad azioni pragmatiche e sull’accelerata alla trasformazione verde attraverso il ricorso all’innovazione scientifica e tecnologica”, mentre il Premier indiano Modi ha spostato il termine per la riduzione delle emissioni di carbonio al 2070.
Proteste e manifestazioni contro il “bla bla bla” dei grandi della Terra , da parte del movimento Friday for Future, guidato da Greta Thunberg, hanno scandito la giornata.
Al termine della prima giornata di lavori, poi, si è tenuta la conferenza stampa del Presidente Draghi: “L’iniziativa è molto, molto importante, traccia il percorso che dovremo intraprendere tutti insieme per dare una risposta al problema che, continuiamo a dire, non possiamo risolvere da soli. Un singolo paese non può rispondere a questi problemi. E questa è forse la più importante iniziativa diretta a questo fine. C’è una crescente consapevolezza dei disastri ambientali a cui porta il trascurare questo aspetto, non lottare contro il cambiamento climatico, ma allo stesso tempo c’è una partecipazione da parte di alcuni paesi, che sono quelli che forse producono più emissioni, non coerente con gli impegni che sono stati presi collettivamente e che i dati rivelano anche incoerente con gli obiettivi. Desta ancora più preoccupazione lo straordinario aumento di emissioni avuto con la riapertura dell’attività economica dopo il Covid. Siamo già oltre i livelli pre-Covid. Quello che rende molto complicato questo negoziato e in generale tutti i negoziati di questo tipo, è che i paesi hanno delle condizioni di partenza diverse tra loro. Ci sono paesi ricchi che però emettono molto più di altri paesi e che per esempio non hanno intrapreso, come ha fatto gran parte dei paesi dell’Unione Europea, un percorso di riduzione delle emissioni altrettanto efficace. L’UE credo conti per l’8% del totale delle emissioni mondiali e la Cina per il 28-29%, gli Usa per il 17-18% e le condizioni di partenza sono diverse per questo, ma sono anche diverse perché praticamente i Paesi sono a un diverso stadio della loro storia economica del loro sviluppo. Ci sono Paesi che hanno cominciato a crescere e a diventare più prosperi soltanto di recente e quindi il punto di vista di questi Paesi è quello di dire in fondo abbiamo noi questo problema perché tutti voi paesi ricchi avete inquinato quando noi non emettevamo emissioni. Quindi, ora per quale motivo tutto il peso della riduzione delle emissioni deve scaricarsi su di noi?. Poi ci sono paesi invece che sono forse i più colpiti dal cambiamento climatico, sono paesi che emettono molto poco o perché sono poveri o per loro incapacità. Ci sono anche quelli che hanno un’economia basata essenzialmente, come le piccole isole dei Caraibi, sul turismo. C’è stato un bellissimo discorso stamattina del primo ministro delle Barbados. Straordinario quel discorso che ha fatto. Spesso sono paesi vulnerabili che mancano delle risorse necessarie anche a fare degli investimenti infrastrutturali che è la cosa più semplice che li protegga dagli eventi drammatici del cambiamento climatico. Quindi, questa è la difficoltà del negoziato. Io da questo coop 26 mi aspetto che in un certo senso costruisca sui risultati del G20 e vada più in là. Se si riesce a portare dentro i capitali privati nella lotta al cambiamento climatico ci si accorge che non ci sono vincoli finanziari. Le disponibilità del settore privato e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali le banche, ammontano a decine di trilioni di dollari. Cosa è necessario per mobilizzare questi investimenti? È necessario che anche il settore pubblico aiuti questo denaro privato a suddividere il rischio. Questi investimenti hanno gradi di rischio di diversa entità e non possono essere sopportati dal solo settore privato e quindi il settore pubblico deve intervenire”.
Quindi, sulla tassa minima globale e sui rapporti con Cina e Russia, ha spiegato: “Io non se c’è e quale è il ricasco quantitativo della minimum global tax in Italia nata al G20 di Roma, io non lo conosco, mentre se ci fosse qui il ministro Franco certamente lo conoscerebbe. Ma non c’è dubbio che quella tassa globale nata al G20 è l’ultimo passo di un anno di lavoro in cui si sono ottenuti pienamente risultati straordinari inseguiti per anni. E anche sul collegamento tra finanza e salute ci sono stati risultati, con una nuova task force all’interno dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità. Nelle discussioni del G20 ci sono stati spostamenti nelle posizioni precedentemente assunte da questi paesi nella direzione di una maggiore vicinanza al tema della lotta al cambiamento climatico. Ormai sul piano degli obiettivi, delle ambizioni non ci sono molte differenze tra questi paesi e gli altri. È sulla velocità con cui affrontare queste sfide che ancora ci sono divergenze. Il fatto che sia stato per la prima volta accettato da tutti che i gradi di temperatura necessari siano un grado e mezzo e non due, quelli da evitare, è molto importante. Questo impegna questi Paesi, come tutti gli altri, a fare azioni coerenti di fronte alla propria opinione pubblica. Non so come evolverà qui il negoziato con questi Paesi, l’impressione è che ci sia disponibilità a parlare e fare passi avanti”.
Intanto, a Roma, i partiti di Maggioranza hanno espresso soddisfazione per l’esito positivo del G20, aprendo il dibattito sulla corsa al Quirinale, con il Presidente del M5S, Conte, dettosi a favore della elezione dell’attuale Premier Draghi, ma a due condizioni: che vi sia un confronto con il centrodestra e che , in caso di salita al Colle, non si proceda al voto.
Uno stop in proposito ,però, è arrivato dal segretario del Pd, Letta, che ha rinviato la partita per il Colle a gennaio, per dare la priorità all’approvazione della Legge di Bilancio.
Un’apertura alla elezione di Draghi come Presidente della Repubblica, è arrivata anche dal leader della Lega, Salvini, che ha annunciato la riunione dei capigruppo del Carroccio sia con i capigruppo di Fratelli d’Italia che con i capigruppo di Forza Italia, per coordinare l’azione di Governo sia dalla Maggioranza che dall’Opposizione e, nel corso di un’intervista al giornalista e conduttore Rai, Bruno Vespa, per il suo nuovo libro, ha precisato che, a livello europeo, il Carroccio non entrerà nel partito Popolare Europeo.
Sul fronte Covid19, invece, mentre il sindaco e il Prefetto di Trieste, tramite ordinanza, hanno vietato le manifestazioni in piazza dell’Unità fino al 31 dicembre ,per via dell’aumento dei contagi registrato durante le proteste dei portuali delle scorse settimane, il ministro della Salute Speranza, nel corso della trasmissione di Rai Tre, “Mezz’ora in più”, ha chiarito: “Proroga dello stato d’emergenza? Come Governo ci baseremo sull’evidenza scientifica, se sarà necessario prorogare lo stato d’emergenza lo faremo senza timore. Ricordo che ad oggi la curva è in risalita. Per il terzo richiamo abbiamo tutte le dosi necessarie. Non abbiamo alcun problema di dosi. Dobbiamo insistere e accelerare su questo e lo stiamo facendo, in alcuni giorni abbiamo superato le 100mila giornaliere. Oggi la raccomandiamo a tutte le persone di più di 60 anni che hanno completato il ciclo da più di 6 mesi e tutti i fragili di ogni età. Queste persone possono prenotarla immediatamente. Non ci siamo mai dati l’obiettivo secco del 90% di popolazione vaccinata, ma se mi avessero detto che ad oggi ci sarebbe stata l’86% con la prima dose sarei stato contento ma il 90% è un obiettivo ambizioso, ma alla nostra portata. Noi pensiamo che in questo momento il Green Pass sia fondamentale, perché ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università. In un quadro epidemiologico diverso, faremo naturalmente tutte le valutazioni necessarie, i numeri sono in crescita. E’ in corso procedura di valutazione da Ema e il nostro auspicio che possa esprimersi entro fine anno, a dicembre: quando si sarà espressa, anche in Italia si potrà procedere con questa vaccinazione. Lo scudo che abbiamo costruito con la campagna di vaccinazioni è uno scudo che funziona e ci proteggerà anche nei mesi autunnali e invernali. E’ chiaro però che questo scudo va accompagnato da misure di cautela e di precauzione, come le mascherine al chiuso che sono un pezzo fondamentale della nostra strategia e non siamo intenzionati a rinunciarvi, anche all’aperto dove ci sono assembramenti. Il G20 ha assunto un impegno formale e significativo. I vaccini non possono essere considerati un privilegio dei Paesi più ricchi e più potenti, ma un diritto di tutti. Io questa consapevolezza l’ho trovata davvero negli interlocutori con cui mi sono confrontato, cioè con i ministri della Salute degli altri Paesi. I numeri che ci siamo prefissati sono molto alti ma le condizioni di produzione sono assolutamente significative. Negli ultimi mesi abbiamo aumentatola produzione a livello mondiale e oggi dobbiamo fare una grandissima operazione di sostegno ai Paesi più fragili. In questi paesi, ha concluso Speranza, “serve far giungere anche le tecnologie”.
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