-Conferenza stampa di fine anno del Premier Conte a Villa Madama. Numerosi i temi affrontati: dal piano vaccinale al Recovery Plan e all’eventualità di una crisi di Governo. Nel frattempo, in Senato, ok alla fiducia sulla Manovra, poi approvata in via definitiva con 153 sì,ma in serata, nel corso del Consiglio dei Ministri convocato, si procederà alla stesura di un decreto legge ad hoc per correggere un errore tecnico e non di coperture presente nel testo al comma 8, riguardante l’importo del bonus di 100 euro introdotto con il taglio del cuneo fiscale, dimezzato a 50 euro. Soddisfatta la Maggioranza,con il plauso di Pd e M5S, ma Renzi (Italia Viva) in Aula, ha avvertito: “Votiamo la Manovra, ma no a immobilismo. Governo decida cosa fare da grande. Avanti, se c’è un orizzonte. Su Recovery, la palla tocca al Governo. Stiamo distruggendo quest’Aula e la nostra credibilità. Rispetto delle forme istituzionali, dall’intelligenze, dai Servizi segreti, alla Legge di bilancio”. Critiche, anche le Opposizioni di Centrodestra. Recovery Plan, nel pomeriggio, ripresi i confronti tra i partiti di Maggioranza e i Ministri Gualtieri (Economia) e Amendola (Affari Europei) sul piano di riforme per accedere ai fondi UE.
di Federica Marengo mercoledì 30 dicembre 2020
Nella mattinata di oggi, si è tenuta a Villa Madama la tradizionale conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio, caratterizzata, quest’anno, dalle restrizioni anti Covid19,che hanno limitato il numero di giornalisti presenti in sala, ma non quello delle domande poste, a cominciare da quella sul Recovery Plan, il piano di riforme e investimenti per accedere ai fondi UE, elaborato dalla Presidenza del Consiglio e dal CIAE (Comitato Interministeriale per gli Affari Europei) su cui è in atto un confronto tra le forze di Governo, a seguito dei rilievi sulla struttura e la governance della stessa, sollevati da Italia Viva.
A tal proposito, il Premier Conte ha così risposto a una domanda in merito: “Dobbiamo assolutamente affrettare delle risposte che il Paese attende: oggi la Manovra, poi il Recovery. In questi giorni, ci sono stati incontri con le varie delegazioni dopo che hanno fatto pervenire degli appunti critici, adesso con i vari progetti selezionati come eleggibili dobbiamo fare una sintesi politica. Va fatta nei prossimi giorni, non esistono giorni di festa. È chiaro che un atteggiamento di critica costruttiva ci permette di fare questa sintesi, io conto di andare in Consiglio dei Ministri già ai primi giorni di gennaio e poi subito in Parlamento. Penso che per metà febbraio possiamo essere pronti. Siamo partiti da oltre 600 progetti, con gente al lavoro da agosto: bisogna rispettare la riservatezza quando si lavora, i progetti che verranno poi sintetizzati e sistematizzati dopo il confronto di Villa Pamphili non nascono dal nulla. Oggi siamo arrivati a un documento che contiene 50-52 progetti da centinaia di pagine l’uno. Si è lavorato notte e giorno. Quello su cui ci dobbiamo affrettare è la sintesi politica finale. Non ho detto che va tutto bene, se non abbiamo ancora il documento di aggiornamento e la governance non va tutto bene, anzi dobbiamo affrettarci o rischiamo di arrivare in ritardo. Dovremmo essere in grado di presentare a metà febbraio il nostro Recovery Plan. Dobbiamo accelerare, avremo una riunione finale di confronto entro i primi di gennaio: dobbiamo correre e abbiamo una grande responsabilità. Questo è un Governo politico che ha dato all’Italia, nella guerra al Covid, una grande credibilità che non deve essere dispersa. Non possiamo permetterci di galleggiare, di procedere in questo clima di azione sospesa. Il rischio è che ci chiudiamo in un palazzo e ne nascono dei discorsi astratti. Dobbiamo confrontarci nel merito e tutti saremo chiamati a prenderci le nostre responsabilità”.
Quindi, sull’eventualità di una crisi e di un rimpasto di Governo, smentendo le indiscrezioni di stampa sulla costituzione di un suo partito o di una lista, in caso di elezioni anticipate, e , lanciando una stoccata all’indirizzo del leader di Italia Viva, Renzi e dei suoi avvertimenti, il Presidente del Consiglio ha chiarito: “Io lavoro con le forze di Maggioranza, non ho mai pensato di fare squadra da solo, difendo i giocatori in campo. Ma se verrà posto il problema lo affronteremo nel segno di un confronto per trovare soluzioni funzionali che rientrino nel perimetro dell’interesse nazionale. Sono disponibile a qualsiasi soluzione che rientri in questo perimetro, al di fuori non riesco ad esserci. Nel precedente Governo, la formula dei Vicepremier è stata sperimentata con scarso successo ma non vuol dire perché i protagonisti cambiano. Non è un problema cambiare squadra, si lavora con le forze di Maggioranza, si fa quel che serve al Paese. Nel momento in cui ho grande responsabilità e siamo qui per programmare, e io sono qui per programmare il futuro, non potrei mai distogliermi da questo obiettivo e mettermi a programmare una campagna elettorale. Non mi appartiene proprio questa prospettiva . Ci sono due aspetti che non riesco a fare miei. Uno sono gli ultimatum, non appartengono a mio bagaglio. In ultimo discorso, l’ultimo fatto nel febbraio 1978, Moro ha detto che gli ultimatum non sono ammissibili in politica, significano far precipitare le cose e impedire una soluzione. Io sono per il dialogo e il confronto e trovare una sintesi per il Paese. Se verrà meno la fiducia di una forza di Maggioranza ci sarà un passaggio parlamentare per verificare le responsabilità di ognuno, ma non voglio credere che in un contesto del genere si arrivi a questa soluzione: significherebbe perdere tutto il nostro patrimonio di credibilità. Non è che non affrontiamo il malessere nella Maggioranza. Io lavoro con i Ministri, ho frequenti contatti con tutti gli esponenti politici. La rappresentazione del Presidente del Consiglio che fa finta di nulla e non affronta i problemi è assolutamente falsa. Abbiamo avuto un confronto da cui sono partiti due tavoli, uno per le riforme ordinamentali e un altro per le riforme economiche e sociali, coordinati da me per alimentare questo confronto. Sono per un confronto franco, costante e per risolvere i problemi. Tutti dobbiamo chiarire a cosa miriamo” .
Poi, su attivazione del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) sanitario e cessione delle deleghe ai Servizi Segreti, questioni motivo di divergenza con Italia Viva e con il Pd, ha spiegato: “A un tavolo di Maggioranza si può discutere di tutto, fermo restando che parlando di Mes, l’ho già detto, sarà il Parlamento a dover decidere se attivarlo o meno. Quello che va chiarito è che non possiamo usare tutti i prestiti in modo aggiuntivo, se lo facessimo avremmo vari inconvenienti. Nel 2020, sul fronte dei fondi, non siamo riusciti a spendere il 60%. Quindi c’è un limite alla capacità di spesa. Chi chiede al Presidente del Consiglio di delegare i poteri sui servizi segreti deve spiegare perché. Non si fida del Premier? Allora bisogna cambiare la legge, non mi posso liberare di questi poteri. La legge del 2007 attribuisce al Premier la responsabilità politica e giuridica sulla sicurezza nazionale e quindi ne rispondo comunque, che mi avvalga o meno della facoltà di delega. Anche Gentiloni non si è avvalso della facoltà di nominare una persona di fiducia. Ma ci sono comunque funzioni non delegabili e ne risponderei comunque. Abbiamo un organismo che si chiama Copasir, composto da tutte le forze in Parlamento, con la presidenza affidata a un rappresentante dell’opposizione, che ha funzioni di vigilanza e di controllo sull’operato del premier e delle agenzie e garantisce che ci sia il rispetto dell’interesse generale e il rafforzamento dei presidi delle istituzioni democratiche”.
Quanto al piano vaccinale, invece, ha spiegato: “Farei subito il vaccino, ma cercherò di rispettare le priorità, Ci sono tutte le premesse che l’Italia spesso considerata la Cenerentola sul piano organizzativo possa dimostrare di essere all’altezza questa grande sfida, un piano vaccinale senza precedenti. Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi a muoversi per creare l’alleanza per i vaccini, dopo hanno consegnato la palla alla Commissione europea. L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi sono sufficienti, ma l’Italia non l’ha fatto anche perché c’è il divieto di approvvigionarsi per via bilaterale se si accede a livello UE. I primi risultati veri si avranno, a detta degli esperti, quando avremo vaccinato 10/15 milioni di cittadini e non credo avverrà prima di aprile. Allora si concluderà la fase 1. Entro gennaio, in Italia, dovremo avere 2milioni 350mila vaccini: oltre a quello di Pfizer arriverà anche un altro vaccino, quello di Moderna, perché l’Ema dovrebbe pronunciarsi entro i primi di gennaio. Il 27 dicembre si è tenuti il vaccino day, io avevo premuto con gli altri leader europei per questo fatto simbolico ma anche molto concreto. Noi abbiamo avuto in questo primo giorno 9750 dosi e poi partirà il piano che prevede 470mila dosi a settimana. Per quanto riguarda il piano, l’Italia ha fatto una scelta di grande prova democratica: il Ministro Speranza è andato in Parlamento, che ha approvato il 2 dicembre il piano vaccini anche con le categorie di priorità partendo da operatori socio sanitari e residenti e personale delle Rsa. Da questo punto di vista procederemo rispettando queste indicazioni, io lo farei subito ma cercherò di rispettare le priorità così come approvate dalla Camere e anche dalla Conferenza Stato Regioni. Avremo un piano vaccinale ben organizzato, ci sarà un grandissimo sforzo per una macchina molto complessa. Inoltre, ci sono alcune proposte e tra queste che chi si sottopone a vaccinazione possa avere una sorta di abilitazione per una maggiore mobilità. Faremo questa valutazione anche se non abbiamo ancora deciso nulla in questa direzione. Per quanto riguarda le categorie a cui sarà offerto il vaccino per prime continueremo a valutare. Per adesso ci sono le categorie prioritarie, poi si offrirà a tutti. Non interverremo con il vincolo della obbligatorietà ma con la comunicazione. Cercheremo con la persuasione di arrivare a tutti. Escludiamo l’ipotesi di una vaccinazione obbligatoria. Mettiamo da parte le ideologie, le reazioni emotive. Compiamo un atto di solidarietà verso tutta la comunità nazionale, sottoponiamoci al vaccino. Massima solidarietà all’infermiera Claudia Alivernini che si è sottoposta al vaccino ed è stata insultata. È inaccettabile in sé l’insulto e ancor più inaccettabile adesso che stiamo predisponendo un piano vaccinale che consentirà di mettere in sicurezza il Paese. Sul numero dei decessi lascio agli scienziati la risposta, gli esperti che indagano i fattori che hanno contribuito a questi numeri dicono che abbiamo la popolazione più anziana d’Europa, e inoltre in Italia si invecchia male, questo va associato alle abitudini di vita: li facciamo vivere con noi a differenza di altri Paesi, tutto questo può aver contribuito al numero dei decessi. Non è vero che non parlo dei morti, credo di aver parlato dei decessi e delle ragioni dei decessi 4-5 volte nelle ultime interviste, sono in contatto con alcune famiglie, con direttori sanitari. L’alto numero di morti è una di quelle ferite che rimarrà nella storia, una ferita indelebile, un vulnus che l’Italia repubblicana si porterà avanti. Il momento forse più duro per me è quando ci siamo accorti che iniziava a salire il numero dei decessi. Dunque, la rappresentazione che lei dà non è veritiera e la ritengo ingenerosa”.
A seguire, annunciando che lo stato di emergenza verrà prorogato fino a quando sarà necessario, su Scuola, Trasporti, Lavoro e Reddito di Cittadinanza, Turismo e banche, ha evidenziato: “ Sulla Scuola, auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie possano ripartire con una didattica integrata mista, quantomeno al 50%. Stiamo cercando di entrare in un’ottica di massima flessibilità, coinvolgendo i prefetti per trovare una sintesi: non è possibile decongestionare i flussi che si creano intorno alla scuola senza integrare comparti diversi. Bisogna lavorare a livello locale a seconda delle singole esigenze. Quintuplicare la flotta dei mezzi di trasporto per esempio non si può, ma abbiamo stanziato fondi per nuovi autobus e noleggio di mezzo privati. ll trasporto si è rivelato uno dei momenti più critici nella fase pandemica, perché se dovessimo rispettare il distanziamento, dovremmo quintuplicare la flotta dei mezzi di trasporto. ma abbiamo stanziato tre miliardi per sostituire la flotta dei bus e stanziato 390 milioni per favorire il noleggio dei mezzi privati. sono iniziative che vanno messe a terra a livello regionale. Riguardo al Lavoro, quello che accadrà dopo la fine del blocco dei licenziamenti di marzo è uno scenario molto preoccupante, dobbiamo continuare a lavorare per una riforma degli ammortizzatori e per rendere più incisive le politiche attive del lavoro. E’ chiaro che il mercato del lavoro si preannuncia molto critico dopo marzo, ma ci stiamo lavorando. Del Reddito di cittadinanza invece, sono molto soddisfatto. Cercheremo di rafforzare i centri di impiego con le assunzioni di 11.500 persone. Tanti mi hanno scritto ‘da anni non compravo una bistecca, ho potuto comprare un paio di occhiali, una protesi dentaria. Sul sistema bancario c’è un interrogativo sul maggior rafforzamento patrimoniale richiesto al sistema bancario, non è solo un problema italiano, il sistema italiano si è rafforzato, ma in seguito alla crisi c’è l’esigenza di rafforzare ulteriormente la patrimonializzazione delle imprese tramite il consolidamento. La Legge di Bilancio prevede incentivi per aggregazioni, stiamo lavorando. Non è un problema solo italiano, è un problema europeo e cercheremo di rafforzare il nostro sistema bancario e restando in tema di Manovra : Turismo, cultura e spettacoli sono stati tra i settori più investiti dalla pandemia, per cui abbiamo stanziato 11 miliardi di interventi per 60 diversi provvedimenti e misure di carattere generale. Dobbiamo continuare a lavorare perché abbiamo avuto la metà dei turisti nel 2020, e una perdita di 110 miliardi: è un settore che se non viene aiutato adesso, non ce la farà a tornare come prima da solo”.
Infine, su Manovra e rapporti con le Regioni, ha dichiarato: “La legge di Bilancio approvata definitivamente dal Senato è stata migliorata anche grazie all’Opposizione. Ci sono momenti in cui lo scontro con l’Opposizione è più vivace e momenti in cui il dialogo dà dei frutti come nel passaggio parlamentare della manovra. Devo dare atto del gran lavoro fatto dalle forze di Maggioranza, hanno avuto pochissimo tempo per migliorare la legge di bilancio, ma voglio sottolineare il contributo costruttivo delle forze di Opposizione soprattutto per due misure: il Parlamento ha stanziato 650 milioni per rafforzare il piano di vaccinazione e ha rafforzato le tutele a favore dei lavoratori professionisti, autonomi e Partite Iva. Questo è il dialogo che funziona e che dà frutti. Stesso dialogo avuto con le Regioni e con gli enti locali ,pur con qualche slabbratura, c’è stata di fondo la consapevolezza da parte di tutti che senza una sintesi, il Paese andava a rotoli. Nonostante il nostro sistema prevede che la sanità sia in capo alle regioni, siamo riusciti a dialogare e per il futuro si può lavorare sull’autonomia differenziata: quando ci sono sfide complessive per tutta la comunità nazionale serve un meccanismo di coordinamento più efficace”,
Non solo la conferenza stampa di Cone, però. In mattinata, infatti, il Senato ha dapprima dato l’ok con 156 sì e 124 no alla fiducia sulla Manovra, per poi approvare in via definitiva con 153 sì, 118 no e 1 astenuto, il provvedimento da 40 miliardi, divenuto legge.
Soddisfazione, quindi, è stata espressa dalle forze di Maggioranza, con il capo reggente dei 5Stelle, Crimi, che, via Twitter, ha dichiarato: “Approvata la Manovra 2021. Dopo i 100 miliardi di euro immessi nella nostra economia da inizio pandemia, destiniamo altri 40 miliardi alla gestione emergenziale e alla modernizzazione del Paese. È stato compiuto un grande sforzo, nel 2021 bisogna insistere e rilanciare”, seguito dal ministro dell’Economia, in quota dem, Gualtieri, che ha detto: “Sono molto soddisfatto. Si conclude un iter in tempi rapidi che consente l’approvazione di una legge di Bilancio ambiziosa, fortemente espansiva, orientata alla crescita, al lavoro, alla coesione. Ci sono misure importanti e più risorse per la Sanità, tra cui quelle per il piano vaccini, la scuola, la ricerca, l’Università. Ci sono misure di carattere storico come le risorse per il varo dell’assegno unico per i figli e l’avvio della riforma fiscale, la decontribuzione per i giovani, le donne, l’aumento degli investimenti pubblici e il forte sostegno a quelli privati. Tante misure fortemente orientate non solo ad aiutare il Paese a uscire da questa crisi, ma anche a rilanciare la crescita e a trasformare e innovare l’economia”.
Duro, invece, l’altro alleato di Governo, il leader di Italia Viva, Renzi, che nel suo intervento a Palazzo Madama, prima del voto, pur annunciando il sì del partito alla Finanziaria, ha ribadito il suo disappunto nei confronti del metodo utilizzato dall’Esecutivo: “Oggi diremo sì alla Manovra, ma assegniamo al Governo la volontà di decidere cosa vuole fare da grande, noi non saremo complici dello spreco di denaro, ora la palla passa al Governo. Oggi abbiamo ascoltato parole definitive di un collega, Zanda. Leggetelo. Ci etichettano come irresponsabili e “Pierini” ,ma dal rispetto delle forme democratiche deriva una credibilità delle istituzioni che ora rischia di essere messa a dura prova. Se il governo gialloverde approva la legge elettorale in 48 ore, si va alla Corte costituzionale, come ha fatto il Pd. Se lo fa il Governo giallorosso si sta zitti?. Stiamo distruggendo quest’Aula e la nostra credibilità. Rispetto delle forme istituzionali, dall’intelligence, dai servizi segreti, alla legge di bilancio”.
Critiche, anche le Opposizioni di Centrodestra, che, compatte, riprendendo la notazione della Presidente del Senato, Casellati ( “Stiamo varando il provvedimento più importante dell’anno, la legge di bilancio in un solo giorno“) hanno contestato al Governo la compressione dei tempi per l’esame parlamentare ,determinata dai ritardi dell’Esecutivo, alle prese con emergenza Covid19 e tensioni nella Maggioranza su Recovery Plan, nell’avvio dell’iter e nell’invio del testo alle Camere, e dalla necessità di evitare l’esercizio provvisorio, l’assenza in Aula del Premier, impegnato nella conferenza stampa di fine anno, e i contenuti della Manovra, ritenuta “priva di una visione”, in quanto costituita per la gran parte da “bonus e mancette”, e contenete degli errori tecnici, come riscontrato al comma 8, riguardante il bonus da 110 euro introdotto con il taglio al cuneo fiscale, dimezzato a 50 euro, per emendare il quale ,in serata, è stato convocato un Consiglio dei Ministri al fine di licenziare un decreto correttivo ad hoc.
Da ciò, le dichiarazioni dei leader di Lega e Forza Italia, Salvini e Berlusconi, dettisi “pronti, in caso di crisi dell’Esecutivo, a governare”, e della Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, che ha proposto una mozione di sfiducia nei confronti del Governo, invitando all’adesione ogni forza parlamentare,e incassando però il no del Carroccio, convinto che “in questo momento, ne beneficerebbe solo Conte”.
Nel pomeriggio, inoltre, è proseguito il confronto iniziato ieri tra i partiti di Maggioranza e i Ministri Gualtieri (Economia) e Amendola (Affari Europei) sul Recovery Plan e i rispettivi documenti con i correttivi per il piano di rilancio dell’Italia da presentare in UE per accedere alle finanze del Recovery Fund, pilastro del Next Generation EU.
Dopo, M5S e Pd, è stata infatti la volta di LeU, che ha chiesto di aumentare le risorse da stanziare per la Sanità (“Pochi, i 9 miliardi previsti”) , e di Italia Viva, la forza più critica, che ha presentato 62 considerazioni alla bozza del Recovery Plan (secondo indiscrezioni di stampa sarebbe stata presentata dai Ministri una nuova bozza con un cronoprogramma per ciascun progetto) , tra cui il ricorso alla linea di credito da 37 miliardi del Mes sanitario per investire i 9 miliardi stanziati nel piano per la Sanità in Turismo e Cultura, cardine del programma renziano denominato “CIAO” (“Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità”),già presentato alla stampa lunedì, con una conferenza in Senato.
Sulla scia del Commissario UE agli Affari Economici Gentiloni, a chiedere di accelerare sull’approvazione del piano di riforme e investimenti in Consiglio dei Ministri, il quale dovrà poi passare al vaglio delle parti sociali , degli enti locali e del Parlamento, il Ministro dell’Economia Gualtieri, che in un’intervista a La Repubblica, ha dichiarato: “Se non facciamo le opere e gli investimenti nei tempi e secondo i criteri indicati, non è che riceviamo i soldi in ritardo. Li perdiamoproprio. Non funziona come per i fondi ordinari. Se non realizziamo i progetti, perdiamo i soldi. E paradossalmente li perdiamo doppiamente perché il meccanismo prevede che noi li anticipiamo e poi ce li rimborsano. E il tutto avviene secondo un calendario di verifiche che procede in base ad una serie di ‘milestone’, ossia di traguardi intermedi. Dobbiamo andare avanti esattamente nella direzione del Dl Semplificazioni. Abbiamo l’esigenza di identificare corsie preferenziali sulle procedure coinvolte nell’uso del Recovery. Quindi, il contenuto più profondo della governance è proprio questo. La task force è una questione davvero secondaria. Adesso, bisogna chiarire quali possano essere le innovazioni procedurali. Di questo abbiamo bisogno, perché l’esigenza di stare nei tempi è certamente sfidante, ma si tratta di una sfida positiva. E, direi, anche utile”, riecheggiato dal Pd che chiede di “rilanciare l’azione di Governo, accelerando su Recovery Fund e riforme per cambiare e migliorare il Paese”.
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